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Lavoro

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Una lavoratrice in fabbrica (Texas, 1940)

Citazioni sul lavoro.

Citazioni

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  • Amare il proprio lavoro è la vera e concreta forma di felicità sulla terra. Quello che spetta alle future generazioni, ai futuri governi è far sì che ciascuno ami il proprio lavoro. Un sogno da Woodstock. Perché con la disoccupazione le persone non perdono solo il lavoro, perdono se stesse. (Roberto Benigni)
  • Anche quel che si dice «il posto di lavoro» è un problema di anima: il posto di lavoro non è tanto un posto quanto un bisogno di essere. Se si ha paura di perderlo quando esistono delle salvaguardie e dei ripieghi, e certamente altri modi di inventare una sussistenza, vuol dire che la busta-paga non è l'essenziale, ma una persuasione falsa. (Guido Ceronetti)
  • Bisogna lavorare come se si volesse vivere in eterno, ma vivere come se dovessimo morire adesso. (Martin Lutero)
  • Che cos'è il lavoro? Il lavoro in Italia è quella cosa inutile che si fa tra una pausa caffè e l'altra. (Crozza nel Paese delle Meraviglie)
  • Chi non lavora si arrangia. (Marcello Marchesi)
  • Chi non vuol lavorare neppure mangi. (Seconda lettera ai Tessalonicesi)
  • Ci sono molti altri lavori... e John non ebbe problemi a cambiarne quattro in una settimana. (La folla)
  • Ciò che muove il lavoratore a dichiararsi malcontento è la speranza del meglio; egli spera di lavorare sempre meno e di godere sempre più: è questa la formula della profezia socialista: il massimo dei beni col minimo dello sforzo; formula contro la quale protestano la ragione, la logica, le leggi del mondo organico e fisico dove gli effetti sono sempre rigorosamente proporzionati alle cause. (Federico De Roberto)
  • Come diceva Celentano? Chi non lavora non fa l'amore, ma chi lavora prima o poi lo piglia in culo. (Marco Malvaldi)
  • Come schiavi lavorarono gli animali per tutto quell'intero anno. Ma nel loro lavoro erano felici: non si lamentavano né di sforzi né di sacrifici, ben sapendo che quanto facevano era fatto a loro beneficio e a beneficio di quelli della loro specie che sarebbero venuti dopo di loro, e non per l'uomo infingardo e ladro. (George Orwell)
  • Con l'abitudine, il lavoro appare più leggero. (Tito Livio)
  • Credo che la persona che accetta un lavoro allo scopo di sopravvivere – in altre parole, per il denaro – faccia di sé stesso uno schiavo. (Joseph Campbell)
  • È evidente che più la società si fa tecnologica, più si riducono i posti di lavoro. E paradossalmente quello che è sempre stato il sogno più antico dell'uomo: la liberazione dal lavoro si sta trasformando in un incubo. (Umberto Galimberti)
  • È tutto soltanto lavoro, lavoro e ancora lavoro. Non posso trovare facilmente un quaderno in bianco per scriverci i miei pensieri: le pagine sono preparate per incolonnarvi dollari e centesimi. (Henry David Thoreau)
  • È veramente un enigma per me che cosa induce la gente a prendere il proprio lavoro con tanta maledetta serietà. Per chi? Per se stessi? Tutti quanti dobbiamo ben presto andarcene. Per i contemporanei? Per i posteri? No, rimane sempre un enigma. (Albert Einstein)
  • Felice colui che ha trovato il suo lavoro; non chieda altra felicità. (Thomas Carlyle)
  • Già per Locke, a fondare il diritto di proprietà può essere solo il lavoro, di cui risulta incapace un popolo dedito esclusivamente alla caccia. (Domenico Losurdo)
  • I laureandi di Harvard pensano che inventare un lavoro sia meglio che trovare un lavoro. (The Social Network)
  • I nostri padri come i nostri nonni erano nemici dello Stato perché lottavano per l'umanizzazione del lavoratore. Che cosa siamo noi oggi? Noi vendiamo il nostro «essere umano» per denaro, noi crediamo addirittura quando ci si dice il lavoratore è il più caro fanciullo della democrazia; ma, compagni, ciò è soltanto prima delle elezioni. Cosa siamo in realtà nei quattro anni che corrono tra un'elezione e l'altra? (Max von der Grün)
