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Samuel Butler

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Samuel Butler

Samuel Butler (1835 – 1902), scrittore inglese.

Così muore la carne

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Quando ero un ragazzo, al principio di questo secolo, ricordo che incontravo sovente un vecchio in calzoni corti e calze di lana, il quale, appoggiandosi a un bastone, andava in giro zoppicando per le strade del villaggio. Verso il 1807 doveva essere sugli ottanta, e prima di allora non credo di ricordarmelo, perché sono nato nel 1802. Qualche ciocca di capelli bianchi che gli pendeva sulle orecchie, spalle curve e ginocchia deboli, eppure ancora in gamba e tenuto in grande rispetto dal nostro piccolo mondo di Paleham. Era il signor Pontifex.

Citazioni

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  • [...] si deve giudicare la gente non tanto da quel che fa, quanto dalle possibilità che mostra di possedere. Se uno ha fatto tanto, sia in pittura che in musica, o nei comuni affari della vita, da riuscire a persuadermi che posso fidarmi di lui in qualsiasi contingenza, quegli ha fatto abbastanza. Non è da ciò che un uomo è stato capace di dipingere su una tela, né dagli altri che, per così dire, ha dipinto sulla tela della propria vita, che io voglio giudicarlo, ma piuttosto da quelle che sono state le sue intenzioni, i suoi scopi. Se riesce a persuadermi che ha trovato nobili le cose che io reputo nobili, non chiedo altro: la sua grammatica può essere imperfetta, eppure io lo capisco, in una parola ci si intende. (cap. I; p. 6)
  • È molto meglio sapere troppo poco piuttosto che troppo. Chi sa troppo poco viene condannato, ma chi sa troppo odiato, non appena la gente sia obbligata a seguirlo. (cap. V; p. 21)
  • Per la maggior parte degli uomini è assai più facile sopportare con equanimità le disgrazie, purché capitino gradualmente, che non grandi ricchezze, raggiunte in una sola generazione. (cap. V; p. 21)
  • Noi sappiamo così bene che cosa facciamo e perché lo facciamo, non è vero? Ma io penso ci sia un buon nocciolo di verità nella recente teoria che sostiene che sono i pensieri meno consci e le meno conscie azioni che più delle altre modellano la nostra vita e la vita dei nostri figli. (cap. V; p. 24)
  • I bambini posseggono la meravigliosa facoltà di morire o di adattarsi all'ambiente. Anche quando sono infelici – e profondamente infelici – stupisce la facilità con la quale si può loro impedire che se ne accorgano, o per lo meno che attribuiscano tale infelicità ad altre cause che non ai loro peccati. (cap. VI; p. 28)
  • A me pare che la giovinezza sia come la primavera, stagione troppo vantata – deliziosa quando s'abbia fortuna d'imbroccare bene, ma in realtà difficile ad incontrare e in genere memorabile più per venti maligni che per dolci brezze. (cap. VI; p. 29)
  • L'autunno è la più dolce stagione, e la mancanza dei fiori è più che compensata dai frutti. (cap. VI; p. 29)
  • È vero che in vecchiaia si vive sotto l'ombra della morte, la quale, come una spada di Damocle, può piombarci sopra ad ogni istante; ma si è già trovato tante volte che, nella vita, la paura è maggiore del male, che si è ormai diventati come la gente che vive ai piedi del Vesuvio, e si accetta il rischio senza timori eccessivi. (cap. VI; p. 29)
  • Se un vero amore non ha mai placido corso, quando non si miri che al matrimonio, a volte, tutto va bene. (cap. XI; p. 46)
  • Gli innamorati sono come l'alba e il tramonto: non c'è giorno che ne sia privo, ma è ben difficile poterli scorgere. (cap. XI; p. 49)
  • Se in simili casi fosse possibile tradurre le emozioni in cifre, sono sicuro che si troverebbe che si soffre assai più nelle strade che partono dalla chiesa di S. Giorgio in Hanover Square, che non nelle celle dei condannati di Newgate. In nessun'altra occasione la figlia della morte, come la chiamano gli italiani, stringe più crudelmente tra le sue cruente dita il cuore di un uomo, come durante la prima mezz'ora che egli trascorre da solo con la donna sposata, ma non mai sinceramente amata. (cap. XIII; p. 56)
  • Se chi si trova in una posizione difficile riesce a compiere il primo passo ragionevole che la ragione sappia indicargli, troverà sempre molto più facile compiere il secondo. (cap. XIII; p. 57)
  • L'opera di ogni uomo, si tratti di letteratura di musica di pittura di architettura o di qualsiasi altra arte, è sempre un autoritratto, e più uno cerca di nascondersi, più chiaramente rivela suo malgrado le proprie caratteristiche. (cap. XIV; p. 63)
  • [...] sarebbe stata ugualmente orripilata a sentire qualcuno che dubitava della religione cristiana o a vedere qualche altro che la metteva in pratica. (cap. XV; p. 66)
  • Invero penso non ci sia foglia che, ingiallendo di autunno, smetta di interessarsi della linfa e di annoiare con lunghe lamentele e rimbrotti l'albero che l'ha messa al mondo. Mi pare proprio che la natura, se ci tenesse anche poco, potrebbe compiere il suo lavoro in modo meno noioso. Perché mai dovrebbero le generazioni successive sconfinare l'una nell'altra? Perché non potremmo venire collocati, sotto forma di uova, in tante piccole celle pulite, con avvolte intorno dieci o ventimila sterline a testa, in buoni della Banca d'Inghilterra, e svegliarci poi come fa la vespa sphex, che trova papà e mamma non solo le hanno lasciato a portata di mano di che cibarsi in abbondanza, ma che sono già stati mangiati da qualche passero, prima che lei incominciasse ad aver coscienza della sua vita individuale? (cap. XVIII; pp. 81-82)
  • Tutti gli animali, eccetto l'uomo, sanno che il principale dovere in questa vita è di goderla, ed essi infatti la godono, quanto l'uomo e le altre circostanze permettono loro. (cap. XIX; p. 84)
  • Per essere utile una virtù deve, come l'oro, essere amalgamata con qualche metallo più comune e più solido. (cap. XIX; p. 86)
  • La gente è usa separare vizio e virtù, quasi fossero due cose che nulla hanno in comune. Ma non è così. Non c'è virtù utile che non abbia una parte di vizio; non c'è forse vizio, il quale non possegga una traccia di virtù; virtù e vizio sono come vita e morte, spirito e materia, cose che non possono esistere se non determinate dai loro opposti. (cap. XIX; p. 86)
  • Che il vizio rispetti la virtù è notorio; noi chiamiamo questo rispetto ipocrisia. Ma dovrebbe esserci qualche parola per indicare il rispetto che la virtù non di rado mostra, o ad ogni modo farebbe bene a mostrare per il vizio. (cap. XIX; p. 86)
  • Il piacere, dopo tutto, è guida più sicura che non la giustizia o il dovere.[fonte 1] (cap. XIX; p. 87)
  • La principale ragione per cui la casa di un prete è generalmente infelice risiede nel fatto che il prete vive troppo spesso a casa, o vicino a casa. Il dottore passa metà del giorno a visitare gli infermi; gli avvocati e i commercianti hanno ufficio fuori di casa; ma il prete non ha uno speciale compito che gli garantisca che egli se ne starà via per molte ore e in determinati periodi. (cap. XXIV; p. 103)
  • Le persone intelligenti si sbarazzano di quasi tutto ciò che deve perire durante la loro stessa vita. Un uomo di trentacinque anni non dovrebbe rimpiangere di non aver avuto un'infanzia felice, più di quanto non rimpianga di non essere nato principe reale. Sarebbe forse più felice se avesse avuto un'infanzia fortunata, ma, per quanto ne può sapere lui, se l'avesse avuta, sarebbe potuta capitargli qualche disgrazia, che l'avrebbe ucciso molto tempo prima. (cap. XXIV; p. 104)
  • A me sembra che quelli che sono felici in questo mondo siano in genere migliori e più amabili degli infelici; e così, nel caso di una Resurrezione e Giudizio Universale, è assai probabile che essi appunto saranno stimati degni di un posto nel Paradiso. (cap. XXVI; p. 109)
  • Tutti si aspettano che il prete sia una specie di domenica umana. Egli non può fare ciò che sarebbe peccato veniale per a gente da giorno feriale. Viene infatti pagato perché conduca una vita più austera degli altri, è questa la sua raison d'être, e se i parrocchiani vedono che egli si comporta in tal modo, approvano perché possono ritenerlo il loro contributo a ciò che considerano una vita santa. È per questo che il prete viene spesso chiamato «vicario», dovendo la sua pietà far le veci della pietà delle sue pecorelle. (cap. XXVI; p. 110)
  • [...] un ecclesiastico non può quasi mai permettersi di guardare le cose come sono in realtà. La sua professione lo obbliga a sostenere un partito; gli è dunque impossibile esaminare senza preconcetti il parere opposto. (cap. XXVI; p. 110)
  • In questo mondo ci sono due classi di persone: quelle che peccano e quelle contro cui si pecca. Se si deve appartenere ad una delle due classi, molto meglio la prima che non la seconda. (cap. XXVI; p. 111)
  • È possibile fare del bene a qualcuno, quando si eccettui nominarlo erede universale e morire subito dopo? Non deve forse ciascuno occuparsi della propria felicità, e il mondo non andrebbe meglio se ognuno pensasse ai propri affari e lasciasse che gli altri pensassero ai loro? (cap. XXXIII; p. 137)
  • La vita non è una corsa all'asino, dove ognuno corre sull'asino del vicino ed è l'ultimo arrivato quello che vince; [...]. (cap. XXXIII; p. 137)
  • Nessun ragazzo può resistere, quando gli venga offerto un buon pranzo da una donna gentile e ancor bella. Sotto questo aspetto i ragazzi sono assai simili a dei cagnolini: getta loro un osso ed essi diventano subito amici. (cap. XXXIII; p. 140)
  • Il vantaggio di incaricarsi dei propri complimenti è che si possono sempre avere della forma e qualità che si desidera. (cap. XXXIV; p. 144)
  • [...] il bugiardo migliore è quello che sa tirare il maggior partito dalla più piccola menzogna, che se ne serve con molta cautela, e non la spreca quando non ve n'è bisogno.[fonte 2] (cap. XXXIX; p. 167)
  • È abbastanza difficile sapere se si è felici o infelici nel presente; molto più difficile paragonare la relativa felicità o infelicità nei diversi periodi della propria vita. Il maggior grado di approssimazione cui si possa giungere è di dire che si è abbastanza felici, quando non si è obbligati ad ammettere che si è infelici. (cap. XLV; p. 194)
  • Tutte le signorine sono o molto belle, o molto intelligenti, o molto dolci; possono scegliere la categoria che preferiscono, ma di qui non si scappa: una di queste tre la devono scegliere. (cap. XLVIII; p. 212)
  • In tutta la Bibbia non c'è una parola che proibisca il tabacco. È ben vero che allora non era stato ancora scoperto, e che forse era stato risparmiato per nessuna altra causa se non per quella. Perché, mentre possiamo immaginare San Paolo e persino Nostro Signore che bevono una tazza di tè, impossibile immaginarli che fumano la sigaretta o la pipa. (cap. L; pp. 223-4)
  • Ma ad Ernesto pareva che la religione non fosse compatibile con le mezze misure o anche solo con i compromessi. (cap. LI; pp. 227-228)
  • Gli embrioni, ad ogni fase dello sviluppo, pensano d'aver raggiunto la sola condizione che veramente si addica loro. Questa, pensano, deve certo essere l'ultima metamorfosi, tanto più che per porvi fine si dovrebbe ricevere una scossa così forte che nulla potrebbe sopravvivere. Ogni cambiamento è una scossa: ogni scossa in sé una morte. E ciò che noi chiamiamo morte non è altro che una scossa abbastanza forte da distruggere il passato e il presente come affini tra loro. In altre parole, la morte non è che la constatazione che la differenza tra il passato e il presente è maggiore della somiglianza, sì che non è più possibile chiamare la seconda fase una continuazione della prima e ci costa meno fatica crederla qualcosa che decidiamo di considerare nuova. (cap. LIII; p. 236)
  • Un uomo può sopportare l'annunzio che deve subire una grave operazione chirurgica, o che ha una malattia che tra poco lo ucciderà, o che rimarrà invalido o cieco per il resto della vita. Per quanto tremende queste notizie, pure non sembra che atterriscano il maggior numero degli uomini, ed anzi molti vanno abbastanza tranquilli persino al patibolo. Ma anche i più forti tremano per la rovina finanziaria, e quanto migliori essi sono, più completo in genere è il loro collasso. Infatti il risultato più frequente dei rovesci finanziari è il suicidio, a cui ben di rado si ricorre per sofferenze fisiche. (cap. LXVI; p. 289)
  • Ci sono orfanotrofi [...] per i bambini che hanno perduto i genitori. Perché, oh perché, non ci sono rifugi per gli adulti che non li hanno ancora perduti? (cap. LXVII; p. 296)
  • Una rosa cessa forse d'essere una rosa, perché ignora il proprio nome? (cap. LXVIII; p. 297)
  • Col lento passare dei giorni giunse a capire che il Cristianesimo e la negazione del Cristianesimo dopo tutto si equivalevano, come spesso fanno gli opposti. Il dissidio era tra i nomi, non tra l'essenza delle cose: in realtà la Chiesa Cattolica, la Chiesa Anglicana e il libero pensiero hanno gli stessi ideali e si incontrano sul terreno dell'educazione: il più perfetto santo è la persona meglio educata. Poi giunse a capire quanto poco importasse la fede professata, fosse religione, fosse irreligione, purché la si seguisse con caritevole con caritatevole incoerenza, senza voler giungere ad assurde conclusioni. Il pericolo risiede nell'intransigenza con cui si segue un dogma; non nel dogma o nella sua mancanza. (cap. LXVIII; p. 300)
  • Durante tutta la nostra vita, ogni giorno, ogni ora, siamo sempre impegnati in questo processo di accomodare la nostra personalità mutata o immutata agli elementi mutati o immutati dell'ambiente. La vita infatti non consiste in altro se non in questo processo di accomodamento: quando non lo copiamo bene siamo stupidi, quando non lo compiamo affatto pazzi, quando lo sospendiamo temporaneamente addormentati, quando vi rinunziamo del tutto morti. In una vita quieta, priva di eventi, i cambiamenti interni ed esterni sono così insignificanti che il processo di fusione e messa a fuoco non costa quasi sforzo alcuno; in altre vite si deve compiere un grande sforzo ma si giunge anche a brillanti risultati; infine in altre un grande sforzo non viene seguito che da risultati insignificanti. Una vita sarà più o meno riuscita a seconda che la facoltà di accomodamento è uguale o inferiore allo sforzo richiesto per fondere ed accordare cambiamento interno ed esterno. (cap. LXIX; p. 305)
  • Alcuni sono così fortunati da incontrare pochi ostacoli; altri così abili da riuscire a superarli; ma nella maggior parte dei casi la gente per salvarsi, deve passare attraverso la prova del fuoco. (cap. LXXII; p. 320)
  • Una casa vuota è come un cane randagio o un cadavere. La corruzione subito vi si infiltra da ogni parte, e ciò che la muffa e il vento e le intemperie risparmiano, vien distrutto dai monelli della strada. (cap. LXXII; p. 320)
  • Le amicizie di un uomo, come il testamento, sono infirmate non solo dal suo matrimonio, ma anche da quello dei suoi amici. (cap. LXXV; p. 337)
  • Uno sbalzo troppo violento dalla cattiva alla buona fortuna è dannoso quanto uno sbalzo dalla buona alla cattiva; inoltre la povertà è una condizione molto pericolosa, uno stato di vita quasi embrionale, attraverso il quale è meglio passare se si vogliono mantenere sicuramente gli ulteriori sviluppi, ma che, come il morbillo o la scarlattina, è meglio avere in forma benigna e guarire il più presto possibile. (cap. LXXVIII; pp. 348-9)
  • Un giorno gli feci notare come la misera ricompensa concessa da Dio a quanti si dedicano alle ricerche più serie, dovrebbe provare a sufficienza che egli le disapprova, o almeno le tiene in così scarso conto da non volerle incoraggiare.
    Mi rispose: – Oh, non parlare di ricompense. Milton per il Paradiso Perduto ha ricevuto cinque sterline.
    – Cinque sterline di troppo, – replicai subito. – Io stesso gliene avrei dato il doppio, perché non l'avesse mai scritto. (cap. LXXXI; p. 364)
  • Io sono un Ismaele, per istinto come per circostanze, ma se non frequento la società sarò meno vulnerabile di quanto non lo sia in genere un Ismaele. Il momento in cui un uomo va in società, si trova esposto da ogni lato. (cap. LXXXIV; p. 389)
  • Quando si passa nella chiave di do diesis [...] ci si trova come una signora che viaggi da sola sulla metropolitana, e si accorge tutto ad un tratto di essere a Shepherd's Bush senza sapere con precisione dove vuole andare. (cap. LXXXV; p. 408)

In politica è conservatore, per quanto riguarda il suo voto e i suoi interessi materiali: in ogni altro campo, un radicale avanzato. Suo padre e suo nonno, con ogni probabilità, capirebbero il suo stato mentale come capivano il cinese, ma quanti lo conoscono intimamente non credo che lo vorrebbero molto diverso da come egli è.

