Batman: Arkham Asylum
Aspetto
Batman: Arkham Asylum
Titolo originale |
Batman: Arkham Asylum |
---|---|
Ideazione | Paul Dini |
Sviluppo | Rocksteady Studios |
Pubblicazione |
Eidos Interactive, Warner Bros. Interactive Entertainment |
Anno | 2009 |
Genere | stealth, avventura dinamica |
Piattaforma | Microsoft Windows, PlayStation 3, Xbox 360, macOS, PlayStation 4, Xbox One |
Serie | Batman: Arkham |
Seguito da | Batman: Arkham City |
Batman: Arkham Asylum, videogioco del 2009 incentrato sulle avventure di Batman. Un prequel a fumetti, The Road to Arkham, ne annunciava l'uscita.
Frasi
[modifica]- Ma tu guarda quanta sicurezza... Come fa un povero Cristo ad uscire da qui? (Joker)
- [Durante la scansione al metal detector] Uh, che cosa hai portato dentro, Batman? E dai, dimmelo! Batarang? Batartigli? Uh, Bat-snack? (Joker)
- Sento il tuo odore, Batman. (Killer Croc)
- [Dopo un momentaneo calo di corrente] Eh!? Cosa!? Non ti fidi di meee!? (Joker tenuto fermo dal cavaliere oscuro)
- Presto, lo stiamo perdendo, dottore! (Joker) [Mentre aggredisce una guardia sotto gli occhi di un medico]
- Che ti venga un colpo! (Joker) [Al cadavere della guardia]
- Benvenuto al manicomio, Batman! Ho preparato una trappola, e l'hai fatta scattare alla grande! E ora diamo inizio allo spettacolo! (Joker)
- Ovunque vada quel pazzo, semina la morte. (Batman)
- Ooooh! Hai visto che grande? (Joker)[Riferendosi al mutante Titan da lui liberato]
- Salute, Gotham, qui è Joker. Arkham è nelle mie mani. Fra poco le strade di Gotham verranno invase dalla pazzia più sfrenata. Ma prima volgete lo sguardo verso i tetti delle case e assisterete in diretta la distruzione del vostro amato cavaliere oscuro! (Joker) [Messaggio del Joker per Gotham City]
- Di che cosa hai paura, Batman? Di non riuscire a salvare questo schifo di città? Di non trovare il commissario in tempo? ...Di vedermi in perizoma???? Uahahahahahahahahahah! (Joker) [Mentre Batman è sotto l'effetto delle tossine di Spaventapasseri]
- Sai cosa? Io preferivo la buona vecchia ricerca delle cavità! Molto più intima... (Joker) [Durante una perquisizione mediante scanner]
- Povero Batman... Adesso sei nel mio mondo! (Spaventapasseri)
- Cosa? Non ti fidi di me??? (Joker)[Dopo essere stato afferrato al collo da Batman durante un blackout minimo in un ascensore]
- Non sarà un inutile collarino a impedirmi di ammazzarti Batman. Ti strapperò la carne, mangerò anche le ossa! (Killer Croc)
- La senti l'eccitazione nell'aria? No? Dev'essere stata una delle guardie allora! (Joker)
Dialoghi
[modifica]- Direttore Sharp [Da una registrazione sugli schermi]: Salve, paziente. Qui è Quincy Sharp, direttore del manicomio di Arkham...
Joker Uhh! È il mio spettacolo preferito! [Facendo il verso al direttore] Sono quell'idiota del direttore! Non riuscirai mai a scappare! Uhahahahahah ahahahah!
- Batman: Dimmi una cosa, non ti sei mai lasciato catturare così facilmente. Che cos'è che vuoi veramente?
Joker: Oh, niente di che. Solo qualche centinaio di morti tra atroci sofferenze, il modo più orrendo per concludere un inutile esistenza. E tutto grazie a te e ad una scatola di fiammiferi. Ho risposto alla tua domanda?
- Guardia di sicurezza: E così sei tornato. Hai ammazzato tre dei miei uomini, l'ultima volta che sei scappato.
Joker: Solo tre? Mi assicurerò di andare molto più sul pesante la prossima volta. Che ne dici di puntare a cento?
- [Dopo essere stato avvisato da Oracle sulle bombe del Joker presenti su Gotham] Batman: Mente. È solo una scusa per distrarre l'attenzione.
Oracle: Come fai a saperlo?
Batman: Lo conosco.
- [Comunicazione via computer]Joker: Problemi, lì sopra?
Batman: Joker.
Joker: Ti aspettavi Due Facce, forse?
- Joker: Perché non hai fermato Batman?
Scarface:[Manovrato dal Joker] Io? Il piano era tuo, stupido pagliaccio!
- Dottore di Arkham [Avvicinandosi a Joker per effettuare un controllo]: Il paziente si presenta in condizioni soddisfacenti. Pare che abbia riportato contusioni minime nelle ultime ore. Sembra che...
Joker: [Improvvisamente] BUH! Ahahahahahahah!!! Devi misurarmi la febbre? Non vedo l'ora di abbassare le mutande...
- Commissario Gordon [dopo che Batman l'ha salvato]: Ci hai messo più del previsto.
Batman: [Joker] ha preso il controllo, sta cercando di dimostrare qualcosa. Non sono sicuro di riuscire a fermarlo questa volta.
Commissario Gordon: Ce la farai. Batman, senti. Non siamo soli. C'è qualcos'altro là sotto, anche se non so che cosa.
Joker [Comunicazione via computer]: Che chiacchierone! Così rovini la sorpresa!
Batman: Zitto.
Joker: Ti sto innervosendo? Sì? Bene! Ahahaha! Ti piacerà anche quello che viene dopo!
- Joker: Dovevi proprio rovinare tutto, eh? Picchiare Bane, dare Spaventapasseri in pasto a Croc, schiaffeggiare Harley – che oltretutto è il mio passatempo preferito! – e rovinare le mie pianticelle velenose.
Batman: È finita, Joker!
Joker: Finita? Sei un illuso, mio povero cavaliere oscuro, è appena iniziata!
- Titan Joker: Non è un problema, posso sopportare tutto quello che mi lanci addosso! Tu non puoi vincere, finirai male! Sei pronto per il prossimo round?
Batman: Sempre!
Titan Joker: Cosa?!?
Batman: Non ti permetterò di vincere! MAI!
Dai nastri con i colloqui dei pazienti
[modifica]Joker
[modifica]- Dottoressa: Nastro dell'intervista con il paziente, il soggetto non ha un nome ufficiale, viene registrato con l'appellativo di Joker. Nella stanza ci sono io, il direttore e la dottoressa Young.
Joker: [Lamentandosi] È un altro dei vostri noiosi test di valutazione psichica?
Dottoressa Penelope Young: No. E così lei è il famoso Joker.
Joker: In carne e ossa. Mi dica, dottoressa, vuole mostrarmi ancora qualche scarabocchio? Il primo mi ricorda il gattino che avevo da piccolo. Il secondo è... uhm, vediamo... un elefante morto. Il terzo è...
Dottoressa Penelope Young: Molto spiritoso. Lasciamo da parte le battute.