  • I tipi di competenze richiesti per praticare occupazioni flessibili, nel complesso, non comportano un apprendimento sistematico e a lungo termine; più frequentemente, essi trasformano in svantaggio un corpo logicamente coerente e ben conformato di capacità e abitudini acquisite, che un tempo costituiva una risorsa. (Zygmunt Bauman)
  • Il diritto di vivere non si paga con un lavoro finito, ma con un'infinita attività. (Carlo Michelstaedter)
  • Il frutto del lavoro è il più dolce dei piaceri. (Luc de Clapiers de Vauvenargues)
  • Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. (Benito Mussolini)
  • Il lavoratore diviene un rivoluzionario non accentuando le proprie caratteristiche di operaio, ma proprio liberandosene [...]. Il lavoratore diviene un rivoluzionario quando si libera del proprio 'operaismo', quando giunge a detestare il proprio ruolo di classe senza mezzi termini, qui e ora, e quando comincia a scrollarsi di dosso quei caratteri che i marxisti più gli ammirano – l'etica del lavoro, la struttura caratteriale derivante dalla disciplina industriale, il rispetto per la gerarchia, l'obbedienza ai capi, il consumismo, le scorie del puritanesimo. In questo senso, il lavoratore diviene un rivoluzionario nella misura in cui si libera del proprio ruolo di classe e acquista una coscienza di non-classe. (Murray Bookchin)
  • Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno. (Voltaire)
  • Il lavoro caccia i vizi derivanti dall'ozio. (Seneca)
  • Il lavoro ci farà liberi, la libertà ci farà grandi. (Giuseppe Garibaldi)
  • Il lavoro debilita l'uomo. (Lo Stato Sociale)
  • Il lavoro deve produrre uomini prima che cose. (Maurice Zundel)
  • «Il lavoro diverrà creazione artistica, esso deve scaturire dall'entusiasmo dell'operaio. L'arte è l'anticipazione dell'alta produzione» profetò Giorgio Sorel e la profezia si accontentò di accarezzare le menti, perché è stupenda, ma tanto stupenda quanto fuori della realtà. (Luigi Grande)
  • Il lavoro è il prezzo della libertà: ci dà i mezzi per mantenerci, ci dà il diritto di scegliere dove e come vivere, ci fa essere noi stessi. (Sodoma e Gomorra)
  • Il lavoro è la fonte di ogni ricchezza, dicono gli studiosi di economia politica. Lo è, accanto alla natura, che offre al lavoro la materia greggia che esso trasforma in ricchezza. Ma il lavoro è ancora infinitamente più di ciò. È la prima, fondamentale condizione di tutta la vita umana; e lo è invero a tal punto, che noi possiamo dire in un certo senso: il lavoro ha creato lo stesso uomo. (Friedrich Engels)
  • Il lavoro è parte speciale di quelle condizioni indispensabili che una società veramente umana deve garantire perché ognuno possa non solo sopravvivere e vivere ma ancora di più realizzare se stesso secondo il disegno di Dio. (Angelo Bagnasco)
  • «Il lavoro è soggetto dell'economia» disse il fascismo e gli stessi economisti corporativi non erano d'accordo su ciò che la frase significava. Forse neanche chi l'aveva pronunciata ne avrebbe saputo dare la spiegazione, perché se no avrebbe fissato le «direttive» per la retta interpretazione di essa. (Luigi Grande)
  • Il lavoro è solo una parte della vita. Ma il lavoro è vita solo se viene fatto con consapevolezza. Altrimenti, si diventa uno che 'vive come se fosse morto'. (Thích_Nhất_Hạnh)
  • Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare. (Oscar Wilde)
  • Il lavoro è l'amore reso visibile. (Kahlil Gibran)
  • Il lavoro è l'ultima risorsa dei coglioni. (Sebastiano Vassalli)
  • Il lavoro è tenue, ma darà non tenue gloria. (Virgilio)
  • Il lavoro è umano solo se resta intelligente e libero. (Papa Paolo VI)
  • Il lavoro è un diritto dell'uomo: | se l'uomo è povero | è addirittura un dovere. (Gianni Monduzzi)
