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Siracide

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Siracide, o Ecclesiastico, testo deuterocanonico della Bibbia, attribuito a Ben Sira.

Il primo capitolo del Siracide (artista anonimo, 1654)

CEI 1974

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Ogni sapienza viene dal Signore
ed è sempre con lui.

CEI 2008

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Ogni sapienza viene dal Signore
e con lui rimane per sempre.

Citazioni

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  • Poiché è necessario che i lettori non si accontentino di divenire competenti solo per se stessi, ma che anche ai profani possano gli studiosi rendersi utili con la parola e con gli scritti, anche mio nonno Gesù, dedicatosi lungamente alla lettura della legge, dei profeti e degli altri libri dei nostri padri e avendovi conseguito una notevole competenza, fu spinto a scrivere qualche cosa riguardo all'insegnamento e alla sapienza, perché gli amanti del sapere, assimilato anche questo, possano progredire sempre più in una condotta secondo la legge. (prologo, 4-14)[1]
  • Siete dunque invitati a farne la lettura con benevolenza e attenzione e a perdonare se nonostante l'impegno posto nella traduzione, sembrerà che non siamo riusciti a render la forza di certe espressioni. Difatti le cose dette in ebraico non hanno la medesima forza quando sono tradotte in altra lingua. E non solamente questa opera, ma anche la stessa legge, i profeti e il resto dei libri conservano un vantaggio non piccolo nel testo originale. (prologo, 15-26)[1]
  • Prima di ogni cosa fu creata la sapienza | e la saggia prudenza è da sempre. | A chi fu rivelata la radice della sapienza? | Chi conosce i suoi disegni? | Uno solo è sapiente, molto terribile, | seduto sopra il trono. | Il Signore ha creato la sapienza; | l'ha vista e l'ha misurata, | l'ha diffusa su tutte le sue opere, | su ogni mortale, secondo la sua generosità, | la elargì a quanti lo amano. (1, 4 – 8; 1974)
  • L'amore del Signore è sapienza che dà gloria, | a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino. (1, 10; 2008)
  • Il timore del Signore è gloria e vanto, | gioia e corona d'esultanza. | Il timore del Signore allieta il cuore, | dà gioia, diletto e lunga vita. | Il timore del Signore è dono del Signore, | esso conduce sui sentieri dell'amore. | Chi teme il Signore avrà un esito felice, | nel giorno della sua morte sarà benedetto. | Principio di sapienza è temere il Signore; | essa fu creata con i fedeli nel seno materno. | Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne, | abiterà fedelmente con i loro discendenti. | Pienezza di sapienza è temere il Signore; | essa inebria di frutti i propri fedeli. (1, 11 – 16; 2008)
  • Il timore del Signore tiene lontani i peccati, | chi vi persevera respinge ogni moto di collera. | La collera ingiusta non si potrà scusare, | il traboccare della sua passione sarà causa di rovina. (1, 21 – 22; 2008)
  • Il paziente sopporta fino al momento giusto, | ma alla fine sgorgherà la sua gioia. | Fino al momento opportuno terrà nascoste le sue parole | e le labbra di molti celebreranno la sua saggezza. (1, 23 – 24; 2008)
  • Il timore del Signore è sapienza e istruzione, | si compiace della fiducia e della mansuetudine. | Non essere disobbediente al timore del Signore | e non avvicinarti ad esso con doppiezza di cuore. (1, 24 – 25; 1974)
  • Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti | e il Signore te la concederà. (1, 26; 2008)
  • Accetta quanto ti capita, | sii paziente nelle vicende dolorose, | perché con il fuoco si prova l'oro, | e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. (2, 4 – 5; 1974)
  • Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti | e al peccatore che cammina su due strade! | Guai al cuore indolente perché non ha fede; | per questo non sarà protetto. (2, 12 – 13; 1974)
  • Guai a voi che avete perduto la perseveranza: | che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi? (2, 14; 2008)
  • Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole; | e coloro che lo amano seguono le sue vie. | Coloro che temono il Signore cercano di piacergli; | e coloro che lo amano si saziano della legge. | Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro cuori | e umiliano l'anima loro davanti a lui. (2, 15 – 17; 1974)
  • Gettiamoci nelle mani del Signore | e non in quelle degli uomini; | poiché come è la sua grandezza, | così è anche la sua misericordia. (2, 18; 2008)
  • Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli, | ha stabilito il diritto della madre sulla prole. | Chi onora il padre espia i peccati; | chi riverisce la madre è come chi accumula tesori. | Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli | e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. (3, 2 – 5; 1974)
  • Con le azioni e con le parole onora tuo padre, | perché scenda su di te la sua benedizione, | poiché la benedizione del padre consolida le case dei figli, | la maledizione della madre ne scalza le fondamenta. (3, 8 – 9; 2008)
  • Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, | non contristarlo durante la sua vita. | Anche se perdesse il senno, compatiscilo | e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore. | Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, | ti sarà computata a sconto dei peccati. (3, 12 – 14; 1974)
  • Figlio, compi le tue opere con mitezza, | e sarai amato più di un uomo generoso. | Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, | e troverai grazia davanti al Signore. | Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, | ma ai miti Dio rivela i suoi segreti. (3, 17 – 19; 2008)
  • La presunzione ha fatto smarrire molti | e le cattive illusioni hanno fuorviato i loro pensieri. (3, 24; 2008)
  • Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male; | chi ama il pericolo in esso si perderà. (3, 25; 1974)
  • Per la misera condizione del superbo non c'è rimedio, | perché in lui è radicata la pianta del male. (3, 28; 2008)
  • Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo, | non offrire a nessuno l'occasione di maledirti, | perché se uno ti maledice con amarezza, | il suo creatore esaudirà la sua preghiera. (4, 5 – 6; 1974)
  • La sapienza esalta i suoi figli | e si prende cura di quanti la cercano. | Chi ama la sapienza ama la vita, | chi la cerca di buon mattino sarà ricolmo di gioia. | Chi la possiede erediterà la gloria; | dovunque vada, il Signore lo benedirà. | Chi la venera rende culto a Dio, che è il Santo, | e il Signore ama coloro che la amano. (4, 11 – 14; 2008)
  • Lotta sino alla morte per la verità | e il Signore Dio combatterà per te. (4, 28; 1974)
  • Non essere arrogante nel tuo linguaggio, | fiacco e indolente invece nelle opere. (4, 29; 1974)
  • La tua mano non sia tesa per prendere | e chiusa invece nel restituire. (4, 31; 1974)
  • Non ventilare il grano a qualsiasi vento | e non camminare su qualsiasi sentiero. (5, 9; 1974)
  • Sii costante nel tuo sentimento, | e unica sia la tua parola. | Sii pronto nell'ascoltare, | lento nel proferire una risposta. | Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo; | altrimenti mettiti la mano sulla bocca. (5, 10 – 12; 1974)