Joker: Lasciare da parte le battute? [Rivolgendosi al direttore] Ehi, Sharpy, non ha letto la mia cartella clinica?
Direttore Sharp: Sta' zitto, pagliaccio!
Dottoressa Penelope Young: Ogni medico che ha parlato con lei dichiara una psicosi di tipo diverso. C'è di tutto, dai disturbi alla personalità multipla e... beh, la lista è lunghissima.
Joker: [Ridendo] Faccio del mio meglio.
Dottoressa Penelope Young: Beh, io non ci credo. Con la terapia giusta è possibile curare tutto.
Joker: E tu pensi di curarmi?
Dottoressa Penelope Young: Ah, ne sono sicura. - Dottoressa Penelope Young: Nastro del diciassettesimo colloquio con il paziente. Joker, continua a non collaborare. Resto fedele alla mia diagnosi: credo che gli piaccia troppo il suo personaggio.
Joker[Allegramente] Come va, dottoressa?
Dottoressa Penelope Young: Oggi ho pensato di provare qualcosa di diverso.
Joker: Così mi fai arrossire. Io ho già una fidanzata.
Dottoressa Penelope Young: La dottoressa Quinzel, lo so, ho visto i nastri, ho visto quello che è successo.
Joker: Che cosa vuoi che ti dica, sono affascinante.
Dottoressa Penelope Young: Comunque credo che sia una buona idea parlare della sua infanzia.
Joker: Hai mai sentito parlare di amore? Io non mollo niente gratis. Dovrai impegnarti di più.
Dottoressa Penelope Young: Che cosa sta nascondendo?
Joker: Non hai sentito? Grattami la schiena e... be', non ti impacchetterò nel sacco di plastica e non ti getterò nel tombino. - Dottoressa Penelope Young: Nastro del ventesimo colloquio con il paziente. Joker è più interessante di quanto pensavo all'inizio. Quando il progetto Titan sarà operativo penso che Joker sarà il soggetto ideale per fare da cavia. [Rivolgendosi al Joker] Buongiorno. Oggi ho pensato di tornare sul discorso dell'altra volta riguardo alla tua famiglia.
Joker: Volentieri. Sono nato in un paese di pescatori. Mi sarebbe tanto piaciuto entrare nel circo, ma mio padre non ha voluto.
Dottoressa Penelope Young: Non le credo.
Joker: Mio padre faceva l'agente. A una settimana dalla pensione la mafia ha...
Dottoressa Penelope Young: Ho visto il film. Di che cosa ha paura?
Joker: Paura?
Dottoressa Penelope Young: Sì, paura. È chiaro che c'è qualcosa, qualcosa che l'ha fatta diventare così.
Joker: E se... e se ho troppa paura per ricordare? Fa troppo male.
Dottoressa Penelope Young: Potrebbe servire. - Dottoressa Penelope Young: Questi sono gli appunti privati della dottoressa Young, il Titan è un successo. Dopo le inattese donazioni del signor White sono sparite anche le preoccupazioni economiche. Joker ha manifestato un notevole interesse davanti alla possibilità di una cura. Una volta finalizzato il processo di fusione delle proteine farò... [Bussare di porta]
Guardia: Dottoressa Young, è pronta?
Dottoressa Penelope Young: Oh, sì, sì, avanti. [La porta si apre ed entra Joker]
Joker: Così offendi la mia sensibilità. Farmi aspettare in quel modo.
Dottoressa Penelope Young: Si sieda. Può lasciarci soli.
Guardia: Sicura?
Dottoressa Penelope Young: Va tutto bene. Vero, Joker?
Joker: Oh, sì.
Guardia: Be', se proprio insiste. Sono qui fuori, ok? [La guardia se ne esce dalla stanza]
Joker: Allora è qui? È arrivato il paziente X?
Dottoressa Penelope Young: Sì, e devo dire che migliora più rapidamente del previsto, ma adesso basta. Parliamo di lei.
Joker: Nooo. Parliamo del suo progetto Titan.
Dottoressa Penelope Young: Il mio cosa? Come fa...
Joker:[Interrompendola] Come faccio a sapere che hai legato Bane a un tavolo nei sotterranei per pompargli fuori tutto. Credi che abbia tirato a indovinare? - Dottoressa Penelope Young: Sono una stupida, c'è sempre stato dietro Joker. È lui Jack White, è lui che mi ha dato i soldi e che ha fatto in modo di liberare Bane. Come ho fatto a non capirlo? Mi stava ricattando, è diabolico e mira a creare un esercito di mostri. Io voglio uscirne, ma... [Squilla il telefono] Pronto? Pronto, è lo studio della dottoressa Young.
Harley Quinn: Le passo il signor White.
Dottoressa Penelope Young: Cosa?
Joker: Salve, dottoressa. Dobbiamo parlare.
Dottoressa Penelope Young: Io non ci sto, Joker. Ha sentito? Aspetti... come ha fatto ad avere accesso ad un telefono?
Joker: Oh, sì, scusa, dottoressa. Ho dovuto sparire. Detesto gli spazi ristretti, mi fanno tornare in mente l'infanzia.
Dottoressa Penelope Young: Un'altra menzogna?
Joker: Chi lo sa? Io di certo no. Ma non distraiamoci con i dettagli. Allora? Voglio tutti i miei mostri.
Dottoressa Penelope Young: Le ho rispedito indietro i soldi, non li voglio!
Joker: Ti sembro uno che da' importanza al denaro? [Ridendo] Voglio solo i miei mostri, dottoressa. E se tu non me li vuoi dare... beh, non sarà divertente.
Killer Croc
[modifica]- Aaron Cash: È ancora qui? Lui? Mi stai prendendo in giro, vero? Quello non è umano! [Si sente Killer Croc ansimare] Mio Dio.
Dottoressa Whistler: Salve. Io sono la dottoressa Gretchen Whistler. Riesce a capirmi?
Killer Croc: Sì, ti sento, stronza. Allora, dov'è la cena? Comincio ad avere fame. - Dottoressa Whistler: Nastro della seconda sessione con il paziente. Nome del paziente: Waylon Jones, alias Killer Croc.
Killer Croc: Allora, adesso cerchi di ragionare con me, uh? Vuoi sapere perché ho fatto... [Ansima o alita fortemente]
Dottoressa Whistler: Siamo qui per aiutarla, signor Jones.
Killer Croc: Hai una cura per me? Puoi farmi diventare... normale?
Dottoressa Whistler: "Normale" non è l'aggettivo più adatto. Nessuno è veramente "normale", non trova?
Killer Croc:[Grugnendo] Fin qui ci arrivo. Stà a sentire, bella, che ne dici di lasciarmi andare, uh? Così non ti mangio.
Dottoressa Whistler: Lei non mangia gli uomini. È solo una leggenda urbana.
Killer Croc: Tu pensi? [Ride] Continua a crederci. - Aaron Cash: Siediti e stà zitto!
Killer Croc: Credi che abbia paura di te, Cash? Conosco il tuo odore. [Croc si becca una scarica dal collare elettroshock]
Aaron Cash: Anch'io conosco il tuo, e sai cosa? Puzza! Vada avanti, dottoressa.