  • Il lavoro eccessivo è sempre un mal consigliato proposito; poiché infatti è un grande spreco di forze vitali, segnatamente se quel lavoro è anche oppressivo. L'oppressione è veramente più micidiale di ogni fatica: essa estenua, tormenta, consuma il corpo; fa quello che la rena e la ghiaia in una ruota di macchina, che coll'enorme attrito la sconquassa. Guardiamoci dunque dal lavoro eccessivo ed oppressivo; poiché affaticare troppo il cervello è uno sforzo, e per conseguenza rifinisce e distrugge, essendo un eccesso contro natura. (Samuel Smiles)
  • Il lavoro gratifica. Non sono il tipo che sta a casa a rimuginare su quanto sto invecchiando ed è dura la vita. Mi piace avere una ragione per alzarmi la mattina e lavorare. (Barbara Bouchet)
  • Il lavoro in sé è gioia. (Martin Lutero)
  • Il lavoro intellettuale strappa l'uomo alla comunità umana. Il lavoro materiale, invece, conduce l'uomo verso gli uomini. (Franz Kafka)
  • Il lavoro mi perseguita, ma io sono più veloce. (Lupo Alberto)
  • Il lavoro migliore non è quello che ti costerà di più, ma quello che ti riuscirà meglio. (Jean-Paul Sartre)
  • Il lavoro non è un diritto. (Elsa Fornero)
  • «Il lavoro non deve essere sfruttamento d'un uomo ad opera di un altro uomo, che detiene nelle sue mani il capitale e il potere politico» disse il Socialismo. Va bene, ma quando si è dato il capitale in mano allo Stato e lo Stato in mano a capi «proletari», cessa il lavoro di essere sfruttamento di uomini da parte di altri uomini? (Luigi Grande)
  • Il lavoro non è sostituibile con l'assistenzialismo, né creabile per decreto. Il lavoro lo danno le imprese. (Maurizio Lupi)
  • Il lavoro non mi piace – non piace a nessuno – ma mi piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi. La propria realtà – per se stesso, non per gli altri – ciò che nessun altro potrà mai conoscere. (Joseph Conrad)
  • Il lavoro non viene più eseguito con la coscienza orgogliosa di essere utile, ma con il sentimento umiliante e angosciante di possedere un privilegio concesso da un favore passeggero della sorte, un privilegio dal quale si escludono parecchi esseri umani per il fatto stesso di goderne, in breve un posto. (Simone Weil)
  • Il lavoro paga. E non è mai finito. (Sergio Scariolo)
  • Il lavoro pubblico è stato usato per tanto tempo come un ammortizzatore sociale, soprattutto da parte delle donne che uscivano a fare la spesa in orario di lavoro. (Renato Brunetta)
  • Il lavoro rende liberi.
Arbeit macht frei. [Scritta posta sopra il cancello di ingresso del campo di concentramento di Auschwitz]
  • Il lavoro rivela il carattere delle persone: alcuni si tirano le maniche, altri girano al largo e altri ancora non si fanno proprio vedere. (Sam Ewing)
  • Il lavoro si espande fino a riempire il tempo disponibile per il suo completamento. Un generico riconoscimento di questo fatto è manifesto nella frase proverbiale: "L'uomo più occupato è quello che ha tempo da perdere." (Cyril Northcote Parkinson)
  • Il lavoro si presenta anzitutto come quella vasta officina, inaugurata con la comparsa dell'universo, nella quale tutte le energie dell'avere si trasformano in essere, in libertà. (René Habachi)
  • Il lavoro va considerato come una terapia occupazionale. (Marcello Marchesi)
  • Il lavoro vinceva la materia. (Ovidio)
  • Il miglior antidoto al dolore è il lavoro. (Arthur Conan Doyle)
  • [Il lavoro] impedisce di preoccuparsi delle cose veramente essenziali: la poesia, la filosofia, la vita. La condizione salariata avvilisce l'uomo, svalorizzandolo e vincolandolo. (Michel Onfray)
  • In pratica io passavo er tempo a cerca' lavoro perché me serviva pe' campa', ma quando 'o trovavo me volevo soltanto ammazza' piuttosto che annacce. Che poi è na grande sintesi de come campano tre mijardi de persone a sto mondo! (Strappare lungo i bordi)
  • In qualunque mestiere, in qualunque professione è bene tenere conto di questo: chi lavora egoisticamente non arriva a niente. Chi lavora altruisticamente se lo ritrova, il lavoro fatto. (Eduardo De Filippo)
  • In un'epoca in cui un lavoro non è visto come un peso ma come un privilegio, ci si aspetta che quelli che ne hanno uno se ne prendano cura mantenendosi disponibili ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni su sette, o quasi. (Martín Caparrós)