Citazioni su Così muore la carne

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  • Certo non conosciamo altra opera che più di questa repugni al tempo in cui nacque, e nell'aura decorosa e pudibonda dell'ottimismo vittoriano essa ci appare il primo importante e coraggioso annunzio della reazione successiva. Infatti lo Shaw – che di quella reazione doveva essere uno degli esponenti maggiori – non tardò a richiamarsi al Butler e a proclamarlo il suo maggiore maestro inglese.
  • Composto secondo i modi di una velata autobiografia – tanto più aderente e precisa in quanto la libertà della finzione romanzesca permette di adeguare le vicende esterne all'intimo svolgersi dei motivi e di essere sempre a fuoco – il libro narra la storia di Ernesto Pontifex, o se vogliamo di Samuel Butler, che nato in un ambiente cui la sua natura repugna per istinto, attraverso lunghi e dolorosi errori, deve aprirsi un varco verso la vera vita, che il cuore confusamente gli promette, ma che egli ignora a tal punto da giungere, in certi attimi di scoramento, a dubitare che esista.
  • Ma per indicare tutti i motivi che rendono importante questo libro dobbiamo uscire dal campo strettamente letterario. In esso infatti troviamo tracciata una storia di alcune delle principali ideologie inglesi dell'ottocento e – cosa anche più importante – fissato con grande chiarezza quello che fu tra i motivi fondamentali della vita ottocentesca: la ricerca continua e sovente affannosa di una fede, in grado di sostituire la religione tradizionale che rapidamente si ritirava, lasciando allo scoperto zone sempre più vaste della società, e di conseguenza l'ingenua fiducia accordata a ogni nuova teoria, la quale non tardava ad abbandonare i precisi limiti scientifici per confondersi in un alone religioso – fenomeno questo che può oggi spiegare la rapida fortuna e l'ancor più rapida decadenza di tante di quelle teorie.

Erewhon

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  • È stato detto che l'amore per il denaro è la radice di tutti i mali. Lo stesso si può dire della mancanza di denaro.[fonte 3] (XX)
  • Le macchine servono l'uomo soltanto a patto di essere servite, e pongono loro stesse le condizioni di questo mutuo accordo [...].
    Quanti uomini vivono oggi in stato di schiavitù rispetto alle macchine? Quanti trascorrono l'intera vita, dalla culla alla morte, a curare notte e giorno le macchine? Pensate al numero sempre crescente di uomini che esse hanno reso schiavi, o che si dedicano anima e corpo al progresso del regno meccanico: non è evidente che le macchine stanno prendendo il sopravvento su di noi? [...] Non ci sono forse più uomini impegnati a curare le macchine che a curare i propri simili?
  • Si può apprendere un'arte solo nelle botteghe di coloro che con quella si guadagnano la vita.

Il buon porto

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Il protagonista di queste memorie, e autore del lavoro che qui segue, nacque a Goodge Street, Tottenham, Court Road, Londra, il 5 novembre 1832. Fu mio fratello, più grande di me di circa diciotto mesi. A suo tempo nostro padre e nostra madre erano stati ricchi, ma per un succedersi di sfortune inevitabili si ritrovarono con un reddito modesto quando io e mio fratello avevamo rispettivamente tre e quattro anni circa.

Citazioni

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  • Fece allora ulteriori domande e scoprì che dei quindici bambini nella sua classe solo cinque erano stati battezzati e anche che non era possibile notare alcuna differenza nella disposizione o nella condotta tra i bambini rigenerati e quelli non rigenerati. I bambini buoni e i bambini cattivi erano distribuiti in proporzioni uguali in relazione al numero di bambini battezzati e non battezzati. Nonostante il suo carattere naturale avesse una certa disposizione all'impetuosità, John aveva anche una mente concreta ed empirica; per questo motivo fece un controllo dell'intera scuola, che conteneva circa cento ragazzi, e venne a sapere chi fosse battezzato e chi no. La maggioranza non lo erano stati, tuttavia l'inclinazione verso il bene o il male era così distribuita da precludere qualsiasi possibilità di asserire che i bambini battezzati fossero migliori di quelli non battezzati.[1] (parte I, cap. 1; p. 32)
  • Sembrava impossibile che una mente così attiva dovesse aver percorso così tanta strada per poi tornare alla stessa posizione da cui era partita. (parte I, cap. 2; p. 37)
  • Nessun cambio è buono a meno che non sia stato necessariamente richiesto. Neppure la Riforma fu cosa buona, ma lo è adesso e l'accetto come accetto qualsiasi cosa che pur non essendo fondamentale ha ottenuto l'approvazione di molte generazioni dei miei concittadini. Non cercherei di annullare la Riforma più di quanto l'avrei supportata nel secolo sedicesimo. Che si lasci crescere fino alla raccolta ciò che è storico, non storico e dubbioso. Quando avrà perso la sua vitalità ciò che non è vitale perirà e diventerà marcio senza che nessuno se ne accorga; continuerà a vivere fino a che avrà vita. (parte I, cap. 2; p. 48)
  • È un vero imbroglio, furto, fraudolenza o che altro il fatto che un uomo menta agli altri nella speranza di ottenere qualcosa di considerevole, ma si tratta di una offesa comprensibile in confronto al permettere a se stessi di essere ingannati. È esattamente come lasciare che altri che ci arrechino noia: l'uomo che si lascia annoiare merita più disprezzo dell'uomo che annoia. L'uomo che tollera dei quadri scadenti, della musica scadente, della moralità scadente e della compagnia scandente è più spregevole di colui che è l'agente primario di qualsiasi di queste cose. Ha infatti meno da guadagnare e quindi probabilmente inganna se stesso di più, così che commette un crimine maggiore per una ricompensa inferiore. (parte I, cap. 3; p. 54)
  • Possiamo perdonare a un uomo quasi ogni falsità purché ci si accorga che era spinto da una forte tentazione e che sapeva di stare ingannando: ha fatto del male, certo, ma lo possiamo comprendere e forse potrebbe essere ancora utile. Ma cosa possiamo provare nei confronti di una persona che mente anche a se stessa per un futile motivo e che non sa di star mentendo? Una cosa del genere deve essere fatta di un inutile tronco marcio di fico che cade in tutte le direzioni quando ci si avvicina. Il comune autoingannatore della società moderna è un soggetto più pericoloso e spregevole di qualsiasi altro comune criminale; è una questione su cui coloro che non si autoingannano non hanno bisogno di far chiarezza. (parte I, cap. 3; p. 55)
  • Nessuna di voi ha mai visto un cane rabbioso abbaiare e mordere la sua catena come se volesse divorarvi, per poi essere ammansito e smettere di abbaiare una volta che vi siate avvicinate coraggiosamente e gli abbiate detto di stare tranquillo? Questo è il carattere della miscredenza: ama minacciare coloro che battono in ritirata, eppure scappa atterrita da coloro che l'affrontano con forza. (parte II, cap. 1; p. 81)
  • Cos'è che ha reso il nome di Strauss così terribile alle orecchie degli Ecclesiastici Inglesi? Nulla di certo se non l'inquietante silenzio che è stato mantenuto nei suoi riguardi in tutte le parti della nostra Chiesa. Perché, in fondo, cosa può dire o fare Strauss contro tutti i miracoli se risulta essere impotente contro la Resurrezione? Può produrre frasi che sembrano plausibili, ma non è una grande impresa. Può mostrarci come ci sia qualsiasi improbabilità a priori nel fatto che i miracoli fossero stati eseguiti da una persona che era nata e poi risorta? Se un uomo fece così è allora poca cosa che sapesse camminare sulle acque e comandare i venti. Ma se non c'è alcuna difficoltà a priori in relazione a questi miracoli, allora ne esistono altre. (parte II, cap. 5; p. 121)
  • Quale dovrebbe quindi essere la legittima conclusione? Di certo che non abbiamo prove della morte di Cristo sulla Croce, o in altre parola che non abbiamo prova dal fatto che fosse morto! Uniamo ciò alle note sulla Resurrezione che abbiamo visto più sopra e ci sentiremo come se fossimo nelle mani di qualche miscredente Gesuitico che stesse cercando di indebolire la nostra fede nelle nostre più preziose convinzioni facendo finta di starle difendendo piuttosto che nelle mani di una persona che è quasi impossibile sospettare di un progetto del genere. Cosa dovremmo dire se avessimo trovato Newton, Adam Smith o Darwin argomentare così a favore delle loro opinioni? Cosa dovremmo pensare di qualsiasi causa scientifica perorata in questo modo? Saremmo ben consci del fatto che è già persa. E tuttavia i nostri migliori teologi devono essere applauditi ed elevati per accondiscendere a una strategia così disonesta che verrebbe disprezzata anche da un avvocato malfamato in quanto troppo ovviamente superficiale da poter esserci di anche il più minimo uso. (parte II, cap. 6; pp. 144-5)
  • O il Cristianesimo è la verità della verità (quella che in questo mondo dovrebbe soggiogare tutte le altre nei pensieri degli uomini e comparata alla quale tutte le altre verità sono insignificanti tranne per il fatto che si raggruppano intorno a lei) oppure al massimo è un errore che dovrebbe essere messo a posto il prima possibile. Non c'è via di mezzo. O Gesù Cristo fu il Figlio di Dio oppure non lo fu. Se lo fu, allora il grande Padre ci proibisce di imbrogliare al fine di provarlo; ci proibisce di mercanteggiare per un centimetro in più o in meno di ferita e di discutere sulla radice νυγ nella parola greca ενυξε.[2] Meglio ammettere che la morte di Cristo deve rimanere per sempre materia di dubbio, nel caso ci venga richiesto un sacrificio così grande, piuttosto che anche solo avvicinarci a una menzogna solo per il fine di rendere doppiamente sicura una certezza. Nessuna mente onesta può dubitare che la causa di Cristo sia servita molto meglio dall'esporre un argomento insufficiente piuttosto che sorvolarci sopra in silenzio, o altrimenti che la causa di Cristo sia da essere attaccata e non da essere difesa. (parte II, cap. 6; p. 146)

Spero che il lettore possa capire ciò non meno fortemente di quanto faccia io e spero che possa anche capire che io ho offerto quell'elemento mancante il quale unicamente può fare in modo che si combinino tra loro. Se mi si chiede a quale elemento stia alludendo, io risponderò la Sincerità. Questo è il pilota che ci ha condotti in salvo nel buon porto della fratellanza universale in Cristo.

Citazioni su Il buon porto

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  • È stato spesso supposto che l'elaborato corredo di mistificazione che Butler usò in Il buon porto fosse stato deliberatamente costruito al fine di farsi beffe del pubblico. Non credo che sia andata così. Sono convinto che Butler avesse creato un'intelaiatura ironica per i suoi argomenti semplicemente per renderli più efficaci di quanto lo furono quando vennero esposti senza fronzoli nel pamphlet del 1865. (R. A. Streatfield)
  • Il buon porto non mi ha arrecato alcun danno sociale di cui io sia mai venuto a conoscenza. Potevo attaccare il Cristianesimo tanto quanto volessi e a nessuno importava un fico secco; ma quando attaccai Darwin fu una questione differente. Per molti anni Evolution, Old and New e Unconscious Memory provocarono una rovina alle mie prospettive letterarie. Solo ora sto iniziando a riemergere dal danno letterario e socievole che quei due libri perfettamente giusti mi hanno inflitto. Oserei dire che abbondano di piccole manchevolezze di gusto, ma sono più che contento di averli scritti.[fonte 4] (Samuel Butler)
  • La richiesta di una nuova edizione di Il buon porto mi dà l'opportunità di dire un paio di parole sulla genesi di quello che, sebbene non sia uno dei suoi libri più popolari di Samuel Butler, è certamente uno dei più caratteristici. Poche delle sue opere mostrano infatti più marcatamente le sue brillanti capacità come polemista e la sua implacabile determinazione di arrivare alla verità di qualunque cosa avesse attirato la sua attenzione. (R. A. Streatfield)

L'autrice dell'Odissea

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Se le domande che noi ci poniamo sull'Odissea: «fu scritta da un uomo o da una donna? il poema è esclusivamente di origine siciliana?» mirassero soltanto a determinare il sesso e la residenza dello scrittore sarebbe sufficiente rimandare il lettore al testo. Esse invece mirano a risolvere definitivamente l'intera questione omerica.
Le risposte alle due domande sono d'importanza capitale in questa questione, giacché se noi troviamo la mano di una donna onnipresente nell'Odissea, e se noi pure troviamo un così largo numero di dettagli locali presi esclusivamente e fedelmente da una sola città siciliana, tali da farci credere che l'autore dovette vivere e scrivere là, sembra inconfutabile l'affermazione che il poema fu scritto da una sola persona. Difficilmente poteva esservi più di una donna, nello stesso luogo, capace di scrivere un tale e così omogeneo poema come l'Odissea.

