Honoré de Balzac

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Honoré de Balzac nel 1842

Honoré de Balzac (1799 – 1850), scrittore francese.

Citazioni di Honoré de Balzac[modifica]

  • Bisogna che una donna ami sempre un uomo che le sia superiore o che sia talmente ingannata nel giudicarlo tale, che allora il risultato sia identico...[1]
  • E così voi credete nella realtà!… Mi affascinate, davvero. Non vi avrei mai supposto ingenuo a tal segno. La realtà! Avanti, parlatemene, di questa realtà! Sottraetevi a queste candide fantasie. Suvvia! Siamo noi che la creiamo, la realtà.[2]
  • [George Sand] Essa è un maschio, è artista, è grande, generosa, devota, casta; ha l'aspetto maschile: ergo, non è donna...[3]
  • Ho avuto spesso l'occasione di osservare che quando la beneficenza non nuoce al benefattore, uccide il beneficato.[4]
J'ai souvent eu l'occasion d'observer que quand la bienfaisance ne nuit pas au bienfaiteur, elle tue l'obligé.[5]
  • I buoni matrimoni sono come la crema; basta un nonnulla a farli andare a male.[6]
  • I delitti sono proporzionati alla purezza della coscienza, e quello che per certi cuori è appena un errore, per alcune anime candide assume le proporzioni di un delitto.[7][8]
  • Il caso è il più grande romanziere del mondo: per essere fecondi, non c'è che da studiarlo.[4]
Le hasard est le plus grand romancier du monde: pour être fécond, il n'y a qu'à l'étudier.[9]
  • Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono.[4]
Le cœur d'une mère est un abîme au fond duquel se trouve toujours un pardon.[10]
  • Il piacere è simile ad alcune sostanze medicinali: per ottenere costantemente eguali effetti, è necessario raddoppiare le dosi.[11]
  • Il potere e la legge devono essere affidati a uno solo. Chi vota discute. E un potere messo in discussione non esiste.[12]
  • Il vecchio è un uomo che ha mangiato e guarda gli altri pranzare.[13]
  • In Francia, lo scherzo è re e signore di tutto: si scherza sul patibolo, alla Beresina, sulle barricate, e qualche francese probabilmente scherzerà anche alle grandi assise del Giudizio universale.[4]
En France, tout est du domaine de la plaisanterie, elle y est reine: on plaisante sul l'échafaud, à la Bérésina, aux barricades, et quelque Français plaisantera sans doute aux grandes assises du jugement dernier.[14]
  • L'amore che fa economia non è mai il vero amore.[15]
  • L'astrologia è una scienza immensa che ha regnato sulle più grandi intelligenze.[16]
  • L'odio senza desiderio di vendetta è un seme caduto sul granito.[4]
La haine sans désir de vengeance est un grain tombé sur du granit.[17]
  • L'uomo che non è libero è proprio quello che le donne desiderano di più. L'amore è un ladro per eccellenza.[11]
  • La burocrazia è un gigantesco meccanismo azionato da pigmei.[18]
  • La felicità materiale riposa sempre sulle cifre.[19][8]
  • La gloria è il sole dei morti.
La gloire est le soleil des morts.[20]
  • La gloria è un veleno che bisogna prendere a piccole dosi.[21]
  • La volontà può e deve essere motivo d'orgoglio più dell'ingegno.[22][8]
  • Le leggi sono ragnatele che le mosche grosse sfondano mentre le piccole ci restano impigliate.[23]
Les lois sont des toiles d’araignées à travers lesquelles passent les grosses mouches et où restent les petites.[24]
  • Le zie, le madri e le sorelle hanno una giurisprudenza particolare per i loro nipoti, i loro figli e i loro fratelli.[25][26]
  • Molière, ragazzi miei, ha avuto l'onestà e il patriottismo a base del suo genio.[27]
  • Nessuna donna viene abbandonata senza ragione. È un assioma scritto in fondo al cuore di ogni donna; di qui il furore delle abbandonate.[28][8]
  • Nessuno osa dire addio all'abitudine. Molti suicidi si sono fermati sulla soglia della morte per il ricordo del caffè dove vanno tutte le sere a giocare la loro partita a domino.[29]
  • Non vi è che l'ultimo amore di una donna capace di soddisfare il primo di un uomo.[30]
  • [Ultime parole] Otto giorni di febbre! Avrei avuto il tempo di scrivere ancora un libro.
Huit jours avec de la fièvre! J'aurais encore eu le temps d'écrire un livre.[31]
  • Per un marito non c'è goffaggine maggiore di quella di parlare della propria moglie, se è virtuosa, alla propria amante, a parte quella di parlare della propria amante, se è bella, alla moglie.[4]
Il n'y a pas de plus grande maladresse pour un mari que de parler de sa femme quand elle est vertueuse à sa maîtresse, si ce n'est de parler de sa maîtresse, quand elle est belle, à sa femme.[32]
  • Una notte d'amore è un libro letto in meno.[33]
  • Una società di atei inventerebbe subito una religione.[34]

Attribuite[modifica]

Versione semplificata di una frase in Papà Goriot.[36]

All'insegna del gatto che gioca alla palla[modifica]

Incipit[modifica]

Alla signorina Maria di Montheau.

Nel centro di via San Dionigi, quasi all'angolo della via del Piccolo Leone, c'era, or non è molto, una di quelle case preziose che, per analogia, facilitano agli storici la ricostruzione della vecchia Parigi. Le mura crollanti di quella bicocca apparivano ancora screziate di geroglifici. Quale altro nome poteva dare l'ozioso agli X e ai V tracciati sulla facciata dai travicelli trasversali o diagonali segnati sull'intonaco da piccole screpolature parallele? Evidentemente al passaggio della carrozza più leggera ognuna di quelle travi si muoveva negli incastri. Il venerando edificio era sormontato da un tetto triangolare, il cui modello va scomparendo a Parigi. Cedendo alle intemperie del clima della capitale, esso si sporgeva di circa tre piedi sulla strada, sia per proteggere dalle acque piovane la soglia del portone, sia per ospitare un solaio con la sua finestruola senza parapetto. Quest'ultimo piano era stato innalzato con assi inchiodate l'una sull'altra, come lastre d'ardesia, allo scopo certamente di non sovraccaricare la fragile casa.

Citazioni[modifica]

  • – Amate dunque la stoffa? – proruppe babbo Guillaume. – Ebbene, perbacco, brindiamo insieme, amico mio. Se apprezzate il commercio ci intenderemo facilmente. E del resto, perché disprezzarlo? Il mondo cominciò di lì, perché Adamo vendette il paradiso per una mela. Quella, per esempio, non fu una speculazione fortunata! (p. 71)
  • La gente comune non comprende le sofferenze sempre rinascenti di un essere che unito a un altro dal più intimo di tutti i sentimenti è costretto a nascondere continuamente le più care fioriture del pensiero, a ricacciar nel nulla le immagini che una magica potenza lo costringe a creare. (p. 77)
  • Bisogna vincere le sofferenze morali che finiscono per rovinar la salute, perché l'amore non resiste a lungo al letto d'un malato. (p. 97)
  • La melanconia dà a tutta prima una certa grazia che piace, ma finisce per far dimagrire e avvizzire il viso più affascinante. (p. 97)
  • Più noi amiamo e meno dobbiam lasciar scorgere a un uomo, soprattutto al marito, l'intensità del nostro affetto. Chi ama di più diventa schiavo e, peggio, è abbandonato presto o tardi. (p. 99)

Eugenia Grandet[modifica]

Incipit[modifica]

Grazia Deledda[modifica]

In alcune provincie si trovano case la cui vista ispira una malinconia simile a quella dei chiostri più tetri, delle lande più desolate, delle rovine più tristi: in queste case vi sono forse qualche volta e il silenzio del chiostro, e l'aridità delle lande, e le rovine. Vita e movimento vi sono così tranquilli che un forestiero le riterrebbe inabitate, se d'un tratto non incontrasse lo sguardo smorto e freddo di una persona immobile, la cui figura, mezzo monastica, sporge dal parapetto della finestra al rumore di un passo insolito. Tale melanconia esiste anche in una casa di Saumur, in cima alla via montagnosa che mena al castello nella parte alta della città.