  • Io ho sempre l'impressione di fare molto più lavoro del dovuto. Non che sia contrario al lavoro, intendiamoci, il lavoro mi piace, mi affascina. Posso starmene seduto a guardarlo per ore. (Jerome K. Jerome)
  • Io quando lavoro mi annoio anche se è divertente. È la parola lavoro che mi uggia. Sono capace di divertirmi con un hobby noioso, purché sia un hobby. (Marcello Marchesi)
  • L'autore loda il suo lavoro. (Ovidio)
  • L'ozio avvilisce ed il lavoro nobilita: perché l'ozio conduce uomini e nazioni alla servitù; mentre il lavoro li rende forti ed indipendenti: questi buoni effetti non sono già i soli. L'abitudine al lavoro modera ogni eccesso, induce il bisogno, il gusto dell'ordine; dall'ordine materiale si risale al morale: quindi può considerarsi il lavoro come uno dei migliori ausiliari dell'educazione. (Massimo d'Azeglio)
  • L'uomo sano e saggio non si allontana mai dalla ragione e non si concede nessuno svago se non quello del proprio lavoro. (Henry James)
  • La costituzione sovietica garantisce a tutti un lavoro. Un'idea graziosa e inquietante, direi. (P.J. O'Rourke)
  • La vita produttiva è diventata il mezzo per il soddisfacimento di una sola esigenza, la conservazione della esistenza fisica. In una fabbrica di apparecchi elettrici gli operai non s'interessano minimamente di ciò che producono. Il processo di alienazione ha deformato la loro personalità. (Max von der Grün)
  • Lavorare bisogna. Lavorare se si vuole essere contenti nella vita. (Mario Rigoni Stern)
  • Lavorare è meno noioso che divertirsi. (Charles Baudelaire)
  • Lavorare lavorare, amor mio, | è come ogni giorno svegliarsi per andare | a morire, questi uffici sono tombe | senza fiori, che fatica rinascere poi | lungo i muri della sera (Pietro Cimatti)
  • Lavorare stanca. (Cesare Pavese)
  • Lavori per non pensare a che lavoro fai. (Lo Stato Sociale)
  • Legittimo è il desiderio del necessario, e il lavoro per arrivarci è un dovere: «se qualcuno si rifiuta di lavorare, non deve neanche mangiare». (Papa Paolo VI)
  • Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero. (Aristotele)
  • Lo Stato si fonda sulla - schiavitù del lavoro. Se il lavoro diventerà libero, lo Stato sarà perduto. (Max Stirner)
  • Ma io sono moderno quanto lei, Sam. Solo che ciò che conta, per il futuro, non è il lavoro ma l'ozio. Tutto il mondo è d'accordo nel dire che il lavoro non è che un mezzo. Si parla di una civiltà dell'ozio, vi è gente che lavora per 40 anni, per riposarsi dopo, ma quando finalmente raggiunge il riposo, non sa più che farsene, e muore. Sinceramente credo di servire meglio la causa dell'umanità oziando che lavorando. Bisogna avere il coraggio di non lavorare. (La collezionista)
  • Mi piace di veder lavorare! È così che il lavoro diventa una consolazione. (Alessandro Varaldo)
  • Mi venne una volta in mente che se si volesse distruggere, annientare completamente un uomo, punirlo col più spaventevole dei castighi, tanto che il più tremendo assassino tremasse dinanzi a questo castigo e se ne spaventasse anticipatamente, basterebbe soltanto dare al lavoro un carattere di assoluta, completa inutilità e assurdità. (Fëdor Dostoevskij)
  • Nei confini labili fra il lavoro e la formazione si insinuano non solo il lavoro gratuito, come dimostra l'alternanza scuola-lavoro che produce spesso anche dumping salariale e contrattuale, ma addirittura il lavoro a pagamento o quella economia della promessa in base alla quale lavorare gratis fa curriculum e pagare per un finto stage è il viatico per qualcosa che non arriverà mai. (Marco Grimaldi)
  • Nel regime socialista, che, per il momento, esiste solo in URSS, la proprietà sociale dei mezzi di produzione costituisce la base dei rapporti di produzione. Qui non esistono più né sfruttatori né sfruttati. I prodotti vengono ripartiti secondo il lavoro compiuto e secondo il principio: "Chi non lavora non mangia". (Stalin)
  • Nessun male sociale può superare la frustrazione e la disgregazione che la disoccupazione arreca alle collettività umane. (Federico Caffè)
