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Ambrose Bierce

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Ambrose Bierce nel 1892

Ambrose Gwynnette Bierce (1842 – 1914), scrittore, giornalista e aforista statunitense.

Dizionario del diavolo

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  • A. Prima lettera di ogni alfabeto che si rispetti. (1988, p. 17)
  • Abdicazione (s.f.). Cessione di corona in cambio di cappuccio monacale, allo scopo di raccogliere tibie e unghie di santi. Volontaria rinuncia a qualcosa di cui siamo stati privati con la forza. Abbandono del potere regale per la soddisfazione di assistere alla sconfitta del proprio successore. (Per le precedenti definizioni si ringraziano vari re di Spagna.) (1988, p. 18)
  • Abilità (s.f.). L'abilità consiste comunemente in un alto grado di solennità. È peraltro qualità molto apprezzata, perché non è compito facile essere solenni. (1988, p. 19)
  • Abitudine. Catena ai piedi dell'uomo libero.
Habit: A shackle for the free. (The Devil's Dictionary, Dover Publications Inc., p. 52)
  • Abuso (s.m.). Si parla di abuso di potere quando l'autorità viene esercitata in modo a noi sgradito. (1988, p. 20)
  • Accademia (s.f.). In origine, boschetto in cui i filosofi cercavano un significato nella semplicità della natura; oggi, scuola in cui i sempliciotti cercano un significato nella filosofia. (1988, p. 20)
  • Acefalo (agg.). Imbarazzante condizione di quel tal crociato che distrattamente cercò di ravviarsi i capelli qualche ora dopo che la scimitarra di un saraceno gli era passata – come riferisce De Joiville – attraverso il collo. (1988, p. 20)
  • Accusare (v. tr.). Dichiarare le colpe e i difetti di qualcun altro, specialmente per giustificarsi di avergli fatto torto. (1988, p. 20)
  • Acrobata (s.m.). Uomo che si rompe la schiena per riempirsi la pancia. (1988, p. 21)
  • Adolescente (s.m.). Dicesi di chi sta lentamente guarendo dall'infanzia. (1988, p. 21)
  • Adorare (v. tr.). Venerare aspettandosi qualcosa in cambio. (1988, p. 21)
  • Aforisma (s.m.). Saggezza predigerita. (1988, p. 22)
  • Aiutare (v. tr.). Aumentare il numero degli ingrati. (1988, p. 22)
  • Alba (s.f.). L'ora di andare a letto per gli uomini ragionevoli. Certi vecchi invece preferiscono alzarsi a quell'ora, fare un bagno freddo e una lunga passeggiata a stomaco vuoto e mortificare la carne in altro modo. (1988, p. 22)
  • Albero (s.m.). Pianta di forma allungata di cui la natura ci ha provveduti nella sua generosità, perché potessimo servircene come strumento di pena. (1988, pp. 22-23)
  • Alleanza (s.f.). Nel diritto internazionale significa l'unione di due ladri che hanno ficcato le mani nelle tasche l'uno dell'altro così a fondo che, separatamente, non riuscirebbero più a derubare una terza. (1988, p. 23)
  • Allegoria (s.f.). Metafora in tre volumi e una tigre. (1988, p. 23)
  • Alligatore (s.m.). Coccodrillo americano superiore sotto ogni punto di vista ai coccodrilli delle fatiscenti monarchie del vecchio mondo. (1988, p. 24)
  • Alluvione (s.f.). Un superiore grado di umidità. (1988, p. 24)
  • Altare (s.m.). Luogo sul quale anticamente il sacerdote interrogava le viscere della vittima sacrificale per trarne gli auspici e ne cuoceva le carni per gli dei. Parola oggi poco usata, se non in riferimento al volontario sacrificio della libertà e della pace compiuto da due stolti individui di sesso diverso. (1988, p. 25)
  • Ambasciatore (s.m.). Ministro d'alto rango mantenuto da un governo nella capitale di un altro paese perché possa ubbidire ai capricci di sua moglie. (1988, p. 25)
  • Ambizione (s.f.). Desiderio irresistibile di essere vilipeso in vita dai nemici e deriso dopo la morte dagli amici. (1988, p. 25)
  • Amicizia (s.f.). Una nave abbastanza grande per portare due persone quando si naviga in buone acque, ma riservata a una sola quando le acque si fanno difficili. (1988, p. 25)