Dottoressa Whistler: La prego di non farlo più, signor Cash, non mi aiuta. Mi spiace per il collarino, ma che altro potevamo fare dopo che ha fatto finire tre guardie all'ospedale?
Killer Croc: Mettimi quello che vuoi, bella. [Ridacchiando] Questo coso mi fa il solletico. Mi accontento di restare qui. Aspetterò Batman; quando torna lo uccido. Poi tocca a Cash e poi a te.
Aaron Cash: Tu sogni. Adesso alzati, dai! - Dottoressa Whistler: Colloquio con il paziente Waylon Jones, i progressi sono lenti. [Rivolgendosi a Croc] Che cosa è successo in quella casa?
Killer Croc: Questione di lavoro.
Dottoressa Whistler: Lavoro? Quale lavoro, che prevede una casa piena di corpi mutilati?
Killer Croc: Non mi piace sprecare tempo. Se qualcuno non paga, dev'essere castigato. E quelli erano in debito.
Dottoressa Whistler: E quindi li ha uccisi? Li ha ridotti a brandelli. La polizia non è riuscita a ritrovare tutti i pezzi.
Killer Croc: Avrebbe dovuto cercare nelle fogne.
Dottoressa Whistler: Sta dicendo che li ha nascosti là?
Killer Croc: Dopo un po'. In genere ci vogliono otto ore. [E ride]
Aaron Cash: È ora di andare, Croc. Alzati! - Dottoressa Whistler: Colloquio con il paziente Waylon Jones, alias Killer Croc. Ieri sera il paziente è stato sedato dopo un tentativo di fuga. La guardia Aaron Cash è in ospedale. Secondo i rapporti, il paziente abbia aggredito Cash, e nella lotta gli avrebbe staccato la mano sinistra. [Rivolgendosi a Croc] Cash è fortunato ad essere vivo, ha perso molto sangue.
Killer Croc: Anch'io. Per poco non mi strangolavo con quella mano così ossuta. [Ridacchia]
Dottoressa Whistler: Che disgusto. Poteva morire.
Killer Croc: Per me è solo cibo. Dopo il primo boccone, voglio anche il resto. Non so se mi spiego.
Dottoressa Whistler: Portatelo fuori di qui, subito!
Killer Croc:[Ridendo] Ho il tuo profumo, bella. Ci si vede, prima o poi. Tic toc, tic toc! [Ed esce, continuando a ridere]
Harley Quinn
[modifica]- Dottoressa Whistler: Harleen Quinzel?
Harleen Quinzel: Mi chiami Harley, lo fanno tutti.
Dottoressa Whistler: Mi meraviglia che abbia scelto Arkham per l'internato.
Harleen Quinzel: Ho sempre avuto la passione per le personalità estreme. Non si può negare che questi supercriminali siano un po' glamour.
Dottoressa Whistler: La avverto, signora. Questi sono psicotici nell'anima, molti preferiscono ucciderla piuttosto che parlare.
Harleen Quinzel: Sono sicura che mi troverò bene, dottoressa.
Dottoressa Whistler: Se la mangiano per colazione. Sul serio, ne conosco un paio che lo faranno davvero. Stia attenta. - Harleen Quinzel: Primo colloquio con il paziente.
Joker: E così sono il tuo primo, eh? Be', sai come si dice, la prima volta non si scorda mai.Cercherò di renderti l'esperienza memorabile.
Harleen Quinzel: Oh, l'ha già fatto. Mi dica, perché fa certe cose?
Joker: Secondo te perché le faccio?
Harleen Quinzel: Per fama, notorietà, il desiderio di distinguersi dalla folla? Per un senso distorto dell'umorismo.
Joker: Oh, sei in gamba! Come hai fatto a capirmi così bene? Sono anni che arrivano medici di ogni tipo e nessuno è stato tanto astuto né, se mi permetti di dirlo, neanche così affascinante.
Harleeen Quinzel: Davvero? Oh, lei mi sta prendendo in giro!
Joker: Ah, non puoi saperlo! A meno che...
Harleen Quinzel: A meno che cosa? Me lo dica! - Harleen Quinzel: Mi vuole dire come hanno fatto questi a entrare nel mio studio?
Joker: È molto semplice, ce li ho messi io. Perché, non ti piacciono i fiori?
Harleen Quinzel: Credo che alle guardie farà piacere sapere com'è uscito dalla cella.
Joker: [Ridendo] Se avessi voluto informarle davvero l'avresti già fatto.
Harleen Quinzel: Come fa a sapere che non l'ho...
Joker: Sai, tesoro, tu mi piaci. Dico davvero. Persino il nome; una piccola sistematina ed è perfetto.
Harleen Quinzel: Harley Quinn. Sembra il nome di un clown. Sì, lo so, me l'hanno già detto.
Joker: È un nome che mi fa sorridere. Mi fa sperare che ci sia qualcuno qui dentro con cui posso relazionarmi. Qualcuno con cui potrebbe con piacere ascoltare i miei segreti.
Harleen Quinzel: Davvero? Continui!
Joker: Non qui, cara. Troppe orecchie, troppi occhi. Torna stasera, sarò pronto ad accoglierti. - Joker: È pazzo, sai.
Harleen Quinzel: Chi? Batman?
Joker: No, Babbo Natale. Certo, Batman! Sempre Batman! L'ho capito dagli occhi! Lanciano lampi di pazzia! Ed è disonesto! Si nasconde sempre la faccia dietro quella maschera! Io invece non ho maschere, non ho niente da nascondere! Rido della crudele assurdità del mondo! Ma Batman... Batman vi ha abbindolati tutti! Ha fatto credere al mondo che lui può fare qualcosa di grande, che può migliorare la situazione! E il bello è che gli credono!
Harleen Quinzel: La polizia?
Joker: La polizia, i media, i boy-scout del cavolo! Ogni sacco di carne che cammina nella latrina urbana! Ma sai, zuccherino, Batman sà perfettamente di essere dalla mia parte della pazzia, perché non vuole ammetterlo! Lui se ne sta là, in alto, a ridere di noi! E il bello è che lui è libero di andarsene in giro liberamente, mentre io sono qui dentro!
Harleen Quinzel: Molto incisivo.
Joker: Così tu mi capisci, vero? Tu sai perché faccio certe cose? In realtà l'unico vero paladino di Gotham sono io! - Harleen Quinzel: [Bisbigliando] Ho quello che volevi.
Joker: Davvero? Cioè? Bene. Come hai fatto a sottrarlo? Per la verità non voglio saperlo. Allora sei pronta a fermare il pipistrello assassino una volta per tutte?
Harleen Quinzel: Naturalmente. Deve pagare per quanto ti ha fatto!
Joker: Dà qui, allora, presto!
[Uno sparo, vetri rotti, una sirena che squilla]
Joker:[Ridendo] Andiamo, dottoressa! Abbiamo un pipistrello da abbattere!