Raoul Vivaldi[modifica]

Si incontrano, in certe cittadine di provincia, alcuni edifici la cui vista infonde nell'animo una melanconia pari a quella che si prova nei chiostri più oscuri, nelle lande più desolate o dinanzi alle rovine più tristi. Può darsi infatti che si riuniscano in quegli edifici il silenzio dei chiostri, l'aridità delle lande o l'apparenza scheletrica delle rovine; la vita e il movimento hanno in essi un ritmo così tranquillo che un forestiero potrebbe crederli disabitati se, passando, non sentisse ad un tratto fisso su di sé lo sguardo pallido e freddo di una persona immobile il cui solo viso, quasi monastico, appare dietro i vetri di una finestra, al rumore di un passo sconosciuto. Simili elementi di melanconia esistono nella fisionomia di un edificio di Saumur, in cima alla ripida strada che conduce al castello, sull'alto della città.

Bietti[modifica]

In certe città di provincia vi sono delle case il cui aspetto dà un'indicibile melanconia: ò la stessa malinconia che suscitano i vecchi chiostri, le aride lande e le cadenti rovine. Vita e movimento vi appaiono così tranquilli, che un forestiere le vrederebbe disabitate, se non incontrasse d'improvviso lo sguardo pallido e freddo d'una persona immobile, la cui figura claustrale viene ad appoggiarsi al parapetto della finestra, al suono di un passo insolito. Quest'aria di malinconia caratterizza appunto una casa posta a Saumur, all'estremità che mena al castello dalla parte alta della città.

Citazioni[modifica]

  • L'adulazione non viene mai dalle anime grandi, è appannaggio degli spiriti piccini, che riescono a rimpicciolirsi ancor più per meglio entrare nella sfera vitale delle persone intorno a cui gravitano.
  • Lo sguardo d'un uomo abituato a trarre dai suoi capitali un interesse straordinario, contrae fatalmente, come quello del voluttuoso, del giocatore, o del cortigiano, certe abitudini indefinibili, certi moti furtivi, avidi, che possono sfuggire a quelli che provano le identiche inclinazioni; e questo segreto linguaggio forma in certo qual modo la framassoneria delle passioni.
  • Se la luce è il primo amore della vita, l'amore non è forse la luce del cuore?
  • La burla fa appassire il cuore e dissipa ogni sentimento...
  • Vi son donne che non tollerano l'abbandono e che, pur di strappare l'amante alla rivale, lo uccidono e fuggono in capo al mondo, sul patibolo o nella tomba, vinte da un impeto sublime di passione superiore ad ogni giustizia umana; ma ve ne sono altre che piegano il capo e soffrono in silenzio; esse vanno morenti e rassegnate, pregando e perdonando, pregando e ricordando fino all'ultimo respiro. Ed è questo l'amor vero, l'amore degli angeli, l'amor dignitoso che vive della propria angoscia e ne muore.
  • Nelle circostanze solenni della vita, l'anima resta legata ai luoghi ove piaceri e dolori ci colpiscono [...]. (1994, p. 101)
  • Il denaro senza l'onore è una malattia. (1994, p. 136)
  • Quasi sempre gli errori di una donna derivano dalla sua fede nel bene o nel vero. (1994, p. 147)
  • Nella vita, la donna ha più cagioni di sofferenza dell'uomo e soffre, in realtà, più di lui. (1994, p. 177)

Fisiologia del matrimonio[modifica]

  • Anche nelle mogli più virtuose vi è qualcosa che non è mai casto. (2017)
  • Il matrimonio deve incessantemente combattere un mostro che divora tutto: l'abitudine.[4]
Le mariage doit incessamment combattre un monstre qui dévore tout: l'habitude.
  • Il matrimonio è un combattimento ad oltranza, prima del quale gli sposi domandano al cielo la sua benedizione.
Le mariage est un combat à outrage avant lequel les deux époux demandent au ciel sa bénédiction.
  • Il matrimonio è una scienza. (2017)
  • L'amore è la poesia dei sensi. (2017)
  • L'amore è un lusso sociale, come le trine e i diamanti.[37]
  • La donna sposata è una schiava che bisogna saper mettere su un trono. (2017)
  • La potenza non consiste nel colpire forte o spesso, ma nel colpire giusto. (2017)
  • Mai un marito sarà così ben vendicato come dall'amante di sua moglie.
Jamais un mari ne sera si bien vengé que par l'amant de sa femme.
  • Un marito, come un governo, non deve mai confessare errori.[4]
Un mari, comme un gouvernement, ne doit jamais avouer de faute.
  • Un marito non deve mai addormentarsi per primo né svegliarsi per ultimo.[4]
Un mari ne doit jamais s'endormir le premier ni se réveiller le dernier.

Gli Sciuani[modifica]

  • La Bretagna è il Paese della Francia in cui le usanze galliche hanno lasciato le impronte più forti. Le parti di questa provincia che ancora oggi conservano le tradizioni linguistiche, lo spirito superstizioso e il modus vivendi dei nostri antenati, si chiamano il paese dei Gars. In queste immense foreste primeve, dove il genio della civilizzazione stenta a penetrare, i costumi feudali sono ancora rispettati e i monumenti druidici sono ancora in piedi. (p. 24)
  • I nativi sono noti per ferocia, caparbietà, fede nel giuramento, semplicità patriarcale e virtù eroiche che li rendono intellettualmente più poveri rispetto ai mohicani e ai pellerossa dell'America settentrionale, ma grandi, astuti e forti quanto loro. (p. 24)
  • In quanto cuore dell'Europa, la Bretagna ha più attrattive del Canada [...]. Gli sforzi di alcuni, persino del governo, di far sì che questa parte incantevole della Francia, ricca di tesori misconosciuti, possa conquistare la vita sociale e conoscere la prosperità cozzano contro l'immobilità della popolazione, dedita a una routine immemorabile. Tale sventura è dovuta alla natura del terreno solcato da anfratti, torrenti, laghi e paludi; dalle siepi e dai bastioni di terra che circondano i campi come fossero tante cittadine, dalla mancanza di strade e canali e dall'ignoranza di un popolo che teme i pericoli derivanti dall'agricoltura moderna. (p. 24)
  • La città di Fougères sorge in parte su una roccia scistosa che sembra caduta di fronte alle montagne che a ponente chiudono la valle del Couësnon e hanno nomi differenti a seconda della località. Una gola in cui scorre il ruscello Nançon separa la città dalle montagne. Da est si vede la cima della Pèlerine e dalla parte opposta la tortuosa valle del Nançon. (p. 165)

Il ballo di Sceaux[modifica]

Incipit[modifica]

A Enrico di Balzac
il fratello
Onorato
.