  • Ammiraglio (s.m.). Parte della nave da guerra che ha il compito di dare ordini, mentre il compito di pensare è delegato alla testa di legno intagliata nella prua. (1988, p. 26)
  • Ammettere (v. tr.). Confessare. L'ammissione delle altrui colpe è uno dei più nobili doveri imposti dall'amore per la verità. (1988, p. 25)
  • Ammirazione (s.f.). La nostra cortese ammissione che un'altra persona ci somiglia. (1988, p. 26)
  • Ammirevole (agg.). Quello che faccio bene io, da non confondere con quello fai bene tu. (1988, p. 26)
  • Amnistia (s.f.). La magnanimità dello Stato nei confronti di quei malfattori che sarebbe troppo costoso punire. (1988, p. 26)
  • Amore (s.m.). Parola inventata dai poeti per far rima con cuore. (1988, p. 26)
  • Angoscia (s.f.). Malattia che si contrae davanti allo spettacolo continuo della prosperità di un amico. (1988, p. 26)
  • Animale (s.m.). Organismo che richiede un gran numero di altri animali per il proprio sostentamento, dimostrando così in modo inoppugnabile quanto siano generosi i disegni della Provvidenza nel preservare la vita delle sue creature. (1988, p. 27)
Ambrose Bierce nel 1866
  • Anno (s.m.). Una serie di trecentosessantacinque delusioni. (1988, p. 27)
  • Antipatia (s.f.). L'ispira l'amico dell'amico. (1988, p. 27)
  • Apatico (agg.). Sposato da sei settimane. (1988, p. 27)
  • Applauso (s.m.). L'eco di un luogo comune. (1988, p. 28)
  • Ardore (s.m.). Qualità che contraddistingue una passione amorosa priva di adeguata conoscenza del suo oggetto. (1988, p. 28)
  • Aria (s.f.). Sostanza nutritiva fornita dalla generosità della Provvidenza per ingrassare i poveri. (1988, p. 29)
  • Aristocrazia (s.f.). Governo dei migliori. La parola è ormai fuori uso come la forma di governo cui si riferisce. Gli aristocratici si riconoscono dal cappello piumato e dalla camicia pulita; sono anche colpevoli di avere una certa istruzione e forse addirittura un conto in banca. (1988, p. 29)
  • Armatura (s.f.). Abito che si indossa se il proprio sarto è un fabbro. (1988, p. 29)
  • Arringa (s.f.). Il discorso di un nostro avversario, detto in tal caso «arringoutang». (1988, p. 29)
  • Arte (s.f.). Parola che non ha nessuna definizione. (1988, p. 29)
  • Aspettativa (s.f.). Lo stato o condizione di spirito che, nel processo delle emozioni umane, è preceduto dalla speranza e seguito dalla disperazione. (1988, p. 30)
  • Assoluto (agg.) – 1. Sul piano filosofico è qualcosa che esiste senza riferimento ad alcunché e per scopi deplorevolmente egoistici. Assoluta certezza significa in genere un discreto grado di probabilità. (1988, p. 30)
  • Assurdità (s.f.). Argomentazione di un avversario. Affermazione o principio manifestamente contrario alla propria opinione. (1988, p. 31)
  • Astinente (agg.). Dicesi di persona debole che non sa resistere alla tentazione di negarsi un piacere. (1988, p. 31)
  • Astuzia (s.f.). Facoltà che distingue gli animali o le persone deboli da quelle forti. (1988, p. 31)
  • Attore (s.m.). Venditore di emozioni già confezionate, che ci disprezza a causa dei nobili sentimenti di cui quotidianamente si nutre e che noi disprezziamo per la natura malsana della sua dieta. (1988, p. 31)
  • Attrice (s.f.). Donna il cui nome risulta contaminato perché ricorre troppo spesso sulle nostre labbra. (1988, p. 32)
  • Audacia (s.f.). Una delle più notevoli qualità dell'uomo quando è in una posizione inattaccabile. (1988, p. 32)
  • Avaro (agg.). Smodatamente desideroso di conservare ciò che altre brave persone vorrebbero tanto ottenere. (1988, p. 32)
  • Avversario (s.m.). Un mascalzone che si permette di avere le nostre stesse aspirazioni. (1988, p. 32)
  • Baionetta (s.f.). Strumento usato per sgonfiare l'orgoglio di una nazione. (1988, p. 35)
