Diego Armando Maradona
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Diego Armando Maradona (1960 – 2020), calciatore e allenatore argentino.
Citazioni di Diego Armando Maradona
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- [Nel giugno 1978] Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo.[1]
- [5 luglio 1984, durante la presentazione ufficiale allo stadio San Paolo davanti a 70.000 spettatori] Voglio diventare l'idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires.[1]
- [9 novembre 1985, dopo aver assistito in Vaticano alla Messa di Giovanni Paolo II] Sì, ho litigato col Papa. Ci ho litigato perché sono stato in Vaticano, e ho visto i tetti d'oro, e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri. Allora venditi il tetto amigo, fai qualcosa![1]
- [22 giugno 1986, prima della partita con l'Inghilterra] In campo non ci si batte con le armi, bensì col pallone. E comunque no, non so parlare in inglese, ma anche se lo conoscessi non lo parlerei.[1]
- [1° agosto 1986] Dio è giusto, quindi il Napoli non verrà penalizzato. Del processo per il calcio scommesse non voglio neanche sentir parlare, adesso devo solo concentrarmi sul prossimo campionato. Possiamo lottare per lo scudetto, ma i tifosi non devono illudersi. Non dobbiamo montarci la testa, ma essere consapevoli dei nostri limiti, proprio come l'Argentina in Messico.[1]
- [30 luglio 1987, dopo aver fatto visita a Fidel Castro] D'ora in avanti ricorderò sempre i bei momenti trascorsi qui da voi e non dimenticherò che devo ritornare per ripagarvi di tutto ciò. Mi piacerebbe diventare 'il padrino' del calcio cubano.[1]
- [1° maggio 1988, prima della partita con il Milan] Voglio un tifo incredibile domenica, non voglio nessuna bandiera del Milan, non voglio assolutamente una, perché quando noi andiamo fuori Napoli non siamo nessuno e ci mancano di rispetto tutti quanti, e noi dobbiamo fare lo stesso con loro![2]
- [21 maggio 1989, entrando al San Paolo con la Coppa UEFA appena conquistata] Il più bello dei miei trofei? L'ultimo perché è più recente.[1]
- [31 agosto 1989] Con il Napoli è davvero finita. Io continuo ad andare d'accordo con Moggi, ma non con il presidente Ferlaino: quindi non torno. Moggi è una persona eccezionale, Ferlaino no.[1]
- [10 settembre 1989] Son tornato per la città e per i tifosi.[1]
- [8 marzo 1990, Maradona spiega la sua esclusione in Lecce-Napoli] Bigon ha detto di aver bisogno di undici persone che corressero. Allora gli ho fatto presente che non poteva contare su di me, io non ho mai corso in vita mia.[1]
- [Ultime parole famose] Non ci ripenserò [...] il mio ritiro dalla Selección è davvero ufficiale.[3]
- C'è una mafia nel calcio. Spiegherò a mia figlia Dalmita che non gli porto la Coppa d'oro perché, quando ti danno un rigore inesistente come quello su Voeller, questa è mafia. C'è una Mano nera nel calcio e l'arbitro messicano Codesal Mendez non è stato capace di disubbidire al suo padrone.[4]
- Quando succede come all'Olimpico, è mafia: hanno fischiato un rigore contro Maradona. Ho pagato, l'Argentina ha pagato, perché dissi che il sorteggio era stato pilotato, falsato, e perché mi chiesi dove finiva il denaro della Fifa. Non ho dato la mano a Joao Havelange e non gliela darò mai. Tutti i protagonisti della finale hanno donato le loro maglie all'Unicef, ma la Fifa non ha fatto nulla per i bambini poveri.[4]
- Così non mi sta bene. Per 25' l'arbitro ha fischiato solo una punizione a nostro favore. Allucinante. L'espulsione di Monzon al suo primo vero fallo. Questa è mafia. Ricordo con il Camerun che Vautrot estrasse il cartellino rosso dopo numerosi falli. La grande favorita era la Nazionale italiana e nessuno accreditava all'Argentina un posto in finale. In tutto questo, però, l'Italia non c'entra.[4]
- Fischiare l'inno è da ignoranti. So che mi aspetta un anno molto duro, ma i napoletani sapranno difendermi.[4]
- Tornerò per vincere su tutti i campi italiani ed europei: voglio portare a Napoli la Coppa dei Campioni, l'unico trofeo che mi manca, per il resto ho vinto tutto.[4]
- [Dopo essere stato trovato positivo alla cocaina, 15 agosto 1991] So di aver fatto del male prima di tutto a me stesso e quindi alla mia famiglia, alle mie figlie. Credo che in futuro imparerò a volermi più bene, a pensare di più alla mia persona. Non mi vergogno però. Non ho fatto male a nessuno, salvo a me stesso e ai miei cari. Mi dispiace, sento una profonda malinconia, soltanto questo. [...] Non voglio più essere costretto a giocare anche quando non sono in grado, a farmi infiltrare di cortisone perché devo essere in campo per forza per gli abbonamenti, per gli incassi, perché bisogna vincere a qualunque costo per lo scudetto o per la salvezza, perché in ogni partita ci si gioca la vita. A me gli psicologi stanno cercando di levarmi il vizio della cocaina, non quello di vivere.[1]
- Mi hanno ucciso quando volevo rientrare per dimostrare alle mie due figlie che posso lottare con dei ventenni. Nel paese della democrazia non mi hanno lasciato parlare, e non mi hanno permesso di dire ciò che sento. Con la mia uscita dal mondiale è uscito anche un intero paese e sono usciti anche quelli che mi vogliono bene.[5]
- Mi hanno ammazzato. Ma chi mi ha voluto morto, sappia che non sono un eroe di cartapesta, non sono un drogato, non ne avevo bisogno per tornare ai vertici. In Italia avevo sbagliato, avevo pagato con 15 mesi: ma adesso è tutto diverso. Nessuno comprerà il mio cervello, si sono serviti sempre di me. Non consentirò a nessuno di infangarmi: a costo di portarli in tribunale. Mi hanno dato l'ergastolo, ma io sono onesto, e adesso chiedo solo giustizia. La gente a Napoli mi ha sempre amato perché io sono stato dalla parte dei deboli. Questa storia non è finita qui.[6]
- Se prima avevo detto che la Fifa mi aveva tagliato le gambe, adesso dico che mi ha finito di tagliare il corpo. La mia squalifica è ingiusta: un comportamento da famiglia mafiosa.[7]
- Havelange mio padre? Se lo fosse lo ucciderei.[8]
- Tutti dicono: questo è stato il migliore del Barcellona, questo è stato il migliore del Real Madrid, questo è stato il migliore del Chelsea, questo è stato il migliore... Io sono orgoglioso di essere stato il migliore a Napoli.[9]
- [10 gennaio 1996] Sono risultato positivo per cocaina di proposito, l'ho fatto perché volevo andar via da Napoli.[1]
- [8 ottobre 1996] Ci devono ascoltare e rispettare, siamo noi i protagonisti del calcio. In questo mondo dove contano solo i soldi, gli affari e le aziende, bisogna ripensare all' uomo e metterlo al centro di tutto. Non permettiamo il contrario. Ora brindiamo. Vi abbraccio.[1]
- Fra Zeman e Eriksson, scelgo quest'ultimo: umanamente vince dieci a zero. [...] Il mister giallorosso non mi piace, ha infangato giocatori di grande valore come Ferrara e Vialli senza averne le prove. E poi, scusatemi, lui non vive di calcio? E allora perché sputare nel piatto dove mangi?[10]
- Al Napoli andrei di corsa. A una condizione: che vada via subito Juliano. In questo caso, parlerei con Ferlaino domani stesso. Il signor Juliano si è permesso di dire che io al Napoli non potrei fare il padrone come faccio a casa mia. Vi assicuro, è la pura e sacrosanta verità.[10]
- Se sono favorevole ai controlli [antidoping]? Ci mancherebbe altro! Solo che li estenderei ai dirigenti delle squadre di calcio, perché bastano quattro sconfitte di seguito, ed ecco che subito entrano negli spogliatoi per ordinare agli allenatori di somministrare ai giocatori dosi da cavallo. Avete capito a che punto siamo arrivati? Se poi mi chiedete se ho avuto esperienze personali a proposito, vi rispondo di no. Il mio è stato soltanto un problema personale, lo conosce tutto il mondo.[10]
- [Sulla finale del campionato mondiale di calcio 2002] La somma di un torneo mediocre. Impossibile immaginare un'altra partita. La peggior Germania di tutti i tempi e un Brasile scadente, di solisti. Sinceramente: mi sono annoiato. Un grande portiere, Marcos. Un grande goleador, Ronaldo. Ma i migliori sono stati Rivaldo e Roberto Carlos.[11]
- [Su Ronaldo] Mi auguro che torni quello di una volta, le ginocchia lo condizionano, si è notato da come tirava contro Kahh nel primo tempo. Movimenti innaturali, dettati dalla paura e da tutto quello che ha passato. Se recupera, potrà essere "the best" nel 2006. Oggi non lo è. Al massimo, lo si può premiare per il cuore e per il coraggio.[11]
- ["Per il gol segnato all'Italia, Ahn rischia di perdere il posto di lavoro"] Avrei fatto lo stesso. Doveva difendere la sua bandiera. Un atto di estrema nobiltà: prima che al contratto, ha pensato al suo Paese. Nello stesso tempo, non è giusto giudicare tutti gli italiani per la stupidità di uno.[11]
- [...] miglior giocatore del mondo: sì, Totti mi convince più di Zidane e di Beckham. Sa rendere semplici le cose difficili, sa far giocare bene la squadra.[12]
- [27 maggio 2005, dopo aver visto la finale Milan-Liverpool] Nemmeno il Brasile che vinse la Coppa del mondo nel 1970 avrebbe rimontato da 0-3.[1]
- [Su Luciano Moggi] Con me, è sempre stato un signore. Contro di lui, non ho nulla da dire. Anzi, ne conservo un buon ricordo. Se ha delle colpe, sicuramente non saranno uniche, le sue.[13]
- [31 ottobre 2008, prime dichiarazioni da CT dell'Argentina] Giocheremo contro la Scozia e lavoreremo bene per quell'appuntamento. Andrò in un paese dove mi adorano: mi amano perché ho segnato un famoso gol all'Inghilterra e tra inglesi e scozzesi non corre molto buon sangue.[1]
- [Dopo Real Madrid-Juventus (0-2) del 5 novembre 2008, dove Del Piero siglò una storica doppietta] Certo che Del Piero non invecchia veramente mai![14]
- [In risposta a Pelé, che lo definì «mal esempio» nel 2009] Non so, egli debuttò con un ragazzo, quindi non so cosa è buon esempio o mal esempio.