Il conte di Fontaine, capo di una delle più antiche famiglie del Poitou, aveva servita la causa dei Borboni con intelligenza e valore nella guerra che i Vandeani mossero contro la Repubblica. Dopo essere sfuggito a tutti i pericoli che minacciavano i capi realisti in quel burrascoso periodo della storia contemporanea, egli diceva allegramente di se stesso:
– Sono uno di quelli che si son fatti uccidere sui gradini del trono!
Questa frase scherzosa aveva un fondo di verità: l'avevano infatti lasciato tra i morti della sanguinosa giornata dei Quatre-Chemina!
Benché rovinato dalla confisca dei beni, il fedele Vandeano rifiutò tenacemente i posti lucrosi che gli aveva fatto offrire l'imperatore Napoleone. Irremovibile nella sua fede aristocratica, ne seguì ciecamente le massime quando gli parve conveniente scegliersi una moglie.

Citazioni[modifica]

  • Il Consiglio dei ministri è una specie d'albergo dove l'opinione pubblica ci invia di sovente strani viaggiatori, ma infine sapremo sempre dove mettere i nostri fedeli seguaci. (p. 115)
  • Una nobiltà senza privilegi [...] è come un utensile senza manico. (p. 122)
  • L'ammirazione prolungata è sempre una fatica per il genere umano. (p. 132)
  • Quelli che piacciono a tutti [...] non piacciono a nessuno e il peggiore dei difetti è quello di non averne. (p. 165)

Il colonnello Chabert[modifica]

Incipit[modifica]

Toh! ancora la nostra vecchia palandrana! L'esclamazione era sfuggita a uno scrivano, del genere di quelli che negli studi vengon chiamati galoppini e che in quel momento affondava i denti mangiando con grande appetito, un pezzo di pane. Lo scrivano ne staccò un po' di mollica per farne una pallottola che lanciò attraverso lo sportello d'una finestra alla quale si appoggiava. Ben diretta, la pallottola rimbalzò quasi all'altezza della finestra, dopo aver colpito il cappello d'uno sconosciuto che attraversava la corte d'una casa posta in via Vivienne, ove dimorava il signor Derville, procuratore legale.

Citazioni[modifica]

  • Ci sono dei sentimenti che le donne indovinano, nonostante la cura che gli uomini si danno per seppellirli.

Il giglio della valle[modifica]

Incipit[modifica]

ALLA CONTESSA NATALIE DI MANERVILLE
«Cedo al tuo desiderio. Il privilegio della donna che amiamo più di quanto ella ci ami è ben quello di renderci dimentichi delle regole del buon senso. Pur di non vedere una ruga sulle vostre fronti, pur di dissipare l'espressione imbronciata delle vostre labbra che il menomo rifiuto rattrista, noi superiamo miracolosamente le distanze, doniamo il nostro sangue, spendiamo l'avvenire. Oggi tu vuoi il mio passato: eccolo. Però, sappilo, Natalie, per obbedirti ho dovuto calpestare inviolate repugnanze.»

Citazioni[modifica]

  • I dolori, le meditazioni, le disperazioni, le melancolie passate e non dimenticate sono altrettanti legami con i quali l'anima si allaccia all'anima confidente.
  • I godimenti che la passione dà, sono orribilmente tempestosi, pagati con snervanti inquietudini che spezzano le corde dell'anima.
  • I sentimenti corrono sempre vivi in questi ruscelli scavati che trattengono le acque, li purificano, rinfrescano incessantemente il cuore e fertilizzano la vita con gli abbondanti tesori di una fede nascosta, divina sorgente ove si moltiplica l'unico pensiero di un unico amore.
  • Il rispetto è una barriera che protegge egualmente il grande e il piccolo, ciascuno dal suo lato può guardarsi in faccia.
  • L'amore ha in orrore tutto ciò che non è esso stesso.
  • L'astinenza ha dei mortali mancamenti che alcune briciole, cadute a una a una da quel cielo che da Dan al Sahara dà la manna al viandante, prevengono.
  • La lingua di una inglese spiritosa assomiglia a quella di una tigre che strazia la carne fino all'osso volendo giocare.
  • La rassegnazione della vigilia ha sempre preparato quella dell'indomani.
  • Le anime dolci e pacifiche in cui la collera è impossibile, che vogliono far regnare attorno a sé la loro profonda pace interiore, sanno esse sole quanta forza sia necessaria per tali lotte, quali abbondanti fiotti di sangue affluiscono al cuore prima di intraprendere il combattimento, quale stanchezza si impadronisca dell'essere loro quando dopo aver lottato, nulla è raggiunto.
  • «Le leggi penali son state fatte da gente che non ha conosciuto la sventura.»
  • Le meno astute delle donne hanno un'infinità di trappole; la più sciocca trionfa grazie alla poca diffidenza che ispira.
  • Le passioni vere sembrano essere dei bei fiori che più dànno piacere al vederli quanto più è ingrato il terreno ove fioriscono.
  • Lo schiavo ha la propria vanità, non vuole obbedire che al più grande dei despoti;
  • Nessuna donna, per quanto gran moralista può essere, può essere eguale a un uomo.
  • Vi sono nella natura effetti i cui significati sono senza contorni, e che si elevano all'altezza delle più grandi concezioni morali.

Il medico di campagna[modifica]

Incipit[modifica]

Nel 1829, in una bella mattina di primavera, un uomo di una cinquantina d'anni seguiva a cavallo un sentiero di montagna che conduce a un grosso borgo vicino alla Grande Certosa, e capoluogo d'un cantone popoloso circoscritto da una lunga valle. Un torrente dal letto sassoso e spesso a secco, ma in quel momento gonfio per le nevi disciolte, bagna la valle chiusa tra due montagne parallele dominate da tutte le parti dai picchi della Savoia e da quelli del Delfinato. Benché i paesaggi compresi tra la catena delle due Moriane abbiano un'aria di famiglia, il cantone attraversato dal forestiero presenta movimenti di terreno ed effetti di luce che invano si cercherebbero altrove.

Citazioni[modifica]

  • Il male possiede una voce poderosa che desta le anime volgari e le riempie d'ammirazione, mentre il bene è largamente muto. (p. 206)
  • La malattia del nostro tempo è la superiorità. Ci sono più santi che nicchie.[38]
  • [...] la misantropia, specie di vanità nascosta sotto una pelle di riccio [...].[39] (cap. XXVIII, Fine della confessione)
  • Nei luoghi in cui si trovano cretini, la popolazione crede che la presenza d'uno di essi porta fortuna alla famiglia. Tale credenza serve a render dolce una vita che, in una città, sarebbe condannata ai rigori d'una falsa filantropia e alla disciplina d'un ospizio. (p. 183)
  • Se abbiamo tanti cattivi amministratori, è che l'amministrazione, come il gusto, procede da un sentimento elevatissimo, purissimo. In questo il genio viene da una tendenza dell'animo e non da una scienza. (p. 206)

Illusioni perdute[modifica]

I due poeti[modifica]

  • L'avarizia comincia dove finisce la povertà.
  • Oggi la società, invitando tutti i suoi figli a uno stesso festino, risveglia in essi l'ambizione fin dal mattino della vita. Essa priva la giovinezza delle sue grazie e vizia la maggior parte dei suoi sentimenti generosi contaminandoli con il calcolo. La poesia vorrebbe che non fosse così; ma i fatti troppo spesso smentiscono la finzione alla quale si vorrebbe credere, sicché non è possibile rappresentare il giovane del diciannovesimo secolo diversamente da quello che è.
  • Una delle disgrazie cui sono soggette le grandi intelligenze è quella di abbracciare necessariamente tutto, i vizi come le virtù.