  • Nessun uomo impegnato in un lavoro che non gli piace può conservare molte illusioni su se stesso. Il disgusto, l'assenza di fascino, si estendono dal lavoro alla persona. È solo quando l'attività alla quale siamo delegati sembra, per un caso fortunato, ubbidire all'ardore particolare del nostro temperamento, che possiamo godere del conforto di un'autoillusione completa. (Joseph Conrad)
  • Nessuno dovrebbe morire al lavoro per consegnare uno stramaledetto cheeseburger in un cantiere, meno che mai se sta imparando un mestiere, soprattutto mentre dovrebbe essere a scuola. Nessuno - nessuno! - dovrebbe sentirsi chiedere, soprattutto durante un colloquio di lavoro, se ha figli, se ha un compagno, se intende mettere su famiglia. Nessuno dovrebbe lavorare talmente tanto da non sapere che cos'è il tempo libero. Nessuno dovrebbe lavorare così poco da decidere di lasciare l'impiego e smettere di pagare un asilo. (Marco Grimaldi)
  • Niente è veramente lavoro a meno che non preferiate fare qualcos'altro. (James Matthew Barrie)
  • Noi sappiamo benissimo che c'è un mondo del lavoro dipendente da difendere, ma c'è anche un mondo del lavoro autonomo che non possiamo dimenticare, perché è quel mondo che tutte le mattine lavora per far sì che il sistema Italia vada avanti. (Tommaso Foti)
  • Non ci si spiega l'amore apparentemente assurdo dell'uomo per il proprio lavoro finché non si coglie che, mentre pratica la sua attività, egli fugge da moglie e figli. (Henry de Montherlant)
  • Non esistono surrogati del duro lavoro. (Thomas Alva Edison)
  • Non è un piacere stare a osservare il lavoro umano quando questo è ancora fatica, maledizione e schiavitù. (Hermann Hesse)
  • Non è il lavoro, però, che uccide e distrugge; ciò che uccide e distrugge è lo sfruttamento del lavoro, lo sfruttamento della miseria, lo sfruttamento della disperazione ossia, tutto ciò che avviene quando l'unica cosa che conta è la massimizzazione del profitto economico, quell'egoismo assoluto che non ha più niente a che vedere con l'interesse ben compreso di cui ci parlava già Adam Smith e che porta alla massimizzazione del bene comune. (Michela Marzano)
  • Non mi piace il lavoro anche se è qualcun altro a farlo. (Mark Twain)
  • Nulla è ancora l'indipendenza dallo straniero, la libertà e l'uguaglianza di ogni cittadino nel proprio paese, l'impero incontrastato della ragione sulle coscienze, se ad ogni onesto non è assicurato il pane quotidiano, nella giusta ragione di un lavoro né ignobile né eccessivo, che non gli sia dato per elemosina, ma per diritto di essere un uomo. (Roberto Ardigò)
  • O perché debbo lavorare con zelo a produrre molto, se chi produce meno di me, per incapacità reale o per pigrizia, partecipa esattamente come me al godimento dei beni? Non è meglio prender le cose con più calma, riposarsi spesso ed a lungo?... (Federico De Roberto)
  • Ogni difficoltà è vinta dall'aspro lavoro, e dal bisogno che incalza nelle dure vicende. (Virgilio)
  • Per quelli che non sono obbligati a logorarsi sul lavoro – e ci sono molti che si ammazzano di lavoro per la pura incapacità di frenare questa loro passione che li domina come la brama dell'alcol domina l'ubriaco – l'eccesso è tanto immorale nel lavoro quanto nel bere o nel mangiare. (Samuel Butler)
  • Perché non provare a costruire una civiltà diversa? Veramente diversa. In questa civiltà le nazioni non dovrebbero essere fondate sul lavoro, ma sul benessere di tutti, quello vero, quello che mira a inquinare di meno, a non delinquere, a sconfiggere le malattie e il bisogno. Oppure, se proprio vogliamo tenerci questa, chiamiamo le cose col loro nome, diciamo che siamo per il privilegio di pochi e non raccontiamoci balle. (Natalino Balasso)
  • «Perché non ti trovi un lavoro decente?»
    «Non ci sono lavori decenti. Se uno scrittore non riesce a campare creando, vuol dire che è morto.»
    «Oh, smettila, Carl! Al mondo ci sono miliardi di persone che non campano creando. Vuol dire che sono morte?»