- [En respuesta a Pelé, quien lo definió «mal ejemplo» en el 2009] No sé, él debutó con un pibe, así que no sé lo que es buen ejemplo o mal ejemplo.[15]
- [Sulla prima convocazione di Higuaín] Avevo bisogno di un attaccante come lui, uno che sa smarcarsi con facilità. Grazie a lui esalteremo le doti di Messi e Aimar, è l'attaccante più completo che abbiamo.[16]
- Vedere giocare Messi è meglio che fare sesso.[17]
- [Lionel Messi] Gioca a calcio come Gesù. La cosa migliore è che Leo sia argentino, non brasiliano, spagnolo, tedesco, francese o italiano e tutti dovranno riconoscere che il migliore del mondo è nato in questo paese.[18]
- Spero di allenare l'Argentina ancora per molti e molti anni, ma poi vorrei realizzare un altro sogno, visto che i sogni non muoiono mai: allenare il Napoli.[19]
- Io la mia carriera l'ho fatta e Messi sta facendo la sua. Sarà la storia a decidere chi sarà il migliore. Ad alcuni piace di più Maradona, altri dicono per Lionel. Siamo due argentini che possono vincere nel calcio europeo mentre molti non riescono a passare neppure il Rio de la Plata. Per rispetto a Leo non dico che lui è il migliore o io fui il migliore. Bisogna lasciarlo tranquillo. Io voglio molto bene a Leo e godo molto vederlo giocare. Siamo due argentini. Immaginate come starà il "morocho" [Pelè]?
- Yo mi carrera la hice y Messi la está haciendo. Será la historia la que decida. Al final de la historia se verá quién fue el mejor: si Maradona o Messi. A algunos les gustará más uno o el otro. Pero hoy no hay Maradona o Messi. Somos dos argentinos que pudimos ganarle al fútbol europeo como nosotros, cuando muchos ni cruzaron el Río de la Plata. Por respeto a Lio no digo si él es mejor o yo fui mejor. Hay que dejarlo tranquilo. Lo quiero mucho a Lio y lo disfruto cuando lo veo en la cancha. Je... Somos los dos argentinos. ¡Imaginate cómo estará el morocho..![20]
- Sì, Messi è il nuovo me. Tanti sono stati accostati a me, ma credo che con lui si sia definitivamente trovato il mio erede. È capace di azioni uniche, di magie irripetibili con il pallone, e tutto ciò lo rende speciale. Ma non solo: è un fenomeno anche nel gioco di squadra, sacrificandosi spesso per i compagni. Pressa e difende come tutti gli altri in fase di non possesso. E poi, quando gli arriva la sfera, è capace di cose che non ti aspetteresti mai.[21]
- La Fifa è governata da dinosauri. Blatter è uno che non ha mai tirato un calcio ad un pallone e dunque credo sia la persona meno opportuna per ricoprire un ruolo istituzionale così importante.[22]
- Non capisco molto Leonardo. Non l'ho capito quando è passato dal Milan all'Inter e capisco ancora meno quello che fa oggi con il Psg. Mi chiedo se sia un giocatore, un allenatore, un agente o un petroliere. Non capisco. Questa è la prova che nel calcio saper fare lobby paga.[23]
- [Ultime parole famose] Piuttosto che appartenere alla famiglia Fifa preferisco essere orfano.[24]
- Mi chiedo se Leonardo è un giocatore, un allenatore, un agente o un mercante di petrolio. Non capisco. Questa è la prova che nel calcio saper fare lobbing alla fine paga.[25]
- [Su Gonzalo Higuain] Adesso la mia previsione mi conferma il pronostico ancor di più e avendo avuto la notizia che il pipita e il nuovo attaccante del Napoli la mia gioia è doppia perché sempre più azzurra, in primis sono contento per il giocatore che è sempre stato un mio degno pupillo e poi sono sicuro che potrà dare delle grandi soddisfazioni ai miei concittadini e tifosi Napoletani che meritano il rispetto dell'Italia intera e dell'Europa calcistica perché sono l'esempio dello sport e dei valori sani, e poi un vero argentino non può mai giocare a Torino...[26]
- Carlitos sente la maglia, è il giocatore del popolo. Non è morto, è stato ucciso.... Ha litigato con Grondona e Bilardo e l'hanno fatto fuori dall'Argentina.[27]
- Secondo me Icardi è un traditore. Va a casa [di Maxi Lopez], gioca a fare l'amico e poi gli soffia la donna. Questo è tradimento. Ai nostri tempi, solo se guardavi la donna di un compagno, nello spogliatoio ci saremmo alternati per prenderlo a pugni.[27]
- Icardi non è della famiglia del calcio.[28]
- Leo è ancora alla ricerca di un suo stile e credo che lo troverà presto. Il mio era riconoscibilissimo già agli inizi della carriera. Forse è per questo che potrei essere indicato come migliore di Leo. Ha segnato più gol? Vero, ma i miei erano molto più belli.[29]
- La Juve è dentro l'arbitraggio italiano. [...] Hanno dei giocatori fantastici dentro la Federazione. Qualsiasi problema abbia in campo, il giocatore delle Juve ha ragione.[30]
- [Cristiano Ronaldo] [...] è un marchio registrato, un fuoriclasse incredibile, lo farei giocare anche di notte perché lui non si nasconde mai, non chiede di restare fuori se ha un doloretto alla caviglia. E che carisma! Va in campo come se andasse al bagno, con la stessa naturalezza.[31]
- [Paul Pogba] Vale la felicità di chi lo guarda [...][31]
- Se uno dopo essere andato via dice che è stato doloroso, allora non è stato doloroso. Non serve a niente dire questo. Higuaín ha sbagliato a tramare alle spalle della società e dei napoletani. Se fosse andato alla Juve in modo pulito non sarebbe stato odiato dai napoletani. Un giocatore che fa 36 gol è normale sia voluto da tutti, ma ci sono modi e modi per andar via.[32]
- Francesco Totti re di Roma! È e sarà il miglior giocatore che abbia visto in vita mia![33]
- Dedico la vittoria [Dorados de Sinaloa 3-2 Tampico] a Maduro e al popolo venezuelano che sta soffrendo per la politica imperialista degli sceriffi del mondo, che sono gli yankees. Sono convinti di poter spadroneggiare e di metterci paura solo perché possiedono la bomba più potente del mondo. Oggi più che mai sono vicino a Maduro. Che quel burattino di Trump sappia che non lo temiamo. Il popolo venezuelano non si farà piegare dalla sua tirannia e dalla sua politica del terrore.[34]
- [Ultime parole famose] Scaloni è una brava persona, ma non è capace di dirigere neanche il traffico. Figuriamoci l'Albiceleste... Come possiamo lasciare la nostra Nazionale nelle sue mani? Ma siamo impazziti? Scaloni dice di essere preparato, ma non l'ho mai visto segnare neanche un gol con la maglia dell'Argentina.[35]
- [Ultime parole famose] Noi argentini abbiamo questo ragazzo, Scaloni, che è stato spinto al ruolo di ct e dunque non ha colpe. Il problema è che se lui dice "voglio andare al Mondiale" io gli rispondo che al massimo può andare a quello di motociclismo, non di calcio. Mi arrabbio quando penso che un allenatore senza alcun titolo è il ct della mia Nazionale [...].[36]
Citazioni non datate
[modifica]- I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli.[37]
- Lo giuro sulle mie figlie: non mi sono mai drogato.[38]
- [A Giampiero Boniperti] Se fossi venuto alla Juve quando dovevo, magari avrei avuto una vita privata più serena.[39]
Io sono el Diego
[modifica]- Voglio diventare l'idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires.