  • Barbiere (s.m.). (In latino barbarus, selvaggio, derivato dalla parola barba.) Un selvaggio le cui sevizie inflitte alle guance passano in seconda linea se confrontate al ben più grave tormento della sua conversazione. (1988, p. 35)
  • Barometro (s.m.). Ingegnoso strumento che serve a indicare i mutamenti di tempo già avvenuti. (1988, p. 36)
  • Bastone (s.m.). Oggetto adatto ad ammonire il calunniatore benevolo e l'avventato rivale. (1988, p. 36)
  • Battaglia (s.f.). Metodo per sbrogliare coi denti un nodo politico per cui la lingua non basta. (1988, p. 36)
  • Battesimo (s.m.). Rito sacro di tale efficacia che chi si ritrova in Paradiso senza esservi stato sottoposto sarà infelice per sempre. (1988, p. 36)
  • Battezzare (v. tr.). Infliggere con grandi cerimonie un nome a un povero bambino incapace di difendersi. Il rito richiede fra l'altro che il bambino venga bagnato in modo che il nome gli si appiccichi. (1988, pp. 36-37)
  • Bebé (s.m.). Viene così chiamata quella creatura informe, senza età, sesso e stato sociale, la cui particolare prerogativa è costituita dalla violenza dei sentimenti di amore e di odio che scatena negli altri, senza coinvolgimento alcuno da parte sua. (1988, p. 37)
  • Belladonna (s.f.). In italiano è una bella signora; in inglese un veleno mortale. Esempio particolarmente calzante della fondamentale identità di queste due lingue. (1988, p. 37)
  • Bellezza (s.f.). Il mezzo con cui una donna conquista l'amante e terrorizza il marito. (1988, p. 37)
  • Benefattore (s.m.). Colui che acquista ingratitudine all'ingrosso, senza tuttavia alterarne il prezzo che rimane sempre alla portata di tutti. (1988, p. 37)
  • Bigamia (s.f.). Errore nel valutare i propri gusti che il senno di poi punirà con una pena chiamata trigamia. (1988, p. 37)
  • Bigotto (s.m.) – Chi resta ostinatamente fedele a un'opinione che non condividete. (1988, p. 38)
  • Biografia (s.f.). Tributo letterario che un mediocre paga a un grand'uomo. (1988, p. 38)
  • Brandy (s.m.). Mistura composta di una parte di tuoni e fulmini, due parti di efferato assassinio, una di morte e dannazione, due di Satana distillato e due di imprecazioni. Tra parentesi, è piuttosto buono. (1988, p. 39)
  • Bruttezza (s.f.). Dono che gli dei fanno a certe donne, e che rende possibile la virtù senza l'esercizio dell'umiltà. (1988, p. 39)
  • Calamità (s.f.). Le calamità sono di due tipi: la nostra sfortuna e la fortuna degli altri. (1988, p. 41)
  • Calunniare (v. tr.). [...] Parlare di un uomo e giudicarlo quando lui non ti può mettere le mani addosso. (1988, p. 41)
  • Campagna (s.f.). Zona periferica popolata da quaglie, trote, daini e contadini ben armati. (1988, p. 41)
  • Campi Elisi. Paradiso degli antichi. Non c'è niente di più ridicolo di questa rozza concezione. Al posto di nubi dorate, arpe, corone e grandi troni bianchi, c'erano campi, boschetti, ruscelli, fiori e templi. I Campi Elisi sono un esempio manifesto della congenita inferiorità dell'immaginazione pagana nei confronti della cultura cristiana. (1988, p. 42)
  • Cane bastardo. Il rango più basso nella gerarchia dei cani. (1988, p. 42)
  • Cannibale (s.m.). Un gastronomo della vecchia scuola che conserva gusti semplici e rimane fedele alla dieta naturale del periodo anteriore alla macellazione del maiale. (1988, p. 42)
  • Cannone (s.m.). Strumento impiegato per la rettifica dei confini nazionali. (1988, p. 43)
  • Canonizzare (v. tr.). Prendere un peccatore morto e tirarne fuori un santo. (1988, p. 43)
  • Capitale (s.f.). La sede del malgoverno. (1988, p. 43)
  • Carità (s.f.). Un'amabile disposizione dell'animo che induce a perdonare negli altri i peccati e i vizi cui siamo dediti noi stessi. (1988, p. 43)
  • Carnefice (s.m.). Persona che fa del suo meglio per eliminare i guasti della vecchiaia e ridurre le probabilità di annegamento. (1988, p. 43)