Un grand'uomo di provincia a Parigi[modifica]

  • Che cosa è l'arte, signore? è la natura concentrata.
  • La critica è una spazzola da non usare sulle stoffe leggere che si romperebbero.
  • Quei luoghi di perdizione del pensiero chiamati giornali.
  • Questa reputazione tanto desiderata è quasi sempre una prostituta.
  • Una voce gli gridò dentro: «L'intelligenza è la leva con la quale si solleva il mondo.» Ma un'altra voce gli gridò che il punto d'appoggio dell'intelligenza è il denaro.
  • Dalla vista di un poeta eminente che vi prostituiva la musa a un giornalista che vi umiliava l'arte, come la donna era umiliata, prostituita sotto quelle gallerie ignobili, il grand'uomo di provincia ricavava insegnamenti terribili. Il denaro era la parola chiave dell'enigma.
  • La coscienza, mio caro, è un bastone che impugniamo per battere il prossimo, ma che non usiamo mai su noi stessi.
  • Ciò che rende le amicizie indissolubili e raddoppia il loro fascino è un sentimento che manca all'amore, la sicurezza.

La sofferenza dell'inventore[modifica]

  • Attualmente, da voi, il successo è la ragione suprema di tutte le azioni, quali che siano. […] Tutto è forma. [...] I nemici dell'ordine sociale sfruttano questa contraddizione per inveire contro la giustizia e per sdegnarsi in nome del popolo perché viene mandato in galera un ladro notturno di polli mentre un uomo che rovina intere famiglie con una bancarotta fraudolenta se la cava con qualche mese di prigione: ma questi ipocriti sanno bene che condannando il ladro i giudici difendono quella barriera fra poveri e ricchi che, se fosse abbattuta, provocherebbe la fine dell'ordine sociale, mentre colui che dichiara fallimento, chi carpisce con la scaltrezza un'eredità, il banchiere che manda a monte un affare a proprio vantaggio, provocano solo degli spostamenti di capitali. […] La vostra società non adora più il vero Dio, ma il Vitello d'Oro! E questa la religione della vostra Carta, che ormai, in politica, tiene conto solo della proprietà. Non è come dire a tutti i sudditi: "Cercate di essere ricchi..."? […] Perché vi ho detto di adeguarvi alla società?... Perché oggi, giovanotto, la società si è a poco a poco arrogata tanti diritti sugli individui, che l'individuo è costretto a combattere la società. Non ci sono più leggi, ma solo usanze, cioè affettazioni; dunque, sempre la forma.
  • Ci sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, quella che si insegna, la storia ad usum delphini; e la storia segreta, nella quale si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.
  • In Francia, si applaude da cinquant'anni allo spettacolo delle scempiaggini nazionali, si continuano a portare assurdi cappelli, e il governo cambia solo a condizione di essere sempre lo stesso!

Citazioni sul libro[modifica]

  • Se proviamo a rileggere le Illusions perdues e Guerra e pace o Tess, nasce in noi un'impressione che i lettori di allora dovevano probabilmente condividere: la realtà pareva densa, folta, resistente, immodificabile come il granito. Qualsiasi tentativo gli uomini facessero per cambiarla, si spezzava contro di lei. Oggi, la nostra impressione è capovolta. (Pietro Citati)

L'ultima incarnazione di Vautrin[modifica]

Incipit[modifica]

– Che c'è Maddalena? – disse la signora Camusot vedendo entrare nella stanza la sua cameriera con quell'aria che sanno prendere i domestici nelle circostanze critiche.
– Signora, – rispose Maddalena, – il signore è tornato dal Palazzo di Giustizia; ma egli ha la fisionomia così stravolta, e si trova in uno stato tale, che la signora farebbe meglio ad andare da lui, nel suo studio.
Ha detto qualche cosa? – domandò la signora Camusot.
– No, signora; ma non abbiamo mai vista una fisionomia simile al signore, si direbbe che sta per venirgli una malattia; è giallo, sembra che stia per disfarsi, e...

Citazioni[modifica]

  • Il pericolo estremo ha sull'anima una potenza così terribile quanto quella dei più potenti reattivi sul corpo. È una pila di Volta morale. Forse non è lontano il giorno in cui si scoprirà che il sentimento si condensa chimicamente in un fluido, quasi simile a quello dell'elettricità.
  • Il potere non prova la propria forza a sé stesso che collo strano abuso d'incoronare con le palme della vittoria qualche assurdità, insultando il genio, sola forza che il potere assoluto non possa toccare. La promozione del cavallo di Caligola, questa farsa imperiale ha avuto e avrà sempre un gran numero di rappresentazioni.
  • Il ricatto è uno dei più vili assassini. E ai miei occhi un delitto d'una scellerataggine più profonda dell'omicidio.
  • La vendetta che sopravvive alla morte dell'essere odiato, che non è mai sazia, causa un tetro spavento.
  • Quando la legge è soddisfatta, la società non lo è, essa conserva le sue differenze, e fa di tutto per giustificarle a sé stessa; essa rende il forzato liberato un essere impossibile; essa deve rendergli tutti i suoi diritti, ma gli interdice di vivere in una certa zona.
  • Sono i paesi atei o filosofi che fanno pagar cara la vita umana a quelli che la turbano, ed hanno ragione, poiché essi non credono che alla materia, presentemente!

La borsa[modifica]

Incipit[modifica]

A SOFKA.

Non avete mai notato, signorina, che mettendo due visi in adorazione da parte e parte d'una bella santa, i pittori o gli scultori medioevali non hanno mai trascurato di dar loro una somiglianza filiale? Vedendo il vostro nome tra quelli che mi sono cari, e sotto l'egida dei quali metto i miei libri, ricordatevi di quella dolce rassomiglianza e troverete, qui, più che un omaggio, l'espressione dell'affetto fraterno che nutre per voi.

il vostro servitore

Di Balzac.

Le anime sentono tante volte il fiorire d'un'ora deliziosa proprio nel momento in cui non è ancor notte e il giorno non è più; la luce crepuscolare illumina, allora, con le sue sfumature e i suoi bizzarri riflessi tutti gli oggetti, e ridesta un sogno che si sposa vagamente ai giochi d'ombra e di luce. Il silenzio che regna quasi sempre in quei momenti, li fa tanto cari agli artisti, che si raccolgono, si mettono a qualche passo dalle loro opere lasciate incompiute e le giudicano e s'inebriano del soggetto, il cui senso intimo spicca allora agli occhidel genio. Chi non è rimasto pensieroso accanto a un amico in quegli istanti di sogno e di poesia difficilmente ne comprenderà le indicibili bellezze.

Citazioni[modifica]

  • Un uomo costretto a prodigare a molte donne il suo tempo e i suoi fascini non poteva essere degno d'un vero affetto.