- So di non essere nessuno per cambiare il mondo, ma non voglio che entri qualcuno nel mio per condizionarlo.
- Negli ultimi tempi in Italia ero come un bolide di Formula Uno che andava a trecento all'ora e non si fermava mai. Ma questo non importava a nessuno. Pensa che quando fui arrestato a Buenos Aires, qualcuno che conta mi ha detto "E adesso, che dirà mio figlio?". Non gli fregava niente del Maradona in crisi, dell'uomo prostrato, in difficoltà, distrutto, bisognoso di aiuto, era solo preoccupato dell'idolo infranto, del giocattolo che s'era rotto. E non gli passava nemmeno per la testa che l'esempio per suo figlio dovesse essere lui, non un giocatore di pallone. Forse poteva essere così una volta, quando lo sport era diverso e noi non eravamo solo gli ingranaggi di una macchina di immensi interessi economici, politici, industriali, di immagini. E poi anche se fosse così, la realtà è che io non me la sentivo più di essere un simbolo, di rappresentare qualcosa, di reggere tutto lo stress che procura questa macchina, questo calcio. Confesso la mia incapacità, la mia fragilità, anche se la mia presunzione, il mio orgoglio mi facevano apparire diverso.
- [Su Pelé] Come giocatore è stato il massimo, però non ne ha saputo approfittare per far progredire il calcio. Lui pensava politicamente, pensava che sarebbe potuto diventare il presidente dei brasiliani... avrei preferito che si proponesse come me, per presiedere un'associazione in difesa dei diritti dei giocatori, che si occupasse di Garrincha e non lo lasciasse morire nell'indigenza, che lottasse contro le azioni dei potenti che ci limitano... Non voglio mettermi a confronto con lui, l'ho sempre detto e lo ripeto. E quando dico di mettermi a confronto con lui non parlo solo di questioni calcistiche... ho avuto molte opportunità di incontrarlo... era una questione di pelle, ci urtavamo troppo; ci vedevamo e partivano le scintille.
- [Su Johan Cruijff] Sono riuscito a vederlo solo al tramonto, ma mi è sembrato un giocatore fantastico. Era più veloce degli altri, sia fisicamente che mentalmente, e sfruttava bene le sue doti. Accelerava come Caniggia, da uno a cento e poi frenava. E aveva una visione del campo impressionante. Qualche volta ha detto delle fesserie su di me, senza conoscermi bene.
- [Su Mario Kempes] Un fenomeno, lo adoro sia come persona che come giocatore.
- [Su Hristo Stoičkov] È diventato un gran giocatore in Spagna, al Barcellona. Prima era soltanto un goleador, poi però è diventato un fenomeno. A parte questo, un bel tipo, una gran persona.
- [Su Careca] Un fenomeno e un amico. Uno dei migliori compagni che abbia avuto in tutta la mia carriera.
- [Su Marco van Basten] Una macchina da gol che si è rotta proprio quando stava per diventare il migliore di tutti. Lo è stato ugualmente, ma non è arrivato a essere il numero uno.
- [Su Zico] Un direttore di partite. Gli hanno dato la maglia numero 10 di Pelè e se l'è infilata senza problemi: aveva un'autorità da grande. Un tipo sensazionale e un giocatore fantastico.
- [Su Michel Platini] Gran livello, un fenomeno. In Italia ha vinto tutto, ma mi ha sempre dato l'impressione di non divertirsi giocando a calcio. Era molto freddo, troppo.
- [Su Ruud Gullit] Un toro... Era più brutale che tecnico, però suppliva a tutto con la sua potenza, la sua preparazione fisica.
- [Su Roberto Baggio] Il Bello è un grande, anche se non è mai arrivato a sviluppare del tutto le sue potenzialità.
- [Su Alessandro Del Piero] Questo invece sì, questo è diverso da Zidane, a lui piace giocare, lo sente nell'anima; tra lui e il francese, scelgo lui.
- [Su Gabriel Batistuta] Un animale, un animale che, come dico sempre, grazie a Dio è argentino. Il nostro calcio non lo sa valorizzare e se non avessimo fatto il putiferio che abbiamo fatto tutti noi che lo volevamo, Passarella non l'avrebbe neanche portato ai Mondiali [del 1998].
- [Su Lothar Matthäus] Il miglior avversario che abbia avuto in tutta la mia carriera, credo che basti questo per definirlo.
- [Su Jorge Valdano] Una persona straordinaria con la quale mi piaceva, mi piace e mi piacerà sempre giocare a calcio e parlare. Eternamente.
- [Su René Higuita] Un personaggio bellissimo, un loco. L'ho già detto: è stato lui a inventarsi che i portieri tirassero i rigori, punizioni e facessero gol. Che nessuno si azzardi a togliergli il brevetto, chiaro?
- [Su George Best] Era un gran giocatore, più loco di me.
- [Su Ciro Ferrara] Una volta gli ho detto che era il miglior difensore del mondo. Non so se era vero, ma io la sentivo così. Gli voglio talmente bene... Il miglior amico che mi abbia lasciato il Napoli.
- [Su Osvaldo Ardiles] Un'altra di quelle persone che adoro sentir parlare, come Valdano. Si preoccupava più della squadra che di se stesso. Un fenomeno.
- [Su Gianfranco Zola] È stato il mio successore al Napoli. Era molto attento alle cose che facevo io durante gli allenamenti... e qualcosa gli è restato. Una grande persona, anche.
- [Su Gaetano Scirea] Un cavaliere, un grande avversario. La sua morte mi ha dato molto, molto dolore.
- [Su Sócrates] Oltre a essere un giocatore di primissimo livello, ha combattuto molto per i diritti dei giocatori, come me. Per protestare indossava sempre la bandana vietata dalla FIFA.
- [Su Franz Beckenbauer] L'ho conosciuto da piccolo. Io ero nella nazionale giovanile che si preparava al mondiale del 1979 e lui, un grande da tempo, giocava nel Cosmos. Mi ha sempre colpito la sua eleganza di gioco.
- [Su Bernd Schuster] Lo fecero passare per pazzo, il tedesco, per buttarlo fuori dal calcio. Era loco, è vero, come me. Mi è stato accanto nelle battaglie contro Nuňez. Un giocatore straordinario, a tutto campo.
- [Su Karl-Heinz Rummenigge] Tedesco, tedesco in tutti i sensi. Per batterlo bisognava ammazzarlo.
- [Su George Weah] Pura roccia, el negro. E anche un buon combattente fuori dal campo: è stato uno dei primi a unirsi al mio sindacato e vive lottando per il suo paese, la Liberia.