    «Sì.» (Charles Bukowski)
  • Più avete da lavorare e più dovete pregare, per essere strumenti docili nelle mani di Dio. (Giuseppe Allamano)
  • Più di ogni altro, forse, il minatore può rappresentare il prototipo del lavoratore manuale, non solo perché il suo lavoro è così esageratamente orribile, ma anche perché è così virtualmente necessario e insieme così lontano dalla nostra esperienza, così invisibile, per modo di dire, che siamo capaci di dimenticarlo come dimentichiamo il sangue che ci scorre nelle vene. (George Orwell)
  • Qualsiasi governo deve promuovere il lavoro, perché il lavoro è sacro e ogni legge che ostacola il lavoro è un sacrilegio. (Roberto Benigni)
  • Quando non si lavora, gli arnesi se ne scappano! (Émile Zola)
  • Quando qualcuno mette troppo entusiasmo nel suo lavoro, ho sempre l'impressione che sprechi più tempo ad entusiasmarsi che a lavorare. (Antonio Amurri)
  • Questa grande presa per il culo che il lavoro nobilita l'uomo, che il lavoro rende liberi. C'era scritto alla porta di un campo di sterminio, non sui cancelli del paradiso. (Maurizio Maggiani)
  • Questo secolo di pedagogia proletaria predica la dignità del lavoro, come uno schiavo che calunnia l'ozio intelligente e voluttuoso. (Nicolás Gómez Dávila)
  • Qui in Kirghisia, in ogni settore pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un'eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 e 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all'amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili. (Silvano Agosti)
  • Se fai il lavoro male, dopo magari non te lo fanno fare più. (Bill Watterson)
  • Si 'a fatica fosse bona, 'e priévete faticassero! (proverbio napoletano)
  • Si aspira ad avere un lavoro, per avere il diritto di riposarsi. (Cesare Pavese)
  • Si è troppo inclini a credere che, se si ha un po' di talento, il lavoro debba riuscire facile. Impegnati sempre, uomo, se vuoi fare qualche cosa di grande. (Georg Christoph Lichtenberg)
  • Se l'antichità romana ha detto: «L'ozio essere il padre de' vizi», ha inteso dire al tempo stesso: il lavoro essere il padre di ogni virtù. (Giuseppe Garibaldi)
  • Se le masse lavoratrici rimangono in uno stato di miseria e di abbrutimento, non v'è grandezza di popolo, né dentro, né oltre i confini della Patria. (Benito Mussolini)
  • Senza il diritto al lavoro la persona perde la sua dignità. (Stefano Rodotà)
  • Sono considerato da tutti un lavoratore instancabile, e se vogliamo considerare il pensiero e la riflessione come un lavoro, allora lo sono davvero, perché ho dedicato loro tutte le mie ore da sveglio. Se il lavoro invece è considerato come una prestazione eseguita in un determinato tempo e in base a un ruolo ben definito, allora io sono il peggiore degli scansafatiche. Ogni sforzo eseguito sotto costrizione esige un grande sacrificio in termini di energia vitale. Non ho mai pagato un tale prezzo. Al contrario ho prosperato grazie ai miei pensieri. (Nikola Tesla)
  • Tutta la grandezza del lavoro è dentro l'uomo. (Papa Giovanni Paolo II)
  • Tutto il creato esiste per la "pura gioia" di Dio. Il lavoro della creazione fu un lavoro di gioia, il cui scopo era infondere più gioia nell'esistenza. Questo non solo ci invita a trovare gioia nel lavoro, ma ce lo pone anche come dovere. La gioia è una fonte di motivazione essenziale nel nostro lavoro. (Matthew Fox)
  • Un lavoro noioso può tirare fuori il meglio di una persona. Non devi pensare a quel che fai, vai in automatico, e intanto il tuo cervello lavora. Quando ha elaborato la teoria della relatività, Einstein lavorava all'ufficio brevetti, Böll era un controllore, e Bulgakov un medico condotto. Pessoa lavorava al catasto, mi sembra. Borges era un bibliotecario, e Kavafis un impiegato della società acquedotti.