Harleen Quinzel: [Ammonendo il Joker] Ah, ah ah. La dottoressa esce di scena. Saluta la nuova e migliorata Harley Quinn! [E Joker ride allegramente]
L'Enigmista
[modifica]- Dottoressa Penelope Young: Ventunesimo colloquio con il paziente. Nome: Edward Nygma, conosciuto anche come l'Enigmista. [Rivolgendosi all'Enigmista] Dunque, Edgar, il direttore Sharp mi ha detto che ha ricominciato ad appendere sui muri del manicomio i suoi indovinelli minacciosi.
Enigmista: Bisogna essere paranoici per vedere delle minacce in innocui indovinelli, dottoressa. Posso fargliene uno?
Dottoressa Penelope Young:[Dopo qualche istante] D'accordo.
Enigmista: Che cosa cammina prima su quattro zampe, poi su due e infine su tre?
Dottoressa Penelope Young: L'uomo da piccolo va a gattoni, da adulto va su due gambe e da anziano ha spesso bisogno di un bastone.
Enigmista:[Ridacchiando] Ci ha provato, ma la risposta è sempre un bambino. È vero che inizia su quattro zampe come un gatto, ma basta tagliargliene due per costringerlo a girare sulle due che rimangono, se poi gli diamo una stampella potrà avere anche la terza, capito?
Dottoressa Penelope Young: È terribile. Come si può scherzare su una cosa così?
Enigmista: Facile. Non è mio figlio. - Dottoressa Penelope Young: Trentanovesimo colloquio con il paziente. Nome: Edward Nygma. A questo punto devo decidere se il signor Nygma è un soggetto adatto al processo del Titan. [Rivolgendosi all'Enigmista] Vorrei parlare della sua infanzia.
Enigmista: Triste, e poi?
Dottoressa Penelope Young: In ogni caso è stato in quel periodo che ha sviluppato l'interesse per gli indovinelli. Credo che parlando di quegli anni riusciremo a spiegare le motivazioni del suo comportamento.
Enigmista: Molto bene. Mio padre mi odiava. Mi dava sempre del cretino.
Dottoressa Penelope Young: Capisco.
Enigmista: Per dimostrargli che si sbagliava mi sono iscritto ad un concorso a scuola, c'erano in palio venti dollari per il ragazzino che riusciva a inventare un problema di logica impossibile da risolvere, e naturalmente ho vinto.
Dottoressa Penelope Yopung: E questo ha fatto piacere a suo padre?
Enigmista: Poco. Era convinto che avessi barato, continuava a dire: "Hai sicuramente barato! Confessa, cretino! Hai imbrogliato!" Ho giurato di no e mi ha picchiato perché secondo lui mentivo.
Dottoressa Penelope Young: Mi dispiace infinitamente, Edward.
Enigmista: Non deve, aveva ragione. - Dottoressa Penelope Young: Quarantaquattresimo colloquio con il paziente. Dopo l'ennesimo colloquio con Edward Nygma devo ancora decidere se è un genio o un povero illuso. Comunque sia, la sua compagnia è tanto irritante quanto stressante.
Enigmista: Salve, signorina Young. Ha l'aria stanca; c'è niente che possa fare per lei?
Dottoressa Penelope Young: No, grazie Edward. Sono io che aiuto lei, come tutti qui.
Enigmista: Perdoni l'arroganza, dottoressa, ma se lei crede che mi serva il suo aiuto, allora è nel posto giusto.
Dottoressa Penelope Young: Vediamola soto un'ottica diversa. Nel corso della sua carriera lei si è specializzato in bizzarrie criminali di ogni tipo, con indizi contorti che, in più delle volte, sono sfociati nella morte delle vittime dei suoi giochi.
Enigmista: Se i cittadini di Gotham fossero più intelligenti, troverebbero i miei giochi un simpatico passatempo.
Dottoressa Penelope Young: Invece sono trappole mortali.
Enigmista: Lei dovrebbe ringraziarmi. Lasci perdere l'ignoranza, la stupidità, l'inutilità, ma non tema, sono sicuro che lei sopravviverà. [Edward prende una fotografia incorniciata dalla scrivania] Che bella foto ha sulla scrivania, dottoressa. È la sua famiglia? Sua madre, forse?
Dottoressa Penelope Young: La metta giù. Fuori! Fuori! Guardie! - Dottoressa Penelope Young: Parliamo della sua ossessione per Batman.
Enigmista: Non la definirei un'ossessione, signorina. Semplicemente mi sento in obbligo di smascherarlo.
Dottoressa Penelope Young: Lei sa chi è?
Enigmista: Meglio dire che so che cos'è?
Dottoressa Penelope Young: Che cosa intende?
Enigmista: È ovvio. La maschera, le armi, la tattica del terrore, è un criminale. Non diverso da Joker, da Due Facce o da me.
Dottoressa Penelope Young: Molti lo considerano un eroe.
Enigmista:[Arrabbiandosi] Molti sono idioti. Non vedono in Batman il delinquente che è. Mi risolva questo: come si è procurato quella macchina e i gadget?
Dottoressa Penelope Young: Io non...
Enigmista: Con il denaro estorto ai criminali che ha sconfitto. Perché Gordon chiude un occhio davanti alle sue imprese? Perché è pagato da Batman! Le risposte sono sotto i suoi inutili occhi!
Dottoressa Penelope Young: Edward, la prego. Si calmi.
Enigmista: Sveglia, Gotham! [Ridacchiando] Nessun omone sano di mente fa certe cose. Nessuno è così altruista. Batman è un vigliacco come pochi.
Dottoressa Penelope Young: Guardie! Guardie! - Dottoressa Penelope Young: Questo è l'ultimo colloquio con Edward. Ho retto finché ho potuto. Non posso più tollerare i suoi sbalzi mentali e i suoi capricci. Ho un lavoro più importante da svolgere; a partire dalla prossima settimana sarà affidato alle cure del dottor Whistler.
Enigmista:[Allegramente] Buongiorno, dottoressa. Come sta oggi?
Dottoressa Penelope Young: Bene, grazie, Edward. Mi sembra di buonumore.
Enigmista: Raramente sono di cattivo umore quando sto per essere rilasciato.
Dottoressa Penelope Young: Edward, le sa che non può richiedere la libertà vigilata per altri tre anni...
Enigmista:[Interrompendola] Per prima cosa andrò a cena in un ristorante italiano sulla 19°.
Dottoressa Penelope Young: Seriamente, Edward.
Enigmista: Spero solo che Joker non abbia saccheggiato la città. Ah be', immagino che lo scoprirò presto.
Dottoressa Penelope Young: Aspetta. Ha avuto contatti con Joker? È scappato da Arkham qualche settimana.
Enigmista: Mah, sà, si sentono certe cose.
Dottoressa Penelope Young: Quali cose? Cos'ha sentito?
Enigmista: Oh, qualcosa a proposito di una festa a sorpresa per Batman. Il resto l'ho dimenticato. Comunque, conosce Joker, parla parla, parla.
Dottoressa Penelope Young: Edward, se sa qualcosa deve dirmelo. Possono morire in molti. Che cos'ha detto Joker?
Enigmista: Lei dimentica, dottoressa, che sono io che faccio indovinelli.