La cugina Betta[modifica]

Incipit[modifica]

I PARENTI POVERI
A don Michele Cajetani,
principe di Teano

[...] Che il vostro spirito, e la poesia che è in voi, proteggano i
due episodi dei Parenti Poveri
del vostro affezionato servitore
DE BALZAC
Parigi, agosto-settembre 1846
Verso la metà di luglio dell'anno 1838, una di quelle carrozze da poco messe in circolazione per le piazze di Parigi, e chiamate milord, correva in via dell'Università, con sopra un uomo piuttosto grasso, di statura media, in uniforme di capitano della Guardia nazionale.
I parigini passano per gente di spirito, ma si trovano tra loro anche di quelli che si credono più belli in uniforme che in abito borghese, e s'immaginano che le donne siano favorevolmente colpite alla vista di un berrettone di pelo e di una divisa militare; il che equivale a supporre nelle donne gusti alquanto depravati.

Citazioni[modifica]

  • Le vere passioni hanno un loro istinto molto preciso. Mettete un piatto di frutta davanti a un goloso; non si sbaglierà, sceglierà, anche ad occhi chiusi, il frutto migliore. Così è anche per le ragazze che abbiano avuto una buona educazione: date loro la possibilità di scegliersi il marito che fa per loro, e raramente sbaglieranno. La natura è infallibile. E il modo con cui si manifesta la natura in questi casi è: innamorarsi al primo sguardo. In amore, il primo sguardo è semplicemente e precisamente una seconda vista.
  • A Parigi la generosità è il più delle volte niente altro che una speculazione; come l'ingratitudine è quasi sempre una vendetta!...Con una parente povera si tratta come con i cani ai quali si dànno le ossa.
  • Il selvaggio ha solo sentimenti, l'uomo civile ha sentimenti e idee.[40]
  • La maggior parte delle dispute umane provengono dal fatto che l'umanità è costituita di dotti e di ignoranti, messi in modo da non veder mai che un solo lato del fatti e delle idee; e ognuno di loro pretende che il lato da lui visto sia il solo vero e il solo giusto.[40]

La pelle di zigrino[modifica]

Incipit[modifica]

Verso la fine dello scorso mese di ottobre,[41] un giovane entrò nel Palais-Royal proprio quando, secondo la legge che tutela una passione essenzialmente vantaggiosa per il fisco, aprivano le case da gioco. Senza troppo esitare, egli salì le scale della bisca indicata col numero 36.

Citazioni[modifica]

  • Chi dice arte, dice menzogna.
  • Ci sono abissi che l'amore non può superare malgrado la forza delle sue ali.
  • Il sentimento che l'uomo sopporta più difficilmente è la pietà, soprattutto quando se la merita. L'odio è un tonico, fa vivere, suscita la vendetta; ma la pietà uccide, indebolisce ancora di più la nostra debolezza.
  • In un'ora d'amore c'è tutta una vita.
  • La chiave di tutte le scienze è senza alcun dubbio il punto interrogativo.
  • La gente aborrisce i dolori e le sventure, li teme al pari dei contagi, tra essi e i vizi non esita mai: il vizio è un lusso.
  • Le donne vogliono emozioni ad ogni costo.
  • Non sai che tutti abbiamo la pretesa di soffrire molto più degli altri?
  • Tra la mollezza di una spugna bagnata e la durezza di una pietra pomice ci sono gradazioni infinite. L'uomo è qui.

La ricerca dell'assoluto[modifica]

Incipit[modifica]

A Douai, in rue de Paris, c'è una casa il cui aspetto esteriore, la disposizione interna e i particolari hanno conservato, più che quelli di ogni altra dimora, il carattere delle vecchie costruzioni fiamminghe, così naturalmente rispondenti ai consumi patriarcali di quel paese; ma prima di descriverla, è forse necessario ribadire, nell'interesse degli scrittori, la necessità di quelle premesse didattiche contro le quali protestano taluni individui ignoranti e voraci, che vorrebbero emozioni senza ammettere i principi generatori, il fiore senza il seme, il bambino senza la gestazione. L'Arte dovrebbe essere più forte di quanto non lo sia la natura?

Citazioni[modifica]

  • L'archeologia sta alla natura sociale così come l'anatomia comparata sta alla natura organizzata. (p. 23) [proporzione]
  • Un mosaico rivela tutta una società, come uno scheletro di ittiosauro sottintende una creazione. (p. 23)
  • La causa fa intuire un effetto, come ogni effetto consente di risalire a una causa. (p. 23)
  • La materialità più squisita si ritrova in tutte le abitudini fiamminghe. Il comfort inglese presenta tinte secche, toni duri; mentre in Fiandra i vecchi interni delle case rallegrano lo sguardo con morbidi colori e con una schietta bonomia; suggeriscono un lavoro senza fatica, e il piacere della pipa rivela una felice applicazione del far niente napoletano; [...] (pp. 24-25)
  • Troppo spesso il vizio e il genio producono effetti simili, che ingannano l'uomo comune. Il genio non è forse un eccesso costante che divora tempo, denaro, corpo, e conduce all'ospedale ancor più rapidamente delle cattive passioni? (p. 38)
  • Sembra che gli uomini abbiano addirittura più rispetto per i vizi che per il genio, giacché rifiutano di dargli credito. (p. 38)
  • Una donna bella può tranquillamente esser se stessa, il mondo ne tollera sempre una sciocchezza o una goffaggine; mentre invece un solo sguardo spegne anche la più meravigliosa delle espressioni sulle labbra di una donna brutta, le intimidisce gli occhi, aumenta la malagrazia dei suoi gesti, imbarazza il suo compagno. (p. 44)
  • L'amore che si basa sul denaro e sulla vanità genera la più ostinata delle passioni [...]. (p. 131)

Citazioni sul libro[modifica]

  • Pubblicato in quello stesso 1834 in cui Balzac lo aveva scritto, La Recherche de l'Absolu fa parte degli «Studi Filosofici» nella ripartizione in cui si articola il grande edificio della Comédie Humaine. (Luciano Poggi, in prefazione al libro)
  • Senza averci ancora detto nulla di lui [Balthazar Claës], Balzac ce lo fa sentire come un essere straordinario, avvolto di mistero, presenza prevalente in quella casa, di certo causa e origine di molto per sé e i suoi. Tutto in questa inquietante figura ci rivela un homo melancholicus, un saturnino. (Luciano Poggi, in prefazione al libro)

Onorina[modifica]

  • L'edificio è una di quelle magnifiche ville in cui i nobili genovesi profusero milioni al tempo della potenza di quella repubblica aristocratica. Se la tarda sera è bella in qualche luogo, lo è indubbiamente a Genova, quando è piovuto come piove laggiù, a torrenti, per tutta la mattinata; quando la purezza del mare gareggia con la purezza del cielo; quando il silenzio regna sul viale e nei boschetti di quella villa, tra i marmi dalla bocca spalancata da cui l'acqua fluisce con un senso di mistero; quando le stelle brillano, quando le onde del Mediterraneo si susseguono come le confidenze di una donna a cui strappiate parola per parola. (p. 8)
  • Onorina Pedrotti è una di quelle belle genovesi che sono le più magnifiche creature d'Italia, quando son belle. Per la tomba di Giuliano, Michelangelo prese le modelle a Genova, e di là deriva quell'ampiezza, quella curiosa disposizione del seno nelle figure del "Giorno" e della "Notte", che tanti critici trovano esagerata, ma che è propria delle donne della Liguria. (p. 12)
  • A Genova, oggigiorno la bellezza non esiste più che sotto il mezzaro, così come a Venezia non la si ritrova che sotto i fazzioli. (p. 12)
  • Le donne, quando non amano, hanno il sangue freddo di un vecchio avvocato.[42]

Papà Goriot[modifica]

Incipit[modifica]

La signora Vauquer, nata de Conflans, è una vecchia donna che, da quarant'anni, conduce a Parigi una pensione borghese situata in via Neuve-Sainte-Geneviéve, tra il quartier latino e il sobborgo Saint-Marceau. La pensione, conosciuta sotto il nome di Casa Vauquer, accoglie senza distinzione uomini e donne, giovani e vecchi, senza che la maldicenza abbia mai potuto fare appunti alla moralità di questa rispettabile casa. Ma è pur vero che da trent'anni non vi si era mai veduta persona giovane, e, se un giovane vi dimorava, gli è perché la sua famiglia deve corrispondergli un ben magro mensile.