  • Carogna (s.f.). Cibo per i vermi; il prodotto finito di cui noi siamo la materia prima; il contenuto del Taj Mahal, della tomba di Napoleone e del monumento al presidente Grant. Tale prodotto è solitamente superato in durata dal contenitore che lo ospita, ma anche quest'ultimo è destinato a ridursi in polvere. Costruire una tomba per se stessi è, di conseguenza, l'operazione più sciocca cui un essere umano possa dedicarsi: tutto lo sforzo e la magnificenza di questo mondo, lungi dal renderla più dignitosa, non fanno che accentuarne la prevedibile futilità. (1988, p. 44)
  • Casa (s.f.). 1. Costruzione cava eretta per essere abitata da uomini, topi, scarafaggi, mosche, zanzare, pulci, bacilli e microbi. (1988, p. 44)
  • Catechismo (s.m.). Una scelta di indovinelli teologici in cui dubbi universali ed eterni vengono risolti con risposte limitate ed evasive. (1988, p. 44)
  • Cavatappi (s.m.). L'equipaggiamento indispensabile di un gentiluomo che viaggia con bagaglio leggero. (1988, p. 45)
  • Cavolo (s.m.). Ortaggio familiare ai nostri orti e alle nostre cucine, grosso e saggio all'incirca quanto la testa di un uomo. (1988, p. 45)
  • Cenobita (s.m.). Uomo pio che devotamente si allontana dal mondo per meditare sul peccato della malvagità e che, per tenerselo bene a mente, entra a far parte di una comunità dove abbondano i pessimi esempi. (1988, p. 45)
  • Centauro (s.m.). Appartenente a una razza che preesisteva all'odierna suddivisione del lavoro. Seguace dell'antica massima economica «Ogni uomo sia cavallo di se stesso». Fra loro il migliore fu Chirone che alla saggezza e alle virtù del cavallo univa la velocità dell'uomo. (1988, p. 46)
  • Cerbero (nome proprio m.). Il cane da guardia dell'Ade che aveva il compito di sorvegliare l'entrata non si sa bene contro chi o che cosa. Tutti quanti prima o poi dovevano andarci e nessuno ha mai cercato di portarsi via la porta di ingresso. È noto che Cerbero aveva tre teste e alcuni poeti gliene hanno attribuito addirittura un centinaio. (1988, p. 46)
  • Cervello (s.m.). Organo con cui pensiamo di pensare. (1988, p. 46)
  • Chiaroveggente (s.m. o f.). Persona, di solito donna, dotata della facoltà di vedere ciò che il suo cliente non vede, cioè anzitutto che è uno stupido. (1988, p. 47)
  • Chiesa (s.f.). Luogo in cui il pastore adora Dio e le donne adorano il pastore. (1988, p. 47)
  • Chiromanzia (s.f.). Secondo la classificazione del Mimbleshaw, è il novecentoquarantasettesimo metodo per ottenere denaro altrui con l'inganno, e consiste nella lettura del carattere mediante una decifrazione delle linee che si formano nella mano. In effetti non si può negare a tale sistema una base scientifica, dato che in ciascuna delle mani che vengono profferte a tale scopo può leggersi distintamente la parola «gonzo». L'impostura consiste nel fatto che tale parola non viene letta a voce alta. (1988, p. 47)
  • Ciarlatano (s.m.). Assassino sprovvisto di licenza di uccidere. (1988, p. 47)
  • Cinico (s.m.). Mascalzone che, a causa di un difetto alla vista, vede le cose come realmente sono e non come dovrebbero essere.[1] (1988, p. 48)
  • Cinese (s.m.). Un lavoratore che ha la colpa di essere docile, abile, laborioso, frugale e sobrio e di cui richiediamo per legge l'interdizione al lavoro. La sua fatica offre infinite prospettive di impiego ai bianchi. Lo squallore della sua povertà, che gli viene imputata come vizio congenito, non suscita compassione ma risentimento. (1988, p. 48)
  • Circo (s.m.). Luogo in cui è consentito ai cavalli, ponies ed elefanti di vedere uomini, donne e bambini fare i pagliacci. (1988, p. 48)
  • Clarinetto (s.m.). Strumento di tortura praticato da chi ha preventivamente imbottito le proprie orecchie di cotone. Ci sono solo due strumenti più esiziali di un clarinetto: due clarinetti. (1988, pp. 48-49)
  • Coda (s.f.). Un animale ha la coda quando una parte della sua spina dorsale decide di prescindere dalle sue congenite limitazioni e di assumere un'esistenza indipendente in un mondo tutto suo. (1988, p. 49)