Victor Zsasz
[modifica]- Dottoressa Cassidy: Primo nastro di valutazione del paziente. Nome: Victor Zsasz, dichiarato malato mentale in seguito all'omicidio di almeno venti donne nell'area di Gotham. [Strascicare di sedia sul pavimento] Salve, Victor, sono la dottoressa Cassidy. Dal momento che è la nostra prima sessione, cerchiamo di conoscerci meglio.
Zsasz: Non ho bisogno di conoscerla, signorina. È tutto privo di senso.
Professoressa Cassidy: Non lo trova un atteggiamento un po' negativo, Victor?
Zsasz: Sicuramente ha letto la mia storia.
Dottoressa Cassidy: Sì, sì è vero. So che proviene da una famiglia benestante, che i suoi genitori sono morti e che ha perso tutti i soldi al gioco.
Zsasz: Niente di tutto questo ha importanza.
Dottoressa Cassidy: Perché continua a dire così, Victor?
Zsasz: Perché l'unica cosa che conta è la tacca. Ha visto i miei capolavori, signorina?
Dottoressa Cassidy: Si riferisca alle tacche che ha sul...
Zsasz: Ceeerto che mi riferisco a loro. C'è spazio anche per la sua. Vuole vedere dove? - Dottoressa Cassidy: Quinto nastro di valutazione del paziente. Victor non risponde bene al trattamento. [Strascicare di sedia sul pavimento] Victor, ieri abbiamo parlato delle persone che ha ucciso.
Zsasz: Oh! Gli zombie.
Professoressa Cassidy: Sono persone, Victor.
Zsasz: Sono zombie, che si trascinano a fatica nella loro monotonia quotidiana, in in attesa che qualcuno arrivi a liberarli.
Professoressa Cassidy: Vuole dire ucciderli. I rapporti della polizia dicono che ha ammazzato – o liberato, se preferisce – venti giovani donne negli ultimi tre mesi. Tutte avevano un buco nella gola ed erano... in posa.
Zsasz: Sono fortunate ad essere state prescelte per il mio dono.
Dottoressa Cassidy: Dubito che sarebbero d'accordo con lei.
Zsasz: Dice? E lei, signorina Cassidy? Lei che tutte le sere prende l'ascensore, apre la serratura a sei mandate dell'appartamento 433 e si accorge di aver dimenticato ancora di comprare il cibo per i gatti. Un'altra volta.
Dottoressa Cassidy: Come fa a saperlo?
Zsasz: Lei che siede sempre sulla sua poltrona rossa con il gatto in grembo, in attesa che succeda qualcosa. [Sussurrandolo] Io posso fare in modo che succeda, Sarah. Io sono la sua salvezza. - Dottoressa Whistler: Trentottesimo nastro di valutazione del paziente. Nome: Victor Zsasz. Per informazione, il paziente è stato tolto dalla dottoressa Cassidy, che sta per andarsene, in seguito all'incidente della scorsa settimana. [Strascicare di sedia sul pavimento] Salve, Victor. Prego, si accomodi. Guardie, potete uscire.
Guardia: Mi spiace, dottore. Ordini del direttore. Non può restare da sola con lui.
Dottoressa Whistler: Capisco. Salve, Victor, come si sente oggi? Victor, non posso aiutarla se non parla.
Zsasz: Depresso. Questo aiuta. Riesce a entrarmi nella mente, dottore?
Dottoressa Whistler: Perché depresso?
Zsasz: Continuo a pensare a colei che se ne va, quella che avevo scelto. Mi serviva la sua tacca. Voglio la sua tacca! - Dottoressa Whistler: Victor è più sottomesso, ultimamente, ma le reazioni alle cure mediche sono scarse. [Entra Zsasz, cantlenando] Salve, Victor. Vorresti parlare di qualcosa in particolare?
Zsasz: Tagliare, tagliare, tagliare, tagliare [...]
Dottoressa Whistler: Victor! Così non andiamo da nessuna parte! Guardie, portatelo via!
Guardie: Hai sentito? Alzati! Non hai sentito? Ha un coltello! [Urlo] Fagli un'iniezione! Fagli un'iniezione! Oh, Dio... Ce l'ha con Bill! Lo sta tagliando! Allontanalo, allontanalo! Ci serve aiuto! - Dottoressa Whistler: Victor è in isolamento da quando ha aggredito la guardia la settimana scorsa. Mentre aspetto che me lo portino, ho il tempo di rileggere gli appunti. Sono sempre più convinta che non possa essere curato. Non mostra apatia per le vittime, sotto sotto sono convinta che ci veda tutti come prede potenziali.
Guardia: Dottoressa, tutto bene?
Dottoressa Whistler: Che cosa succede?
Guardia Whistler: Zsasz è sparito, è scappato dall'isolamento. Se n'è andato.
Dottoressa Whistler: Oh, Dio!
Guardia: Non si preoccupi, dottoressa, lei è al sicuro. Deve aver lasciato l'isola.
Dottoressa Whistler: Certo, ma qualcuno deve avvisare le autorità, potrebbe uccidere di nuovo. Avete capito? È fondamentale. [Parlando tra sé] Oh, no. È andato a cercare la dottoressa Cassidy. [E telefona a quest'ultima]
Dottoressa Cassidy: Pronto?
Dottoressa Whistler: Sarah, sono Gretchen! Sta' a sentire!
Dottoressa Cassidy: Oh, santo cielo! Aspetta, c'è qualcuno alla porta.
Dottoressa Whistler: Sarah! Non aprire la porta! Mi hai sentita? Non aprire la porta! È Zsasz, è scappato!
Poison Ivy
[modifica]- Dottor Kellermann: Colloquio con la paziente Pamela Lillian Isley, 12 novembre, ore 11:33. [Rivolgendosi ad Ivy] Buongiorno, Pamela! Come va, oggi?
Poison Ivy: Bene. Oggi è un giorno speciale.
Dottor Kellermann: Che cosa vuoi dire?
Poison Ivy: È il compleanno della mia rinascita, l'anniversario di quando ho trovato la vera me, il mio destino.
Dottor Kellermann: Ti riferisci alla prova con il professor Woodrue?
Poison Ivy: Sì, che altro? Ovviamente all'epoca pensavo che Jason mi avesse avvelenata, ma con il senno di poi mi ha reso un grande favore.
Dottor Kellermann: E credi che quello che ti ha fatto ti abbia... aiutata?
Poison Ivy: Mi ha spalancato un altro mondo, il mondo che devo proteggere. Naturalmente la mia ultima offerta è stata respinta.
Dottor Kellermann: Offerta? Ha cercato di uccidere tutti, a Gotham.
Poison Ivy: Be', a volte occorre svoltire un po' per far crescere bene la pianta. - Dottor Kellermann: Colloquio con il paziente Pamela Lillian Isley, 14 novembre, ore 10:21. [Rivolgendosi ad Ivy] Ciao, Pamela! Oggi vorrei tornare ad una cosa che hai detto durante l'ultimo coloquio.
Poison Ivy: Chiedimi tutto quello che vuoi.
Dottor Kellermann: Hai detto che la tua prima offerta di aiuto a Gotham è stata respinta. È possibile che tu ci creda veramente?
Poison Ivy: In che senso?