- [Su Hidetoshi Nakata] Se tutti i giapponesi cominciassero a giocare come lui, saremmo perduti. Sa cosa vuol dire tirare la palla, dribblare... Meno male che per il momento i giapponesi si occupano d'altro.
- [Su David Beckham] Un altro troppo carino per andare in campo. Anche se è molto preso dalla sua Spice Girl, qualche volta trova il tempo di giocare e lo fa bene, molto bene... Con il Manchester ha vinto tutto, ma deve qualcosa alla nazionale.
- [Su Shaquille O'Neal] L'altro giorno stavo guardando la televisione e sono quasi morto: c'era il negro Shaquille che camminava per il corridoio interno di uno stadio e qualcuno gli aveva tirato un pallone da calcio. Il moro se l'era passato da un piede all'altro con quella specie di stivali che ha al posto delle scarpe, aveva provato a fare un palleggio, poi aveva guardato nella macchina da presa e aveva detto: "Diegoumaradouna!". Morivo, un altro po' morivo! Sono rimasto così davanti al televisore. Mi piaci, Shaquille!
Palla lunga e pedalare
[modifica]- Esiste un Maradona femmina? Sì, Ornella Muti. (p. 25)
- Non sono contro gli omosessuali. Anzi, è bene che si moltiplichino, perché aumenta la richiesta di veri maschi. (p. 25)
- Meglio amare una donna bella e stupida. Anzi, è meglio essere belli e stupidi tutti e due. (p. 26)
- L'atteggiamento più eccitante di una donna è quando si sdraia supina. Oppure quando si inchina e ti mostra il culo. Ricordo ancora la prima volta che vidi Claudia. Lei era di spalle e notai che aveva un culo incredibile. (p. 26)
- Per mia madre sarei disposto a uccidere, a smetterla con il calcio. Mia madre è il mio amore più grande. (p. 26)
- Il mio sogno segreto? Conoscere, finalmente, la principessa di Monaco. (p. 26)
- Se non sono felice dentro, non riesco ad essere un campione. (p. 26)
- Tre anni qui a Napoli mi hanno dato tanto, ma mi hanno anche tolto. Non posso uscire, in tre anni non ho imparato una strada di Napoli. (p. 26)
- Io corro, io lotto, ma soprattutto dialogo con la palla, per divertire la gente. (p. 26)
- Io sono sinistro, tutto sinistro: di piede, di fede, di cervello. (p. 26)
Citazioni su Diego Armando Maradona
[modifica]- Anche in allenamento ti faceva venire i brividi. E lavorava più degli altri. (Rino Marchesi)
- [«Com'era Maradona visto dagli occhi di un arbitro?»] Aveva un comportamento eccellente, non si lamentava mai, anche se poteva farlo. Veniva spesso aggredito dagli avversari, che usavano spesso mezzi non molto morbidi per fermarlo. Ma non si lamentava mai, davvero. Emanava grande tranquillità in campo, una signorilità unica, non protestava, e non rompeva le scatole, ma accettava le decisioni. [...] Era uno che vedeva l'azione meglio degli altri, sapeva come si dovevano svolgere le cose. Maradona caricava i compagni, li incitava, era un leader in campo, si notava bene questa cosa. Aveva un carisma naturale. (Salvatore Lombardo)
- Che sapevamo noi del passaggio di Maradona al Napoli? Che fu un'operazione finanziaria geniale, che Maradona scelse una squadra che non aveva mai vinto nulla, e lo fece senza apparenti motivi. Fu tutto così veloce e inaspettato, che nessuno ebbe il modo, né il tempo, di raccontare la verità [...]. Abbiamo saputo tutto dopo. Maradona già si drogava e il Barcellona se ne voleva liberare. Senza questa base malata i catalani mai e poi mai avrebbero lasciato andare via così in fretta il giocatore più forte di tutti i tempi [...]. Quella operazione nacque dunque da una mistificazione, ma come a volte capita, è da un inganno che prende vita una grande storia d'amore. E così fu. Senza Maradona non ci sarebbe stato quel Napoli, senza Napoli non ci sarebbe stato (forse) quel Maradona. Per cui, visto l'epilogo, è stato meglio sapere tutto a posteriori. (Alessandro Bonan)
- Ci siamo incontrati spesso con Diego. Addirittura una volta, dopo aver ritirato un premio a Milano, non avevamo il volo per fare ritorno a Napoli. C'era sciopero. Allora chiamammo Diego che subito ci aiutò: "Ragazzi che problema c’è. Vi ospito sul mio aereo privato". E così tornammo a Napoli con Maradona. (Carmine Abbagnale)
- [Sul paragone tra Messi e Maradona] Ciò che rende Messi migliore è la sua regolarità. Non come Maradona. Al Barça, Maradona è stato meno della metà di Messi. Ha così tanti anni buoni della sua carriera che deve essere considerato il migliore in assoluto. (Gerard Piqué)
- Con noi del Napoli è stato solo Diego. Non ci ha mai fatto pesare la sua superiorità. Non ha mai detto: ragazzi, datemi la palla che ci penso io. Non guardava a se stesso, era generoso e pensava alla squadra. È stato un compagno perfetto. (Salvatore Bagni)
- Credo che uno dei grandi privilegi di chi fa questo mestiere sia dare felicità alla gente, e lui certamente rappresenta meglio di tutti questo concetto. (Alessandro Del Piero)
- [Su Diego Armando Maradona, quando lo chiamò per aiutarlo a superare l'angoscia per le condizioni di salute di sua figlia, nata prematura] "[...] dice delle parole così belle che mi risollevano, mi danno forza e coraggio e speranza [anche Federica era in pericolo di morte]. Mi dice queste parole che sono scalfite nella mia mente e nel mio cuore "Ale io da oggi in poi pregherò per tua figlia Federica tutti i giorni e vedrai che andrà tutto bene". E come al solito il dio del calcio ha avuto ragione. Poi qualcuno si chiede perché lo amavamo. (Alessandro Renica)
- Diego Armando Maradona è stato il più grande calciatore di sempre e non secondo me o secondo la maggior parte degli appassionati del mondo. No, prendiamoci la responsabilità di una sentenza definitiva e diciamolo senza paura. Il più grande di sempre. Quello che ha saputo fare al calcio, per il calcio, è ciò che solo gli atleti assoluti fanno per il proprio sport. Lo completano, lo codificano, lo concludono. Non ci sarà più nessuno come Maradona semplicemente perché il calcio stesso non ha molta ragione di esistere senza di lui. Piantiamola con le bufale su Pelé, Cruyff, Platini, Zidane... Maradona e il pallone hanno danzato insieme come la più bella delle coppie di tangueros e per una volta vale la pena di ringraziare d'esser nato qualche anno fa, in tempo per vederlo dal vivo e tifare disperatamente contro di lui, salvo riempirsi di emozione per ogni tocco, per ogni smaliziata caduta, per ogni passaggio generoso e geniale. (Michele Dalai)
- Durante una partita Juventus-Napoli nello spogliatoio ci dicemmo che l'unico modo per fermarlo era menargli di brutto. Ma dopo dieci minuti in campo ci guardammo e ci dicemmo che no, era troppo bello vederlo giocare. (Zbigniew Boniek)
- È caduto nella droga in un periodo di vita molto felice. Giocava da dio, campione del Mondo, Napoli ai suoi piedi, aveva tutti i soldi che voleva. Si è lasciato vincere dall'ebbrezza di quel periodo dorato. Ho cercato di farlo ragionare, ma parlare con lui in quel momento era molto faticoso e difficile. (Salvatore Bagni)
- È il calcio, è il pallone, come se ci fosse la sua faccia su quella sfera che gira. Quello che ha fatto lui con la palla non l'ha fatto mai nessuno e non lo farà mai nessuno. Ha fatto cose straordinarie, tutto quello che c'era da fare l'ha fatto. L'ho conosciuto e mi emoziona vedere la foto di noi due abbracciati. (Francesco Totti)
- Era stato papa Wojtyla a convincerlo a sposarsi: aveva già due bambine. Fece il volo di andata con un cartello al collo: "Io sono single, è mia moglie che si sposa". Alla cerimonia civile ero l'unica giornalista, e lui mi fece cacciare. Non è vero che tutti gli argentini lo amavano, anzi, la sua auto passò tra due ali di folla che la prendevano a calci e sputavano sui finestrini; anche perché era una Rolls-Royce Phantom del 1938 appartenuta a Goebbels, il gerarca nazista. Il giorno dopo ci fu il matrimonio religioso. Il banchetto andò avanti sino alle otto del mattino. (Laura Laurenzi)