  • Colpa (s.f.). La condizione di chi ha commesso apertamente un'imprudenza, da non confondersi con lo stato di colui che è riuscito a nascondere le proprie tracce a occhi indiscreti. (1988, p. 49)
  • Colpevole (s.m.). Trattasi sempre di un'altra persona. (1988, p. 50)
  • Cometa (s.f.). Ottima scusa per rimanere fuori la notte fino a tardi e per ritornarsene a casa ubriachi al mattino. (1988, p. 50)
  • Commercio (s.m.). Transazione finanziaria in cui A ruba a B i beni di C e per compenso B sottrae a D il denaro appartenente a E. (1988, p. 50)
  • Compendio (s.m.). Breve sunto di opera letteraria altrui nel quale le parti che contraddicono le opinioni del curatore vengono omesse per mancanza di spazio. (1988, p. 50)
  • Complimento (s.m.). Un prestito che dà un interesse. (1988, p. 51)
  • Comprensione (s.f.). Secrezione cerebrale che mette in grado chi ne sia provvisto di distinguere una casa da un cavallo mediante l'esame del tetto. La sua natura e le sue leggi sono state esaurientemente spiegate da Locke, che cavalcava una casa, e da Kant, che abitava in un cavallo. (1988, p. 51)
  • Compromesso (s.m.). La composizione di un conflitto di interessi che dà a entrambi i contendenti la soddisfazione di pensare di aver ottenuto qualcosa di insperato, e di perdere soltanto entro i limiti del dovuto. (1988, p. 51)
  • Confessione (s.f.). Sacramento per cui il sacerdote si dispone a perdonare i peccati grossi in cambio del piacere di sentirsi raccontare quelli piccoli. (1988, p. 52)
  • Confine (s.m.). In politica, la linea immaginaria fra due nazioni che separa gli immaginari diritti dell'una dagli immaginari diritti dell'altra. (1988, p. 52)
  • Conforto (s.m.). Stato d'animo provocato dalla contemplazione delle difficoltà del nostro vicino. (1988, p. 52)
  • Congratulazione (s.f.). La veste elegante dell'invidia. (1988, p. 53)
  • Conoscente (s.m.). Persona che si conosce abbastanza bene per poterle chiedere denaro a prestito, ma non sufficientemente per potergliene prestare. (1988, p. 53)
  • Conservatore (s.m.). Uomo politico affezionato ai mali esistenti, da non confondersi col progressista che invece aspira a rimpiazzarli con mali nuovi. (1988, p. 53)
  • Consiglio (s.m.). La più piccola moneta corrente. (1988, p. 53)
  • Consultare (v. tr.). Consiste nel richiedere l'approvazione altrui in merito a una decisione già adottata. (1988, p. 54)
  • Convento (s.m.). Luogo di ritiro per signore che desiderano poter meditare a loro agio sugli effetti letali dell'ozio. (1988, p. 54)
  • Cremazione (s.f.). Procedimento attraverso il quale le fredde carni dell'umanità vengono riscaldate. (1988, p. 56)
  • Cristiano (s.m.). Persona convinta che il Nuovo Testamento sia un libro ispirato da Dio e straordinariamente adatto alle esigenze spirituali del suo prossimo. Seguace degli insegnamenti di Cristo finché questi non contraddicano i peccati cui indulge più volentieri. (1988, p. 56)
  • Cuore (s.m.). Muscolo abilitato a pompare automaticamente il sangue. In senso figurato si suole dire che tale utile organo sarebbe la sede delle emozioni e dei sentimenti: una delicata fantasia che peraltro è solo il residuo di antiche e superate credenze. (1988, p. 57)
  • Dandy (s.m.). Dicesi di chi professa un'opinione singolare dei propri meriti, accentuando la propria eccentricità con gli abiti. (1988, p. 59)
  • [Regola] Non avrai altro Dio all'infuori di me.
    Sarebbe troppo costoso averne di più. (1988, p. 60)
  • [Regola] Non nominare il nome di Dio invano.
    Scegli il momento più opportuno per l'effetto. (1988, p. 60)
  • [Regola] Non lavorare affatto nella giornata di Sabato,
    ma vai a vedere giocare la squadra di calcio. (1988, p. 60)
  • [Regola] Non baciare la moglie del tuo amico
    a meno che questi non accarezzi la tua. (1988, p. 60)
  • [Regola] Non rubare.