Citazioni[modifica]

  • Tra i diciotto commensali si trovava, come nei collegi, come dappertutto, una povera creatura abbandonata, una vittima su cui fioccavano gli scherzi. Al principio del secondo anno, questa figura divenne per Eugenio de Rastignac la più saliente fra tutte quelle in mezzo a cui era condannato a vivere ancora per due anni. Questo Patirai era l'antico vermicellaio, papà Goriot, sul quale un pittore, lo storico, avrebbe fatto cadere tutta la luce del quadro. (p. 14)
  • Il nostro cuore è un tesoro, vuotatelo di colpo, siete rovinati. Noi non perdoniamo ad un sentimento d'essersi manifestato nella sua interezza più di quanto non perdoniamo ad un uomo di non possedere un soldo di suo. (p. 58)
  • Quando non si vuol essere ingannato dal giuoco delle marionette, bisogna entrare senz'altro nella baracca, e non contentarsi di guardare attraverso i buchi della tenda. (p. 62)
  • Chiedete alle donne quali uomini preferiscono: gli ambiziosi. Gli ambiziosi hanno le reni più resistenti, il sangue più ricco di ferro, il cuore più caldo, degli altri uomini. E la donna è così felice e così bella nelle ore in cui è forte, che preferisce a tutti gli uomini quello che ha una forza enorme, a costo d'essere spezzata da lui. (p. 77)
  • È noioso desiderare sempre e non soddisfarsi mai. (p. 77)
  • Di corruzione ce n'è tanta, il talento è raro. Perciò, la corruzione è l'arma della mediocrità che abbonda, e voi ne sentirete ovunque la punta. (p. 79)
  • La virtù è inscindibile: o è o non è. Si dice che basta far penitenza dei propri peccati. Un altro bel sistema, in virtù del quale si è assolti da un delitto con un atto di contrizione! (p. 83)
  • Che cosa c'è di più bello del contemplare la propria vita e trovarla pura come un giglio? Io e la vita siamo come un giovane e la sua fidanzata. (p. 84)
  • La beneficenza, che unisce due esseri in uno solo, è una passione celeste, tanto incompresa, tanto rara quanto il vero amore. L'una e l'altro sono la prodigalità delle anime belle. (p. 87)
  • È proprio nella natura femminile provare l'impossibile col possibile e distruggere i fatti con presentimenti. (p. 109)
  • L'insuccesso ci fa sentire sempre il potere delle nostre pretese. (p. 109)
  • Ricchi o poveri, non hanno mai denaro per le necessità della vita, mentre ne trovano sempre per i loro capricci. (p. 112)
  • Le donne sono sempre sincere, anche nelle loro più grandi falsità, perché cedono a qualche sentimento naturale. (p. 114)
  • Un sentimento non è forse il mondo in un pensiero? (p. 118)
  • L'amore è una religione, e il culto deve costar più caro che quello d'ogni altra religione; esso passa rapidamente, e passa come un monello che vuol lasciar traccia del suo passaggio con le devastazioni. Il lusso del sentimento è la poesia delle soffitte; senza tale ricchezza, che diverrebbe l'amore? (p. 161)
  • Rastignac, come la maggior parte dei giovani i quali, in anticipo, hanno assaporato il gusto del grandioso, voleva presentarsi completamente armato nella lizza del mondo, ne aveva contratto la febbre e sentiva forse di avere il potere di dominarlo, ma senza ancora conoscere né i mezzi né il fine di quella ambizione. Quando manca l'amore puro e sacro, che riempie una vita, questa sete del potere può divenire un nobile sentimento; basta abbandonare ogni interesse personale e proporsi qual meta la grandezza del proprio paese. (p. 161)
  • – Sacramento!, signori – disse il ripetitore – lasciate stare papà Goriot, e non ce ne fate fare un'indigestione; è da un'ora che ci è servito in tutte le salse! Uno dei privilegi della brava città di Parigi è quello di poter nascere, vivere, morire senza che nessuno vi faccia attenzione. Approfittiamo perciò dei vantaggi della civiltà. Oggi sono morte sessanta persone; vi volete proprio impietosire delle ecatombi parigine? Se papà Goriot è crepato, tanto meglio per lui! Se lo adoravate, andate a vegliarlo, e a noi lasciateci mangiare in pace.
    Oh!, sì – disse la vedova – meglio per lui che sia morto! Pare che il pover'uomo abbia avuto parecchi dispiaceri, durante la sua vita. (p. 205)
  • Provò quei bei rimorsi intimi e nobili – il cui merito raramente è apprezzato dagli uomini quando giudicano i propri simili – che fanno sovente assolvere dagli angeli del cielo il criminale condannato dai giuristi della terra. (p. 86)
  • La gioventù non osa guardarsi allo specchio della coscienza quando precipita dalla parte dell'ingiustizia, mentre l'età matura vi si è già specchiata: qui sta tutta la differenza fra queste due fasi della vita. (p. 108)
  • In questo assomigliava a molta gente che non si fida dei parenti e si abbandona al primo venuto. Fatto di costume curioso, ma vero, di cui è facile trovare radice nel cuore umano. Forse alcuni non hanno più nulla da guadagnare vicino alle persone con cui vivono; anzi dopo aver mostrato loro il vuoto della propria anima si sentono intimamente giudicate da quelle con una severità meritata; e così, provando un bisogno invincibile di adulazioni che non ricevono mai, oppure rosi dalla voglia di apparire possessori di qualità che non hanno, sperano di sorprendere la stima o il cuore degli estranei, a rischio, un giorno o l'altro, di abbassarsi. (p. 23)
  • Come tutte le menti ristrette, Mme Vauquer aveva l'abitudine di non uscire dalla cerchia degli eventi e di non giudicarne le cause. Preferiva incolpare gli altri dei propri errori. (p. 23)
  • Ecco com'è la vita. È un po' come la cucina, puzza altrettanto e bisogna sporcarsi le mani se si vuol far da mangiare; sappia soltanto sbrogliarsela con eleganza. È tutta qui la morale della nostra epoca.[43]
  • Forse l'amore è solo la riconoscenza del piacere.[4]
  • Il segreto delle grandi fortune senza causa apparente è un delitto dimenticato, perché è stato eseguito secondo le regole.[44]
  • La felicità è la poesia delle donne.[44]

Explicit[modifica]

Rimasto solo, mosse qualche passo verso la sommità del cimitero e vide Parigi tortuosamente adagiata lungo le due rive della Senna, dove cominciava a brillare qualche luce, [...] Gettò su quell'arnia ronzante uno sguardo che pareva volesse succhiarne il miele in anticipo, e pronunciò queste solenni parole:"A noi due, ora!". E, come primo atto della sfida che egli lanciava alla società, Ratignac si recò a pranzo dalla signora di Nucingen.