- Giocare contro Maradona è come giocare contro il tempo perché sai che, prima o poi, o segnerà o farà segnare. (Arrigo Sacchi)
- [Dopo la morte] Ho avuto la sensazione di aver perso qualcuno di caro, di vicino a me. Forse chi non nasce e vive a Napoli non può comprendere questo lutto così forte: quando giocava e vinceva con il Napoli, regalava attimi di felicità, faceva scomparire i problemi di tutta la città. Maradona è stata la nostra rivincita, l'urlare "noi c'abbiamo Maradona" era qualcosa di incredibile. Me lo ricordo ancora quando avevo dieci anni e mio zio mi portò allo stadio a vedere il Napoli: "Guardalo bene, quello è Maradona". (Antonino Cannavacciuolo)
- Il gol di Maradona a Mexico 86 è il più bello, ma poteva segnarlo soltanto agli inglesi. (Omar Sivori)
- Il Napoli ha battuto il Genoa grazie a un Maradona in forma «stupefacente». (Gialappa's Band)
- Il più grande campione che ho visto giocare è Diego Armando Maradona. Credimi, figlio mio, non esisterà mai più, nei secoli dei secoli, un altro come lui. Ha fatto dell'imperfezione la perfezione. Piccolo, gonfio, dedito ad albe stanche, svogliate e sbagliate, vittima di falsi amici e della volontà di andare oltre ogni regola, Maradona ha trasformato un semplicissimo pallone di cuoio in uno scrigno di bellezza. (Darwin Pastorin)
- Io azzardo che Diego sia il migliore di tutti i tempi, oppure diciamo che mi resta la curiosità di vedere Pelè e Di Stefano giocare con i ritmi che ci sono oggi. (Claudio Garella)
- Io, Pierluigi Collina, sono un arbitro. Eppure l'affetto della gente per quest'uomo mi fa venire la pelle d'oca. (Pierluigi Collina)
- Lui era venuto al campo direttamente dal paradiso. Ha portato il verbo del calcio sulla terra: un ragazzo sensibile e disponibile. Mi spiace che qualcuno invece di celebrarne la storia, si sia soffermato sui difetti. È la natura umana, purtroppo. Siam fatti così. (Eraldo Pecci)
- [Rispondendo alle provocazioni dell'argentino] Lui non mi capisce? Neanche io capisco molto della mia vita. Ma se il terzo giocatore più forte di sempre, visto che Messi lo ha superato, parla del PSG, va bene. (Leonardo Nascimento de Araújo)
- Maradona. Ricordo un'amichevole con la Nazionale, quando aveva 18 anni. Bearzot mi disse di controllarlo, ma io l'ho soltanto visto. (Gabriele Oriali)
- Maradona aveva più grazia di tutti, ma aveva meno testa di tutti. (Giovanni Trapattoni)
- Maradona bene, Pelé meglio, George il migliore.[40]
- Maradona – good. Pelé – better. George – Best. (slogan)
- Maradona è insuperabile. È la fantasia. (Vladimiro Caminiti)
- Maradona è un artista del pallone, fischiare lui perché antipatico è come fischiare Picasso perché comunista. (Italo Allodi)
- [Sul paragone tra Maradona e Messi] Maradona era un grande, in campo un vero esempio. Lui in carriera ha preso tante di quelle botte altro che Messi... Mi fanno ridere quelli che mettono a confronto i due giocatori. Messi sarà anche grande giocatore ma Maradona era unico. Messi oggi gioca con i due-tre metri di vantaggio del calcio moderno. Vorrei vedere Maradona con quei metri di vantaggio quanti goal avrebbe fatto... (Pasquale Bruno)
- Maradona era un grandissimo nella vita. Personalmente disapprovo solo che avesse giocato a calcio. (Massimiliano Parente)
- Maradona era uno che se gli arrivava la palla non c'era più nulla da fare. (Luciano Favero)
- Maradona ha rovinato la sua immagine e la sua vita perché non aveva sufficienti strumenti culturali. Pelé, nato nella stessa povertà, è stato capace di continuare la carriera nel calcio proprio perché aveva qualche forza culturale in più. (Sergio Chiamparino)
- Maradona non è davvero un esempio per i giovani. Ha avuto la chance di ricevere un dono da Dio, quello di saper giocare a calcio. Nonostante la sua vita molto sregolata, c'è ancora gente disposta a dargli un lavoro. Se avessero un po' di coscienza, non lo farebbero più. Se non cambia, non avrà mai più un lavoro. È stato un grande giocatore, ma non è un esempio. (Pelé)
- Maradona non è una persona qualsiasi, | è un uomo attaccato a un pallone di cuoio. (Andrés Calamaro)
- [Alla domanda su "quale fosse il miglior calciatore del mondo"] Maradona, senza dubbio. Non ce n'è uno che giochi come lui. Una volta Pelè. Oggi Maradona. (Lev Jašin)
- Maradona vuol dire calcio felice, calcio ridente, calcio festoso: il talento naturale, lo spirito giocoso, la grinta belluina ma niente affatto violenta opposti ai tatticismi spesso astrusi, talvolta raffinati e anche vincenti tuttavia bocciati dalla realtà, dai risultati. (Italo Cucci)
- [«Com'è stato giocare contro di lui?»] Meraviglioso, chi ha giocato con o contro lui non può che ritenerlo un dono. Ti dava la sensazione che potesse fare qualsiasi cosa da un momento all'altro, giocava con libertà, aveva testa e piedi leggeri. Contro il Bari un mio compagno di squadra che lo stava marcando gli tirò qualche calcione di troppo, così feci finta di rimproverarlo: prima di rivolgermi a lui gli feci l'occhiolino, poi gli dissi di andarci "piano contro Maradona". Ma Diego mi rispose "Pietro, no te preocupes, lui mena a me e io meno a lui". Era un generoso, non si risparmiava. (Pietro Maiellaro)
- Mi ritengo fortunato ad avere avuto l'opportunità di costruire con Diego un legame di stima, di amicizia e di fratellanza, inaspettato e, proprio per questo, ancora più bello. Ho conosciuto un eterno ragazzo meraviglioso. Un ragazzo generoso, che era un po' come il dottor Jekyll e Mr. Hyde. Era arrogante, persino presuntuoso e strafottente, ogni qual volta attaccavano i suoi affetti: la famiglia, il Napoli, i compagni di squadra e i tifosi. Diventava quasi insopportabile, ma all'interno dello spogliatoio, con il gruppo e con gli amici era un ragazzo eccezionale. (Giovanni Galli)
- Napoli è una religione. Maradona è Dio e Lavezzi è il suo erede. (Víctor Ruiz)
- Nei miei anni in Irpinia ho affrontato tanti campioni italiani e stranieri [...]. In un derby, per evitare l'espulsione di De Napoli, Bianchi mi mise a marcare Maradona nel primo tempo. Lo feci bene, ma pensavo sempre che prima o poi avesse inventato qualcosa. (Salvatore Vullo)
- Non si scriverà mai abbastanza di questo grande, fascinoso, completo giocatore che ha fatto del calcio una religione, estraendo l'innata ispirazione da uno spirito fanciullesco e da un animalesco istinto che lo vuole amico, suddito e insieme sacerdote di Giove Palla. (Italo Cucci)
- Penso che dopo venticinque minuti ogni compagno avesse messo la sua foto vicino al letto pregando che non si facesse male. Hai mai sentito qualche compagno di squadra parlare male di Diego? No, e sai perché? Perché lui voleva davvero bene a noi compagni e noi ne volevamo a lui. (Luciano Castellini)
- Per conto mio, gli ho sempre riservato dei grandi applausi, anche la sera della finale [dei Mondiali 1990]. (Silvio Berlusconi)
- Per me Diego Armando Maradona è il più grande calciatore di tutti i tempi senza se e senza ma. Non solo. Le prestazioni di Maradona sono state evidentemente penalizzate dalla tossicodipendenza e non certo agevolate come in chi ha fatto ricorso alla pratica del doping. La cocaina NON è dopante. Non solo. Diego Armando Maradona è caduto e si è rialzato. Senza trucco e senza inganno. Davanti al mondo senza nascondere nulla. Sempre a testa alta. Per tutti questi motivi Diego Armando Maradona è per me un idolo, un esempio di come si possa guarire da un brutto male sfidando il mondo senza mai abbassare lo sguardo. Senza mai perdere la dignità. (Francesco Repice)