    Per avere successo negli affari è meglio imbrogliare. (1988, p. 60)
  • Dentista (s.m.). Un prestigiatore che, dopo aver messo del metallo nella tua bocca, tira fuori monete dalle tue tasche. (1988, p. 61)
  • Depressione (s.f.). Particolare condizione di spirito provocata da una barzelletta sul giornale, uno spettacolo comico o la contemplazione del successo altrui. (1988, p. 62)
  • Derisione (s.f.). L'argomento inefficace con cui uno stolto immagina di avere trovato risposta al disprezzo del saggio. (1988, p. 62)
  • Destino (s.m.). Misteriosa entità che dovrebbe controllare tutte le sorti umane e che viene invocata soprattutto da chi sbaglia per scusare il proprio insuccesso e dai tiranni per giustificare i propri crimini. (1988, p. 62)
  • Diagnosi (s.f.). Talento molto sviluppato fra i medici che consiste nell'intuire l'entità del conto in banca del paziente in modo da poter stabilire quanto a lungo debba essere ammalato. (1988, p. 63)
  • Diario (s.m.). Documentazione quotidiana di una parte della propria vita che si può raccontare a se stessi senza arrossire. (1988, p. 63)
  • Dilettante (s.m.). Pubblica calamità che scambia il gusto con il talento e confonde la sua ambizione con le sue capacità effettive. (1988, p. 63)
  • Diplomazia (s.f.). L'arte e il dovere di mentire per il proprio paese. (1988, p. 64)
  • Discussione (s.f.). Uno dei tanti metodi per confermare gli altri nei loro errori. (1988, p. 65)
  • Diserzione (s.f.) – Avversione per il combattimento che si dimostra abbandonando l'esercito e la moglie. (1988, p. 65)
  • Dizionario (s.m.) – Maligno stratagemma letterario per arrestare lo sviluppo di una lingua e renderla rigida e astratta. (1988, p. 67)
  • Domestico (s.m.) – Persona che assumiamo perché eserciti in casa nostra la funzione di padrone o padrona. (1988, p. 67)
  • Donna (s.f.). Animale il cui habitat è generalmente in prossimità di quello dell'uomo, suscettibile sia pure in modo rudimentale di addomesticamento. [...] È senz'altro il più diffuso fra gli animali da preda, e infesta tutte le parti abitate o abitabili del globo, dalle profumate foreste della Groenlandia alle disadorne spiagge dell'India. [...] L'animale mangia di tutto e con un po' di buona volontà le si può insegnare a stare zitta. (1988, pp. 67-68)
  • Dottore (s.m.). Un gentiluomo che prospera con le malattie e muore con la buona salute. (1988, p. 68)
  • Eccentricità (s.f.). Metodo per distinguersi così facile che gli sciocchi vi ricorrono per accentuare la propria incapacità. (1988, p. 71)
  • Egocentrico (s.m.). Persona dai gusti volgari, più interessata a se stessa che a me. (1988, p. 71)
  • Egoista (s.m.). Persona priva di considerazione per l'egoismo altrui. (1988, p. 72)
  • Elefante (s.m.). Tipo ameno appartenente al regno animale, provvisto di naso flessibile, ma con scarsa possibilità di immagazzinaggio per i suoi denti. (1988, p. 72)
  • Elogio (s.m.). Apprezzamento riservato a chi gode i vantaggi di essere ricco e potente, o il privilegio di essere morto. (1988, p. 73)
  • Eloquenza (s.f.). Metodo per convincere gli sciocchi. Quest'arte è comunemente raffigurata dall'immagine di un ometto calvo che gesticola davanti a un bicchier d'acqua. (1988, p. 73)
  • Emancipazione (s.f.). Fenomeno per cui uno schiavo sfugge alla tirannia altrui per piegarsi al dispotismo del proprio ego. (1988, p. 73)
  • Emigrante (s.m.). Un ingenuo convinto che un paese possa essere migliore di un altro. (1988, p. 73)
  • Epidemia (s.f.). Malattia a tendenza sociale e assolutamente sgombra da pregiudizi. (1988, p. 74)
  • [Epigramma] Quando il tuo amico ti tiene ambo le mani nelle sue, sei al sicuro, perché puoi tenerle d'occhio entrambe. (1988, p. 75)
  • Epitaffio (s.m.). Iscrizione tombale che dimostra chiaramente come le virtù acquisite con la morte abbiano effetto retroattivo. (1988, p. 75)