  • Non ti abbandonare alla tua passione, | perché non ti strazi come un toro furioso; | divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti, | sì da renderti come un legno secco. | Una passione malvagia rovina chi la possiede | e lo fa oggetto di scherno per i nemici. (6, 2 – 4; 1974)
  • Siano molti quelli che vivono in pace con te, | ma tuo consigliere uno su mille. (6, 6; 2008)
  • Tieniti lontano dai tuoi nemici, | e dai tuoi amici guàrdati. (6, 13; 1974)
  • Un amico fedele è una protezione potente, | chi lo trova, trova un tesoro. (6, 14; 1974)
Chi trova un amico trova un tesoro.[2]
  • Un amico fedele è un balsamo di vita, | lo troveranno quanti temono il Signore. (6, 16; 1974)
  • Figlio, sin dalla giovinezza medita la disciplina, | conseguirai la sapienza fino alla canizie. (6, 18; 1974)
  • Ascolta volentieri ogni discorso su Dio | e le massime sagge non ti sfuggano. (6, 35; 2008)
  • Non fare il male, perché il male non ti prenda. | Allontànati dall'iniquità ed essa si allontanerà da te. | Figlio, non seminare nei solchi dell'ingiustizia | per non raccoglierne sette volte tanto. (7, 1 – 3; 1974)
  • Non cercare di divenire giudice | se ti manca la forza di estirpare l'ingiustizia, | perché temeresti di fronte al potente | e getteresti una macchia sulla tua retta condotta. (7, 6; 2008)
  • Non fare prestiti a un uomo più forte di te | e se gli hai prestato qualcosa, considerala perduta. (8, 12; 2008)
  • Non essere geloso della sposa amata, | per non inculcarle malizia a tuo danno. (9, 1; 1974)
  • Non dare l'anima tua alle prostitute, | per non perderci il patrimonio. (9, 6; 1974)
  • Distogli l'occhio da una donna bella, | non fissare una bellezza che non ti appartiene. | Per la bellezza di una donna molti sono periti; | per essa l'amore brucia come fuoco. (9, 8; 1974)
  • Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia, | all'uno e agli altri è in abominio l'ingiustizia. | L'impero passa da un popolo a un altro | a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze. (10, 7 – 8; 1974)
  • Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore, | tenere il proprio cuore lontano da chi l'ha creato. | Principio della superbia infatti è il peccato; | chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l'abominio. | Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi | e lo flagella sino a finirlo. (10, 12 – 13; 1974)
  • Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti, | al loro posto ha fatto sedere gli umili. | Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni, | al loro posto ha piantato gli umili. (10, 14 – 15; 1974)
  • Il nobile, il giudice e il potente sono onorati; | ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore. (10, 24; 1974)
  • Un povero viene onorato per la sua scienza | e un ricco viene onorato per la sua ricchezza. | Chi è onorato nella povertà, quanto più lo sarà nella ricchezza! | E chi è disprezzato nella ricchezza, quanto più lo sarà nella povertà! (10, 30 – 31; 2008)
  • La sapienza dell'umile gli farà tenere alta la testa, | gli permetterà di sedere tra i grandi. (11, 1; 1974)
  • L'ape è piccola tra gli esseri alati, | ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori. (11, 3; 1974)
  • Per una cosa di cui non hai bisogno non litigare, | non immischiarti nelle liti dei peccatori. (11, 9; 1974)
  • Il dono del Signore è assicurato ai pii | e il suo favore li rende felici per sempre. (11, 17; 1974)
  • Persevera nel tuo impegno e dèdicati a esso, | invecchia compiendo il tuo lavoro. (11, 20; 2008)
  • La benedizione del Signore è la ricompensa del pio; | in un istante Dio farà sbocciare la sua benedizione. (11, 22; 1974)
  • Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura; | nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità. (11, 25; 1974)
  • Una pernice da richiamo in gabbia, tale il cuore del superbo; | come una spia egli attende la tua caduta. (11, 30; 1974)
  • Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa | e ti renderà estraneo ai tuoi. (11, 34; 1974)
  • Fa' il bene al pio e ne avrai il contraccambio, | se non da lui, certo dall'Altissimo. (12, 2; 1974)
  • L'amico non si può riconoscere nella prosperità, | ma nell'avversità il nemico non si nasconderà. | Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore; | ma quando uno è infelice, anche l'amico se ne separa. (12, 8 – 9; 1974)
  • Chi avrà pietà di un incantatore morso da un serpente | e di quanti si avvicinano alle belve? | Così capita a chi si associa a un peccatore | e s'imbratta dei suoi misfatti. (12, 13 – 14; 1974)
  • Chi maneggia la pece si sporca, | chi frequenta il superbo diviene simile a lui. (13, 1; 1974)
  • Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte, | il povero riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi. (13, 3; 1974)
  • Non essere invadente per non essere respinto, | non stare appartato per non essere dimenticato. (13, 10; 2008)
  • Ogni creatura vivente ama il suo simile, | ogni uomo il suo vicino. | Ogni essere si accoppia secondo la sua specie; | l'uomo si associa a chi gli è simile. (13, 15 – 16; 1974)
  • Quale pace può esservi fra la iena e il cane? | Quale intesa tra il ricco e il povero? | Sono preda dei leoni gli ònagri nel deserto; | così pascolo dei ricchi sono i poveri. (13, 18 – 19; 1974)
  • Per il superbo l'umiltà è obbrobrio, | così per il ricco è obbrobrio il povero. (13, 20; 2008)
  • Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici; | se il povero cade, anche dagli amici è respinto. | Se cade il ricco, molti lo aiutano; | dice cose insulse? Eppure lo si felicita. | Se cade il povero, lo si rimprovera; | se dice cose assennate, non ci si bada. | Parla il ricco, tutti tacciono | ed esaltano fino alle nuvole il suo discorso. | Parla il povero e dicono: "Chi è costui?". | Se inciampa, l'aiutano a cadere. (13, 21 – 23; 1974)
  • Beato l'uomo che non ha peccato con le parole | e non è tormentato dal rimorso dei peccati. (14, 1; 1974)
  • A un uomo gretto non conviene la ricchezza, | a che servono gli averi a un uomo avaro? | Chi accumula a forza di privazioni accumula per altri, | con i suoi beni faran festa gli estranei. | Chi è cattivo con se stesso con chi si mostrerà buono? | Non sa godere delle sue ricchezze. (14, 3 – 5; 1974)
  • Il Signore odia ogni abominio, | esso non è voluto da chi teme Dio. (15, 13; 1974)
  • Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; | l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà. | Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: | là dove vuoi tendi la tua mano. | Davanti agli uomini stanno la vita e la morte: | a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. (14, 15 – 17; 2008)
  • Dio non perdonò agli antichi giganti, | che si erano ribellati per la loro forza. (16, 7; 1974)
  • Ci fosse un solo uomo di dura cervice, | sarebbe strano se restasse impunito, | poiché misericordia e ira sono in Dio, | potente quando perdona e quando riversa l'ira. | Tanto grande la sua misericordia, | quanto grande la sua severità; | egli giudicherà l'uomo secondo le sue opere. (16, 11 – 13; 1974)
  • La misericordia dell'uomo riguarda il prossimo, | la misericordia del Signore ogni essere vivente. (18, 12; 1974)
  • Prima di parlare, impara; | curati ancor prima di ammalarti. (18, 19; 1974)