Sarrasine[modifica]

Incipit[modifica]

Ero immerso in una di quelle meditazioni profonde che capitano a tutti, anche a un uomo frivolo, nel corso delle feste più tumultuose. Mezzanotte era suonata da poco all'orologio dell'Elysée-Bourbon.

Citazioni[modifica]

  • Parigi è è un paese molto ospitale; accoglie tutto, sia le fortune vergognose che quelle insaguinate. Il delitto e l'infamia vi godono diritto d'asilo, v'incontrano simpatie; solo la virtù non vi possiede altari. (p. 94)

Splendori e miserie delle cortigiane[modifica]

Incipit[modifica]

Nel 1824, all'ultimo ballo dell'Opéra, parecchie maschere furono colpite dalla bellezza di un giovane che passeggiava per i corridoi e nel ridotto, con l'aria di chi cerchi una donna trattenuta a casa da circostanze impreviste. Il segreto di quell'andatura, ora indolente ora affrettata, è noto solo alle donne d'età e ad alcuni emeriti perdigiorno. In quell'immenso convegno di folla, non osserva molto la folla, gli interessi sono vibranti di passione e persino l'ozio assume un volto preoccupato. Il giovane dandy era talmente assorto nella sua inquieta ricerca che non si accorgeva del proprio successo; le esclamazioni ironicamente ammirative di certe maschere, la serietà di certi stupori, i frizzi pungenti, le più dolci parole, egli non li udiva, non li vedeva.

Citazioni[modifica]

  • Gli ebrei, quantunque siano così spesso imbastarditi dai contatti con altri popoli, tra le loro numerose tribù conservano la traccia della sublime bellezza asiatica. Quando non sono brutti, d'una bruttezza repellente, gli israeliti presentano gli stupendi caratteri dei volti armeni. Esther avrebbe ottenuto la palma in un harem, poiché possedeva le trenta bellezze armoniosamente fuse insieme.
  • Il privilegio di trovarsi dappertutto a casa propria appartiene solo ai re, alle puttane e ai ladri.[4]
Ce privilège d'être partout chez soi n'appartient qu'aux rois, aux filles et aux voleurs.
  • L'amore vero, come si sa, è spietato.[4]
L'amour vrai, comme on sait, est impitoyable.
  • Quando si è in cammino sotto un sole cocente, non ci si ferma neppure per cogliere il più splendido fiore.

Trattato della vita elegante[modifica]

  • Da quando le società esistono un governo è sempre stato, per forza di cose, un contratto d'assicurazione concluso fra i ricchi contro i poveri.[8]
  • L'abbigliamento è l'espressione della società.[8]
  • La fortuna che uno s'acquista è in proporzione con i bisogni che uno si crea.[8]

Un principe della Bohème[modifica]

Incipit[modifica]

AD HEINE
Mio caro Heine, dedico a voi questo studio, a voi che rappresentate a Parigi lo spirito e la poesia della Germania, come in Germania rappresentate l'ardente e briosa critica francese, a voi che sapete meglio di chiunqu'altro ciò che può esservi qui di critica, di celia, d'amore e di verità.
Di Balzac.
– Amico mio caro, – disse la signora della Baudraye cavando un manoscritto di sotto al guanciale del suo canapè, – mi perdonerete se, nell'estremo bisogno in cui ci troviamo, io ho tratta una novella da ciò che ci avete detto alcuni giorni fa?

Citazioni[modifica]

  • Tutte le donne sono eguali davanti all'uomo.
  • Non è più la morbidezza del fiore, ma vi è del grano disseccato, pieno, fecondo, che rende sicura la stagione invernale.
  • La speranza è una memoria che desidera, il ricordo è una memoria che ha goduto. Quale bella esistenza nell'esistenza ci fa così il pensiero!

Incipit di alcune opere[modifica]

Farragus, capo dei Divoranti[modifica]

Ci sono strade, a Parigi, non meno disonorate di quanto possa esserlo un uomo colpevole di infamie; ce ne sono di nobili, poi, o di semplicemente oneste; poi strade giovani, sulla cui moralità il pubblico non ha ancora avuto modo di farsi un'opinione; poi strade assassine; poi strade più vecchie di quanto non siano vecchie le più antiche vegliarde; e poi strade rispettabili, strade sempre pulite, strade sempre sporche, strade operaie, strade laboriose, strade mercantili. Le strade di Parigi hanno qualità umane, insomma, e la loro fisionomia suscita idee a cui non è possibile sottrarsi.[45]

Il parroco del villaggio[modifica]

All'angolo della rue de la Vieille-Poste e della rue de la Cité, a Limoges, esisteva ancora trent'anni or sono una di quelle botteghe che sembrano essere rimaste tali e quali dal Medioevo in qua.[45]

La ragazza dagli occhi d'oro[modifica]

Uno degli spettacoli più spaventosi che esistano sulla faccia della terra è senza dubbio l'aspetto dei parigini, gente orribile a vedersi, smunta, gialla, terrea.[46]

Citazioni su Honoré de Balzac[modifica]

  • Balzac è forse il solo scrittore che abbia il diritto di scrivere male. (Jules Renard)
  • Era un uomo che non è mai riuscito a trovare il proprio metodo. Uno Shakespeare inespresso, schiacciato sotto il peso di particolari imposti e fiacchi. Per una mente matura è stupefacente vedere fino a che punto sia scadente, fiacco, falso, noioso; e naturalmente, ogni volta che cede al proprio temperamento, buono e potente. Non poteva accettare la noia, e per questo diventò noioso. Voleva sviluppare tutto, ed è annegato lontano da riva, sommerso da una massa di particolari clamorosi e incoerenti. (Robert Louis Stevenson)
  • In Balzac vi sono tre categorie della passione: cercatori, collezionisti, quelli che se la godono. Oggi è il tempo dei collezionisti. (Corrado Alvaro)
  • nei suoi romanzi non c’è niente che riveli particolari doti immaginative, nella trama, nei personaggi.Balzac non occuperà mai un posto ti rilievo nella letteratura francese. (Eugène Poitou, Revue des deux mondes, 1856)[47]

Pietro Paolo Trompeo[modifica]

  • Narratore ineguale, poeta a sbalzi, moralista compromesso dal valer troppo provar, Balzac non sarà per avventura uno storico? Il fascino che la storia esercitò sempre su lui ha senza dubbio gran parte nella sua vocazione di romanziere. Per un momento egli aspirò ad essere il Walter Scott francese, e per sua e nostra fortuna fu invece lui, Balzac, e lasciò a Dumas padre il facile mestiere di mettere a sacco la storia di Francia.
  • Se avesse avuto la libera fantasia del suo amico Stendhal, si sarebbe abbandonato alla gioia di veder agire le proprie creature quasi per se stesse mosse, senza interventi programmatici, secondo la logica della loro natura.
  • Se non fu l'Omero della borghesia, Balzac ne fu almeno il Tacito e il Saint-Simon. Chi voglia avere il quadro totale della società francese durante la prima metà dell'Ottocento non può lasciar da parte Balzac.