Dottor Kellermann: Hai distribuito migliaia di spore velenose in tutta Gotham, hai ucciso un centinaio di persone, come poteva essere d'aiuto una cosa del genere?
Poison Ivy: Non mi interessano i corpi, dottore. Sono orribili sacchi di carne che vanno in giro a distruggere le mie creature con arroganza e avidità.
Dottor Kellermann: Ma anche tu sei una di quei sacchi di carne. Sei anche tu... lo sei stata anche tu, dottoressa. Perché ci hai girato le spalle?
Poison Ivy: È successo così, semplicemente. Ma non con te, Stephen. Tu sei diverso. Sento che abbiamo un legame.
Dottor Kellermann: Davvero? Tu dici?
Poison Ivy: Certo. - Dottor Kellermann: Pamela, ho quello che volevi! Ti piace?
Poison Ivy: Oh, sì, Steven. Lo adoro. Che fiore meraviglioso. Ti spiace se lo tengo?
Dottor Kellermann: Oh, no, Pamela. Non posso lasciartelo, va contro le regole. Te lo porto quando vengo a fart visita.
Poison Ivy: Ma mi conosci, Stephen. Mi sento così sola, abbandonata. E tu non vuoi che mi senta sola, vero?
Dottor Kellermann: No, nient'affato. Tienilo. Ma non farlo vedere a nessuno, davvero, a nessuno.
Poison Ivy: Puoi fidarti di me, Stephen. Grazie; e adesso, dammi un bacio.
Dottor Kellermann: Ehm, non posso... [Bisbigliando] Ci vedono.
Poison Ivy: Non guarda nessuno. Che cosa ti prende? Non mi ami? Chiamami Ivy.
Dottor Kellerman: Certo che ti amo. - Direttore Sharp: Dov'è il dottor Kellerman?
Poison Ivy: Come faccio a saperlo, signore? Se l'ha smarrito, la colpa è solo sua.
Direttore Sharp: Non ho tempo da perdere con i tuoi giri di parole. Dimmi dove lo tieni. Le telecamere vi hanno ripresi ieri sera mentre uscivate dalla cella.
Poison Ivy: E allora?
Direttore Sharp: Devo sillabartelo? So che l'hai ipnotizzato o qualcosa del genere. Sappiamo che ti ha portato da qualche parte, ma guarda caso le telecamere sparse sull'isola erano ricoperte di foglie, alle tre del mattino. Dimmi dove si trova!
Poison Ivy: Io non dico una parola finché non fa quello che voglio io. - Direttore Sharp: L'abbiamo trovato, non grazie a te. Quel poveretto poteva morire!
Poison Ivy: E allora?
Direttore Sharp: Ha una moglie, un figlio.
Poison Ivy: Anche le piante che schiaccia sotto i piedi. Le spore che respira e uccide, hanno figli. Perché lui merita di vivere più di loro? Voi non volete vedere quello che succede sotto i vostri occhi.
Direttore Sharp: Mi rifiuto di mettere la salute delle piante prima di quella delle persone.
Poison Ivy: Per questo è destinato a perdere. E succederanno altre cose, direttore. Tutto è collegato.
Spaventapasseri
[modifica]- Spaventapasseri: Primo colloquio con il paziente. Il paziente mi è stato portato dopo l'incidente con il dottor Murphy. Ha avuto ogni tipo di esaurimento nervoso, penso che tutto abbia avuto origini in seguito alla perdita del moglie e del figlio. Finora il paziente non ha proferito parola. Dall'osservazione non si riscontra alcuna attività mentale. È come se ciò a cui ha assistito abbia fatto scattare un collasso mentale.
Guardie: C'è qualcuno qui dentro! È lui, l'abbiamo trovato! Butta giù la porta! [Le guardie irrompono nel laboratorio]
Spaventapasseri: Prendere nota: come al solito, è difficile continuare la ricerca in queste condizioni.
Guardie: Sta' lontano dal dottor Combs! Subito! A terra! Li abbiamo trovati, qualcuno chiami un medico. Oddio, che cosa gli hai fatto...!? - Dottor Kellerman: Sesto colloquio con il paziente. Il dottor Crane è tornato sotto custodia per tre anni. Le sessioni sono state inconcludenti. Non sono sicuro che sia veramente pazzo.
Spaventapasseri: Buonasera, Stephen. Come va stasera?
Dottor Kellerman: Sono io che conduco la sessione, Jonathan.
Spaventapasseri: Certo. Se può farti stare tranquillo, non vorrei che fosse il contrario.
Dottor Kellerman: Parliamo dei fatti di tre settimane fa. Che cosa credi di avere ottenuto? Il dottor Murphy è ancora in terapia.
Spaventapasseri: Volevo cercare di capirlo, le sue fobie personali. Le sue paure. È tutto così affascinante...
Dottor Kellerman: Ma tu sei... be', eri un medico rispettato. Una mente brillante, e adesso sei solo un recluso di Arkham.
Spaventapasseri: Posso avere un drink? Uno forte. Queste domande mi annoiano.
Dottor Kellerman:[Dopo qualche istante] Temo di no.
Spaventapasseri: Interessante scelta di parole, dottore. Vuoi dirmi che cosa temi? - Dottor Kellerman: Nono colloquio con il paziente. Il dottor Crane continua ad eludere le domande. Credo che sia sano di mente, è solo malvagio. Non prova interesse per le persone che ha fatto soffrire, la ricerca sembra essere l'unico fattore motivante della sua vita... [Rivolgendosi a Crane] Qual è la paura che ti spinge verso l'ossessione?
Spaventapasseri: La paura muove tutto, Stephen. Tutto. La nostra vita è governata dalla paura. Ogni decisione che prendiamo è il prodotto della paura.
Dottor Kellerman: Non essere ridicolo.
Spaventapasseri:[Arrabbiandosi] Sei sposato con tua moglia, Margaret, giusto? Solo perché avevi paura di morire solo! Hai fatto dei figli solo perché hai paura di lasciarti dietro niente di importante! Hai studiato medicina perché ha paura di morire. [Calmandosi] Devo continuare?
Dottor Kellerman: No. Credo che per oggi basti così. Guardie. - Dottor Kellerman: Oggi ho un altro colloquio con Crane. Non posso dire che non vedo l'ora. Sono in ansia. Non mi piace doverlo ammettere... ma credo di essermi fatto coinvolgere.
Spaventapasseri: Come stai oggi?
Dottor Kellerman: Te lo ripeto, conduco io la sessione.
Spaventapasseri: Prima sì, dottore. Adesso non più.
Guardia: Tutto bene, dottore?
Dottor Kellerman: Ehm... credo... di sì...
Spaventapasseri: Oh, sta benone. Si sta solo domandando se ha il controllo della realtà. Dovreste farlo anche voi, prima o poi...
Guardia: Mamma! Sei tu!? Aspetta, che cosa fai... !?
Dottor Kellerman: Metti giù le mani... Aiuto! Ho bisogno di aiuto! Non riesco a respirare...
Spaventapasseri: Come dicevo... Adesso, fate tutti parte del mio esperimento! - Spaventapasseri: Primo colloquio dal manicomio. L'esperimento è in corso. Ho lavorato da solo, e ho elaborato il gas allucinogeno. È la rivelazione del secolo!