  • Nulla ti impedisca di soddisfare un voto al tempo giusto, | non aspettare fino alla morte per sdebitarti. | Prima di fare un voto prepara te stesso, | non fare come un uomo che tenta il Signore. (18, 22 – 23; 2008)
  • Non seguire le passioni, | poni un freno ai tuoi desideri. | Se ti concedi lo sfogo della passione, | essa ti renderà oggetto di scherno per i tuoi nemici. (18, 30 – 31; 2008)
  • Non godere una vita di piaceri, | sua conseguenza è una doppia povertà. (18, 32; 1974)
  • C'è un rimprovero che è fuori tempo, | c'è chi tace ed è prudente. | Quanto è meglio rimproverare che covare l'ira! (20, 1 – 2; 1974)
  • Un eunuco che vuol deflorare una ragazza, | così chi vuol rendere giustizia con la violenza. (20, 4; 1974)
  • C'è chi tace, perché non sa che cosa rispondere, | e c'è chi tace, perché conosce il momento propizio. (20, 6; 1974)
  • Chi abbonda nel parlare si renderà abominevole; | chi vuole assolutamente imporsi sarà odiato. (20, 8; 1974)
  • Nelle disgrazie può trovarsi la fortuna per un uomo, | mentre un profitto può essere una perdita. (20, 9; 1974)
  • C'è una generosità che non ti arreca vantaggi | e c'è una generosità che rende il doppio. (20, 10; 2008)
  • Non si accetta una massima dalla bocca dello stolto, | perché non è mai detta a proposito. (20, 20; 1974)
  • C'è chi si rovina per rispetto umano | e si rovina per la faccia di uno stolto. | C'è chi per rispetto umano fa promesse a un amico; | in tal modo se lo rende gratuitamente nemico. (20, 22 – 23; 1974)
  • Brutta macchia nell'uomo la menzogna, | è sempre sulla bocca dei maldicenti. | Meglio un ladro che un mentitore abituale, | tutti e due avranno in sorte la rovina. | L'abitudine del bugiardo è un disonore, | la vergogna che si merita è sempre con lui. (20, 24 – 26; 2008)
  • Sapienza nascosta e tesoro invisibile: | a che servono l'una e l'altro? | Fa meglio chi nasconde la stoltezza | che colui che nasconde la sapienza. (20, 30 – 31; 1974)
  • Come alla vista del serpente fuggi il peccato: | se ti avvicini, ti morderà. | Denti di leone sono i suoi denti, | capaci di distruggere vite umane. | Ogni trasgressione è come spada a doppio taglio: | non c'è rimedio per la sua ferita. (21, 2 – 3; 1974)
  • L'interno dello stolto è come un vaso rotto, | non potrà contenere alcuna scienza. (21, 14; 1974)
  • Ornamento d'oro è la disciplina per l'assennato; | è come un monile al braccio destro. (21, 21; 1974)
  • Il cuore degli stolti sta sulla loro bocca, | mentre bocca dei saggi è il loro cuore. (21, 26; 2008)
  • Quando un empio maledice l'avversario, | maledice se stesso. (21, 27; 2008)
  • Il maldicente danneggia se stesso | e sarà detestato dal suo ambiente. (21, 28; 1974)
  • Il pigro è simile a una palla di sterco, | chi la raccoglie scuote la mano. (22, 2; 1974)
  • Ragiona con un insonnolito chi ragiona con lo stolto; | alla fine egli dirà: "Che cosa c'è?". | Piangi per un morto, poiché ha perduto la luce; | piangi per uno stolto, poiché ha perduto il senno. | Piangi meno tristemente per un morto, ché ora riposa, | ma la vita dello stolto è peggiore della morte. (22, 8 – 10; 1974)
  • Se hai aperto la bocca contro un amico, | non temere: può esserci riconciliazione, | tranne il caso d'insulto, di arroganza, | di segreti svelati e di un colpo a tradimento; | in questi casi ogni amico scompare. (22, 22; 2008)
  • Prima del fuoco c'è vapore e fumo di fornace, | così prima del sangue ci sono le ingiurie. (22, 24; 2008)
  • Non abituare la bocca al giuramento, | non abituarti a nominare il nome del Santo. (23, 9; 1974)
  • Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità; | il flagello non si allontana dalla sua casa. | Se sbaglia, il suo peccato è su di lui; | se non ne tiene conto, pecca due volte. | Se giura il falso, non sarà giustificato, | e la sua casa si riempirà di sventure. (23, 11; 2008)
  • [...] una passione ardente come fuoco acceso | non si spegnerà finché non sia consumata; | un uomo impudico nel suo corpo | non desisterà finché il fuoco non lo divori; | per l'uomo impudico ogni pane è appetitoso, | non si stancherà finché non muoia. (23, 16 – 17; 2008)
  • L'uomo infedele al proprio letto | dice fra sé: «Chi mi vede? | C'è buio intorno a me e le mura mi nascondono; | nessuno mi vede, perché temere? | Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo». | Egli teme solo gli occhi degli uomini, | non sa che gli occhi del Signore | sono mille volte più luminosi del sole; | essi vedono tutte le vie degli uomini | e penetrano fin nei luoghi più segreti. | Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note, | allo stesso modo anche dopo la creazione. | Quest'uomo sarà condannato nelle piazze della città, | sarà sorpreso dove meno se l'aspetta. (23, 18 – 21; 2008)
  • Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo; | come mirra scelta ho sparso buon odore; | come gàlbano, ònice e storàce, | come nuvola di incenso nella tenda. | Come un terebinto ho esteso i rami | e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.[3] (24, 15 – 16; 1974)
  • Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo, | la legge che Mosè ci ha prescritto, | eredità per le assemblee di Giacobbe. | [...] | Essa trabocca di sapienza come il Pison | e come il Tigri nella stagione delle primizie, | effonde intelligenza come l'Eufrate | e come il Giordano nei giorni della mietitura, | come luce irradia la dottrina, | come il Ghicon nei giorni della vendemmia. (24, 23 – 27; 2008)
  • Di tre cose mi compiaccio e mi faccio bella, | di fronte al Signore e agli uomini: | concordia di fratelli, amicizia tra vicini, | moglie e marito che vivono in piena armonia.[3] (25, 1; 1974)
  • [...] quanto è grande chi ha trovato la sapienza, | ma nessuno supera chi teme il Signore. (25, 10; 1974)
  • Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore; | qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna; | qualunque sventura, ma non la sventura | causata dagli avversari; | qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici. (25, 12 – 13; 1974)
  • Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente, | non c'è ira peggiore dell'ira di una donna. | Preferirei abitare con un leone e con un drago | piuttosto che abitare con una donna malvagia. | La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto, | rende il suo volto tetro come quello di un orso. (25, 15 – 17; 2008)
  • Ogni malizia è nulla, di fronte alla malizia di una donna, | possa piombarle addosso la sorte del peccatore! | Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio, | tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico. | Non soccombere al fascino di una donna, | per una donna non ardere di passione. (25, 18 – 20; 1974)
  • Dalla donna ha avuto inizio il peccato, | per causa sua tutti moriamo. (25, 24; 1974)
  • Beato il marito di una donna virtuosa; | il numero dei suoi giorni sarà doppio. (26, 1; 1974)
  • È un dono del Signore una donna silenziosa, | non c'è compenso per una donna educata. (26, 14; 1974)
  • Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; | così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti. (27, 4; 2008)
  • Gli uccelli sostano presso i loro simili, | la lealtà ritorna a quelli che la praticano. (27, 9; 1974)
  • Nel discorso del pio c'è sempre saggezza, | ma lo stolto muta come la luna. (27, 11; 2008)
  • Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli, | e le loro questioni fan turare gli orecchi. (27, 14; 1974)