  • Esofago (s.m.). Quella parte del canale alimentare che sta tra il piacere e la digestione. (1988, p. 76)
  • Età avanzata. Momento della vita in cui si chiude un occhio sui vizi che ci si possono ancora concedere e si scagliano fulmini su quelli che non si è più in grado di commettere. (1988, p. 77)
  • Eucalipto (s.m.). Albero che occupa, nel regno vegetale, l'alta e onorata posizione goduta, in quello animale, dalla puzzola. La varietà più apprezzata è l'"Eucalyptus disgustifolium" il cui valore medicinale è notevole: elimina infatti la felicità. (1988, p. 78)
Ambrose Bierce (J.H.E. Partington)
  • Faro (s.m.). Alta costruzione sulla costa del mare dove il governo mantiene una lampada accesa e l'amico di un uomo politico. (1988, p. 81)
  • Fedeltà (s.f.). [...] Virtù particolare che contraddistingue coloro che stanno per essere traditi. (1988, p. 81)
  • Fegato (s.m.). Organo di dimensioni rilevanti e di colore rosso che la provvida natura ci ha cortesemente fornito per consentirci di avere attacchi di bile. (1988, p. 82)
  • Felicità (s.f.). Gradevole sensazione suscitata dalla contemplazione delle miserie altrui. (1988, p. 82)
  • Filosofia (s.f.). Strada con molte diramazioni, che conduce dal nulla a nessun posto. (1988, p. 82)
  • Fonografo (s.m.). Esasperante giocattolo che ridà la vita a rumori morti. (1988, p. 84)
  • Forchetta (s.f.). Strumento usato principalmente allo scopo di portare alla bocca cadaveri di animali. (1988, p. 84)
  • Funerale (s.m.). Uno spettacolo con cui attestiamo il nostro rispetto per il morto arricchendo l'impresario delle pompe funebri, e corroboriamo il nostro dolore con una spesa che rende più profondi i nostri gemiti e raddoppia le nostre lacrime. (1988, p. 86)
  • Futuro. È il tempo in cui i nostri affari prosperano, i nostri amici sono sinceri e la nostra felicità è assicurata. (2005)
  • Gazza (s.f.). Uccello la cui disposizione al furto ha suggerito a qualcuno l'idea che le si potrebbe insegnare a parlare. (1988, p. 87)
  • Gentile (agg.). Esperto nell'arte e nella pratica della dissimulazione. (1988, p. 87)
  • Gioco d'azzardo. Passatempo il cui piacere consiste in parte nella coscienza dei propri vantaggi, ma soprattutto nello spettacolo delle perdite altrui. (1988, p. 89)
  • Giraffa (s.f.). Animale che brama bagnare la sua fronte febbricitante nelle brume di vertiginose altezze. (1988, p. 90)
  • Gotta (s.f.). Il nome che il medico dà ai reumatismi di un paziente ricco. (1988, p. 90)
  • Gratitudine (s.f.). Un sentimento che sta a metà strada fra il beneficio ricevuto e quello previsto o atteso. (1988, p. 91)
  • Inchiostro (s.m.). Un disgustoso miscuglio composto di acido tannico, ferro, gomma arabica e acqua, usato principalmente allo scopo di facilitare la diffusione dell'idiozia e la promozione di crimini d'ordine intellettuale. (1988, p. 98)
  • Due cose infatti si definiscono incompatibili quando nel mondo c'è spazio per una e non per entrambe, come, per esempio, la poesia di Walt Whitman e la misericordia di Dio verso gli uomini. (1988, p. 98)
  • Insulto (s.m.). Motto di spirito cui non si riesce a rispondere. (1988, p. 100)
  • Intelligenza (s.f.). Nella nostra civiltà, e nella nostra forma di governo repubblicano, l'intelligenza è tenuta in così alta considerazione che la si esonera automaticamente dal peso di qualsiasi pubblico ufficio. (1988, p. 100)
  • Interprete (s.m.). Chi mette due persone di lingua diversa in grado di capirsi, ripetendo all'uno e all'altro quello che gli fa comodo abbiano detto. (1988, p. 101)
  • Ipocrita (s.m.). Dicesi di persona che, professando virtù che non rispetta, si procura il vantaggio di trasformarsi, agli occhi di tutti, in ciò che più disprezza. (1988, p. 102)
  • Irreligiosità (s.f.). La più diffusa fra tutte le grandi religioni della terra. (1988, p. 102)
  • Istrice (s.m.). Il cactus del regno animale. (1988, p. 103)