Note[modifica]

  1. Citato in Nino Salvaneschi, Il tormento di Chopin, dall'Oglio Editore, 1943.
  2. Citato in A. Billy, Vie de Balzac, Flammarion, Parigi, 1944, t. II, p. 165.
  3. Citato in Nino Salvaneschi, Il tormento di Chopin, dall'Oglio Editore, 1943.
  4. a b c d e f g h i j k l Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 881714603X
  5. Da Gobseck.
  6. Citato da Domenico Tarizzo in Marcel Proust, Lettere ai miei personaggi, p. 31.
  7. Da La storia dei Tredici.
  8. a b c d e f g Citato in Elena Spagnol, Citazioni, Garzanti, 2003.
  9. Da La Comédie humaine, Avant-propos.
  10. Da La femme de trente ans.
  11. a b Da La fanciulla dagli occhi d'oro, a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton, Roma, 2012. ISBN 9788854138285
  12. Citato in Beniamino Placido, Balzac e l'imperatore, in Nautilus, a cura di Franco Marcoaldi, Editori Laterza, Roma-Bari, 2010, p. 148.
  13. Da Pensées; citato ne Il libro dei mille savi, n. 6917.
  14. Da Une ténébreuse affaire.
  15. Da Melmoth riconciliato, traduzione di Renato Mucci, in I capolavori della "Commedia umana", vol. V, Edizioni Casini, Roma, 1959, p. 34.
  16. Citato in André Barbault, Trattato pratico di astrologia.
  17. Da César Birotteau.
  18. Citato in Selezione dal Reader's Digest, agosto 1964.
  19. Da La casa Nucingen.
  20. Da La Recherche de l'Absolu.
  21. Da Pensées et maximes; citato ne Il libro dei mille savi, n. 3193.
  22. Da La musa del dipartimento.
  23. Frase che riprende un aforisma che Plutarco attribuisce a Solone: "Le leggi sono come ragnatele, che rimangono salde quando vi urta qualcosa di molle e leggero, mentre una cosa più grossa le sfonda e sfugge".
  24. "La Maison Nucingen" (1837), in La Femme supérieure; La Maison Nucingen; La Torpille, ed. Werdet, 1838, p. 34.
  25. Da Le cabinet des antiques.
  26. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013.
  27. Da I piccoli borghesi.
  28. Da Piccole miserie della vita coniugale
  29. Da Il cugino Pons.
  30. Citato in Lisi, Aria su le quattro corde, Editrice Tirrena.
  31. René Benjamin, La vie prodigieuse de Balzac, Union générales d&éditions, 1962, p. 310.
  32. Da Béatrix.
  33. Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Le Formiche: anno terzo, Zelig Editore, 1995, § 1205.
  34. Da Il catechismo sociale; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009, p. 806. ISBN 9788811504894
  35. Citato in epigrafe in Mario Puzo, Il padrino, traduzione di Mercedes Giordini Ozzola, Corbaccio, 2021.
  36. Garson O'Toole, Hemingway Didn't Say That. The Truth Behind Familiar Quotations, Little A, New York, 2017.
  37. Da Fisiologia del matrimonio, E. Sonzogno, Milano, 1883, p. 432.
  38. Da Il medico di campagna.
  39. Da Balzac, Il medico di campagna, 2 voll., traduzione di G.B. Menini, Truffi, Milano, 1834, vol. II, p. 138.
  40. a b Da La cugina Betta, traduzione di Ugo Dettore, Rizzoli, Milano, 2014. ISBN 978-88-586-6660-9
  41. 1830
  42. Da Honorine, a cura di Pierluigi Pellini, traduzione di Francesco Monciatti, Sellerio, Palermo, 2019. ISBN 9788838939419
  43. Da Papà Goriot, traduzione di Giuseppe Pallavicini Caffarelli, Ardonldo Mondadori Editore, Milano 1995, ed. 1. p. 109.
  44. a b Da Papà Goriot, traduzione di Elina Klersy Imberciadori, Garzanti, Milano, 2011.
  45. a b Citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993.
  46. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
  47. Citato in Storia della bruttezza, a cura di Umberto Eco, Bompiani, Milano, p. 393. ISBN 978-88-452-7389-6

Bibliografia[modifica]

  • Honoré de Balzac, All'insegna del gatto che gioca alla palla, traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930.
  • Honoré de Balzac, Eugenia Grandet, traduzione di Raoul Vivaldi, De Carlo Editore, Roma, 1944
  • Honoré de Balzac, Eugenia Grandet, Bietti, Torino, 1963.
  • Honoré de Balzac, Eugénie Grandet, traduzione di Grazia Deledda, Newton Compton editori, 1994.
  • Honoré de Balzac, Fisiologia del matrimonio, traduzione di Emilio Faccioli, Elliot, Roma, 2017.
  • Honoré de Balzac, Gli Sciuani, traduzione di Antonietta Florio, Edizioni Solfanelli, Chieti, 2023. ISBN 978-88-3305-464-3
  • Honoré de Balzac, Il colonnello Chabert, traduzione di Alfredo Fabietti, Treves, Treccani, Tuminelli – Milano-Roma, MCMXXXII.
  • Honoré de Balzac, Il ballo di Sceaux, traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930.
  • Honoré de Balzac, Il cugino Pons, traduzione di Ugo Déttore, BUR, 2013. ISBN 9788858651728
  • Honoré de Balzac, Il giglio della valle, traduzione di Giampaolo Tolomei, CDE, 1972.
  • Honoré de Balzac, Il medico di campagna (Le médecin de campagne), traduzione di Maria Ortiz, Fratelli Melita Editori, La Spezia 1989.
  • Honoré de Balzac, Illusioni perdute, traduzione di Argia Micchettoni, Garzanti, Milano, 2012. ISBN 978-88-11-13533-3
  • Honoré de Balzac, L'ultima incarnazione di Vautrin, traduzione di Galeazzo Falconi, Fratelli Treves, Milano 1910.
  • Honoré de Balzac, La borsa, traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930.
  • Honoré de Balzac, La cugina Betta, traduzione di M.A. Denti e E. Villa, BMM, 1952.
  • Honoré de Balzac, La pelle di zigrino, traduzione di Cosimo Ortesta, Garzanti, Milano, 2011. ISBN 9788811134015
  • Honoré de Balzac, Onorina, traduzione di Gabriella Alzati, Rizzoli, Milano, 1951.
  • Honoré de Balzac, Papà Goriot, traduzione di Renato Mucci, Fratelli Melita Editori, 1989.
  • Honoré de Balzac, Sarrasine, traduzione di Maria Ortiz, Oscar Mondadori, 1993.
  • Honoré de Balzac, Splendori e miserie delle cortigiane (Splendeurs et miséres des courtisanes), traduzione di Anna Premoli e Francesco Niederberger, Garzanti, 1968.
  • Honoré de Balzac, Un principe della Bohème, traduzione di Galeazzo Falconi, Fratelli Treves, Milano, 1910.
  • Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, Il libro dei mille savi, Hoepli, Milano, 2022. ISBN 978-88-203-3911-1
  • Marcel Proust, Lettere ai miei personaggi, a cura e con un saggio critico di Domenico Tarizzo, Rizzoli, Milano, 1966.

Filmografia[modifica]

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]