  • Chi scaglia un sasso in alto, se lo scaglia sulla testa, | e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra. | Chi scava una fossa vi cadrà dentro, | chi tende un laccio vi resterà preso. | Il male si riverserà su chi lo fa, | egli non saprà neppure da dove gli venga. (27, 25 – 27; 1974)
  • Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore | ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati. | Perdona l'offesa al tuo prossimo | e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. (28, 1 – 2; 1974)
  • Astieniti dalle risse e sarai lontano dal peccato, | perché un uomo passionale attizza una rissa. (28, 8; 1974)
  • Una lite concitata accende il fuoco, | una rissa violenta fa versare sangue. | Se soffi su una scintilla, si accende; | se vi sputi sopra, si spegne; | eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca. (28, 11 – 12; 1974)
  • Maledici il delatore e l'uomo di doppia lingua, | perché fa perire molti che vivono in pace. (28, 13; 1974)
  • Le dicerie di una terza persona hanno sconvolto molti, | li hanno scacciati di nazione in nazione; | hanno demolito città fortificate | e rovinato casati potenti. | Le dicerie di una terza persona hanno fatto ripudiare donne forti, | privandole del frutto delle loro fatiche. | Chi a esse presta attenzione certo non troverà pace, | non vivrà tranquillo nella sua dimora. (28, 14 – 16; 2008)
  • Un colpo di frusta produce lividure, | ma un colpo di lingua rompe le ossa. | Molti sono caduti a fil di spada, | ma non quanti sono periti per colpa della lingua. (28, 17 – 18; 1974)
  • Chi pratica la misericordia concede prestiti al prossimo, | chi lo sostiene con la sua mano osserva i comandamenti. | Da' in prestito al prossimo quando ha bisogno, | e a tua volta restituisci al prossimo nel momento fissato. (29, 1 – 2; 2008)
  • Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta, | per gioire di lui alla fine. | Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio | e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti. | Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il nemico, | mentre davanti agli amici potrà gioire. | Muore il padre? È come se non morisse, | perché lascia un suo simile dopo di sé. (30, 1 – 4; 1974)
  • Meglio la morte che una vita amara, | il riposo eterno che una malattia cronica. (30, 17; 1974)
  • Distraiti e consola il tuo cuore, | tieni lontana la profonda tristezza, | perché la tristezza ha rovinato molti | e in essa non c'è alcun vantaggio. (30, 23; 2008)
  • L'insonnia del ricco consuma il corpo, | i suoi affanni gli tolgono il sonno. | Le preoccupazioni dell'insonnia non lasciano dormire, | come una grave malattia bandiscono il sonno. (31, 1 – 2; 2008)
  • Un ricco fatica nell'accumulare ricchezze | e se smette, si ingolfa nei piaceri. | Un povero fatica nelle privazioni della vita | e se smette, cade nell'indigenza. (31, 3 – 4; 1974)
  • Chi ama l'oro non sarà esente da colpa, | chi insegue il denaro ne sarà fuorviato. | Molti sono andati in rovina a causa dell'oro, | e la loro rovina era davanti a loro. | È una trappola per quanti ne sono infatuati, | e ogni insensato vi resta preso. | Beato il ricco che si trova senza macchia | e che non corre dietro all'oro. (31, 5 – 8; 2008)
  • Il sonno è salubre se lo stomaco è regolato, | al mattino ci si alza e si è padroni di sé. | Il tormento dell'insonnia e della nausea | e la colica accompagnano l'uomo ingordo. (31, 20; 2008)
  • In tutte le azioni sii moderato | e nessuna malattia ti coglierà. (31, 22; 1974)
  • Molte labbra loderanno chi è splendido nei banchetti, | e vera è la testimonianza della sua munificenza. | La città mormora di chi è tirchio nei banchetti; | ed esatta è la testimonianza della sua avarizia. (31, 23 – 24; 1974)
  • Non fare il forte con il vino, | perché ha mandato molti in rovina. | La fornace prova il metallo nella tempera, | così il vino i cuori in una sfida di arroganti. | Il vino è come la vita per gli uomini, | purché tu lo beva con misura. | Che vita è quella di chi non ha vino? | Questo fu creato per la gioia degli uomini. | Allegria del cuore e gioia dell'anima | è il vino bevuto a tempo e a misura. | Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità, | con eccitazione e per sfida. | L'ubriachezza accresce l'ira dello stolto a sua rovina, | ne diminuisce le forze e gli procura ferite. (31, 25 – 30; 1974)
  • Durante un banchetto non rimproverare il vicino, | non deriderlo nella sua letizia. | Non dirgli parola di rimprovero | e non tormentarlo col chiedergli ciò che ti deve. (31, 31; 1974)
  • Ti hanno fatto capotavola? Non esaltarti; | comportati con gli altri come uno di loro. | Pensa a loro e poi mettiti a tavola; | quando avrai assolto il tuo compito, accòmodati | per ricrearti con loro | e ricevere la corona per la tua cortesia. (31, 1 – 2; 1974)
  • Prima del tuono viene la folgore, | la grazia precede l'uomo modesto. (32, 10; 1974)
  • Quelli che temono il Signore sanno giudicare, | i loro giudizi brillano come luce. (32, 16; 2008)
  • Non far nulla senza riflessione, | alla fine dell'azione non te ne pentirai. (32, 19; 1974)
  • In ogni azione abbi fiducia in te stesso, | poiché anche questo è osservare i comandamenti. (32, 23; 1974)
  • Un amico beffardo è come uno stallone, | nitrisce sotto chiunque lo cavalca. (33, 6; 2008)
  • Io mi sono dedicato per ultimo allo studio, | come un racimolatore dietro i vendemmiatori. | Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo scopo, | come un vendemmiatore ho riempito il tino. | Badate che non ho faticato solo per me, | ma per quanti ricercano l'istruzione. (33, 16 – 18; 1974)
  • Al figlio e alla moglie, al fratello e all'amico | non dare un potere su di te finché sei in vita. | Non dare ad altri le tue ricchezze, | perché poi non ti penta e debba richiederle. | Finché vivi e c'è respiro in te, | non abbandonarti in potere di nessuno. (33, 20 – 21; 1974)
  • Lo spirito di coloro che temono il Signore vivrà, | perché la loro speranza è posta in colui che li salva. | Chi teme il Signore non ha paura di nulla, | e non teme perché egli è la sua speranza. (34, 13 – 14; 1974)
  • Chi si procura una sposa, possiede il primo dei beni, | un aiuto adatto a lui e una colonna d'appoggio. | Dove non esiste siepe, la proprietà è saccheggiata, | ove non c'è moglie, l'uomo geme randagio. (36, 24 – 25; 1974)
  • Non è forse un dolore mortale | un compagno e amico che diventa nemico? (37, 2; 2008)
  • Il compagno si rallegra con l'amico nella felicità, | ma al momento della disgrazia gli sarà ostile. (37, 4; 1974)
  • Non dimenticarti dell'amico nell'animo tuo, | non scordarti di lui nella tua prosperità. (37, 6; 2008)
  • Ogni consigliere suggerisce consigli, | ma c'è chi consiglia a proprio vantaggio. | Guàrdati da un consigliere, | infòrmati quali siano le sue necessità | – egli nel consigliare penserà al suo interesse – | perché non getti la sorte su di te | e dica: "La tua via è buona", | poi si terrà in disparte per vedere quanto ti accadrà. (37, 7 – 9; 1974)
  • Non consigliarti con una donna sulla sua rivale, | con un pauroso sulla guerra, | con un mercante sul commercio, | con un compratore sulla vendita, | con un invidioso sulla riconoscenza, | con uno spietato sulla bontà di cuore, | con un pigro su un'iniziativa qualsiasi, | con un mercenario annuale sul raccolto, | con uno schiavo pigro su un gran lavoro; | non dipendere da costoro per nessun consiglio. (37, 11; 1974)