Citazioni

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  • Io non discuterò se l'Iliade e l'Odissea siano dello stesso autore, in quanto, se io convinco il lettore che l'Odissea fu scritta da una donna e in Sicilia, va da sé che non fu scritta da Omero, giacché non vi può essere dubbio sul sesso dello scrittore dell'Iliade. Gli stessi criteri che ci obbligheranno ad attribuire l'Odissea a una donna, vietano qualsiasi altra conclusione, eccetto quella che l'Iliade fu scritta da un uomo. (cap. I; p. 18)
  • Ciò che è giusto per un uomo è errato per una donna e viceversa. I giovani di Jane Austen, per esempio, raramente sono molto interessanti, ma solo quelli che son ciechi alla squisita purezza e delicatezza del lavoro di Jane Austen si lamenteranno che lei non capisca gli uomini così bene come le donne. (cap. I; p. 23)
  • In un'epoca, inoltre, nella quale gli uomini erano principalmente occupati o in guerre o nella caccia, le arti di pace, e tra esse tutti tutti i generi di pregio letterario, erano più naturalmente lasciate alle donne. Se fosse conosciuta la verità, molto probabilmente troveremmo che fu l'uomo, piuttosto che la donna, l'intruso nel dominio della letteratura. Nausicaa fu più probabilmente una sopravvissuta che non una intrusa ma, molto più probabilmente di tutto, ella era all'altezza dei tempi. (cap. I; p. 26)
  • L'uomo e la donna non si comprendono mai l'un l'altro pienamente, tranne, forse, durante il fidanzamento e la luna di miele, e siccome l'uomo comprende l'uomo più di quanto lo possa la donna, così la donna comprende la donna più di quanto non lo possa un uomo. (cap. III; p. 123)
  • Gli uomini sembrano incapaci di parlare delle donne senza deriderle o metterle in caricatura; e così, forse, una donna non sa mai descrivere un uomo così facilmente come quando lo mette in ridicolo. Se ella lo fa intenzionalmente è sicura di riuscirvi, se lo fa senza preconcetto riuscirà più sicuramente ancora. Ciascuno dei due sessi, infatti, riesce benissimo nel mettere in caricatura l'altro, [...]. (cap. IV; p. 124)
  • Chi sono le donne dell'Odissea? Vi è Minerva onnipresente, a fianco di Ulisse e Telemaco, per dirigerli e consigliarli ed alternativamente rimproverarli o adularli. Nell'Iliade essa è una grande guerriera, ma non è una donna; nell'Odissea essa è una grande donna ma non una guerriera. (cap. IV; p. 125)
  • Per di più è chiaro in tutto il libro III e in tutto il libro IV, nei quali Telemaco tenta di avere notizie di suo padre, che quello che egli realmente vuole è la certezza della sua morte, non della sua esistenza, sebbene questo possa spiegarsi nel senso che egli dispera della seconda alternativa. L'indignazione di Telemaco per la prodigalità dei proci è notevolmente divisa dalla scrittrice in tutto il poema; su questo è furiosa forse per causa dello spreco continuo che vedeva in casa di suo padre. (cap. IV; p. 142)
  • [...] io considero i Ciclopi, i superstiti dei vecchi soggiogati abitanti sicani di monte Erice. Essi devono la loro fama di una gigantesca statura alle grandi dimensioni delle pietre con le quali costruirono le mura delle loro città sul monte Erice. (cap. X; p. 221)

Ed ora, nel congedarmi dal lettore, io vorrei dire che se quando iniziai questo lavoro nutrivo scarsa speranza di farlo prendere in seria considerazione dagli studiosi di Omero, sono ancora più oppresso e scoraggiato quando scorro le mie pagine e vedo che certamente scontenterò molti con i quali anzicché offenderli vorrei andare d'accordo. Che cosa può importarmi dove sia scritta l'Odissea o se sia stata scritta l'Odissea o se sia stata scritta da una donna o da un uomo? Dal profondo del cuore posso dire lealmente che a me non importa che questi punti siano decisi secondo il mio modo di vedere, a me importa solo, e moltissimo, il sapere come saranno decisi dalle persone di buon senso che considereranno gli argomenti sui quali richiamano l'attenzione in questo libro. Credo di avere chiarito tutti e due i punti sufficientemente, ma, qualunque cosa accada, io so che il mio assunto è abbastanza forte da giustificarmi di averlo esposto; e così lo lascio.

Life and Habit

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  • Un'impressione uniforme corrisponde praticamente a nessuna impressione.
A uniform impression is practically no impression. (cap. I)
  • Non si può imparare o disimparare senza dolori o sofferenze.
One cannot either learn or unlearn without pains or pain. (cap. I)
  • L'umorismo e l'ironia più perfetti sono generalmente del tutto inconsci. Esempi di entrambi sono spesso forniti da uomini che il mondo considera carenti di umorismo; è più probabile che queste persone siano inconsapevoli del proprio delizioso potere per la stessa maestria e perfezione con cui lo possiedono.
[...] the most perfect humour and irony is generally quite unconscious. Examples of both are frequently given by men whom the world considers as deficient in humour; it is more probably true that these persons are unconscious of their own delightful power through the very mastery and perfection with which they hold it. (cap. II)
  • I vestiti di un uomo, quando sono appoggiati su una sedia di notte, non fanno parte di lui, ma quando li indossa sembrano esserlo, come una specie di cibo che lo riscalda e lo lo nutre, e la cui perdita può ucciderlo di freddo.
A man's clothes [...] as they lie on a chair at night are no part of him, but when he wears them they would appear to be so, as being a kind of food which warms him and hatches him, and the loss of which may kill him of cold. (cap. V)
  • Parole, parole, parole [...] sono gli ostacoli sulla via della verità. Finché non pensi alle cose come sono, e non alle parole che le travisano, non puoi pensare correttamente. Le parole producono confini apparentemente stringenti e veloci laddove non ne esistono. Le parole dividono; così chiamiamo questo uomo, quello scimmia, quell'altro ancora scimmietta, mentre sono tutti solo differenziazioni della stessa cosa. Per pensare a una cosa bisogna liberarsi delle parole: sono gli abiti che indossano i pensieri, solo gli abiti. Lo dico più e più volte, perché non c'è niente di più importante. Le parole degli altri uomini ti fermeranno all'inizio di un'indagine. Un uomo può giocare con le parole per tutta la vita, sistemandole e risistemandole come tessere del domino. Se potessi pensare a te senza parole, mi capiresti meglio.
Words, words, words [...] are the stumbling-blocks in the way of truth. Until you think of things as they are, and not of the words that misrepresent them, you cannot think rightly. Words produce the appearance of hard and fast lines where there are none. Words divide; thus we call this a man, that an ape, that a monkey, while they are all only differentiations of the same thing. To think of a thing they must be got rid of: they are the clothes that thoughts wear—only the clothes. I say this over and over again, for there is nothing of more importance. Other men's words will stop you at the beginning of an investigation. A man may play with words all his life, arranging them and rearranging them like dominoes. If I could think to you without words you would understand me better. (cap. V)
[...] a hen is only an egg's way of making another egg. (cap. VIII)

Ritorno in Erewhon

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Prima di iniziare il racconto del secondo viaggio di mio padre nel singolare paese da lui scoperto circa trent'anni prima, mi pare opportuno dire qualcosa sulla sua vita nel periodo intercorso fra la pubblicazione del libro, nel 1872, e la sua morte, avvenuta al principio dell'estate del 1891. Potrò così accennare alle cause per cui egli perse quel favore del pubblico che pareva aver conquistato all'inizio.

Citazioni

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  • La prima idea è un germoglio robusto: se può si sviluppa. (cap. III; p. 264)
  • Mi addormento con la piena, sicura speranza | che il mio sonno non verrà interrotto; | e che mentre io avrò tutto dimenticato, | non sarò del tutto dimenticata, | ma continuerò a vivere, nei pensieri e negli atti | di coloro che ho amato, | quella vita in cui, finché ebbi forza di lottare, | appassionatamente lottai per entrare. (cap. X; p. 329) [epitaffio]
  • La fede, come un qualsiasi corpo mobile, segue la linea di minor resistenza [...].[fonte 6] (cap. XI; p. 334)
  • Perché se gli uomini non temono la morte più del necessario, finiscono per corteggiarla più del necessario. Si può esaltare la morte solo se si disdegna la vita; tuttavia, secondo lui, una moderata certezza di onore e rinomanza dopo la morte è un conforto più vero per chi muore, e un più reale incentivo ad agire rettamente nella vita, [...]. (cap. XI; p. 334)
  • La vita, affermava, non risiede in organi corporei, ma nella facoltà di usarli, e nell'uso che ne facciamo: cioè nell'opera che essi compiono. Come l'elemento essenziale di una fabbrica non è né l'edificio in cui si lavora, né gli strumenti con cui si lavora, ma la potenza di volontà del padrone, e i beni che egli produce; così la vera vita consiste nella sua volontà e nelle sua opera, non nel suo corpo. «Coloro che identificano la vita dell'uomo con quella del corpo» diceva «fanno lo stesso errore di chi scambia gli attrezzi del falegname per il falegname stesso». (cap. XI; p. 335)
  • Secondo il dottore la nostra potenza di volontà non si limita a mettere in opera il sistema speciale di organi che le è proprio, ma sotto certe condizioni arriva a influenzare altre volontà analoghe, ovvero a subirne l'influenza: dimodoché, ad esempio, se la potenza di volontà di A ha una presa sufficiente sulla potenza di volontà di B da riuscire a mettere in moto, attraverso B, il meccanismo di quest'ultimo, quella che in apparenza è un'azione di B in realtà sarà piuttosto un'azione di A, e ciò in senso non meno reale che se l'azione fosse stata compiuta attraverso il sistema meccanico dello stesso A: in altre parole, A sarà vissuto in B. Il principio universalmente ammesso per cui chi compie un'azione per mano di un'agente la compie in realtà lui stesso, dimostra che la teoria su esposta è solo un modo indiretto di esprimere ciò che per il senso comune è assolutamente ovvio. (cap. XI; pp. 335-6)
  • Ma la coscienza di chi agisce non è così importante come generalmente si crede, in confronto alla realtà vitale dell'azione. Noi non sappiamo nulla della forza che fa battere il nostro cuore, e non ci rendiamo nemmeno conto che batte, finché il battito è regolare. Non abbiamo alcuna coscienza del nostro respiro, né della digestione, né dell'impresa di capitale importanza che abbiamo compiuto come embrioni, né del graduale sviluppo dall'infanzia alla pubertà. Nessuno può negare che tutte queste azioni vengano compiute da un agente vitale; ma più questo agente è normale, sano, e veramente vivo, meno è stato e sarà conscio del suo agire. La parte della nostra vita corporea che penetra fino alla nostra coscienza è ben limitata rispetto a quella di cui siamo inconsapevoli. (cap. XI; pp. 336-7)
  • Uno scrittore, ad esempio, ha scritto un libro che diletta o disgusta migliaia di persone che egli non conosce e che non conoscono lui. Supponiamo che il libro abbia una notevole influenza, o comunque una qualche influenza, sulle azioni di quelle persone. Supponiamo che l'autore dorma profondamente, mentre altri leggono con gran gusto il suo libro, e agiscono in conseguenza, magari a enorme distanza dal luogo ove egli si trova. Qual è la sua vita più vera, quella che egli vive in loro, o quella, altrettanto inconscia, che vive nel suo corpo immerso nel sonno? Chi può negare che la vita vicaria sia la più attiva? (cap. XI; p. 337)
  • [...] quando un uomo muore, viene talmente annullato uno dei grandi fattori della sua vita, che egli non potrà più avere una vita vera di alcun genere. Perché vivere significa non solo influenzare, ma essere influenzati; e quando un uomo è morto, come può essere influenzato? Può esistere per gli altri, ma gli altri non possono esistere per lui. Può venire da noi, ma noi non possiamo andare da lui. Cessando quindi di essere sensibile, perde una così gran parte di quel che costituiva la sua vita che non può più possedere una vita vera. (cap. XI; p. 338)
  • Sembra dunque che non esista una vita assoluta se non combinata con una certa dose di morte, né una morte assoluta se non combinata con una qualche dose di vita, almeno finché non sia sparito ogni postumo potere di influenza. Questo, forse, intendeva Figliodelsole quando diceva che nel mezzo della vita siamo morti, e nel mezzo della morte siamo vivi. (cap. XI; p. 339)
  • Come il corpo è il sacramento, ovvero il segno esteriore e visibile, dello spirito, così la posterità è il sacramento di chi vive dopo la morte. Entrambi rappresentano il meccanismo attraverso cui l'altro agisce e si manifesta. (cap. XI; p. 340)
  • Son pochi i semi che germogliano in confronto a quelli che marciscono o vengono mangiati, e la maggior parte degli abitanti di questa terra sono solo dei nati morti rispetto a quella vita più vasta, mentre nessuno è immortale rispetto all'eternità. (cap. XI; p. 340)
  • [...] "appari e svanisci": ecco la legge che pervade tutte le cose che conosciamo, e se c'è stata qualche predisposizione, essa è stata in favore di una vita breve e felice, una vita che contenga in sé abbastanza promesse da durare oltre la tomba perché valga la pena di tentarla, piuttosto che in favore di una vita eterna, fosse pure la migliore e la più nobile. (cap. XI; pp. 340-1)
  • La fede non consiste, come sostengono falsamente alcuni, nel credere in certe cose senza avere prove sufficienti; questa non è fede, ma mancanza di fede in tutte le cose in cui dovremmo credere di più. La fede consiste nel credere che l'istinto dei migliori tra gli uomini sia in se stesso una prova che non può essere messa da parte alla leggera; e i migliori tra gli uomini hanno sempre ritenuto la morte preferibile al disonore, e addirittura desiderabile, quando con essa si può conquistare la gloria. (cap. XI; p. 341)
  • Quale ineffabile contraddizione in termini! Quale rovesciamento di tutte le leggi di questo mondo, il dover stimare povera cosa anche le somme gioie e i sommi piaceri di cui abbiamo coscienza o percezione in questa vita, di fronte a speranze nel cui avverarsi non avremo mai né coscienza né percezione. Eppure è così, e lo sappiamo tutti, anche se non vogliamo confessarcelo. Perché, in cuor suo, il mondo disprezza le sue stesse leggi. (cap. XI; p. 342)
  • La vita, tanto prima quanto dopo la morte, è come l'amore – ogni logica le è avversa, mentre ogni sano istinto la favorisce. (cap. XI; p. 342)
  • Uno dei massimi doveri della posterità [...] è quello di valutare rettamente coloro che affrontano il suo giudizio. Conceda loro il beneficio del dubbio, e ignori i loro peccatucci; ma quando appare innegabile che un uomo è stato veramente ignobile e codardo, la sua reputazione deve rimanere in purgatorio del tempo per un periodo che varia, diciamo, dai cento ai duemila anni. Dopo un centinaio di anni, in genere, potrà tornare fra gli uomini, pur restando sempre offuscato. Dopo duemila se ne potrà parlare in qualsiasi società, senza che nessuno si scandalizzi. Il nostro senso di colpa morale varia in ragione inversa del quadrato della distanza che da essa ci separa nel tempo e nello spazio. Non così l'eroismo; l'eroismo non perde il suo splendore né col tempo né con lo spazio. Il bene è come l'oro; è raro, ma non si offusca. Il male è come l'acqua torbida; abbondante e piena di fango, ma a furia di scorrere finirà per tornare limpida. (cap. XI; p. 343)
  • Il che dimostra la verità di quanto Euclide osservò molto tempo fa: e cioè che il più piccolo non potrà mai comprendere il più grande. È altrettanto vero, però, che il più grande non può comprendere il più piccolo. (cap. XII; p. 351)
  • Nel mondo esterno, siamo costretti a tollerare molte cose contrarie alla felicità del massimo numero di individui, in parte perché non possiamo sempre scoprire in tempo che è genuinamente bugiardo, e non desta preoccupazioni, e chi lo è a parole, ma in realtà maschera un'indole sincera; e in parte perché, dovendo sbagliare, preferiamo lasciarci sfuggire i colpevoli, piuttosto che punire gli innocenti. Così, molti che notoriamente appartengono alla categoria degli onesti, vengono lasciati in libertà; e non è raro vederli addirittura far comunella con i guardiani della pubblica immoralità. D'altronde, estirpare radicalmente la rettitudine non sarebbe nell'interesse del pubblico. Una certa dose di sincerità agisce come beneficio stimolante al conformismo dei più, in quanto li spinge a rendersi conto della loro fortuna, e fornisce qualcosa da disprezzare. (cap. XIII; pp. 354-5)
  • [...] da un punto di vista umano, non v'è errore più grande del cercare di essere sempre nel giusto. (cap. XIII; p. 357)
  • Maledetti coloro che dicono: "Tu non servirai insieme Dio e Mammona"[3], perché il dovere generale dell'uomo consiste nel saper conciliare le esigenze opposte di questi due dèi. (cap. XIII; p. 358)
  • È stato detto che Dio non può cambiare il passato, ma gli storici sì. E i pittori, osservò mio padre dentro di sé, possono fare tutto quello che fanno gli storici, e persino con migliori risultati. (cap. XIII; p. 365)

«Cara,» dissi a mia moglie, che era seduta all'altro capo del tavolo, all'ora di colazione «debbo tradurti questa lettera e pregarti di aiutarmi poi a fare i bagagli. Bisogna che veda Alfred e gli rilasci una procura. Si metterà d'accordo con un editore per pubblicare il mio libro, e tu potrai correggere le bozze. Annuncia con garbo la mia partenza ai bambini; e cerca di fare a meno di me, mia cara, per sei mesi.»