- Quando Maradona è arrivato, Napoli era la città del post-terremoto, del colera di poco più di dieci anni prima, della criminalità che faceva il salto di qualità. Ma era anche una città vivissima: c'è Lucio D'Amelio e da poco è passato Andy Warhol, sono gli anni della musica di Sergio Bruni e di Pino Daniele e di tutto il neapolitan power; di una scena letteraria florida. Non una Napoli milionaria, ma ricchissima sì, vivace. È però la sola presenza di Maradona ad accendere un faro: il mondo guarda Napoli. Per la prima volta, con intensità, come non succede da tempo. Come non succedeva, forse, da quando era una capitale borbonica. Improvvisamente Napoli ha preso consapevolezza del suo essere metropoli. Ed è tornata a essere la Capitale perduta che sempre si ripete di essere. (Massimiliano Virgilio)
- Quando pensi al numero 10 a chi pensi? A Maradona. Lui è il simbolo del numero 10. La gente oggi vuole vestire la maglia numero 10 per Maradona. (Zlatan Ibrahimović)
- Quel gol su punizione al San Paolo nel '95 [in realtà nel 1985] contro la mia Juve è stato una cosa pazzesca, un virtuosismo degno di Paganini che ha sfidato le leggi stesse della fisica. Ma Diego quel gol sapeva di poterlo fare, non gli è certo venuto per caso. Così come i virtuosismi del più grande violinista, frutto sì di estro e istinto personale ma anche di grande lavoro e studio. Idem Maradona, con le sue ore e ore di palleggi. La palla era il suo violino. (Salvatore Accardo)
- Si può dire che Maradona, Pelè e Di Stefano equivalgano a Bach, Mozart e Beethoven. Sono i fuori categoria. Dopo di che si può tranquillamente parlare di calciatori bravi, anzi bravissimi: Causio, Tardelli, Maldini, Riva. (Rino Marchesi)
- [«Com'è essere allenati da una leggenda?»] Solo vederlo lì era una spinta in più per noi. Quando ci parlava, noi avevamo una voglia incredibile di uscire e dare tutto in campo. Io avevo quella sensazione: non importava ciò che diceva, era proprio la sua essenza, il suo stare lì, il rispetto che avevano tutti nei suoi confronti. Non ho visto con nessun altro allenatore un'atmosfera simile. (Javier Pastore)
- Un genio come Maradona in una città come Napoli finisce in quella teoria di miti e personaggi che vengono mitizzati e nei quali si riconosce, nel bene o nel male, per la loro irregolarità. Se Milano è la città degli affari, Roma della politica e della Chiesa, Napoli appare di difficile definizione, se non attraverso i suoi miti naturali, come il mare e il Vesuvio, come Eduardo, Totò e Pulcinella. Maradona rientra in questi personaggi che catalizzano un'energia e la restituiscono alla città in un gioco d'amore tra lo spettatore e l'eroe. (Toni Servillo)
- Un grande personaggio, dotato di una grande umiltà. Non ha mai fatto pesare il suo estro, il suo essere fuoriclasse sul gruppo che difendeva sempre ed in prima persona. Lui aveva una sua vita personale, noi avevamo la nostra. Lo si apprezzava ancora di più negli allenamenti perché, quando terminavano le sedute, lui continuava ad allenarsi a costo anche di galleggiare sul terreno di gioco ridotto a pantano. Si divertiva come un bambino, era innamorato del pallone. (Domenico Penzo)
- Un leader assoluto, che riesce a realizzare giocate stupende sempre tenendo in pugno tutta la disposizione della squadra. (Júnior)
- [Cosa lascia Maradona a Napoli?] Una grande eredità tra le mani della città. Culturale e immaginaria. Un tesoro che non va sperperato perché l'ultima e unica possibilità per la città di restare sullo scenario mondiale. Lo abbiamo visto in questi giorni: gli occhi di tutto il mondo su Napoli. Allo stato attuale la città non può vantare niente di lontanamente paragonabile. Né simboli, icone, luoghi della memoria condivisi. Non bisogna farsi sfuggire, da questo punto di vista, l'opportunità di esistere. (Massimiliano Virgilio)
- Viene spesso ai match di Davis, è appassionato. Ma quando l'ho incontrato sono rimasto senza parole: sai, per noi è come incontrare Dio. (Juan Martín del Potro)
- Che Maradona fosse un genio, nessun dubbio è possibile. E che i geni siano un tantino squinternati di cerebro è risaputo e ammesso da sempre. [...] Maradona, come lei sa, ridava dignità inventiva e gestuale anche alle mani posteriori, divenute volgarissimi piedi da qualche milione di anni.
- Maradona, come tutti puro isso, cura lo suo particulare: ma questo non toglie che, eccellendo di per sé, egli esalti anche la squadra di cui è per solito gran parte. In effetti, Maradona è un carico da undici rinforzato: nessuno scopre nulla affermandolo. È un genio della pelota, dell'invenzione prestipedatoria, dell'esecuzione tecnica cum phantasia. A ragion veduta la squadra deve giocare per lui come lui gioca per la squadra. Ma è chiaro che non può sognarsi, lui solo, di imporsi ad undici avversari degni di questo nome. Il calcio è gioco collettivo per eccellenza: chi si illude di poter reggere solo soletto agli avversari tutti è un povero nesci, un megalomane, un solipsista insopportabile. Si capisce, Maradona è anche Primadonna: non è mai accaduto che un artista, quale che fosse il di lui o di lei sesso, non indulgesse anche alle fisime o comunque agli atteggiamenti tipici della primadonna.
- Maradona è la bestia iperbolica, nel senso infernale, anzi mitologico di Cerbero: se fai tanto di rispettarlo secondo lealtà sportiva, lui ti pianta le zanne nel coppino e ti stacca la testa facendola cadere al suolo come un frutto dal picciolo ormai fradicio. È capace di invenzioni che forse la misura proibiva a Pelè, morfologicamente irregolare nei soli piedi piatti, peraltro funzionali nella bisogna pedatoria. Maradona è uno sgorbio divino, magico, perverso: un jongleur di puri calli che fiammeggiano feroce poesia e stupore (è dei poeti il fin la meraviglia). Talora uno dei suoi piedi serve fulmineamente l'altro per una sorta di paradossale ispirazione atta a sorprendere: ma quando vuole, questo leggendario scorfano batte il lancio lungo che arriva, illumina, ispira: capisci allora che i ghiribizzi in loco erano puro divertissement: esibizione per i semplici: se il momento tecnico-tattico lo esige, in quelle tozze gambe animate dal diavolo entra solenne il prof. Euclide. E il calcio si eleva di tre spanne agli occhi di coloro che, sapendolo vedere, lo prediligono su tutti i giochi della terra.
- Maradona ha confermato di non essere uomo-squadra, bensì favoloso match-winner (cioè vincitore di incontri): è un centravanti spiazzato per convenienza tattica: ma quando il momento agonistico lo richiede sa trovarsi perfettamente coordinato al posto giusto, e per coordinato intendo dire in grado di inventare quel che dentro gli ditta il genio innato.
- Ci sono due gol che sono un salto nel vuoto, un continuo sprezzo e disprezzo del pericolo, e poi un dribbling, una finta, una schivata a tutto quello che tatticamente è stato fatto su un campo di calcio. [riferito alla doppietta di Maradona contro l'Inghilterra]
- Comincia a toccarla come fa lui, con questo sinistro, che ha un ritmo diverso. Appena l'avversario prepara muscolarmente l'intervento, lui già è arrivato prima. E continua a toccartela tenendo una falcata lunghissima. Non arriva a un metro e settanta, ma ha una forza e una centralità che ti impediscono di spostarlo, è come Mike Tyson, che era molto più piccolo degli altri massimi, ma spostalo... arriva prima lui!
- Diego non è mai arrivato il giorno che spiegavano di che cosa bisognava avere paura. Diego reagisce ad una voce sola: quella del suo istinto.