  • Segui il consiglio del tuo cuore, | perché nessuno ti sarà più fedele di lui. | La coscienza di un uomo talvolta suole avvertire | meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare. (37, 13 – 14; 1974)
  • Principio di ogni opera è la parola, | prima di ogni azione c'è la riflessione. | Radice di ogni mutamento è il cuore, | da cui derivano quattro scelte: | bene e male, vita e morte, | ma su tutto domina sempre la lingua. (37, 16 – 18; 2008)
  • Figlio, per tutta la tua vita esamina te stesso, | vedi quello che ti nuoce e non concedertelo. | Difatti non tutto conviene a tutti | e non tutti approvano ogni cosa. (37, 27 – 28; 2008)
  • Non essere ingordo per qualsiasi ghiottoneria, | non ti gettare sulle vivande, | perché l'abuso dei cibi causa malattie, l'ingordigia provoca coliche. | Molti sono morti per ingordigia, | chi si controlla vivrà a lungo. (37, 29 – 31; 1974)
  • L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,[4] | per rendere evidente la potenza di lui? (38, 5; 1974)
  • Dio ha dato agli uomini la scienza | perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie. (38, 6; 1974)
  • Chi pecca contro il proprio creatore | cada nelle mani del medico. (38, 15; 1974)
  • Ricòrdati della mia sorte, che sarà anche la tua: | ieri a me e oggi a te.[5] (38, 22; 2008)
  • La sapienza dello scriba si deve alle sue ore di quiete; | chi ha poca attività diventerà saggio. (38, 24; 1974)
  • Così il fabbro siede davanti all'incudine | ed è intento ai lavori del ferro: | la vampa del fuoco gli strugge le carni, | e col calore del fornello deve lottare; | il rumore del martello gli assorda gli orecchi, | i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto, | è tutto preoccupato per finire il suo lavoro, | sta sveglio per rifinirlo alla perfezione. (38, 28; 1974)
  • Ogni azione umana è davanti a lui,[6] | non è possibile nascondersi ai suoi occhi. | Il suo sguardo passa da un'eternità all'altra, | nulla è straordinario davanti a lui. | Non c'è da dire: "Che è questo? Perché quello?" | poiché tutte le cose sono state create per un fine. (39, 19 – 21; 1974)
  • Ci sono venti creati per castigo, | e nella loro furia rafforzano i loro flagelli; | quando verrà la fine, scateneranno violenza, | e placheranno lo sdegno del loro creatore. (39, 28; 1974)
  • Quanto è dalla terra alla terra ritorna; | quanto è dalle acque rifluisce nel mare. (40, 11; 1974)
  • Ricchezze e potenza sollevano il cuore, | ma più ancora di esse il timore del Signore. | Con il timore del Signore non manca nulla; | con esso non c'è bisogno di cercare aiuto. | Il timore del Signore è come un giardino di benedizioni; | la sua protezione vale più di qualsiasi altra gloria. (40, 26 – 27; 1974)
  • Figlio, non vivere da mendicante. | È meglio morire che mendicare. (40, 28; 1974)
  • O morte, come è amaro il tuo pensiero | per l'uomo che vive sereno nella sua agiatezza, | per l'uomo senza assilli e fortunato in tutto, | ancora in grado di gustare il cibo! | O morte, è gradita la tua sentenza | all'uomo indigente e privo di forze, | vecchio decrepito e preoccupato di tutto, | al ribelle che ha perduto la pazienza! (41, 1 – 2; 1974)
  • Contro un padre empio imprecano i figli, | perché sono disprezzati a causa sua. | Guai a voi, uomini empi, | che avete abbandonato la legge di Dio altissimo! | Quando nascete, nascete per la maledizione; | quando morite, erediterete la maledizione. | Quanto è dalla terra ritornerà alla terra, | così gli empi dalla maledizione alla distruzione. (41, 7 – 10; 1974)
  • I giorni di una vita felice sono contati, | ma un buon nome dura sempre. (41, 13; 1974)
  • Con una moglie malvagia è opportuno il sigillo, | dove ci sono troppe mani usa la chiave. (42, 6; 1974)
  • Una figlia è per il padre un'inquietudine segreta, | la preoccupazione per lei allontana il sonno: | nella sua giovinezza, perché non sfiorisca, | una volta accasata, perché non sia ripudiata. | Finché è ragazza, si teme che sia sedotta | e che resti incinta nella casa paterna; | quando è con un marito, che cada in colpa, | quando è accasata, che sia sterile. (42, 10; 1974)
  • Su una figlia indocile rafforza la vigilanza, | perché non ti renda scherno dei nemici, | oggetto di chiacchiere in città e favola della gente, | sì da farti vergognare davanti a tutti. | Non mostri la sua bellezza a qualsiasi uomo, | non segga a ciarlare insieme con le altre donne, | perché dagli abiti esce fuori la tignola | e dalla donna malizia di donna. (42, 11 – 13; 1974)
  • Meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna, | una donna che porta vergogna fino allo scherno. (42, 14; 1974)
  • Neppure i santi del Signore sono in grado | di narrare tutte le sue meraviglie, | ciò che il Signore onnipotente ha stabilito | perché l'universo stesse saldo a sua gloria. | Egli scruta l'abisso e il cuore | e penetra tutti i loro segreti. (42, 17 – 18; 1974)
  • Quanto sono amabili tutte le sue opere! | E appena una scintilla se ne può osservare. (42, 22; 1974)
  • Orgoglio dei cieli è il limpido firmamento, | spettacolo celeste in una visione di gloria! (43, 1; 1974)
  • Il sole mentre appare nel suo sorgere proclama: | "Che meraviglia è l'opera dell'Altissimo!". | A mezzogiorno dissecca la terra, | e di fronte al suo calore chi può resistere? | Si soffia nella fornace per ottenere calore, | il sole brucia i monti tre volte tanto; | emettendo vampe di fuoco, | facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi. | Grande è il Signore che l'ha creato | e con la parola ne affretta il rapido corso. (43, 2 – 5; 1974)
  • Dalla luna dipende l'indicazione delle feste, | luminare che decresce fino alla sua scomparsa. | Da essa il mese prende nome, | mirabilmente crescendo secondo le fasi. | È un'insegna per le milizie nell'alto | splendendo nel firmamento del cielo. (43, 7 – 8; 1974)
  • Bellezza del cielo la gloria degli astri, | ornamento splendente nelle altezze del Signore. | Si comportano secondo gli ordini del Santo, | non si stancano al loro posto di sentinelle. (43, 9 – 10; 1974)
  • Osserva l'arcobaleno e benedici colui che l'ha fatto, | è bellissimo nel suo splendore. | Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, | l'hanno teso le mani dell'Altissimo. (43, 11 – 12; 1974)
  • Fa scendere[6] la neve come uccelli che si posano, | come cavallette che si posano è la sua discesa; | l'occhio ammira la bellezza del suo candore | e il cuore stupisce nel vederla fioccare. | Riversa sulla terra la brina come il sale, | che gelandosi forma come tante punte di spine. (43, 18 – 19; 1974)
  • Potremmo dir molte cose e mai finiremmo; | ma per concludere: "Egli è tutto!". (43, 27; 1974)
  • Enoch piacque al Signore e fu rapito, | esempio istruttivo per tutte le generazioni. (44, 16; 1974)
  • Noè fu trovato perfetto e giusto, | al tempo dell'ira fu riconciliazione; | per suo mezzo un resto sopravvisse sulla terra, | quando avvenne il diluvio. | Alleanze eterne furono stabilite con lui, | perché non fosse distrutto ogni vivente con il diluvio. (44, 17 – 18; 1974)