Scrivo questo a Southampton, da dove mi imbarco per Erewhemos domani, 15 novembre 1900.

The Note-Books

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Samuel Butler nel 1858

Capitolo I, Lord, What is Man?

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  • Siamo come le palle da biliardo in una partita tra giocatori inesperti: spinte continuamente in prossimità della buca senza mai finirci dentro, se non per caso.[fonte 7]
We are like billiard balls in a game played by unskilful players, continually being nearly sent into a pocket, but hardly ever getting right into one, except by a fluke. (Man, I)
  • Che nesso volubile deve esserci fra i nostri pensieri se un odore improvviso, un gruppo di musicanti per la strada, un volto umano intravisto sulle lingue del fuoco o nel fusto nodoso di un albero, li portano di punto in bianco alle più stravaganti associazioni.[fonte 8]
How loosely our thoughts must hang together when the whiff of a smell, a band playing in the street, a face seen in the fire, or on the gnarled stem of a tree, will lead them into such vagaries at a moment's warning. (Man, IV)
  • La vita è la distribuzione di un errore – o di errori.[fonte 9]
Life is the distribution of an error—or errors. (Life, IV)
  • Il guscio di una chiocciola è una superstizione: le lumache non hanno il guscio e se la passano altrettanto bene. Ma una chiocciola senza guscio non diventa per questo una lumaca, a meno che non assorba l'indifferenza di una lumaca verso il guscio.[fonte 9]
The snail's shell is a superstition, slugs have no shells and thrive just as well. But a snail without a shell would not be a slug unless it had also the slug's indifference to a shell. (Life, VI)
  • La vita è un lungo processo attraverso il quale si raggiunge la stanchezza.
Life is one long process of getting tired. (Life, VII)
  • La vita è l'arte di trarre conclusioni sufficienti da premesse insufficienti.[fonte 9]
Life is the art of drawing sufficient conclusions from insufficient premises. (Life, IX)
  • Un senso dell'umorismo abbastanza forte da mostrare all'uomo non solo le assurdità degli altri ma anche le proprie gli impedirà di compiere tutti i peccati; o quasi tutti, tranne quelli che vale la pena commettere.[fonte 10]
A sense of humour keen enough to show a man his own absurdities, as well as those of other people, will keep him from the commission of all sins, or nearly all, save those that are worth committing. (Life, XII)
  • La vita è come la musica: deve essere composta a orecchio, seguendo l'istinto e le sensazioni, non le regole.[fonte 9]
Life is like music, it must be composed by ear, feeling and instinct, not by rule. Nevertheless one had better know the rules, for they sometimes guide in doubtful cases—though not often. (Life, XIII)
  • Ci sono due grandi regole nella vita, una generale e l'altra particolare. La prima è che tutti finiscono per ottenere ciò che vogliono, se solo ci provano. Questa è la regola generale. La regola particolare è che ogni individuo è, chi più chi meno, un'eccezione alla regola generale.[fonte 11]
There are two great rules of life, the one general and the other particular. The first is that every one can, in the end, get what he wants if he only tries. This is the general rule. The particular rule is that every individual is, more or less, an exception to the general rule. (Life, XIV)
  • Ogni forma di progresso è basata sul desiderio, innato e universale, di ogni organismo di vivere al di là dei propri mezzi.[fonte 12]
All progress is based upon a universal innate desire on the part of every organism to live beyond its income. (Life, XVI)
  • Il mondo è un tavolo da gioco predisposto in modo tale che tutti quelli che entrano nel casinò devono giocare e tutti a lunga scadenza devono perdere, chi più chi meno, anche se di quando in quando possono realizzare una vincita provvisoria.[fonte 13]
The world is a gambling-table so arranged that all who enter the casino must play and all must lose more or less heavily in the long run, though they win occasionally by the way. (The World, I)
  • Trascorriamo i nostri giorni come giochiamo a carte, prendendoli così come vengono, senza sapere quale capiterà, sperando in una carta fortunata e ottenendone talvolta una, spesso ottenendo proprio quella sbagliata.
We play out our days as we play out cards, taking them as they come, not knowing what they will be, hoping for a lucky card and sometimes getting one, often getting just the wrong one. (The World, II)
  • Forse il mondo non è particolarmente saggio; ma non conosciamo niente di più saggio.[fonte 13]
The world may not be particularly wise—still, we know of nothing wiser. (The World, III)
  • Il mondo sarà sempre governato dal principio dell'egoismo. Non dovremmo cercare di por fine a questo stato di cose, ma di rendere l'egoismo dei farabutti più coincidente con l'egoismo della gente per bene.[fonte 14]
The world will always be governed by self-interest. We should not try to stop this, we should try to make the self-interest of cads a little more coincident with that of decent people. (The World, IV)
  • Esiste un eterno antagonismo di interessi tra l'individuo e il mondo in generale. All'individuo non importerà tanto quanto potrà soffrire in questo mondo, purché possa vivere nei buoni pensieri degli uomini anche molto tempo dopo averlo lasciato. Al mondo in generale non importa quanta sofferenza l'individuo possa sopportare o causare in questa vita, a condizione che si allontani completamente dai pensieri degli uomini, sia nel bene che nel male, quando se ne sarà andato.
There is an eternal antagonism of interest between the individual and the world at large. The individual will not so much care how much he may suffer in this world provided he can live in men’s good thoughts long after he has left it. The world at large does not so much care how much suffering the individual may either endure or cause in this life, provided he will take himself clean away out of men’s thoughts, whether for good or ill, when he has left it. (The Individual and the World)
  • Quando borbottiamo sulla vanità delle cose umane, visto che anche l'opera più nobile non è eterna, ma prima o poi sarà come se non fosse mai esistita, dovremmo tenere a mente che il mondo, almeno per quello che ci è dato di capire, è fatto per essere goduto più che per essere conservato. Un continuo andirivieni pervade tutto ciò di cui abbiamo conoscenza, e sebbene le cose grandi svaniscano più lentamente, esse stesse sono composte di cose piccole e devono andare al passo di queste ultime.[fonte 15]
When we grumble about the vanity of all human things, inasmuch as even the noblest works are not eternal but must become sooner or later as though they had never been, we should remember that the world, so far as we can see, was made to enjoy rather than to last. Come-and-go pervades everything of which we have knowledge, and though great things go more slowly, they are built up of small ones and must fare as that which makes them. (The World Made to Enjoy)
  • La vita è un insieme di onde che, giunte al culmine, muoiono frangendosi in un milione di frammenti ognuno dei quali è comunque riassorbito immediatamente nel mare della vita e contribuisce a formare una generazione successiva, che avanza con moto ondoso finché essa pure s'infrange.[fonte 11]
Life is the gathering of waves to a head, at death they break into a million fragments each one of which, however, is absorbed at once into the sea of life and helps to form a later generation which comes rolling on till it too breaks. (Birth and Death, II)
  • La base della riproduzione non dev'essere ricercata nel desiderio dei genitori di riprodursi, ma nel malcontento delle cellule germinali verso quanto li circonda all'interno dei genitori, e nel loro desiderio di mettersi in proprio.[fonte 16]
Its base must be looked for not in the desire of the parents to reproduce but in the discontent of the germs with their surroundings inside those parents, and a desire on their part to have a separate maintenance. (Reproduction)
  • Gli ovuli, gli spermatozoi e gli embrioni, non solo di tutte le razze umane ma di tutte le cose viventi, sia animali che vegetali, formulano pochi pensieri, ma quei pochi sono quasi identici su qualsiasi argomento. Questo «quasi» è la piccola crepa all'interno del liuto che a lungo andare darà un carattere così diverso alla musica.[fonte 17]
The ova, spermatozoa and embryos not only of all human races but of all things that live, whether animal or vegetable, think little, but that little almost identically on every subject. That “almost” is the little rift within the lute which by and by will give such different character to the music. (1889; Thinking almost Identically)
  • C'è una somiglianza, più o meno grande, tra i piaceri che tutte le nostre evacuazioni ci procurano. Credo che il piacere derivi sempre dal sollievo: sollievo, cioè, dallo sforzo notevole, anche se per lo più inconscio, di trattenere quello che è gradevole eliminare.[fonte 18]
There is a resemblance, greater or less, between the pleasure we derive from all the evacuations. I believe that in all cases the pleasure arises from rest—rest, that is to say, from the considerable, though in most cases unconscious labour of retaining that which it is a relief to us to be rid of. (Evacuations)
  • Il corpo umano non è che una tenaglia posta sopra un mantice e una casseruola, il tutto fissato su due trampoli.[fonte 18]
The body is but a pair of pincers set over a bellows and a stewpan and the whole fixed upon stilts. (Man and His Organism, II)
  • Ogni uomo dovrebbe considerarsi una specie di scatola per gli attrezzi. Fin qui è abbastanza facile; ma la difficoltà sta nel fatto che sono gli attrezzi stessi che costruiscono e manovrano gli attrezzi.[fonte 7]
A man should see himself as a kind of tool-box; this is simple enough; the difficulty is that it is the tools themselves that make and work the tools. The skill which now guides our organs and us in arts and inventions was at one time exercised upon the invention of these very organs themselves. (Man and His Organism, III)
  • È l'opera di Händel, non il corpo con il quale ha composto la sua opera, che ci costringe ad attraversare mezza Londra per ascoltare la sua musica.[fonte 19]
It is Handel's work, not the body with which he did the work, that pulls us half over London. (Our Trivial Bodies, I)
  • Tutta la vita di certa gente è una sorta di morte parziale – una lunga, estenuante agonia, per così dire, di immobilismo e di inesistenza cui la morte fa solo da sigillo o da firma solenne: la rinuncia a ogni ulteriore azione o operato da parte del firmatario. La morte sottrae a questi individui quella piccola forza che sembravano avere e non concede loro niente tranne il riposo.[fonte 20]
The whole life of some people is a kind of partial death—a long, lingering death-bed, so to speak, of stagnation and nonentity on which death is but the seal, or solemn signing, as the abnegation of all further act and deed on the part of the signer. Death robs these people of even that little strength which they appeared to have and gives them nothing but repose. (Our Trivial Bodies, II)
  • La morte, non è né una fine né un inizio definitivo. Così colui che perde la propria anima la può ritrovare, e colui che la trova potrebbe perderla.[fonte 20]
Death is not more the end of some than it is the beginning of others. So he that loses his soul may find it, and he that finds may lose it. (Our Trivial Bodies, II)