- L'antitesi del triviale è Diego Maradona e nel Mondiale dell'86 in qualsiasi espettorazione, in qualsiasi secondo delle partite dell'Argentina lui c'è. C'è sempre. Non c'è neanche un grado di separazione.
- Cosa vuol dire aver avuto Maradona in squadra? Diego calcisticamente ha rappresentato un grosso successo del Napoli, del club, di tutti i tifosi partenopei. Ci eravamo abituati a vederlo giocare con noi e non ci rendevamo conto di quanto fosse grande. Ogni partita che giocava diventava una cosa da antologia. Sono ricordi davvero unici.
- Era il 1984, nella hall dell'albergo di Barcellona il barista non sapeva chi fossi e mi disse: "Che fregatura per il Napoli. Ha speso 13 miliardi per un ex giocatore". Io gli risposi la verità: "Per Maradona avrei speso anche il doppio". Diego è stato il più grande campione e il più grande affare della storia del calcio. Lui dice che non mi ama, ma io so cosa dice il suo cuore. Sono stato il suo carceriere, l'ho tenuto per sette anni e prima e poi mai era stato più di due anni in un posto. Si può amare il tuo carceriere?
- Maradona l'ho salvato decine di volte. Con l'antidoping soprattutto. [...] dalla domenica sera al mercoledì Diego, come qualcun altro del Napoli, soprattutto calciatori giovani, era libero di fare quel che voleva, ma il giovedì doveva essere pulito, non so se mi spiego. Del resto, basta non assumere cocaina per un certo periodo di tempo perché questa non risulti alle analisi del dopo partita. [Il general manager] Moggi, [il massaggiatore] Carmando, il medico sociale chiedevano ai giocatori se erano a posto, allora non sapevo cosa accadeva, però qualche anno dopo sono venuto a conoscenza che si adottava un trucco: se qualcuno era a rischio gli si dava una pompetta contenente l'urina di un altro, l'interessato se la nascondeva nel pantalone della tuta e quando entrava nella stanza dell'antidoping, invece di fare il suo "bisognino" versava nel contenitore delle analisi l'urina "pulita" del compagno. Nonostante questo, Diego quel giorno del 1991 fu trovato positivo, Moggi gli aveva chiesto se era in condizione e lui rispose: sì lo sono, va tutto bene. Il fatto è che i cocainomani mentiscono a se stessi. Risultò positivo e quando l'allora presidente [della Lega Nazionale Professionisti] Nizzola mi chiamò in via confidenziale per darmi la notizia fu troppo tardi. Insistetti, gli dissi: presidente dimmi cosa posso fare, ma lui rispose: ormai non puoi fare più nulla.
- Il primo anno andavamo male, eravamo in ritiro prima di una gara con l'Udinese. Ferlaino, il presidente, ci venne a minacciare: se non avessimo vinto, avrebbe cacciato l'allenatore, Rino Marchesi. Maradona si alzò, prese la parola e gli disse: "va bene, ma prima caccerai me, e poi lui", indicando col dito un compagno. "E poi lui", indicandone un altro. E alla fine tutti, "perché in campo ci andiamo noi e se perdiamo la colpa è solo nostra". Ferlaino ammutolì. Alla fine vincemmo quella partita 4 a 3.
- Mi ha insegnato una cosa molto importante: nel calcio la parola "io" è proprio l'opposto di quello che serve ad una squadra; c'è sempre il "noi" di mezzo. Quando noi, come gruppo, ci trovavamo in difficoltà, era sempre il primo a metterci la faccia. Maradona giocava per la squadra, mai per sé stesso. Metteva ogni compagno nelle condizioni migliori di recuperare da un eventuale errore in campo.
- Per me, il più grande. E non solo come giocatore, ma come persona. La gente che giudica per quello che ha fatto fuori dal campo non lo ha mai conosciuto. Diego era fatto così, ha sempre vissuto la vita che voleva vivere. [...] Certo, i nostri caratteri erano agli opposti, io alle 10 di sera andavo a dormire, lui non dormiva mai. Agli allenamenti a volte dovevamo scongiurarlo di presentarsi per non far imbufalire Ottavio Bianchi, l'allenatore... ma quando vedeva qualcosa di tondo, cambiava e correva a giocare e a farci divertire.
- [Su Maradona, idolo di Napoli già nel 1985] A Napoli abbiamo avuto conferma di questo binomio tifo-business. Sono tante le iniziative più o meno legali (il famoso "sommerso") collegati al Pibe de Oro: dalle magliette ai quaderni, dai pupazzetti ai posters, e così via. Chi non commercia "in Maradona", non per questo lascia in pace l'argentino, la cui presenza viene continuamente evocata con scritte sui muri, fotografie, dediche autografe e qualche striscione sopravvissuto agli eccessi del Maradona day. In altre parole, a noi è sembrato che il Pibe de Oro non solo sia lo sponsor forzato di buona parte dell'economia sommersa partenopea, ma anche il taumaturgo dell'intera città. E per il popolino, sempre alla ricerca di santi protettori, la febbre di Maradona – che ormai fa concorrenza perfino a San Gennaro – ha veramente qualcosa di religioso. Non a caso, come i santi, lo hanno messo recentemente nel presepe. Non a caso, sempre come si fa con i santi, hanno battezzato tanti bambini con il suo nome.
- Cantava qualche anno fa Pino Daniele: "Napule è mille culure...". Da quando la squadra di Marchesi ha ripreso a vincere e Maradona a segnare, la città partenopea non ha più "mille colori", ma solo due: il bianco e il celeste, cioè quelli della formazione di casa.
- [Sulla tripletta allo stadio San Paolo il 24 febbraio 1985 nella partita Napoli - Lazio] Erano contro due squadre. Uno dei 22 calciatori ha segnato tre goal da antologia al povero portiere Orsi: il primo agganciando di destro e calciando al volo di sinistro, il secondo con pallonetto, il terzo dalla bandierina del corner. Infine, lo stesso giocatore, con un assist impeccabile, ha fatto realizzare un quarto goal ad un suo compagno. Le due squadre, come tutti sanno, erano Napoli e Lazio. Il fuoriclasse, balzato nella classifica cannonieri al secondo posto dopo Platini non poteva che essere lui: Diego Armando Maradona che, come l'attore-regista Massimo Troisi, può davvero ricominciare da tre.
- A Napoli divenne napoletano espanso, portò la follia del tango e di un paese troppo esteso e svariato in una rocca antica, piena di contraddizioni e frustrazioni temperate da una tragica allegria; a Napoli divenne Masaniello d'un sogno, conquistador d'una isola nella quale la pelle di Malaparte s'era seccata da decenni attendendo una sutura.
- Araba fenice d'una favela grande come il mondo, o di un mondo tutto riassunto in favela: ricco come pochi sportivi, Maradona manteneva dentro di sé la fame delle origini scassate, come se la sua anima fosse rimasta povera e disperata, con nulla da perdere. Perciò, arrivò a perdere quasi tutto: l'anima, il corpo, la vita; prima di risorgere all'ultimo minuto.
- Il grande, lungo canto a Messico 86, contro l'Inghilterra detestata, quel mezzo giro di trottola a metà campo e la lunga corsa, il saltello continuato del sinistro a sfiorare la sfera, dentro il dribbling di cerveza ubriacante, mezza Inghilterra lasciata col sedere per terra, fino al gol, il capolavoro d’azione, il grande, lungo canto di Maradona.
- Ho preso tanti gol nella mia vita, ma averli subiti da lui è stato un onore, sono quei gol che non ho mai pensato fossero banali e ne sono fiero, perché parliamo di uno dei giocatori più forti della storia del calcio. [...] Per me è stato un grande onore, perché aver giocato contro un fenomeno come lui ti lascia dei ricordi indelebili per tutta la vita, affrontare un giocatore come lui è un picco importante della carriera di qualsiasi giocatore di calcio.
- Se ne va un pezzo della mia vita. Addio Maradona, forse finalmente lassù troverai la pace che meriti.
- [Sui due gol-capolavoro subiti da Maradona come portiere nella partita contro il Napoli del 24 febbraio 1985] Sono due gol rimasti nella storia. Al termine della partita non mi disse nulla ma io dico sempre che se mi avessero dato un centesimo per ogni volta che quei gol sono passati in televisione io oggi sarei milionario.