  • Abramo fu grande antenato di molti popoli, | nessuno ci fu simile a lui nella gloria. | Egli custodì la legge dell'Altissimo, | con lui entrò in alleanza. | Stabilì questa alleanza nella propria carne | e nella prova fu trovato fedele. | Per questo Dio gli promise con giuramento | di benedire i popoli nella sua discendenza, | di moltiplicarlo come la polvere della terra, | di innalzare la sua discendenza come gli astri | e di dar loro un'eredità da uno all'altro mare, | dal fiume fino all'estremità della terra. (44, 19 – 21; 1974)
  • Dio fece posare sulla testa di Giacobbe | la benedizione di tutti gli uomini e l'alleanza; | lo confermò nelle sue benedizioni, | a lui diede il paese in eredità e lo divise in varie parti, | assegnandole alle dodici tribù. (44, 23; 1974)
  • Da lui fece sorgere[7] un uomo di pietà, | che riscosse una stima universale | e fu amato da Dio e dagli uomini: | Mosè, il cui ricordo è benedizione. | Lo rese glorioso come i santi | e lo rese grande a timore dei nemici. | Per la sua parola fece cessare i prodigi | e lo glorificò davanti ai re; | gli diede autorità sul suo popolo | e gli mostrò una parte della sua gloria. | Lo santificò nella fedeltà e nella mansuetudine; | lo scelse fra tutti i viventi. | Gli fece udire la sua voce; | lo introdusse nella nube oscura | e gli diede a faccia a faccia i comandamenti, | legge di vita e di intelligenza, | perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza, | i suoi decreti a Israele. (45, 1 – 5; 1974)
  • Egli[6] innalzò Aronne, santo come lui, | suo fratello, della tribù di Levi. | Stabilì con lui un'alleanza perenne | e gli diede il sacerdozio tra il popolo. | Lo onorò con splendidi ornamenti | e gli fece indossare una veste di gloria. | Lo rivestì con tutta la magnificenza, | lo adornò con paramenti maestosi: | calzoni, tunica e manto. (45, 6 – 8; 1974)
  • Mosè lo consacrò[8] e l'unse con l'olio santo. | Costituì un'alleanza perenne per lui | e per i suoi discendenti, finché dura il cielo: | quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio | e benedire il popolo nel nome del Signore. (45, 15; 1974)
  • Il Signore lo scelse[8] tra tutti i viventi | perché gli offrisse sacrifici, | incenso e profumo come memoriale | e perché compisse l'espiazione per il suo popolo. | Gli affidò i suoi comandamenti, | il potere sulle prescrizioni del diritto, | perché insegnasse a Giacobbe i decreti | e illuminasse Israele nella sua legge. (45, 16 – 17; 1974)
  • Contro di lui[8] insorsero uomini estranei | e furono gelosi di lui nel deserto; | erano gli uomini di Datan e di Abiron | e quelli della banda di Core, furiosi e violenti. | Il Signore vide e se ne indignò; | essi finirono annientati nella furia della sua ira. | Egli compì prodigi a loro danno | per distruggerli con il fuoco della sua fiamma. (45, 18 – 19; 1974)
  • Pincas, figlio di Eleazaro, fu il terzo nella gloria[9] | per il suo zelo nel timore del Signore | per la sua fermezza quando il popolo si ribellò, | egli infatti intervenne con generoso coraggio | e placò Dio in favore di Israele. | Per questo fu stabilita con lui un'alleanza di pace, | perché presiedesse al santuario e al popolo; | così a lui e alla sua discendenza fu riservata | la dignità del sacerdozio per sempre. (45, 23 – 24; 1974)
  • Valoroso in guerra Giosuè figlio di Nun, | successore di Mosè nell'ufficio profetico; | egli, secondo il significato del suo nome, | fu grande per la salvezza degli eletti di Dio, | compiendo la vendetta contro i nemici insorti, | per assegnare il possesso a Israele. | Come era glorioso quando alzava le braccia | e brandiva la spada contro le città! | Chi prima di lui era stato così saldo? | Egli guidava le guerre del Signore. (46, 1 – 3; 1974)
  • Rimase infatti[10] fedele all'Onnipotente | e al tempo di Mosè compì un'azione virtuosa | con Caleb, figlio di Iefunne, | opponendosi all'assemblea, | impedendo che il popolo peccasse | e dominando le maligne mormorazioni. | Questi due soli si salvarono | fra i seicentomila fanti, | per introdurre Israele nella sua eredità, | nella terra in cui scorrono latte e miele. (46, 7 – 8; 1974)
  • Il Signore concesse a Caleb una forza | che l'assistette sino alla vecchiaia, | perché raggiungesse le alture del paese, | che la sua discendenza poté conservare in eredità, | sì che tutti gli Israeliti sapessero | che è bene seguire il Signore. (46, 9 – 10; 1974)
  • Quanto ai Giudici, ciascuno con il suo nome, | coloro il cui cuore non commise infedeltà | né si allontanarono dal Signore, | sia il loro ricordo in benedizione! | Le loro ossa rifioriscano dalle tombe | e il loro nome si perpetui sui figli, | poiché essi sono già glorificati. (46, 11 – 12; 1974)
  • Samuele, amato dal suo Signore, | di cui fu profeta, istituì la monarchia | e consacrò i principi del suo popolo. | Secondo la legge del Signore governò la comunità | e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe. | Per la sua fedeltà si dimostrò profeta, | con le parole fu riconosciuto veggente verace. (46, 13 – 15; 1974)
  • Come il grasso si preleva nel sacrificio pacifico, | così Davide dagli Israeliti. | Egli scherzò con leoni quasi fossero capretti, con gli orsi quasi fossero agnelli. | Nella giovinezza non ha forse ucciso il gigante | e cancellata l'ignominia dal popolo, | scagliando con la fionda la pietra, | che abbatté la tracotanza di Golia? | Poiché aveva invocato il Signore altissimo, | egli concesse alla sua destra la forza | di eliminare un potente guerriero | e riaffermare la potenza del suo popolo. (47, 2 – 5; 1974)
  • In ogni sua opera[11] glorificò | il Santo altissimo con parole di lode; | cantò inni a lui con tutto il cuore | e amò colui che l'aveva creato. (47, 8; 1974)
  • Introdusse[11] musicanti davanti all'altare; | raddolcendo i canti con i loro suoni; | conferì splendore alle feste, | abbellì le solennità fino alla perfezione, | facendo lodare il nome santo di Dio | ed echeggiare fin dal mattino il santuario. | Il Signore gli perdonò i suoi peccati, | innalzò la sua potenza per sempre, | gli concesse un'alleanza regale | e un trono di gloria in Israele. (47, 11; 1974)
  • Dopo di lui[11] sorse un figlio saggio, | che, in grazia sua, ebbe un vasto regno. | Salomone regnò in tempo di pace, | Dio dispose che tutto fosse tranquillo all'intorno | perché costruisse una casa al suo nome | e preparasse un santuario perenne. (47, 12 – 13; 1974)
  • Come fosti saggio[12] nella giovinezza, | versando copiosa intelligenza come acqua d'un fiume! | La tua scienza ricoprì la terra, | riempiendola di sentenze difficili. | Il tuo nome giunse fino alle isole lontane; | fosti amato nella tua pace. | Per i tuoi canti, i tuoi proverbi, le tue massime | e per le tue risposte ti ammirarono i popoli. (47, 14 – 17; 1974)
  • Nel nome del Signore Dio, | che è chiamato Dio di Israele, | accumulasti[12] l'oro quasi fosse stagno, | come il piombo rendesti abbondante l'argento. | Ma accostasti i tuoi fianchi alle donne, | e ne fosti dominato nel corpo. | Così deturpasti la tua gloria e profanasti la tua discendenza, | sì da attirare l'ira divina sui tuoi figli | e sofferenze con la tua follia. (47, 18 – 20; 1974)
  • Salomone andò a riposare con i suoi padri, | lasciando dopo di sé un discendente, | stoltezza del popolo e privo di senno, | Roboàmo, che si alienò il popolo con i suoi consigli. (47, 23; 1974)
  • Geroboàmo figlio di Nabàt fece peccare Israele | e aprì a Efraim la via del peccato; | le loro colpe si moltiplicarono assai, | sì da farli esiliare dal proprio paese. (47, 24; 1974)