Capitolo II, Elementary Morality

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  • Le fondamenta della morale sono come tutte le altre; se ci scava troppo intorno, la struttura sovrastante finisce per crollare.[fonte 21]
These are like all other foundations; if you dig too much about them the superstructure will come tumbling down. (The Foundations of Morality, I)
  • Cercare di arrivare alle fondamenta della morale è come cercare di riportare a livello di consapevolezza ciò che è passato nell'inconscio, e questo finisce per turbare e disorientare quelli che continuano a provarci con troppa insistenza.[fonte 21]
To attempt to get at the foundations is to try to recover consciousness about things that have passed into the unconscious stage; it is pretty sure to disturb and derange those who try it on too much. (The Foundations of Morality, III)
  • [...] quando l'uomo onesto rinnega le azioni oneste che ha compiuto e agisce contro la giustizia e contro la legge, si riscontrerà che in generale avrà guadagnato in simpatia quello che ha perso in santità.[fonte 21]
[...] when the righteous man turneth away from his righteousness that he hath committed and doeth that which is neither quite lawful nor quite right, he will generally be found to have gained in amiability what he has lost in holiness. (Counsels of Imperfection)
It is as immoral to be too good as to be too anything else. (Counsels of Imperfection)
  • Dio fa pagare le virtù dei padri ai figli fino alla terza e alla quarta generazione.[fonte 21]
Truly he visiteth the virtues of the fathers upon the children unto the third and fourth generation. (Counsels of Imperfection)
  • Tutto quello che si può dire a vantaggio della virtù è che vi è una considerevole propensione in suo favore, e che è meglio stare dalla sua parte che contro di lei, ma a volte l'accesso alla virtù può essere nocivo. Se vuoi capire la virtù non devi essere immune dal vizio, perché l'uomo realmente virtuoso, che è in perfetto stato di grazia, è virtuoso solo inconsciamente e senza rendersene conto. A meno che un uomo non sia totalmente virtuoso, sarà in parte vizioso. La virtù è, per così dire, il riposo del sonno o della morte; il vizio è il risveglio della conoscenza del bene e del male, senza la quale non vi è vita degna di questo nome.[fonte 22]
The most that can be said for virtue is that there is a considerable balance in its favour, and that it is a good deal better to be for it than against it; but it lets people in very badly sometimes. If you wish to understand virtue you must be sub-vicious; for the really virtuous man, who is fully under grace, will be virtuous unconsciously and will know nothing about it. Unless a man is out-and-out virtuous he is sub-vicious. Virtue is, as it were, the repose of sleep or death. Vice is the awakening to the knowledge of good and evil—without which there is no life worthy of the name (Counsels of Imperfection)
  • Non esiste una conoscenza del bene senza una corrispondente conoscenza del male; ecco perché ogni nazione ha i suoi dèi e i suoi demoni, e li onora con servile riguardo. Dio senza il diavolo muore, perché rimane solo.[fonte 23]
There is no knowledge of good without a knowledge of evil also, and this is why all nations have devils as well as gods, and regard them with sneaking kindness. God without the devil is dead, being alone. (Counsels of Imperfection)
  • Per quelli che non sono obbligati a logorarsi sul lavoro – e ci sono molti che si ammazzano di lavoro per la pura incapacità di frenare questa loro passione che li domina come la brama dell'alcol domina l'ubriaco – l'eccesso è tanto immorale nel lavoro quanto nel bere o nel mangiare.[fonte 24]
In the case of those who are not forced to over-work themselves—and there are many who work themselves to death from mere inability to restrain the passion for work, which masters them as the craving for drink masters a drunkard—over-work in these cases is as immoral as over-eating or drinking. (Physical Excellence)
  • Il mondo riesce a fatica a rinunciare a tutti i vizi che da tempo si sono ampiamente insediati tra le popolazioni civili. Questi vizi devono avere qualche attrattiva pur nella loro deformità.[fonte 23]
The world can ill spare any vice which has obtained long and largely among civilised people. Such a vice must have some good along with its deformities. (Vice and Virtue, I)
  • La più sincera virtù ha sempre teso all'eccesso piuttosto che all'ascetismo: cosa comprensibile e verificabile, dato che anche la virtù si farà i suoi calcoli delle probabilità, e terrà quindi conto dell'eventualità di non venire identificata. La virtù sa bene che è impossibile procedere senza compromessi e, per così dire, si accorda un mezzo tono più in su in modo da preparare una caduta durante l'esecuzione.[fonte 25]
The truest virtue has ever inclined toward excess rather than asceticism; that she should do this is reasonable as well as observable, for virtue should be as nice a calculator of chances as other people and will make due allowance for the chance of not being found out. Virtue knows that it is impossible to get on without compromise, and tunes herself, as it were, a trifle sharp to allow for an inevitable fall in playing. (Vice and Virtue, I)
  • Gli estremi di vizio e virtù sono parimenti detestabili: la virtù assoluta certamente uccide un uomo quanto il vizio assoluto, per non parlare poi dei suoi tedi e delle sue pomposità.[fonte 25]
The extremes of vice and virtue are alike detestable; absolute virtue is as sure to kill a man as absolute vice is, let alone the dullnesses of it and the pomposities of it. (Vice and Virtue, II)
  • Dio non vuole che la gente sia troppo buona. Non gli va giù. Gli piace che non sia né troppo buona né troppo cattiva; ma, ai suoi occhi, è più veniale la tendenza all'eccesso di cattiveria che la tendenza all'eccesso di bontà.[fonte 26]
God does not intend people, and does not like people, to be too good. He likes them neither too good nor too bad, but a little too bad is more venial with him than a little too good. (Vice and Virtue, III)
  • Se la virtù potesse sempre avere la meglio, sarebbe insopportabile, come succede generalmente con le fazioni dominanti. La funzione del vizio è proprio quella di contenere la virtù entro limiti ragionevoli.[fonte 27]
If virtue had everything her own way she would be as insufferable as dominant factions generally are. It is the function of vice to keep virtue within reasonable bounds. (Vice and Virtue, V)
  • Finora la virtù non è mai stata adeguatamente rappresentata da nessuno che potesse rivendicare di essere considerato virtuoso. È il sub-vizioso che capisce meglio la virtù. Che i viziosi si limitino a descrivere, cosa che riescono a fare abbastanza bene.[fonte 27]
Virtue has never yet been adequately represented by any who have had any claim to be considered virtuous. It is the sub-vicious who best understand virtue. Let the virtuous people stick to describing vice—which they can do well enough. (Vice and Virtue, VI)
  • La moralità entra in gioco a seconda che il piacere preceda o segua il malessere. Così, è immorale ubriacarsi perché il mal di testa segue l'atto del bere, ma se il mal di testa venisse prima e l'ubriachezza poi, ubriacarsi sarebbe morale.[fonte 21]
Morality turns on whether the pleasure precedes or follows the pain. Thus, it is immoral to get drunk because the headache comes after the drinking, but if the headache came first, and the drunkenness afterwards, it would be moral to get drunk. (Morality)
  • Senza dubbio ogni scoperta, ogni tipo di cambiamento è immorale, poiché tende a sconvolgere la mente degli uomini e quindi i loro costumi, e quindi la loro morale, che è quello che resta dei loro mores o costumi. Ne dovrebbe conseguire che non c'è nulla di così assolutamente morale quanto la stagnazione, a parte il fatto che se fosse perfetta distruggerebbe qualsivoglia costumanza. Così ci deve sempre essere immoralità nella moralità e moralità nell'immoralità. Perché ci sarà qualcosa del costume legittimo e abituale anche nelle cose più inusuali e detestabili che si possano fare.[fonte 28]
Every discovery and, indeed, every change of any sort is immoral, as tending to unsettle men's minds, and hence their custom and hence their morals, which are the net residuum of their "mores" or customs. Wherefrom it should follow that there is nothing so absolutely moral as stagnation, except for this that, if perfect, it would destroy all mores whatever. So there must always be an immorality in morality and, in like manner, a morality in immorality. For there will be an element of habitual and legitimate custom even in the most unhabitual and detestable things that can be done at all. (Change and Immorality)
  • Se un uomo non riesce a procurarsi altro cibo, è più naturale per lui uccidere un altro essere umano e mangiarlo che morire di fame; il nostro orrore è dovuto soprattutto alle circostanze che rendono quest'azione naturale più che al cannibalismo stesso.[fonte 29]
If a man can get no other food it is more natural for him to kill another man and eat him than to starve. Our horror is rather at the circumstances that make it natural for the man to do this than at the man himself. (Abnormal Developments)
  • Penso che derivi più infelicità dalla famiglia che da qualsiasi altra fonte. Intendo, cioè, dal tentativo di prolungare a sproposito i legami familiari e di tenere insieme artificiosamente delle persone che per natura non legherebbero mai. Questo errore non è tanto grave tra le classi inferiori, ma ne uccide in gran quantità, quotidianamente, tra le classi medie e alte. E non piace né ai vecchi né ai giovani.[fonte 30]
I believe that more unhappiness comes from this source than from any other—I mean from the attempt to prolong family connection unduly and to make people hang together artificially who would never naturally do so. The mischief among the lower classes is not so great, but among the middle and upper classes it is killing a large number daily. And the old people do not really like it much better than the young. (The Family, I)
  • Vi è una religione i cui seguaci possano essere indicati come nettamente più amabili e degni di fiducia di quelli di ogni altra? Se fosse così, questo risolverebbe il problema.[fonte 31]
Is there any religion whose followers can be pointed to as distinctly more amiable and trustworthy than those of any other? If so, this should be enough. I find the nicest and best people generally profess no religion at all, but are ready to like the best men of all religions. (Religion)
These are reconciled in amiable and sensible people but nowhere else. (Science and Religion)
  • Una morte fatta con stile, in modo lussuoso, è una delle cose più dispendiose a cui un uomo possa indulgere. Morire con tutti i confort costa un sacco di soldi a meno che uno non si spenga alla svelta.[fonte 33]
Death in anything like luxury is one of the most expensive things a man can indulge himself in. It costs a lot of money to die comfortably, unless one goes off pretty quickly. (A Luxurious Death)
  • Le perdite di denaro sono le peggiori, la perdita della salute viene subito dopo e la perdita della buona reputazione è solo in terza posizione. Il resto è uno scherzo, purché non si tocchino i soldi, la salute e la reputazione.[fonte 34]
Money losses are the worst, loss of health is next worst and loss of reputation comes in a bad third. All other things are amusements provided money, health and good name are untouched. (Money, Health and Reputation)

Capitolo III, The Germs of Erewhon and of Life and Habit

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  • Le principali specie e sottospecie della razza umana non vanno cercate fra i negri, i Circassi, i Malesi o gli aborigeni americani, ma fra i ricchi e i poveri. La differenza di organizzazione fisica fra le due specie di uomini è molto più grande di quella che esiste fra le cosiddette razze dell'umanità. Il ricco può andare da qui in Inghilterra quando ne ha voglia, mentre un'invisibile fatalità impedisce alle gambe dell'altro di trasportarlo oltre certi angusti confini.[fonte 35]
[...] the principal varieties and sub-varieties of the human race are not now to be looked for among the negroes, the Circassians, the Malays, or the American aborigines, but among the rich and the poor. The difference in physical organisation between these two species of man is far greater than that between the so-called types of humanity. The rich man can go from here to England whenever he feels so inclined. The legs of the other are by an invisible fatality prevented from carrying him beyond certain narrow limits. (da un articolo del 29 luglio 1985; riportato in Lucubratio Ebria)
  • [...] ai nervi o ai tessuti, o a tutto quello che risponda al timone del desiderio di un uomo ricco, può collegarsi tutto un esercito di arti, visibili e invisibili.[fonte 35]
For to the nerves or tissues, or whatever it be that answers to the helm of a rich man’s desires, there is a whole army of limbs seen and unseen attachable. (da un articolo del 29 luglio 1985; riportato in Lucubratio Ebria)

Capitolo IV, Memory and Design

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  • Essere significa pensare ed essere pensabile. Vivere significa pensare continuamente e ricordare di averlo fatto.[fonte 36]
To be is to think and to be thinkable. To live is to continue thinking and to remember having done so. (Memory, II)
  • La memoria sta alla mente come la viscosità sta al protoplasma: dà al pensiero una tenacità – è una specie di pied-à-terre dal quale può partire e senza il quale rimane immobile. Infatti il pensiero e la memoria sono inseparabili. Niente pensiero, niente memoria; e niente memoria, niente pensiero. Siccome il pensiero conscio e la memoria conscia sono funzioni l'uno dell'altra, lo stesso vale per il pensiero inconscio e per la memoria inconscia. La memoria inconscia è, per così dire, il corpo del pensiero; ed è attraverso la memoria che il corpo e la mente sono legati assieme nel ritmo e nelle vibrazioni.[fonte 36]
Memory is to mind as viscosity is to protoplasm, it gives a tenacity to thought—a kind of pied à terre from which it can, and without which it could not, advance. Thought, in fact, and memory seem inseparable; no thought, no memory; and no memory, no thought. And, as conscious thought and conscious memory are functions one of another, so also are unconscious thought and unconscious memory. Memory is, as it were, the body of thought, and it is through memory that body and mind are linked together in rhythm or vibration [...]. (Memory, II)

Capitolo V, Vibrations

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  • L'azione è il processo mentale, si materializza, e con cui la sostanza, che è materiale, si mentalizza. È come il tempo presente, che unisce il tempo passato a quello futuro, ed è il solo che valga la pena di considerare, anche se è il solo tempo che non abbia una vera e propria esistenza.[fonte 37]
Action is the process whereby thought, which is mental, is materialised and whereby substance, which is material, is mentalised. It is like the present, which unites times past and future and which is the only time worth thinking of and yet is the only time which has no existence. (The Universal Substance, I)
  • L'azione è il punto di congiungimento tra il cambiamento corporeo, visibile o almeno percettibile, e la modificazione mentale, che è sempre invisibile se non quando si rivela nell'azione. Così l'azione è il segno materiale di certi stati mentali. Traduce il pensiero in un corrispondente mutamento corporeo.[fonte 37]
The action is the point of juncture between bodily change, visible and otherwise sensible, and mental change which is invisible except as revealed through action. So that action is the material symbol of certain states of mind. It translates the thought into a corresponding bodily change. (The Universal Substance, I)

Capitolo VI, Mind and Matter

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  • Il sentimento è un'arte e, come ogni altra arte, la si può acquisire con l'applicazione. L'analogia fra i sentimenti e le parole è molto stretta. Entrambi hanno il loro fondamento nella volontà e si basano ampiamente su convenzioni. Come non dovremmo farci governare dai sentimenti. I sentimenti possono ingannarci, possono mentire, possono essere usati in modi innaturali e artificiali, possono essere forzati, possono traviarci, ma possono anche essere controllati.[fonte 38]
Feeling is an art and, like any other art, can be acquired by taking pains. The analogy between feelings and words is very close. Both have their foundation in volition and deal largely in convention; as we should not be word-ridden so neither should we be feeling-ridden; feelings can deceive us; they can lie; they can be used in a non-natural, artificial sense; they can be forced; they can carry us away; they can be restrained. (Feeling)
  • Lo stomaco sano è squisitamente conservatore. Pochi radicali hanno una buona digestione.
The healthy stomach is nothing if not conservative. Few radicals have good digestions. (Indigestion)

Capitolo VII, On the Making of Music, Pictures and Books

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  • Noi chiediamo alle parole più di quello che possono fare. Quello che cerchiamo di fare con le parole è molto simile al tentativo di aggiustare un orologio con un piccone, o dipingere una miniatura con uno strofinaccio. Noi pretendiamo che le parole ci aiutino ad afferrare e analizzare quello che nella sua estrema essenza è inafferrabile come un'ombra. Eppure eccole lì: dobbiamo trovare una forma di coabitazione con loro, ed è saggio trattarle da buone vicine e farne l'uso migliore, non il peggiore. Ma sono le ultime arrivate in confronto al pensiero e all'azione. Quello che dovremmo leggere non sono tanto le parole, ma l'uomo di cui intuiamo l'esistenza al di là delle parole stesse.[fonte 39]
We want words to do more than they can. We try to do with them what comes to very much like trying to mend a watch with a pickaxe or to paint a miniature with a mop; we expect them to help us to grip and dissect that which in ultimate essence is as ungrippable as shadow. Nevertheless there they are; we have got to live with them, and the wise course is to treat them as we do our neighbours, and make the best and not the worst of them. But they are parvenu people as compared with thought and action. What we should read is not the words but the man whom we feel to be behind the words. (Thought and Word, V)
  • Le parole impediscono e uccidono la perfetta formulazione del pensiero, o ne vengono uccise. Ma sono come impalcature, utili, se non indispensabili, per lavorare su un pensiero imperfetto e collaborare a renderlo perfetto.[fonte 39]
Words impede and either kill, or are killed by, perfect thought; but they are, as a scaffolding, useful, if not indispensable, for the building up of imperfect thought and helping to perfect it. (Thought and Word, VI)
  • Le parole sono come i soldi: non c'è niente di più inutile se non quando si usano.[fonte 39]
Words are like money; there is nothing so useless, unless when in actual use. (Thought and Word, VIII)
  • Le idee sono come ombre – sembrano salde finché non cerchiamo di afferrarle.[fonte 37]
They are like shadows—substantial enough until we try to grasp them. (Ideas)
  • Il fatto che ogni stato mentale si intensifichi nell'espressione è tutt'uno col fatto che nessuna cosa ha di per sé una sua esistenza se non nel momento in cui la si esprime.[fonte 39]
The fact that every mental state is intensified by expression is of a piece with the fact that nothing has any existence at all save in its expression. (Expression)
  • La regola dovrebbe essere di non imparare una cosa finché non si è assolutamente certi che entro breve tempo se ne sentirà tanto il bisogno da non poterne più fare a meno.[fonte 40]
The rule should be never to learn a thing till one is pretty sure one wants it, or that one will want it before long so badly as not to be able to get on without it. (Knowledge is Power)
  • Nell'arte, non cercare mai di scoprire o di imparare niente se non dopo che l'ignoranza di una determinata cosa ti abbia tormentato per qualche tempo. Solo allora te la ricorderai, ma solo in questo caso.[fonte 41]
In art, never try to find out anything, or try to learn anything until the not knowing it has come to be a nuisance to you for some time. Then you will remember it, but not otherwise. (Agonising)
  • La mente di ogni uomo è una terra che gli è incognita, tanto che non c'è motivo di affannarsi a elaborare progetti di avventura per accedere a paesi inesplorati. Per raggiungerli non c'è bisogno di andare lontano: come il Regno dei Cieli, questi paesi sono dentro di noi.[fonte 42]
Each man’s mind is an unknown land to himself, so that we need not be at such pains to frame a mechanism of adventure for getting to undiscovered countries. We have not far to go before we reach them. They are, like the Kingdom of Heaven, within us. (Imaginary Countries)
  • Lo stile di un uomo in qualsiasi arte dovrebbe essere come il suo abito: attirare meno attenzione possibile.[fonte 7]
A man's style in any art should be like his dress—it should attract as little attention as possible. (A Man's Style)
  • Non sono io che faccio libri, sono loro che crescono; vengono da me e insistono per essere scritti a modo loro.[fonte 43]
I never make them: they grow; they come to me and insist on being written, and on being such and such. (My Books)
  • I critici generalmente diventano tali non in virtù della loro predisposizione a questo compito, ma per la loro incapacità di fare qualunque altra cosa. I libri dovrebbero essere processati da un giudice e dai giurati come se fossero dei crimini, e bisognerebbe ascoltare le argomentazioni di entrambe le parti.[fonte 44]
Critics generally come to be critics by reason not of their fitness for this but of their unfitness for anything else. Books should be tried by a judge and jury as though they were crimes, and counsel should be heard on both sides. (Criticism)
  • Un grande ritratto è sempre un ritratto del pittore più che un ritratto del modello.[fonte 45]
A great portrait is always more a portrait of the painter than of the painted. (Portraits)
  • Quando un uomo ha dei dubbi su quello che deve scrivere, gli sarà utile chiedersi cosa diranno le sue parole di lì a cent'anni.[fonte 44]
When a man is in doubt about this or that in his writing, it will often guide him if he asks himself how it will tell a hundred years hence. (Writing for a Hundred Years Hence)