- Come sono fragili gli dei del calcio, vero? Diego vive nell'immaginario collettivo come un eroe che ha compiuto l'impresa di renderci felici e vincenti; ma quello è un miracolo pericoloso, come sono pericolosi i bei ricordi che non ti danno una seconda possibilità. Perché senza il pallone, Maradona è solo un uomo che non trova la maniera di essere all'altezza del suo ricordo perfetto. Né ai suoi occhi né agli occhi degli altri.
- Credevo che Diego ripulisse il calcio da ogni male e lo abbellisse con ogni bene, perché in lui coincidevano il genio e la tecnica. Non mi ero soffermato sul corpo. Da allora, Maradona è stato grasso e magro, lento e rapido, sano e infortunato. In varie occasioni, frettolosi specialisti arrivarono a stendere per lui un anno di morte calcistica, probabilmente dimenticando che i gatti, oltre a godere del privilegio di non allenarsi, hanno sette vite. A Maradona ne restavano ancora diverse.
- Di Maradona basta dire che tutto quel che faceva su un campo di calcio era perfettamente irragionevole.
- Non c'è da preoccuparsi. Il talento calcistico più grande del mondo è custodito in un luogo perfetto: il corpo di Diego Armando Maradona. Il deposito del tesoro – quel cofanetto di ossa, muscoli e tendini che racchiude innumerevoli malizie calcistiche – è in se stesso una meraviglia.
- Tifosi di tutti i quartieri tradivano le loro squadre del cuore per vedere quel genio per il quale un fazzoletto di terreno era più di un latifondo. Alcuni lo confusero con Dio, e quando sei poco più che un bambino non hai motivo di mettere in dubbio l'opinione dei grandi.
Note
[modifica]- ↑ a b c d e f g h i j k l m n o Citato in Christian Padelli ed Enrico Turcato, Maradona: mezzo secolo nel pallone, sportmediaset.it, 29 ottobre 2010.
- ↑ Da un'intervista a Canale 34 Telenapoli; citato in Video amarcord - Maradona: "Non voglio una sola bandiera del Milan", napolimagazine.com, 14 novembre 2012.
- ↑ Citato in Bruno Bernardi, «Colpiti dalla mafia», La Stampa, 9 luglio 1990, p. 20.
- ↑ a b c d e Citato in Bruno Bernardi, Maradona accusa, c'è una mafia nel calcio, La Stampa, 10 luglio 1990, p. 33.
- ↑ Citato in Gianni Minà, Mi stavo disintossicando, la Repubblica, 2 luglio 1994.
- ↑ Citato in Mi hanno usato e distrutto, la Repubblica, 3 luglio 1994.
- ↑ Citato in Maradona accusa la FIFA: "siete mafiosi", Corriere della Sera, 3 settembre 1994, p. 37.
- ↑ Citato in Maradona: ucciderei Havelange, Corriere della Sera, 17 gennaio 1995, p. 37.
- ↑ Nel 1995; dopo la consegna del Pallone d'oro alla carriera; nell'omonimo speciale del programma televisivo Tifosi Napoletani.
- ↑ a b c Citato in Bruno Tucci, Maradona attacca Zeman, Corriere della Sera, 30 novembre 1998, p. 40.
- ↑ a b c Citato in Roberto Beccantini, Maradona «Che brutto Mondiale», La Stampa, 2 luglio 2002, p. 31.
- ↑ Citato in Maradona: Totti numero uno al mondo, Corriere della Sera, 20 febbraio 2004.
- ↑ Citato in Mimmo Malfitano, Maradona, dalla festa alla caserma, La Gazzetta dello Sport, 7 giugno 2006.
- ↑ Citato in Del Piero è meglio di Maradona, tuttosport.com, 6 novembre 2008.
- ↑ (ES) Da Diego Maradona: "Pelé debutó sexualmente con un pibe", 3tv.cl, 27 marzo 2009.
- ↑ Citato in Addio Francia! Maradona convoca Higuain e lo sottrae a Domenech: "Ci serviva uno così", goal.com, 9 ottobre 2009.
- ↑ Citato in Messi, la Pulce scala l'hit parade mondiale. Ora è lui il numero uno, Corriere della Sera, 23 marzo 2010.
- ↑ Citato in Tuttosport, 8 aprile 2010, p. 9.
- ↑ Citato in Maradona: "Spero di allenare il Napoli", ilpost.it, 26 giugno 2010.
- ↑ (ES) Citato in Maradona: "Al final de la historia se verá quién fue el mejor", clarín.com, 29 aprile 2011.
- ↑ Dall'intervista Messi IS the new me – Maradona, The Sun, 28 maggio 2011; citato in calciomercatoweb.it.
- ↑ Citato in Maradona "In Fifa ci sono i dinosauri", eurosport.com, 4 giugno 2011.
- ↑ Citato in Maradona contro Leonardo «Non so chi è e cosa fa», corrieredellosport.it, 8 gennaio 2012.
- ↑ Citato in Maradona: «Pelé torni al museo e prenda la pillola giusta», ilmattino.it, 10 febbraio 2012.
- ↑ Citato in Tancredi Palmeri, Il blob del 2012. Tutte le frasi da ricordare, gazzetta.it, 30 dicembre 2012.
- ↑ Tramite il suo avvocato; citato in Maradona: «Un vero argentino non gioca a Torino», tuttosport.com, 24 luglio 2013.
- ↑ a b Da un'intervista a Radio Pop; citato in Maradona: "Icardi è un traditore, ai miei tempi l'avremmo picchiato a turno", gazzetta.it, 28 dicembre 2013.
- ↑ Da un'intervista dopo la Partita della pace, 1 settembre 2014; citato in Alessio D'Urso e Gaetano Imparato, Il Papa a Maradona: "Ti aspettavo". Diego show con Baggio, poi si infuria: "Icardi non doveva giocare", gazzetta.it, 1º settembre 2014.
- ↑ Da un'intervista alla CNN, citato in Alessandra Stefanelli; Maradona: "Messi segna di più? I miei gol erano più belli", tuttomercatoweb.com, 14 maggio 2015.
- ↑ Da un'intervista del 25 aprile 2016 all'emittente televisiva Piuenne. Video disponibile su twitter.com.
- ↑ a b Dall'intervista di Maurizio Crosetti; La pace di Maradona: "Pelé è come Ali. Italia, che problema un ct in partenza", repubblica.it, 10 giugno 2016.
- ↑ Da un'intervista rilasciata a PiùEnne; citato in RILEGGI LIVE - Maradona: "Parlerò con ADL a Madrid, ho tante idee! Higuain? Ha tramato alle spalle! Sul Real, Mughini, Diego jr ed i cinesi...", tuttonapoli.net, 18 gennaio 2017.
- ↑ Da un post su facebook.com, 21 maggio 2017.
- ↑ Citato in "Trump burattino", Maradona rischia stop, ansa.it, 3 aprile 2019.
- ↑ Dall'intervista rilasciata a El Clarìn, citato in Maradona attacca il ct Scaloni: "Non gli farei dirigere neanche il traffico", tuttomercatoweb.com, 1° ottobre 2018.
- ↑ Citato in Maradona su Scaloni: "Lui ct al Mondiale? Solo quello di motociclismo", tuttomercatoweb.com, 22 novembre 2018.
- ↑ Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Se l'ammazzi fai pari. 966 battute, aforismi, citazioni ed eccitazioni sul mondo dello sport, Zelig, 2004. ISBN 8888809309
- ↑ Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, p. 2116. ISBN 8880898620
- ↑ Citato da Giampiero Boniperti nell'intervista di Roberto Beccantini Boniperti: "La mia Italia seppe risollevarsi, questa è diversa", lastampa.it, 3 luglio 2008.
- ↑ Si tratta di un gioco di parole: il cognome del calciatore "Best" in inglese significa "il migliore".
Bibliografia
[modifica]- Diego Armando Maradona, Io sono el Diego, traduzione Alberto Bracci, Fandango Libri, 2002. ISBN 8887517312
- Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992. ISBN 88-8598-826-2 (Anteprima su Google Books)
Filmografia
[modifica]- Tifosi (1999)
Voci correlate
[modifica]- Hugo Maradona – fratello
- Mano de Dios
- Maradona - La mano de Dios
Altri progetti
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- Commons contiene immagini o altri file su Diego Maradona