  • Allora sorse Elia profeta, simile al fuoco; | la sua parola bruciava come fiaccola. | Egli fece venire su di loro la carestia | e con zelo li ridusse a pochi. | Per comando del Signore chiuse il cielo, | fece scendere così tre volte il fuoco. | Come ti rendesti famoso, Elia, con i prodigi! | E chi può vantarsi di esserti uguale? (48, 1 – 4; 1974)
  • Risvegliasti un defunto dalla morte | e dagli inferi, per comando dell'Altissimo; | tu[13] che spingesti re alla rovina, | uomini gloriosi dal loro letto. | Sentisti sul Sinai rimproveri, | sull'Oreb sentenze di vendetta. | Ungesti re come vindici | e profeti come tuoi successori. (48, 5 – 8; 1974)
  • Tu[13] sei stato assunto in un turbine di fuoco, | su un carro di cavalli di fuoco; | tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri, | per placare l'ira prima che divampi, | per ricondurre il cuore del padre verso il figlio | e ristabilire le tribù di Giacobbe. | Beati coloro che ti hanno visto | e si sono addormentati nell'amore, | perché è certo che anche noi vivremo. (48, 9 – 11; 2008)
  • Appena Elia fu avvolto dal turbine, | Eliseo fu pieno del suo spirito; | durante la sua vita non tremò davanti ai potenti | e nessuno riuscì a dominarlo. | Nulla fu troppo grande per lui; nel sepolcro il suo corpo profetizzò. | Nella sua vita compì prodigi | e dopo la morte meravigliose furono le sue opere. (48, 12 – 14; 1974)
  • Ezechia fortificò la sua città | e portò l'acqua nel suo interno; | con il ferro scavò un canale nella roccia | e costruì cisterne per l'acqua. | Nei suoi giorni Sennàcherib fece una spedizione | e mandò Rapsache; | alzò la sua mano contro Sion | e si vantò spavaldamente nella sua superbia. | Allora si agitarono loro i cuori e le mani, | soffrirono come le partorienti. | Invocarono il Signore misericordioso, | tendendo le loro mani verso di lui. | Il Santo li ascoltò subito dal cielo | e li liberò per mezzo di Isaia. | Egli colpì l'accampamento degli Assiri, | e il suo angelo li sterminò, | perché Ezechia aveva fatto quanto è gradito al Signore | e aveva seguito con fermezza le vie di Davide, suo padre, | come gli aveva indicato il profeta Isaia, | grande e degno di fede nella sua visione. | Nei suoi giorni il sole retrocedette | ed egli prolungò la vita del re. | Con grande ispirazione vide gli ultimi tempi | e consolò gli afflitti di Sion. | Egli manifestò il futuro sino alla fine dei tempi, | le cose nascoste prima che accadessero. (48, 17 – 25; 2008)
  • Il ricordo di Giosia è una mistura di incenso, | preparata dall'arte del profumiere. | In ogni bocca è dolce come il miele, | come musica in un banchetto. | Egli si dedicò alla riforma del popolo | e sradicò i segni abominevoli dell'empietà. | Diresse il suo cuore verso il Signore, | in un'epoca di iniqui riaffermò la pietà. | Se si eccettuano Davide, Ezechia e Giosia, | tutti commisero peccati; | poiché avevano abbandonato la legge dell'Altissimo, | i re di Giuda scomparvero. | Lasciarono infatti la loro potenza ad altri, | la loro gloria a una nazione straniera. (49, 1 – 5; 1974)
  • I nemici incendiarono l'eletta città del santuario, | resero deserte le sue strade, | secondo la parola di Geremia, che essi maltrattarono | benché fosse stato consacrato profeta nel seno materno, | per estirpare, distruggere e mandare in rovina, | ma anche per costruire e piantare. (49, 6 – 7; 1974)
  • Ezechiele contemplò una visione di gloria, | che Dio gli mostrò sul carro dei cherubini. | Si ricordò dei nemici nel vaticinio dell'uragano, | beneficò quanti camminavano nella retta via. (49, 8 – 9; 1974)
  • Come elogiare Zorobabele? | Egli è come un sigillo nella mano destra. | Così anche Giosuè figlio di Iozedèk; | essi nei loro giorni riedificarono il tempio | ed elevarono al Signore un tempio santo, | destinato a una gloria eterna. (49, 11 – 12; 1974)
  • Anche la memoria di Neemia durerà a lungo; | egli rialzò le nostre mura demolite | e vi pose porte e sbarre; fece risorgere le nostre case. (49, 13; 1974)
  • Nessuno fu creato sulla terra eguale a Enoch; | difatti egli fu rapito dalla terra. (49, 14; 1974)
  • Non nacque un altro uomo come Giuseppe, | capo dei fratelli, sostegno del popolo; | perfino le sue ossa furono onorate. (49, 15; 1974)
  • Sem e Set furono glorificati fra gli uomini, | ma superiore a ogni creatura vivente è Adamo. (49, 16; 1974)
  • Simone, figlio di Onia, sommo sacerdote, | nella sua vita riparò il tempio, | e nei suoi giorni fortificò il santuario. | Da lui furon poste le fondamenta del doppio rialzo, | l'alto contrafforte della cinta del tempio. | Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque, | un serbatoio ampio come il mare. | Premuroso di impedire la caduta del suo popolo, | fortificò la città contro un assedio. (50, 1 – 4; 1974)
  • Come era stupendo[14] quando si aggirava fra il popolo, | quando usciva dal santuario dietro il velo. | Come un astro mattutino fra le nubi, | come la luna nei giorni in cui è piena, | come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo, | come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria, | come il fiore delle rose nella stagione di primavera, | come un giglio lungo un corso d'acqua, | come un germoglio d'albero d'incenso nella stagione estiva | come fuoco e incenso su un braciere, | come un vaso d'oro massiccio, | ornato con ogni specie di pietre preziose, | come un ulivo verdeggiante pieno di frutti, | e come un cipresso svettante tra le nuvole. (50, 5 – 10; 1974)
  • Quando indossava[14] i paramenti solenni, | quando si rivestiva con gli ornamenti più belli, | salendo i gradini del santo altare dei sacrifici, | riempiva di gloria l'intero santuario. (50, 11; 1974)
  • Una dottrina di sapienza e di scienza | ha condensato in questo libro | Gesù figlio di Sirach, figlio di Eleàzaro, di Gerusalemme, | che ha riversato come pioggia la sapienza dal cuore. (50, 27; 1974)
  • Quando ero ancora giovane, prima di viaggiare, | ricercai assiduamente la sapienza nella preghiera. | Davanti al santuario pregando la domandavo, | e sino alla fine la ricercherò. | Del suo fiorire, come uva vicina a maturare, | il mio cuore si rallegrò. | Il mio piede si incamminò per la via retta; | dalla giovinezza ho seguito le sue orme. | Chinai un poco l'orecchio per riceverla; | vi trovai un insegnamento abbondante. | Con essa feci progresso; | renderò gloria a chi mi ha concesso la sapienza. | Sì, ho deciso di metterla in pratica; | sono stato zelante nel bene, non resterò confuso. | La mia anima si è allenata in essa; | fui diligente nel praticare la legge. | Ho steso le mani verso l'alto; | ho deplorato che la si ignori. | A lei rivolsi il mio desiderio, | e la trovai nella purezza. | In essa acquistai senno fin da principio; | per questo non la abbandonerò. | Le mie viscere si commossero nel ricercarla; | per questo ottenni il suo prezioso acquisto. (51, 13 – 21; 1974)
  • Acquistatela senza denaro. | Sottoponete il collo al suo giogo, | accogliete l'istruzione. | Essa è vicina e si può trovare. | Vedete con gli occhi che poco mi faticai, | e vi trovai per me una grande pace. | Acquistate anche l'istruzione con molto denaro; | con essa otterrete molto oro. (51, 25 – 28; 1974)
Illustrazione seicentesca dell'autore del Libro del Siracide