Capitolo VIII, Handel and Music

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  • Se leghi le mani a Händel impedendogli di rendere le emozioni umane, e liberi Bach non dandogli nessuna emozione umana da interpretare – se, di fatto, privi Händel delle sue possibilità mentre togli a Bach le sue difficoltà – i due potranno competere in qualche modo, ma Händel ne uscirà comunque vittorioso. Altrimenti è assurdo concedere a Bach di entrare in lizza.[fonte 46]
If you tie Handel's hands by debarring him from the rendering of human emotion, and if you set Bach's free by giving him no human emotion to render—if, in fact, you rob Handel of his opportunities and Bach of his difficulties—the two men can fight after a fashion, but Handel will even so come off victorious. Otherwise it is absurd to let Bach compete at all. (Handel and Bach, I)
  • Bach viene considerato un musicista più profondo di Händel in virtù della sua frequente e più involuta complessità di composizione. In realtà Händel era abbastanza profondo da evitare l'uso selvaggio del contrappunto cui ricorreva istintivamente Bach, ma sapeva bene che l'opinione pubblica avrebbe certamente considerato Bach al suo livello, se non addirittura superiore. È probabilmente per questo che Händel era diffidente nei confronti di Bach.[fonte 46]
[...] Bach is esteemed a more profound musician than Handel in virtue of his frequent and more involved complexity of construction. In reality Handel was profound enough to eschew such wildernesses of counterpoint as Bach instinctively resorted to, but he knew also that public opinion would be sure to place Bach on a level with himself, if not above him, and this probably made him look askance at Bach. (Handel and Bach, I)
  • Solo un grande compositore come Händel – o qualcuno di altrettanto grande, se fosse possibile trovarlo – può anche essere, spesso, facilmente e trionfalmente banale. Così come ci vuole – o piuttosto ci vorrebbe – un compositore all'altezza di Händel per scrivere un altro coro dell'Alleluia. Solo chi è capace di tanto potrà con trattare con facilità anche situazioni banali come fa Händel. Händel è così grande e così semplice che solo un musicista di professione può essere incapace di capirlo.[fonte 46]
It takes as great a composer as Handel—or rather it would take as great a composer if he could be found—to be able to be as easily and triumphantly commonplace as Handel often is, just as it takes—or rather would take—as great a composer as Handel to write another Hallelujah chorus. It is only the man who can do the latter who can do the former as Handel has done it. Handel is so great and so simple that no one but a professional musician is unable to understand him. (Handel's Commonplaces)
  • L'onestà non consiste nel non rubare mai, ma nel sapere quando smettere di rubare e come fare buon uso di quanto si è rubato. Solo i grandi possidenti sanno rubare con garbo e a tempo. Un buon ladro, che utilizza bene quel che prende, è ipso facto un buon inventore. Meglio un uomo che sappia usare bene quello che è stato fatto da altri che due modesti e indipendenti inventori.[fonte 47]
Honesty consists not in never stealing but in knowing where to stop in stealing, and how to make good use of what one does steal. It is only great proprietors who can steal well and wisely. A good stealer, a good user of what he takes, is ipso facto a good inventor. Two men can invent after a fashion to one who knows how to make the best use of what has been done already. (Honesty)
If Bach wriggles, Wagner writhes. (Musical Criticism)
  • Nei libri è facile nominare i morti dimenticati cui siamo debitori, ed è possibile riconoscere apertamente il debito in qualsiasi momento e dovunque se ne presenti l'occasione. Più uno scrittore è originale, maggiore sarà il piacere che proverà nel richiamare l'attenzione sull'opera dimenticata di chi l'ha preceduto. Le convenzioni della pittura e della musica, tuttavia, pur ammettendo il prestito non meno liberamente della letteratura, non consentono una palese dichiarazione della fonte.[fonte 48]
In books it is easy to make mention of the forgotten dead to whom we are indebted, and to acknowledge an obligation at the same time and place that we incur it. The more original a writer is, the more pleasure will he take in calling attention to the forgotten work of those who have gone before him. The conventions of painting and music, on the other hand, while they admit of borrowing no less freely than literature does, do not admit of acknowledgement; [...]. (On Borrowing in Music)
  • Per una vasta percentuale del suo lavoro nessun musicista può essere originale. [...] è sorprendente quanta parte anche della musica più originale consista di passaggi, scale e cadenze comuni.[fonte 49]
Indeed no musician can be original in respect of any large percentage of his work. [...] it is surprising how large a part even of the most original music consists of common form scale passages, and closes. (On Borrowing in Music)
[...] the history of art is the history of revivals. (Anachronism)

Capitolo IX, A Painter's Views on Painting

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Le vacanze di Mr Heatherley (S. Butler, 1874)
  • Gli antichi maestri insegnavano non per il gusto di insegnare; né per l'idea, allora inesistente, di servire la causa dell'arte; non perché i genitori degli allievi li pagassero per insegnare. [...] I maestri prendevano dei discepoli a cui insegnare perché c'era più lavoro di quanto riuscissero a fare da soli e avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse.[fonte 45]
The old masters taught, not because they liked teaching, nor yet from any idea of serving the cause of art, nor yet because they were paid to teach by the parents of their pupils. [...] The masters took pupils and taught them because they had more work to do than they could get through and wanted some one to help them. (The Old Masters and Their Pupils)
  • Disegnare dal vero è come cercare di mettere un pizzico di sale sulla coda della natura. Eppure c'è chi ci riesce molto bene.[fonte 50]
Sketching from Nature is very like trying to put a pinch of salt on her tail. And yet many manage to do it very nicely. (Sketching from Nature)
  • I pittori dovrebbero ricordare che l'occhio, di norma, è un organo buono, semplice, credulone – sempre pronto a prendere per vero tutto quello che gli viene detto con piglio e fermezza.[fonte 50]
Painters should remember that the eye, as a general rule, is a good, simple, credulous organ—very ready to take things on trust if it be told them with any confidence of assertion. (The Credulous Eye)
  • Dopo aver cercato, per tanti anni, di diventare accurati, dobbiamo passarne molti altri a scoprire quando e come essere inaccurati.[fonte 51]
After having spent years striving to be accurate, we must spend as many more in discovering when and how to be inaccurate. (Accuracy)
  • Pensate a una vostra opera e consideratela con l'occhio con cui giudichereste l'opera di un vostro rivale. Se la guardate per ammirarla siete persi.[fonte 50]
Think of and look at your work as though it were done by your enemy. If you look at it to admire it you are lost. (Improvement in Art)
  • Si può affinare la propria mano a seconda di come si giudica il proprio lavoro. Chi lo osserva per trovarne difetti, li trova e li corregge. Chi lo osserva per trovarne i pregi, li trova e non migliora. Non si può considerare un'opera perfetta e perfettibile allo stesso tempo.[fonte 52]
Improvement in one's painting depends upon how we look at our work. If we look at it to see where it is wrong, we shall see this and make it righter. If we look at it to see where it is right, we shall see this and shall not make it righter. We cannot see it both wrong and right at the same time. (Improvement in Art)
A man cannot be a great colourist unless he is a great deal more. A great colourist is no better than a great wordist unless the colour is well applied to a subject which at any rate is not repellent. (Words and Colour)

Capitolo X, The Position of a Homo Unius Libri

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If I die prematurely, at any rate I shall be saved from being bored by my own success. (Compensation)
  • Stavo completando l'acquisto di alcune piccole case a Lewisham e dovevo firmare con il mio nome. Il venditore, vedendo solo il nome e non conoscendo nessuno dei miei libri, mi disse, piuttosto sgarbatamente, ma senza voler dire alcun male:
    "Hai scritto libri come Hudibras?[4]
    Dissi prontamente: "Certo, Erewhon è un libro buono quanto Hudibras."
    Si stava facendo troppo dura per lui, così ha pensato che non avessi sentito bene e ha ripetuto la sua domanda. Ho risposto di nuovo come prima e lui si è zittito. Gli ho inviato una copia di Erewhon subito dopo averlo completato. È stato un discorso piuttosto alto da parte mia, lo ammetto, ma non avrebbe dovuto sfidarmi senza essere stato provocato.
I was completing the purchase of some small houses at Lewisham and had to sign my name. The vendor, merely seeing the name and knowing none of my books, said to me, rather rudely, but without meaning any mischief:
"Have you written any books like Hudibras?"
I said promptly: "Certainly; Erewhon is quite as good a book as Hudibras." This was coming it too strong for him, so he thought I had not heard and repeated his question. I said again as before, and he shut up. I sent him a copy of Erewhon immediately after we had completed. It was rather tall talk on my part, I admit, but he should not have challenged me unprovoked.
(Hudibras and Erewhon)
  • [...] per ogni uomo di merito trascurato, incaricano di coccolare una dozzina di sciocchi, per rimorso. Il genio, dicono, indossa sempre un mantello invisibile; questi uomini indossano mantelli invisibili, quindi sono dei geni; e li lusinga pensare di poter vedere più dei loro vicini. La negligenza di un uomo come l'autore di Hudibras[4] è compensata dalle carezze di una dozzina di altri che sarebbero i primi ad avventarsi sull'autore di Hudibras se tornasse in vita. Il cielo non voglia che io mi paragoni all'autore di Hudibras, [...].
[...] they set people on to pamper a dozen fools for each neglected man of merit, out of compunction. Genius, they say, always wears an invisible cloak; these men wear invisible cloaks—therefore they are geniuses; and it flatters them to think that they can see more than their neighbours. The neglect of one such man as the author of Hudibras is compensated for by the petting of a dozen others who would be the first to jump upon the author of Hudibras if he were to come back to life. Heaven forbid that I should compare myself to the author of Hudibras, [...]. (Myself and My Books)
  • La sincerità, o onestà, è una forma di virtù bassa e alquanto rudimentale, che si riscontra in considerevole misura solo tra i protozoi.[fonte 54]
Sincerity or honesty is a low and very rudimentary form of virtue that is only to be found to any considerable extent among the protozoa. (Hoodwinking the Public)
  • L'uomo adulto è composto di menzogne e inganni che sono per lui come l'aria che respira.[fonte 54]
The full-grown man is compacted of lies and shams which are to him as the breath of his nostrils. (Hoodwinking the Public)
  • Gli argomenti sono come armi da fuoco che un uomo può tenere in casa, ma che non dovrebbe portare in giro.
Arguments are like fire-arms which a man may keep at home but should not carry about with him. (The Art of Propagating Opinion)
  • Sarebbe un grosso guaio se il vero umorismo fosse più popolare – o meglio, più facilmente riconoscibile, perché di fatto l'umorismo è più diffuso della capacità di riconoscerlo. Metterebbe continuamente dei bastoni fra le ruote.[fonte 55]
What a frightful thing it would be if true humour were more common or, rather, more easy to see, for it is more common than those are who can see it. It would block the way of everything. (Humour)
  • L'espressione «umorismo inconscio» è l'unico contributo che ho portato alla letteratura corrente.[fonte 55]
The phrase "unconscious humour" is the one contribution I have made to the current literature of the day. (Myself and "Unconscious Humour")

Capitolo XI, Cash and Credit

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  • La stupidità è molto più forte del genio perché è quantitativamente più consistente, meglio organizzata e più compatta al suo interno. Ecco perché un vulcano nel circolo polare è impotente rispetto al ghiaccio.[fonte 56]
Dullness is so much stronger than genius because there is so much more of it, and it is better organised and more naturally cohesive inter se. So the arctic volcano can do no thing against arctic ice. (Genius, IV)
  • Più conosco il mondo, più scopro che la maggior parte di quello che si fa e si scrive, per una necessità ineluttabile, è di natura effimera e svanirà molto in fretta.[fonte 57]
The more I see of the world, the more necessary I see it to be that by far the greater part of what is written or done should be of so fleeting a character as to take itself away quickly. (Genius and Providence)
  • Le scuole e le università non sono concepite per portare alla luce e coltivare il genio. Il genio è una scocciatura, ed è dovere delle scuole e delle università debellarlo, disseminando lungo il suo percorso apposite trappole.[fonte 57]
Schools and colleges are not intended to foster genius and to bring it out. Genius is a nuisance, and it is the duty of schools and colleges to abate it by setting genius-traps in its way. (Genius and Providence)
  • L'arte del coprire è importante e interessante quanto l'arte dello s-coprire. La gloria di liberarsi di una questione annosa e spinosa, seppellendola, è certamente pari a quella che segue un'importante scoperta.[fonte 58]
This is as important and interesting as Dis-covery. Surely the glory of finally getting rid of and burying a long and troublesome matter should be as great as that of making an important discovery. (The Art of Covery)