Dottor Kellerman: Ah! Ah! Mi stanno tutti addosso!
Guardia: Ti prego, papà! Non farlo! Ah ahh!
Dottor Kellerman: Sta' lontano! Sta' lontano! Sta' lontano! Sta' lontano!
Spaventapasseri: Il gas che ho pompato nel centro medico basterebbe a devastare un centinaio di menti. Ormai è solo una questione di tempo, e poi... [Fracasso di vetri infranti e Batman entra nella stanza] Che cosa?
Batman: Arrenditi, subito!
Spaventapasseri: Ma... Come mai sei ancora in piedi? Perché non ha effetto su di te?
Batman: Chi lo dice?
Spaventapasseri: Lo sapevo. Che cosa si prova? Che cosa hai visto? [Batman lo colpisce e lo trattiene]
Batman: Agente Cash, porta questa formula all'impiento di condizionamento, presto. Hai fallito ancora, Crane. Ho lavorato con il dottor Kellerman e siamo riusciti a creare l'antidoto contro le tossine contenute nella tua colonia. Ti ha fregato, Crane... Come ci si sente? Minacciati? Umiliati? Spaventati?
Messaggi decifrati dello spirito di Arkham
[modifica]- Sono lo spirito di Amadeus Arkham. Grazie alle mie attività, ho salvato la città dalla maledizione... Anche se sono condannato a restare nell'ombra per sempre. La mia storia è scolpita nell'anima di Arkham e verrà rivelata solo a chi si impegna seriamente a scoprirla.
- Il sangue della mia famiglia scorreva nel cuore di Gotham. Eravamo medici, politici e insegnanti. In pratica, ripulivamo lo schifo dalla città. L'abbiamo servita e l'abbiamo protetta... Eppure ha deciso di colpirci.
- Come le vene di Gotham si riempivano di dolore e sofferenza, cominciarono a farsi sentire i primi effetti. Mio padre se ne andò per primo, infettato da non so quale morbo. Mia madre ha continuato a vivere, ma solo sognando. Sono tornato a casa per prendemi cura di lei. Viveva a letto, in pratica si limitava a respirare. Di notte le sue lacrime mi tenevano sveglio.
- Il mio viaggio durò poco più di un mese. Poi, andando in visita nelle accademie di Metropolis e Keystone, entrai a contatto con idee nuove. Il giorno che tornai a casa, ero di buon umore, felice di rivedere mia moglie e i miei figli. Il giorno lo terminai in ginocchio, immerso nel loro sangue... mentre i pezzi della mia vita mi scorrevano sulle dita che grondavano rosso.
- Tornai al lavoro, ma non riuscivo a scrollarmi di dosso quell'immagine. Avrei dovuto provare repulsione, ma era più forte la voglia di capire quale era il motivo che spingeva una persona ad arrivare a quel punto.
- Mi portarono davanti una bestia... un tipo svergognato che abbaiava come un cane rabbioso. Ho soportato i suoi vanti per quelli che mi sono parsi giorni. Provava piacere a raccontare i suoi misfatti... a elencare le sue depravazioni. Quella che doveva essere una vendetta, si trasformò in pietà. Quel povero cane aveva bisogno del mio aiuto.
- L'isola è cambiata nel corso degli anni. Aveva una reputazione pietosa, ma io l'ho riscattata. Mentre gli edifici venivano ricostruiti, io guardavo al futuro... un futuro luminoso.
- Le antiche ferite vennero ricoperte con mattoni, vernici e parti metalliche. Nel corpo venne iniettato sangue fresco. Arrivarono menti giovani, tutte disposte a sostenere le nostre promesse. Sapevamo che toccava a noi il compito di sistemare la città. E la città ci avrebbbe ringraziato.
- Avevo di fronte il killer dei miei famigliari. Dopo anni di terapia, la sua mente è guarita. Ero orgoglioso divederlo libero. In cambio della sua libertà, lo stato si accontentò di una firma. Disse che voleva fare una passeggiata nel parco... Desiderava sentira l'aria sul volto. Poi prese la penna stilografica di mio padre e uccise la mia segretaria. Venne bloccato. Lui urlava, implorava perdono, pietà... ma io non ne avevo più. Restai a guardare mentre le guardie lo riducevano a brandelli per terra.
- La primavera segnò la svolta... Un nuovo inizio, la gloriosa realizzazione del mio destino. Il killer di mio padre perse la vita in uno sfortunato incidente. Questi animali non possono essere curati. Come i cani, rispondono solo alla disciplina. E, in caso di fallimento, temevo che gli incidenti sarebbero continuati.
- Ho girato l'isola a piedi. Sono passato davanti al penitanziario e m'è venuta la nausea al pensiero della feccia che c'era lì dentro. Volsi lo sguardo sulla baia di Gotham Bay, e vidi alcune luci lontane. Senza dubbio, stavano arrivando barche di altri degenerati nella mia città. Giurai di nuovo che l'avrei protetta dalle tenebre.
- Litigai con gli ultimi medici arrivati, giovani e appassionati. Mi annoiavano con le loro idee e teorie, che dimostravano solo l'impossibilità di guarire quelle bestie. Solo una condivideva le mie idee. Le offriila possibilità di approfondire i suoi sogni. Accettò. Facevamo una bella squadra.
- La polizia di Gotham condusse sull'isola un nuovo paziente. Diceva che era responsabile della scomparsa di centinaia di vagabondi in città. Mentre osservavo il suo corpo disgustoso, ricoperto di scaglie e protuberanze, la mia mente cominciò a vagare, in cerca dei modi più fantasiosi per punire quel mostro. Arrivarono altri medici a curiosare... a esaminare. Ma solo io sapevo che cosa serviva per curarlo definitivamente. [Riferendosi a Killer Croc]
- La bestia era fortissima. Il suo istinto animale per poco non mi costò la vita. Riversai tutte le mie frustrazioni sul quel paziente. Gli appunti sul caso lasciavano intendere che era un caso di schizofrenia paranoica. Le suppliche che esprimeva mentre lo picchiavo a morte suggerivano qualcosa di più. Le sue confessioni sono state illuminanti. La strada era chiara.
- Ogni giorno trovavo i pazienti meno interessanti. I loro folli mormorii e i loro continui tic mi disgustavano. C'era un solo modo per curare quel male... un solo modo per purificare la città e garantirle un futuro. Dovevo prepararmi. Dovevo essere pronto.
- Provai un improvviso rimorso di coscienza. Chiesi consiglio al prete circa la scelta che avevo fatto... Gli chiesi se era peccato uccidere qualcuno per salvare una vita. Il sacerdote rispose che tutte le vite erano sacre, ma che non sarei stato giudicato, se avessi agito per salvare qualcuno. Uscii dal confessionale con il cuore leggero, convinto più che mai che stavo per rendere un servizio non solo all'umanità, ma anche a Dio.