CEI 1974

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Si diletti l'anima vostra della misericordia del Signore;
non vogliate vergognarvi di lodarlo.
Compite la vostra opera prima del tempo
ed egli a suo tempo vi ricompenserà.

CEI 2008

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L'anima vostra si diletti della misericordia di lui,
non vergognatevi di lodarlo.
Compite la vostra opera per tempo
ed egli a suo tempo vi ricompenserà.

Citazioni sul Siracide

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  • Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'Ecclesiastico, scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa. (Umberto Cassuto)

Note

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  1. a b Il prologo del traduttore greco antico viene riportato come parte del Siracide solo in alcune edizioni; qui si segue la traduzione CEI riportata ne La Bibbia di Gerusalemme, Edizioni Dehoniane, Bologna, 1999, p. 1421. ISBN 88-10-80526-7
  2. Citato in Paola Mastellaro, Il libro delle citazioni latine e greche, Mondadori, Milano, 2012, p. 16. ISBN 978-88-04-47133-2
  3. a b A parlare è la sapienza personificata.
  4. A Mara.
  5. A parlare è un morto, o la morte personificata. In latino il secondo verso è «mihi heri, et tibi hodie», da cui deriva l'iscrizione usata nei cimiteri «hodie mihi, cras tibi», per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.
  6. a b c Dio.
  7. Da Giacobbe, Dio fece sorgere.
  8. a b c Aronne.
  9. Dopo Mosè e Aronne.
  10. Giosuè.
  11. a b c Davide.
  12. a b Salomone.
  13. a b Elia.
  14. a b Simone.

Bibliografia

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