    Dai ad un uomo fantasioso un lavoro schematico, ripetitivo, e che lo metta in contatto con altre persone, e rischi seriamente di produrre un premio Nobel. Spesso, lasciata libera, un'esistenza che non viene rimescolata continuamente dall'ansia di dover produrre lascia decantare spontaneamente i suoi pensieri, che si depositano piano piano sul fondo e cristallizzano, a volte, in forme di rara bellezza. (Marco Malvaldi)
  • Un lavoro serve a pagare le bollette, non a metterti in pericolo. (Erin Brockovich - Forte come la verità)
  • Un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un lavoro visibile ed uno invisibile. (Victor Hugo)
  • Una società fondata sul lavoro non sogna che il riposo. (Leo Longanesi)
  • Vogliamo scansare il lavoro. La persona del Cristo compì le conversioni più grandi quando era più stanco. (Fulton J. Sheen)
  • Volevo scrivere un libro sul lavoro. Pensavo: è la perdita del lavoro l'origine del vortice di frustrazione, disillusione e paura che ci ha condotti qui. Non c'è altro da fare, oggi, che non sia dare voce a chi non ha voce. È quello il punto di rottura, il luogo in cui sparisce la solidarietà e il sentimento di condivisione che è alla base dell'idea di democrazia. Perché se non hai di cosa vivere ogni vicino è tuo nemico. Se non hai dignità non hai niente altro di altrettanto prezioso da perdere e vale tutto, allora. Vale la legge della giungla. Che tu abbia vent'anni o cinquanta, non importa. (Concita De Gregorio)
  • Quanto più rapidamente il lavoro ci sfugge (come sembra), tanto più ognuno, pieno di dubbi, si attacca ai valori e alle strutture della società del lavoro.
  • La tecnologia non si è tanto sostituita al lavoro, quanto piuttosto ha allontanato i lavoratori dai processi produttivi.
  • Ma il lavoro ha una sua valenza anche in quanto una delle forze principali per la strutturazione della vita degli uomini. Finora nessuno ha scoperto una forza ugualmente efficace. Sicché la società senza lavoro è rimasta singolarmente amorfa, priva di contorni e di significato.
  • — Eccomi qua io, — disse Pancks, proseguendo la sua argomentazione col pigionale. — Per che altro credete voi che io sia fatto? Per niente altro. Tiratemi fuori dal letto di buon mattino, mettetemi al lavoro, datemi un ritaglio di tempo per ingoiare un po' di cibo, e tornate da capo e fatemi lavorar di schiena. Fatemi lavorar sempre; io farò lo stesso con voi, voi farete lo stesso con un altro, un altro con un altro e così via. Ed eccovi sommariamente tutti i doveri dell'uomo in un paese commerciale.
  • Il lavoro [...] è l'anima degli affari e la chiave di volta della prosperità.
  • Io non ho mai creduto possibile che un'abilità naturale o acquisita raggiunga il suo fine senza un lavoro costante, fermo, tenace. Non si può trionfare al mondo senza il lavoro. L'ingegno svegliato e qualche occasione fortunata possono formare i due lati della scala sulla quale alcuni salgono, ma i pioli della scala debbono esser fatti di materia resistente, e nulla potrebbe sostituire una completa, ardente, sincera volontà di riuscire. Non mai metter mano a nulla che non mi potesse occupare completamente, e non mai affettare di deprezzare il mio lavoro, quale che si fosse, per me sono state sempre norme di aurea saggezza.


  • Il lavoro alienato [...] il lavoro non è cosa sua ma di un altro; che non gli appartiene, e in esso egli non appartiene a sé, bensì a un altro.[...] Il risultato è che l'uomo (il lavoratore) si sente libero ormai soltanto nelle sue funzioni bestiali, nel mangiare, nel bere, nel generare, tutt'al più nell'avere una casa, nella sua cura corporale etc., e che nelle sue funzioni umane si sente solo più una bestia. Il bestiale diventa l'umano e l'umano il bestiale. Il mangiare, il bere, il generare etc., sono in effetti anche schiette funzioni umane, ma sono bestiali nell'astrazione che le separa dal restante cerchio dell'umana attività e ne fa degli scopi ultimi e unici.
  • L'emancipazione della classe lavoratrice deve essere opera della classe lavoratrice stessa.
  • Nella società capitalistica si produce tempo libero per una classe mediante la trasformazione in tempo di lavoro di tutto il tempo di vita delle masse.
  • Se il prodotto del lavoro mi è estraneo, e mi sta di fronte come una potenza straniera, a chi esso appartiene allora? Se la mia propria attività non mi appartiene, ma è estranea e coartata attività, a chi appartiene allora?
    A un ente altro da me.
    Chi è questo ente?[...]
    L'ente estraneo, al quale appartiene il lavoro e il prodotto del lavoro, può essere soltanto l'uomo stesso.
  • Appena mi capita di lavorare un po', credo subito che tutto mi sia dovuto e la più piccola contrarietà mi pare un'ingiustizia.
  • I moralisti che decantano il lavoro mi fanno pensare a quei tipi che sono stati ingannati dal richiamo di un baraccone di fiera e, per vendicarsi, cercano di farci entrare gli altri.
  • Il lavoro continuo è stupido come il riposo continuo.
  • Il lavoro pensa, la pigrizia sogna.