Capitolo XII, The Enfant Terrible of Literature

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  • Come se una canzone piena di vero sentimento potesse essere priva di valore artistico.[fonte 48]
[...] as though a song which was full of genuine feeling could by any possibility be without artistic merit. (Genuine Feeling)
  • Versificare è la forma più bassa di poesia, e l'ultima cosa che un grande poeta farebbe al giorno d'oggi è scrivere versi.[fonte 59]
Versifying is the lowest form of poetry; and the last thing a great poet will do in these days is to write verses. (Verse)
  • Se neanche Shakespeare, col suo magico nome, per non parlare della grande bellezza di certi passi, riesce a riconciliarci (e molti sono d'accordo con me) con i versi, e specialmente con i versi rimati, come mezzo di espressione sostenuta, chi altri potrà mai farlo? Mi sembra che un sonetto dovrebbe essere la massima lunghezza concessa a un componimento in versi rimati.[fonte 59]
If, then, the magic of Shakespeare's name, let alone the great beauty of occasional passages, cannot reconcile us (for I find most people of the same mind) to verse, and especially rhymed verse as a medium of sustained expression, what chance has any one else? It seems to me that a sonnet is the utmost length to which a rhymed poem should extend. (Verse)
  • [...] nessun giovane principe in nessuna favola ha mai scoperto una principessa invisibile, così ben nascosta dietro una siepe di stupidità o così profondamente addormentata, come Nausicaa quando l'ho destata e ho salutato in lei l'autrice dell'Odissea. E non mi è stato difficile farlo – è bastato presentarmi alla porta principale e suonare il campanello.[fonte 60]
Still no young prince in a fairy story ever found an invisible princess more effectually hidden behind a hedge of dullness or more fast asleep than Nausicaa was when I woke her and hailed her as Authoress of the Odyssey. And there was no difficulty about it either—all one had to do was to go up to the front door and ring the bell. (Nausicaa and Myself)
  • I commentatori di Omero sono stati ciechi così a lungo che per loro non c'era niente da fare e hanno voluto accecare anche Omero. Hanno trasferito la loro cecità al poeta.[fonte 60]
Homeric commentators have been blind so long that nothing will do for them but Homer must be blind too. They have transferred their own blindness to the poet. (Homer and his Commentators)

Capitolo XIII, Unprofessional Sermons

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  • [...] più il nostro amore è profondo, meno lo percepiamo come tale.[fonte 61]
[...]the more profound our love is the less we are conscious of it as love. (Loving and Hating)
  • D'altra parte, niente ci ispira minore affetto di un'ostrica. A chi verrebbe voglia di stringerla, coccolarla e baciarla? Eppure niente ci può soddisfare fino in fondo se non l'assorbiamo completamente nel nostro organismo.[fonte 62]
What, on the other hand, can awaken less consciousness of warm affection than an oyster? Who would press an oyster to his heart, or pat it and want to kiss it? Yet nothing short of its complete absorption into our own being can in the least satisfy us. (Loving and Hating)
  • L'amore, come ogni dessert, si giudica dunque solo nell'atto di mangiare e con questa prova vedremo che la consapevolezza dell'amore, come ogni altra consapevolezza, svanirà nel diventare più intensa.[fonte 62]
The proof of love, then, like that of any other pleasant pudding, is in the eating, and tested by this proof we see that consciousness of love, like all other consciousness vanishes on becoming intense. (Loving and Hating)
  • Le cose che odiamo veramente ci nauseano e usiamo questa espressione per manifestare l'odio più profondo di cui la nostra natura è capace; ma, se sentiamo di odiare, il nostro odio è di fatto lieve e inoffensivo.[fonte 62]
When we really hate a thing it makes us sick, and we use this expression to symbolise the utmost hatred of which our nature is capable; but when we know we hate, our hatred is in reality mild and inoffensive. (Loving and Hating)
  • Gli italiani, e forse i francesi, valutano prima se una cosa gli piaccia o se hanno voglia di farla e poi se, nel complesso, potrà fargli del male. Gli inglesi, e forse i tedeschi, valutano prima se una cosa dovrebbe piacergli e spesso non giungono mai alla domanda se gli piaccia davvero e se potrà fargli male. C'è molto da dire su entrambi i sistemi, ma suppongo che sia meglio combinarli il più possibile.
Italians, and perhaps Frenchmen, consider first whether they like or want to do a thing and then whether, on the whole, it will do them any harm. Englishmen, and perhaps Germans, consider first whether they ought to like a thing and often never reach the questions whether they do like it and whether it will hurt. There is much to be said for both systems, but I suppose it is best to combine them as far as possible. (Italians and Englishmen)
  • L'accusa più grande che si può rivolgere a un uomo è di non dar sufficiente valore al piacere, e il più grande segno di stupidità nell'uomo è la pretesa di poter dire, immediatamente e senza difficoltà, ciò che gli procura piacere. Conoscere il proprio piacere non è facile, e la forma più alta e più trascurata di tutte le arti e di tutti i rami dell'educazione è il modo di migliorare questa conoscenza.[fonte 63]
One can bring no greater reproach against a man than to say that he does not set sufficient value upon pleasure, and there is no greater sign of a fool than the thinking that he can tell at once and easily what it is that pleases him. To know this is not easy, and how to extend our knowledge of it is the highest and the most neglected of all arts and branches of education. (On Knowing what Gives us Pleasure, I)
  • Ci sono uomini così ignoranti e incuranti del loro piacere che non si può nemmeno dire che siano realmente nati come esseri viventi.[fonte 1]
There are some men so ignorant and careless of what gives them pleasure that they cannot be said ever to have been really born as living beings at all. (On Knowing what Gives us Pleasure, I)
  • Il tormento della morte sta nella conoscenza di quando e come verrà.[fonte 64]
The sting of death is in foreknowledge of the when and the how. (Prayer, I)

Capitolo XIV, Higgledy-Piggledy

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  • Tutti dovremmo avere un cestino mentale per rifiuti e, più invecchiamo, più cose dovremmo gettarci, ridotte in frammenti irrecuperabili.[fonte 42]
Every one should keep a mental waste-paper basket and the older he grows the more things he will consign to it—torn up to irrecoverable tatters. (Waste-Paper Baskets)
  • I miei pensieri sono come persone incontrate in un viaggio; all'inizio sembrano molto piacevoli ma, di norma, me ne stanco presto.[fonte 42]
They are like persons met upon a journey; I think them very agreeable at first but soon find, as a rule, that I am tired of them. (My Thoughts)
  • Le nostre idee sono per lo più monete false e noi passiamo una vita intera a rifilarcele a vicenda.[fonte 42]
They are for the most part like bad sixpences and we spend our lives in trying to pass them on one another. (Our Ideas)
  • Non si dovrebbe condannare un'idea solo perché un po' timida e incoerente; tutte le nuove idee sono timide alla loro prima comparsa tra le idee vecchie. Dovremmo essere pazienti e vedere se l'incoerenza tende a scomparire o a rimanere, nel qual caso è bene che ce ne liberiamo subito.[fonte 42]
An idea must not be condemned for being a little shy and incoherent; all new ideas are shy when introduced first among our old ones. We should have patience and see whether the incoherency is likely to wear off or to wear on, in which latter case the sooner we get rid of them the better. (Incoherency of New Ideas)
  • Un'attenuante per il diavolo: bisogna ricordare che abbiamo sentito solo una versione dei fatti. Dio ha scritto tutti i libri.[fonte 65][fonte 66]
It must be remembered that we have only heard one side of the case. God has written all the books. (An Apology for the Devil)
  • Non importa molto che cosa un uomo odia, purché odi qualcosa.[fonte 67]
It does not matter much what a man hates provided he hates something. (Hating)
  • Tutto è più importante di quanto pensiamo, e allo stesso tempo niente è più importante di quanto pensiamo che lo sia. Una semplice scintilla può mandare in fiamme l'Europa; ma anche se l'Europa andasse in fiamme più di venti volte, il mondo si raddrizzerebbe comunque con un colpo di coda.[fonte 68]
Everything matters more than we think it does, and, at the same time, nothing matters so much as we think it does. The merest spark may set all Europe in a blaze, but though all Europe be set in a blaze twenty times over, the world will wag itself right again. (Sparks)
  • C'è solo una cosa ancor più vana della vanità dei desideri umani: l'assenza di desideri.[fonte 51]
There is only one thing vainer and that is the having no wishes. (The Vanity of Human Wishes)
  • Il grande pregio di un cane è che puoi renderti ridicolo con lui e non solo non ti sgriderà, ma si renderà ridicolo anche lui.
The great pleasure of a dog is that you may make a fool of yourself with him and not only will he not scold you, but he will make a fool of himself too. (Dogs)
  • Definire significa rinchiudere la sconfinata foresta dell'idea entro un muro di parole.[fonte 39]
A definition is the enclosing a wilderness of idea within a wall of words. (Definitions, III)
  • Definire è un po' come grattare una parte irritata: generalmente l'irritazione peggiora.[fonte 69]
Definitions are a kind of scratching and generally leave a sore place more sore than it was before. (Definitions, IV)
  • Si possono fare delle prove per le piccole cose, ma le grandi azioni sono sempre una questione «di vita o di morte», «o la va o la spacca».[fonte 70]
Small things may be rehearsed, but the greatest are always do-or-die, neck-or-nothing matters. (Perseus and St. George)
  • Guai allo specialista che non è anche un buon generalista e guai al generalista che non è anche un po' uno specialista.[fonte 71]
Woe to the specialist who is not a pretty fair generalist, and woe to the generalist who is not also a bit of a specialist. (Specialism and Generalism)
Silence is not always tact and it is tact that is golden, not silence. (Silence and Tact)
  • «Mettersi nelle mani di Dio» è solo un modo più lungo di dire che ci si affida al caso.[fonte 73]
To put one's trust in God is only a longer way of saying that one will chance it. (Providence and Improvidence, II)
There is nothing so imprudent or so improvident as over-prudence or over-providence. (Providence and Improvidence, III)
  • Se la Provvidenza si facesse vedere, probabilmente si dimostrerebbe un personaggio abbastanza deludente: un vecchietto raggrinzito con tanto di raffreddore, naso rosso e sciarpa intorno al collo, che fischietta sulla terra appena arata o canticchia da solo mentre vagabonda da una strada all'altra, bighellonando davanti alle vetrine e alle bancarelle di libri usati.[fonte 73]
If Providence could be seen at all, he would probably turn out to be a very disappointing person—a little wizened old gentleman with a cold in his head, a red nose and a comforter round his neck, whistling o'er the furrow'd land or crooning to himself as he goes aimlessly along the streets, poking his way about and loitering continually at shop-windows and second-hand book-stalls. (Epiphany)
  • Dio è amore, oserei dire. Ma quale dannoso male è l'amore.
I dare say. But what a mischievous devil Love is! (God is Love)
  • I due sessi sono il primo – o almeno fra i primi grandi esperimenti – nella suddivisione sociale del lavoro.[fonte 74]
The sexes are the first—or are among the first great experiments in the social subdivision of labour. (Sex)
In matrimony, to hesitate is sometimes to be saved. (Marriage, II)
  • Vivere è come amare – la ragione tutta gli è ostile, e tutto l'istinto vi anela.
To live is like to love — all reason is against it, and all healthy instinct for it. (Life and Love)
  • In realtà era dannatamente contento; diceva alla gente che era dispiaciuto del fatto di non essere più dispiaciuto, e qui iniziò il primo vero dolore, perché era davvero dispiaciuto che la gente non credesse che gli dispiaceva di non essere più dispiaciuto.
He was in reality damned glad; he told people he was sorry he was not more sorry, and here began the first genuine sorrow, for he was really sorry that people would not believe he was sorry that he was not more sorry. (Sorrow within Sorrow)

Capitolo XV, Titles and Subjects

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  • Un buon titolo deve avere lo scopo di rendere il seguito praticamente superfluo per chi ha già qualche familiarità con l'argomento.[fonte 76]
A good title should aim at making what follows as far as possible superfluous to those who know anything of the subject. (Titles)
  • Il senso del tatto. Un saggio che dimostri che tutti i cinque sensi si risolvono in ultima analisi nel senso del tatto, e che mangiare è il tatto portato al suo punto estremo. Perciò esiste un solo senso, il tatto, e l'ameba l'ha già. Quando guardo un foraminifero guardo già me stesso.[fonte 77]
The Sense of Touch: An essay showing that all the senses resolve themselves ultimately into a sense of touch, and that eating is touch carried to the bitter end. So there is but one sense—touch—and the amœba has it. When I look upon the foraminifera I look upon myself. (For Unwritten Articles, Essays, Stories)

Capitolo XVII, Material for a Projected Sequel to "Alps and Sanctuaries"

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  • Il pubblico compra le opinioni come il latte, basandosi sul principio che è più a buon mercato far così che tenere una mucca. Ed è vero, ma è più probabile che il latte sia annacquato.[fonte 69]
The public buys its opinions as it buys its meat, or takes in its milk, on the principle that it is cheaper to do this than to keep a cow. So it is, but the milk is more likely to be watered. (Public Opinion)
  • Raramente gli uomini sono più banali che nelle occasioni supreme.
Men are seldom more commonplace than on supreme occasions. (Supreme Occasions)

Capitolo XIX, Truth and Convenience

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There is no such source of error as the pursuit of absolute truth. (Truth, III)
Any fool can tell the truth, but it requires a man of some sense to know how to lie well. (Falsehood, III)
I do not mind lying, but I hate inaccuracy. (Falsehood, IV)
  • Chi non sa strizzare l'occhio non sa vedere e chi non sa mentire non sa dire la verità. Così, chi non sa reprimere le sue opinioni non sa neanche esprimerle.[fonte 79]
He who knows not how to wink knows not how to see; and he who knows not how to lie knows not how to speak the truth. So he who cannot suppress his opinions cannot express them. (Falsehood, VII)
  • C'è una sorta di rispetto e di deferenza nel mentire. Ogni volta che mentiamo a qualcuno, gli facciamo il complimento di riconoscere la sua superiorità.
Lying has a kind of respect and reverence with it. We pay a person the compliment of acknowledging his superiority whenever we lie to him. (Falsehood, IX)
  • Se la verità non ci semplifica la vita, a lungo andare non è verità. Verità è solo quella che ci salva dalle difficoltà in modo più esteso e più permanente.[fonte 79]
If truth is not trouble-saving in the long run it is not truth: truth is only that which is most largely and permanently trouble-saving. (Convenience, V)
  • Non è la scoperta che un uomo abbia la capacità di mentire a incrinare la mia fiducia in lui: quello che non posso tollerare è di non poter fare affidamento sulla sua mendacità. Gli perdono le menzogne che dice, ma non posso perdonarlo di non ripetere coerentemente le stesse menzogne, o quasi, sulle stesse cose. Questo dimostra una memoria incerta, e questo è imperdonabile; oppure che dice tante bugie che gli è impossibile ricordarsele tutte.[fonte 2]
It is not, then, the discovery that a man has the power to lie that shakes my confidence in him; it is loss of confidence in his mendacity that I find it impossible to get over. I forgive him for telling me lies, but I cannot forgive him for not telling me the same lies, or nearly so, about the same things. This shows he has a slipshod memory, which is unpardonable, or else that he tells so many lies that he finds it impossible to remember all of them, [...]. (A Clergyman's Doubts)