- Guardai in silenzio mentre lui faceva entrare la donna. Aveva la pelle di un verde avvelenato. Quella povera creatura non aveva più le sembianze di un essere umano, tanto meno di una donna. La Bibbia dice: "Non condannate a vivera una strega", eppure lui era pronto a sottoporre alle nostre cure quell'esempio di atrocità femminile. Dopo aver sistemanto il mostro, volli vedere se il legno verde riesce a bruciare. [Riferendosi a Poison Ivy]
- Seduto al buio fuori dalla cella, restai a osservare i suoi tic... ad ascoltare le parole disgustose che uscivano dalla sua bocca. Come posso permettere di vivere a uno sporco animale come questo? È il cancro che ho promesso di estirpare dalla città! [Riferendosi al Joker]
- Datemi dello stupido. Come ho potuto non capirlo fino a quel momento? Quel mostro aveva un complice! Mi nascosi al buio accanto alla sua cella e vidi con i miei occhi un medico che parlottava con lui. Lei lo guardava attraverso la barriera trasparente con tenerezza, oserei dire, con desiderio. Mi sentii accamponare la pelle dalla nausea quando la vidi baciare il vetro. Cercando di sopprimere l'istinto di sbatterle la testa contro il vetro, la lasciai continuare. Quel maledetto pagliaccio poteva averle confidato qualche segreto che avrebbe potuto tornare utile dopo che il cane fosse stato giustiziato. Ero sicuro che la donna mi avrebbe rivelato tutto quello che sapeva... Se non spontaneamente, grazie alla persuasione elettrica. Dopo una lobotomia per intenderci. Sarebbe stato un peccato, vista la giovane età, ma la sua lussuria rischiava di mettere in pericolo la reputazione di Arkham. Sì. Ci voleva la lobotomia. Non c'era altro modo per ridurla al silenzio visto le circostanze. [Riferendosi ad Harley Quinn]
- E mi ritrovai a osservarlo. Nessuno poteva curarlo... E lui rideva in faccia a tutti quelli che ci provavano. Amadeus non l'avrebbe lasciato in vita e non potevo farlo nemmeno io. Un goccio di cognac, e mi sentii pronto.
- Mi vide entrare nella cella. Sorrise, quando mi vide estrarre il coltello. Gli dissi come intendevo usarlo... Come volevo ripulire la città. E poi... fu il terrore. Ero paralizzato. Lottai. Volevo gridare, ma restai in silenzio. Il mostro mi guardava, senza espressione. Mi fece scorrere la lama sulla fronte. Il suo orribile volto di porcellana venne attraversato da un sorriso, mentre dalla bocca uscivano oscenità. Scoppiò a ridere e mi chiamò con quel nome orribile.
- Dev'essere stato Crane o qualcun altro che non meritava di vivere. Perché a queste persone piace il caso? Più in particolare, Joker desidera l'anarchia e dopo la sua fuga cercherà sicuramente di imporla sulla mia città. Sento di essere arrivato in fondo al mio diario. Joker verrà catturato, e la mia storia verrà resa pubblica. Non ho paura. Se Arkham diventerà la mia cella, so già che ho fatto del mio meglio. Verrò ricordato.
- Sono lo spirito di Amadeus Arkham. Anche se Amadeus se n'è andato da tempo, il suo spirito continua a pulsare, vivendo e spostandosi tra le mura di questo manicomio. Quando scelse me, provai orgoglio. Ero onorato di continuare il suo lavoro... Di ripulire la città. Se hai la forza mentale di seguire la mia storia, sei forte abbastanza anche per dedurre la mia identità. Vieni a trovarmi, amico. Insieme salveremo Gotham.
- Mi chiamo Quincy Sharp, lo spirito di Amadeus Arkham. Sei stato bravo a decifrare la mia storia e spero che ti abbia aiutato ad andare avanti. Spero che grazie ai miei scritti sarai in grado di fare ciò che è giusto. Te ne prego. Ti supplico di continuare il mio lavoro. La città ha bisogno di un salvatore. Ti prego continua, il mio lavoro.
Indovinelli dell'Enigmista
[modifica]- Tick, tock! Notizia flash: qualcuno non uscirà vivo di qui.
Soluzione:
La cella distrutta e piena di ossa umane di Killer Croc
- Cosa ha quattro pareti, 2 lati e un ex procuratore?
Soluzione:
Due Facce. Le pareti intendono la sua cella
- Qual è il killer silenzioso degli oceani che può stare in una piccola caraffa?
Soluzione:
Grande Squalo Bianco. La caraffa intende le estremità del corpo del criminale immerse nell'etere
- Ora io la vedo… e tu no!
Soluzione:
Enigma
- Due persone, una voce, nessuna pistola?
Soluzione:
Il pupazzo Scarface e il Ventriloquo
- L'eredità di quest'isola è stata sepolta per bene.
Soluzione:
La tomba di Amadeus Arkham
- Sembra che i cavalli del re abbiano travolto gli uomini del re
Soluzione:
Giocattoli montati male da Humpty Dumpty
The Road to Arkham
[modifica]- Joker: [Sulla Batmobile] Are we there yet? Are we there yet? Are we... [Batman lo colpisce per zittirlo]
- Siamo arrivati? Siamo arrivati? Siamo...
- Zsasz: Remember how you pocked and propped my brain at Arkham, doctor? I thought I'd return the favor [E avvicina minacciosamente il bisturi alla fronte della dottoressa Cassidy]
- Ricordate come avete pungolato e spronato il mio cervello ad Arkham, dottoressa? Ho pensato di restituirvi il favore.
- Joker:[Facendo irruzione al municipio] It's come to my attention, mr. mayor, that there's a paucity of parking spots designated for clowns cars.I tried to park in handicapped, but they said I wasn't sick enough. Can you imagine?
- Ho notato, signor sindaco, che c'è una scarsità di parcheggi adibiti alle auto per clown. Ho provato a parcheggiare presso gli handicappati, ma mi hanno detto che non ero abbastanza malato. Ve lo figurate?
- Joker: You'll light up the sky, Mr. Mayor! [Riferendosi al sindaco legato al traliccio con indosso dell'esplosivo]
- Illuminerete il cielo, signor sindaco!
- Joker: Drat! I was hoping by now. Guess he's not the patriotic type. [Riferendosi a Batman]
- Accidenti! Speravo che sarebbe stato qui ora. Immagino che non sia un tipo patriottico.
- Sindaco: I have had enough of this city! I quit!
- Ne ho avuto abbastanza di questa città! Ho chiuso!
- Direttore Sharp: We straighten out Arkham today. We straighten out Gotham City tomorrow
- Noi raddrizzeremo Arkham oggi. Noi raddrizzeremo Gotham City domani.
- Batman: It's all too easy, this night... these arrests. Something's off. Maybe when he's finally behind bars, maybe when I hear the locks click, maybe then I can exhale. But right now my gut feeling tells me... the night is just beginning.
- È tutto troppo facile, questa notte... questi arresti. Qualcosa non quadra. Forse quando sarà finalmente dietro le sbarre, forse quando sentirò lo scatto di blocco, forse allora posso respirare. Ma in questo momento il mio istinto mi dice che... la notte è appena iniziata.
Frasi promozionali
[modifica]- Welcome to the Madhouse!
- Benvenuto in manicomio!
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