  • La paura della noia è la sola scusa del lavoro.
  • I tipi di lavoro sono due: il primo, modificare la posizione di materia sulla o vicino alla superficie della Terra rispettivamente ad altra materia simile; il secondo, dire ad altre persone di fare questo. Il primo tipo è brutto e mal pagato; il secondo è piacevole e pagato molto bene.
  • Naturalmente il lavoro non può dare felicità se non ha successo. Ma se lo ha, riempie le giornate e dà un'immensa gioia.
  • Uno dei sintomi di un prossimo collasso nervoso è la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante, e che concedersi un po' di vacanza sarebbe causa di chissà quali disastri. Se fossi medico prescriverei una vacanza a tutti quei pazienti che considerano importante il loro lavoro.
  • In una società dove esiste, sotto qualunque forma, lo sfruttamento o la violenza, il denaro non può assolutamente rappresentare il lavoro.
  • Ogni lavoro comincia con travaglio.
  • Per attrarre, il lavoro dev'essere già fatto a metà e bene.
  • Sfuggi il lavoro per te, lavoro tormentoso, pesante. L'attività per gli altri non è lavoro. [...] Che terribile errore del nostro mondo, pensare che la fatica, il lavoro sia una virtù. Né l'uno né l'altra, ma piuttosto un vizio. Cristo non lavorava.

Proverbi

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  • Fai il lavoro che ami e non lavorerai per tutta la vita. (arabo)
  • Lavora senza stancarti, e pensa che quando sei stanco non puoi lavorare. (birmano)
  • A buon cavalier non manca lancia.
  • A buon cavallo non manca sella.
  • A buona lavandaia non mancò mai pietra.[1]
  • A cattivo lavoratore ogni zappa dà dolore.
  • A lavoratore trascurato, i sorci mangiano il seminato.
  • A roba fatta non manca compratore.
  • Affaticati per sapere e lavora per avere.
  • Chi ben lavora, ben raccoglie.
  • Chi è lungo a mangiare, lo è anche a lavorare.
  • Chi fa sbaglia, chi non fa non sbaglia.
  • Chi fila ha una camicia e chi non fila ne ha due.
  • Chi fila ha una camicia, e chi non fila se la leva.
  • Chi lavora caccia i cattivi pensieri.
  • Chi lavora guadagna la vita; chi non lavora, la ruba.
  • Chi lavora non pecca.
  • Chi lavora prega.
  • Chi lavora si rimpannuccia; chi non lavora, si gratta la buccia.
  • Chi mura a secco, mura spesso.
  • Chi mura d'inverno, mura in eterno.
  • Chi non ha voglia di lavorare perde l'ago ed il ditale.
  • Chi non travaglia, muor nella paglia.
  • Chi non vuol lavorare, bisogna che si adatti a mendicare.
  • Chi si vergogna di lavorare, abbia vergogna di mangiare.
  • Dove il lavoro coltiva il campo, non vi nascono ortiche.
  • Hai finito un lavoro che poco vale; l'hai fatto presto, ma l'hai fatto male.
  • Il lavoro dà benessere, abbondanza e considerazione.
  • Il lavoro è il balsamo del sangue.
  • Il lavoro è un aiuto di Dio.
  • Il lavoro nobilita l'uomo.
  • Il lavoro non è soltanto una necessità, è anche un piacere.
  • Il lavoro porta seco l'agiatezza, l'abbondanza e la stima.
  • Il lavoro risana l'anima e il corpo.
  • Il riposo e la salute si acquistano con il lavoro.
  • Lavora il campo se vuoi mietere.
  • L'uomo nasce al lavoro come l'uccello al volo.
  • Non manca mai da fare, a chi ben vuol lavorare.
  • Pan di sudore ha gran sapore.
  • Per cattivo lavoratore ogni accetta è senza filo.
  • Se il lavoro fosse un cane, di cani non ce ne sarebbero più.
  • Se tu vuoi che il mento balli, alle man devi fare i calli.
  • Tutti devono lavorare: o con le mani o con la testa.
  • Un buon lavoratore val più di dieci pigri.
  • Voglia di lavorar saltami addosso, e fammi lavorar meno che posso.
  • Azzurro e oro non guastan lavoro.
  • Chi lavora fa la gobba, e chi ruba fa la robba.
  • Chi lavora lustra, e chi non lavora mostra.

Note

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  1. Versione italiana in positivo del proverbio piemontese: La cativa lavandera a treuva mai la bon-a pèra.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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