Capitolo XX, First Principles

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  • Non solo la contraddizione in termini è ammissibile, ma non vi può essere proposizione che non ne implichi una, in misura maggiore o minore.[fonte 80]
Contradiction in terms is not only to be excused but there can be no proposition which does not more or less involve one. (Contradiction in Terms)
  • In genere, la filosofia è come rimescolare il fango o svegliare un can che dorme. È il tentativo di negare, aggirare, oppure fuggire le conseguenze dell'intrecciarsi delle radici di cose diverse tra loro.[fonte 81]
As a general rule philosophy is like stirring mud or not letting a sleeping dog lie. It is an attempt to deny, circumvent or otherwise escape from the consequences of the interlacing of the roots of things with one another. (Philosophy)
  • Finché la scienza cerca di rendere più spessa la lastra di ghiaccio su cui, come dire, pattiniamo, tutto va bene. Se cerca di trovare, o pretende di aver trovato, il terreno solido in fondo all'oceano, non va affatto bene. Il nostro compito è quello di rendere più spessa la lastra, estendendo la nostra conoscenza dai livelli superiori a quelli sottostanti, così come il ghiaccio si fa più spesso finché dura il gelo. Non dovremmo mai cercare di far gelare l'oceano dal fondo in su.[fonte 82]
If it tends to thicken the crust of ice on which, as it were, we are skating, it is all right. If it tries to find, or professes to have found, the solid ground at the bottom of the water, it is all wrong. Our business is with the thickening of this crust by extending our knowledge downward from above, as ice gets thicker while the frost lasts; we should not try to freeze upwards from the bottom. (Science; cap. XX)
  • Religione significa soltanto che una cosa è fissata così fermamente che niente può spostarla. È il tentativo di stabilire i primi principi con tale autorità che nessuno voglia riconsiderarli di testa sua e non lo sfiori mai il dubbio, neanche minimo, in questo campo. È il tentativo di fare un investimento assolutamente sicuro, ma questo investimento non può essere fatto anche se l'interesse è bassissimo – e, nel caso della religione, è il più basso possibile.[fonte 83]
A religion only means something so certainly posed that nothing can ever displace it. It is an attempt to settle first principles so authoritatively that no one need so much as even think of ever re-opening them for himself or feel any, even the faintest, misgiving upon the matter. It is an attempt to get an irrefragably safe investment, and this cannot be got, no matter how low the interest, which in the case of religion is about as low as it can be. (Religion)
  • La logica esiste solo con ciò che può essere definito a parole. Quindi non ha niente a che vedere con le più profonde questioni che trascendono le parole e la coscienza. Applicare la logica, qui, può essere tanto fuori luogo quanto trascurarla nei casi in cui sia applicabile. La difficoltà sta, come sempre, nel delimitare i confini fra le rispettive sfere di influenza.[fonte 80]
Logic has no place save with that which can be defined in words. It has nothing to do, therefore, with those deeper questions that have got beyond words and consciousness. To apply logic here is as fatuous as to disregard it in cases where it is applicable. The difficulty lies, as it always does, on the border lines between the respective spheres of influence. (Logic)
  • Le voci del buon senso e dell'alta filosofia a volte si intersecano, ma il buon senso è il canto fermo inalterabile e la filosofia è il suo contrappunto variabile.[fonte 81]
The voices of common sense and of high philosophy sometimes cross; but common sense is the unalterable canto fermo and philosophy is the variable counterpoint. (Common Sense and Philosophy)
  • C'è una sola certezza e cioè che non possiamo aver certezze; perciò, non è neanche certo che non si possa aver certezze.[fonte 80]
There is one thing certain, namely, that we can have nothing certain; therefore it is not certain that we can have nothing certain. (First Principles)

Capitolo XXI, Rebelliousness

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  • I meriti di Dio sono così grandi che non c'è da stupirsi se le sue colpe lo siano in proporzione.[fonte 84]
God's merits are so transcendent that it is not surprising his faults should be in reasonable proportion. (God and the Devil)

Capitolo XXIII, Death

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  • Non c'è nulla che allo stesso tempo abbia così tanta e così poca influenza su un uomo quanto la sua morte.
There is nothing which at once affects a man so much and so little as his own death. (The Defeat of Death)
If life must not be taken too seriously—then so neither must death. (Ignorance of Death, VI)

Capitolo XXV, Poems

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  • Si dice spesso che il più grande seccatore è il seccatore intelligente. La gente intelligente è sempre noiosa e deve esserlo. Ecco perché, forse, Shakespeare ha dovuto lasciare Londra: la gente non lo sopportava più.[fonte 56]
Clever people are always bores and always must be. That is, perhaps, why Shakespeare had to leave London—people could not stand him any longer. (Prefatory Note)

Further Extracts from the Note-books of Samuel Butler

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Samuel Butler (C. Gogin)
  • Il matrimonio è chiaramente e ripetutamente escluso dal paradiso. È perché si pensa possa rovinarne la felicità generale?
Marriage is distinctly and repeatedly excluded from heaven. Is this because it is thought likely to mar the general felicity? (p. 35)
  • La Bibbia può essere la verità, ma non è tutta la verità e nient'altro che la verità.
The Bible: may be the truth, but it is not the whole truth, nor is it nothing but the truth. (p. 42)
  • Un uomo dovrebbe essere abbastanza colto per poter guardare con sospetto la cultura, ma di prima mano, non di seconda mano.[fonte 85]
A man should be just cultured enough to be able to look with suspicion upon culture, at first, not second hand. (p. 60)
  • Se seguirai la ragione abbastanza a lungo, essa ti condurrà invariabilmente a conclusioni contrarie alla ragione.
Reason: If you follow it far enough, it always leads to conclusions that are contrary to reason. (p. 80)
  • Una delle prime qualità di un uomo sensibile è capire quando è battuto e smettere di combattere una volta per tutte.
[...] one of the first businesses of a sensible man is to know when he is beaten, and to leave off fighting at once. (p. 208)
  • Preferisco la chiesa di S. Domenico a Siena sicuramente all'interno, e forse anche all'esterno rispetto al duomo. Gli altari laterali della navata la rovinano un po', ma la trovo meno faticosa del duomo. Posso sedermi nell'una, ma non nell'altra. Niente affatica tanto quanto l'abbondanza di decorazione, e il duomo ne risente.
I prefer the church of S. Domenico at Siena certainly inside, and perhaps even outside to the duomo. The side altars in the nave spoil it rather, but I find it less fatiguing than the duomo. I can sit in the one but not in the other. Nothing fatigues so much as over profuseness of decoration, and the duomo suffers from this. (p. 240)
  • Le persone preferiscono essere considerate di buon gusto piuttosto che buone, intelligenti o piacevoli.[fonte 86]
People care more about being thought to have taste than about being thought either good, clever, or amiable. (p. 244)
  • La coscienza è perfettamente beneducata e presto smette di parlare a quelli che non vogliono ascoltarla.
Conscience is thoroughly well-bred and soon leaves off talking to those who do not wish to hear it. (p. 279)
  • Morire è soltanto cessare di morire e sbrigare la cosa una volta per tutte.
To die: is but to leave off dying and do the thing once for all. (p. 283)
  • Dio era soddisfatto della sua opera, e questo è un errore fatale.
He [God] was satisfied with his own work, and that is fatal. (p. 284)
  • Chi mente più spudoratamente è il mentitore che non sa di mentire.[fonte 2]
It is the unconscious liar that is the greatest liar. (p. 287)
  • I libri vecchi sono appena usciti per chi non li ha letti.[fonte 87]
The oldest books are still only just out to those who have not read them. (p. 293)
  • La vita è come suonare un assolo di violino in pubblico e imparare a suonare lo strumento mentre si suona.[fonte 51]
Life is like playing a violin solo in public and learning the instrument as one goes on. (p. 306)
  • Ho sentito un uomo dire che i ladri ti chiedono la borsa o la vita, mentre le donne le esigono entrambe.
I heard a man say that brigands demand your money or your life, whereas women require both. (p. 315)
  • C'era un uomo che stava morendo di un decadimento graduale e indolore, i suoi amici gli chiesero se desiderava qualcosa in particolare così che loro potessero procurarselo. Disse che per tutta la vita aveva pensato che gli sarebbe piaciuto avere un orologio a cucù, e il regalo, pensò, sarebbe stata un'occasione appropriata per acquistarne uno. Un orologio a cucù venne comprato e messo là dove l'uomo poteva sia vederlo che ascoltarlo. L'uomo disse che gli ultimi giorni della sua vita furono molto rallegrati da quell'orologio.
There was a man dying of a painless, gradual decay, whose friends asked him if there was anything he had a fancy for which they could get him. He said he had all his life thought he should like to have a cuckooclock, and the present would, he thought, be a proper occasion for acquiring one. A cuckoo-clock was bought and placed where he could see it as well as hear it. He said the last few days of his life were much cheered by it. (p. 334)

Citazioni attribuite

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  • Ci sono più sciocchi che furbi al mondo, altrimenti i furbi non avrebbero abbastanza da vivere.[fonte 56]
There are more Fools than Knaves in the World, else the Knaves would not have enough to live upon.
[Erroneamente attribuita] La citazione viene erroneamente attribuita al Samuel Butler vittoriano da Guido Almansi che la riporta nella raccolta Dizionario dei luoghi non comuni; in realtà la citazione è tratta da un poema del Samuel Butler seicentesco.
  • Le anime delle donne sono così piccole che alcuni credono che non ce l'abbiano nemmeno.[fonte 88]
The souls of women are so small, that some believe they've none at all.
[Erroneamente attribuita] La citazione viene erroneamente attribuita al Samuel Butler vittoriano da Guido Almansi che la riporta nella raccolta Dizionario dei luoghi non comuni; in realtà la citazione è tratta da un poema del Samuel Butler seicentesco.

Citazioni su Samuel Butler

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  • I recensori [dopo Il buon porto] gli stettero lontani per il resto della sua vita. Erano stati presi in giro una volta e stettero molto attenti a non essere presi in giro un'altra. Si sparse la voce secondo la quale Butler non doveva essere preso seriamente, qualsiasi cosa scrivesse, e il risultato di questo decreto fu palese nella cospirazione di silenzio che accolse non solo i suoi libri sull'evoluzione ma anche le sue opere omeriche, i suoi scritti sull'arte e la sua attenzione dei sonetti di Shakespeare. (R. A. Streatfield)
  • Il quale, se non è il solo scrittore inglese profondamente imbevuto di spiriti biblici (ché altri, anche in tempi recenti, son giunti a toni ben più cupi e disperati) è però quello che – malgrado il tono ironico e talvolta scherzoso, malgrado il tentativo di vincere o, almeno, di isolare la sua tristezza – meglio di tanti è riuscito a raffigurare il destino del natus de muliere, che in sé porta il segno della maledizione originale e deve scontare in anticipo ogni ora di pace. (Enzo Giachino)
  • Butler non compra opinioni, nemmeno da Aristotele o da qualche altro «ipse dixit»: se le fabbrica da sé; le idee gli nascono in testa. Ed è così che nascono le sue bizzarrie e i suoi colpi di genio, le sue intuizioni e le sue affermazioni aberranti, le sue passioni idiosancratiche e i suoi meravigliosi paradossi.
  • Come definirlo: scrittore? Sì certo; ma avrebbe voluto essere qualcos'altro, per esempio un pittore. [...] Per tutta la vita ha voluto essere accettato dall'estabilishment artistico inglese, senza riuscirci, o riuscendoci solo a metà e per brevi periodi. O forse, più che un pittore era un artista della fotografia, l'arte visiva in cui dimostrò le sue doti migliori. O forse non era un fotografo bensì un musicista fallito [...]. O forse non era nemmeno un musicista (e meno ancora un compositore), ma un dilettante di genio che si sporcò le mani con tutte le arti.
  • Di una cosa però siamo certi: Samuel Butler era uno spirito bizzarro, prototipo del bastian contrario. Perché questo gentiluomo vittoriano, rispettabile, abbastanza benestante per gran parte della sua vita, giustamente diviso fra un'amante fissa di sesso femminile (che visitava ogni settimana, e a cui non rivelò il suo vero nome per almeno dieci anni), e giovani amici di sesso maschile cui versò regolarmente una pensione anche nei periodi in cui le sue condizioni finanziere erano precarie (oltre ai vari sodali maschi cui dedicò la massima parte della sua attenzione devota durante gli anni più avanzati e la vecchiaia), trovava la sua verità interiore nell'opposizione. A tutto e a tutti.

Note

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  1. «Si tratta di un evento autobiografico. Butler perse infatti la fede quando si rese conto che il battesimo non aveva alcuna influenza sulla naturale disposizione di un bambino a far del bene (o a far del male).» [N.d.C.] Cfr. Il buon porto, nota n. 12, p. 32.
  2. «Questa parola non esiste in greco antico. I casi sono due: o Butler voleva scriverne un'altra oppure intende dire che è un lavoro inutile cercare di trovare la radice di un parola inesistente, esattamente come è inutile cercare cercare di capire quanto in profondità fosse andata la punta della lancia.» [N.d.C.] Cfr. nota n. 19, p. 146.
  3. Cfr. «Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona.» (Gesù, Vangelo secondo Luca) [discorso della Montagna]
  4. a b L'autore del poema Hudibras è il Samuel Butler seicentesco.

Fonti

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  1. a b Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 88.
  2. a b c Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 62.
  3. a b Citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  4. Da una lettera del 1901; citato nell'introduzione di R. A. Streatfield a Il buon porto, pp. 10-11.
  5. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 79.
  6. Citato in Further Extracts from the Note-books of Samuel Butler, p. 258.
  7. a b c Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 110.
  8. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 57.
  9. a b c d Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 115.
  10. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 47.
  11. a b Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 116.
  12. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 95.
  13. a b Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 64.
  14. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 41.
  15. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, pp. 85-86.
  16. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 105.
  17. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 78.
  18. a b Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 29.
  19. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 30.
  20. a b Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, pp. 68-69.
  21. a b c d e f Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, pp. 65-66.
  22. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 111.
  23. a b Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 112.
  24. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 49.
  25. a b Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 113.
  26. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 35.
  27. a b Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 114.
  28. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 95.
  29. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 67.
  30. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 43.
  31. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 99.
  32. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 101.
  33. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 70.
  34. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 33.
  35. a b Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 91.
  36. a b Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, pp. 57-58.
  37. a b c Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, pp. 81-82.
  38. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 104.
  39. a b c d e Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, pp. 55-56.
  40. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 38.
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  42. a b c d e Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 83.
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  75. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 44.
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  79. a b c d Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 61.
  80. a b c Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, pp. 97-98.
  81. a b Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 45.
  82. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 102.
  83. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 99.
  84. a b Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  85. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 31.
  86. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 46.
  87. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 54.
  88. Citato in Dizionario dei luoghi non comuni, p. 37.

Bibliografia

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  • Samuel Butler, Così muore la carne (The Way of All Flesh), traduzione e prefazione di Enzo Giachino, Einaudi, Torino, 1943.
  • Samuel Butler, Dizionario dei luoghi non comuni, a cura di Guido Almansi e Carla Maria Gnappi, Guanda, Parma, 1996. ISBN 88-7746-328-7
  • Samuel Butler, Il buon porto (The Fair Haven), traduzione di Guido Negretti, Nessun Dogma, Roma, 2017. ISBN 88-98602-30-8
  • Samuel Butler, L'autrice dell'Odissea (The Authoress of the Odyssey), Robin, Torino, 2013 (2020). ISBN 88-6740-227-4
  • Samuel Butler, Ritorno in Erewhon (Erewhon Revisited) in Erewhon e Ritorno in Erewhon, introduzione e traduzione di Luca Drudi Demby, Adelphi, Milano, 1975.
  • (EN) Samuel Butler, Further Extracts from the Note-books of Samuel Butler, scelti da A.T. Bartholomew, Jonathan Cape, Londra, 1934.
  • (EN) Samuel Butler, Life and Habit, prefazione di R. A. Streatfield, Jonathan Cape, Londra, 1924 (1880).
  • (EN) Samuel Butler, The Note-Books of Samuel Butler, selezionati e riadattati da Henry Festing Jones, A. C. Fifield, Londra, 1912.

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