  • Istruzione (s.f.). Quella dote che spiega al saggio e nasconde allo stolto i motivi della loro incapacità di capire. (1988, p. 103)
  • Longevità (s.f.). Estensione smodata della paura della morte. (1988, p. 110)
  • Lunedì (s.m.). Nei paesi cristiani viene così chiamato il giorno che segue la partita di baseball. (1988, p. 111)
  • Luogo comune. Pietra angolare e gloria imperitura della letteratura popolare. Concetto che sonnecchia avvolto in parole che fumigano. La saggezza di un milione di babbei espressa dagli epigrammi di uno sciocco. Fossile di sentimentalismo conservato in una roccia artificiale. Morale sprovvista di favola. Tutto ciò che è perituro in una verità ormai morta e sepolta. Una tazzina di caffè con uno schizzo di latte e moralità. (1988, p. 111)
  • Matrimonio (s.m.). Lo stato o condizione di una piccola comunità, costituita da un padrone, una padrona, e due schiavi: in tutto, due persone. (1988, p. 116)
  • Medico (s.m.). Persona alla quale guaiamo fiduciosi quando siamo malati e ringhiamo sospettosi quando stiamo bene. (1988, p. 118)
  • Mendicità (s.f.). La condizione di chi ha fatto affidamento sulla solidarietà degli amici. (1988, p. 118)
  • Merito (s.m.). Le qualità che dimostrano il nostro buon diritto a ottenere ciò che qualcun altro si prende. (1988, p. 118)
  • Moglie (s.f.). Una donna con uno splendido avvenire dietro le spalle. (1988, p. 120)
  • Mortalità (s.f.). La faccia dell'immortalità che noi conosciamo. (1988, p. 121)
  • Mosca tse-tse. Insetto africano (Glossina morsitans) la cui puntura è comunemente ritenuta il rimedio naturale più efficace contro l'insonnia, anche se taluni sofferenti preferiscono il rimedio indigeno offerto dal Tipico Romanziere Americano (Mendax interminabilis). (1988, p. 121)
  • Mulo (s.m.). Un ripensamento della Creazione. (1988, p. 121)
  • Naso (s.m.). L'estremo avamposto della faccia. Si sa che il naso raggiunge il massimo della felicità quando può ficcarsi negli affari altrui; da qui alcuni fisiologi hanno tratto che l'illazione che esso sia privo del comune senso dell'odorato. (1988, p. 123)
  • Natale (s.m.). Giorno speciale, consacrato allo scambio di doni, all'ingordigia, all'ubriachezza, al sentimentalismo più melenso, alla noia generale e a domestiche virtù. (1988. p. 123)
  • Nemico (s.m.). Un astuto mascalzone che ti ha reso certi servigi scomodi da ricambiare. (1988, p. 124)
  • Noumeno (s.m.). Ciò che esiste, da non confondersi con ciò che sembra soltanto esistere, detto invece fenomeno. Il noumeno è un po' difficile da individuarsi: esso può essere appreso solo attraverso un procedimento logico, il che è un fenomeno. Ciò nonostante la scoperta e la definizione dei noumeni offre un campo molto ricco per quello che Lewes chiama «l'infinita varietà e ricchezza del pensiero filosofico». E allora viva il noumeno! (1988, p. 125)
  • Novembre (s.m.). L'undicesima frazione di dodici parti di noia. (1988, p. 125)
  • Nozze (s.f. pl.). Cerimonia nella quale due persone si impegnano a diventarne una, una persona si riduce al nulla, e il nulla da allora sarà più sopportabile. (1988, p. 125)
  • Oblio (s.m.). Il cimitero della fama, dove si raffreddano tristemente le più accese speranze. Qui gli autori più ambiziosi incontrano la loro opera senza alcun orgoglio e si ritrovano a faccia a faccia con i colleghi di maggior successo senza provarne invidia alcuna. Un dormitorio sprovvisto di sveglia. (1988, p. 127)
  • Oceano (s.m.). La massa d'acqua che occupa circa i due terzi del mondo destinato all'uomo, il quale peraltro non ha branchie. (1988, p. 127)
  • Odio (s.m.). Il sentimento più appropriato di fronte all'altrui superiorità. (1988, p. 128)
  • Omeopata (s.m.). L'umorista della professione medica. (1988, p. 128)
  • Omeopatia (s.f.). Teoria e pratica medica che mira a curare le malattie degli sciocchi. Poiché non sempre li cura e spesso li conduce alla tomba, tale scienza viene derisa dagli ignoranti e molto apprezzata dai saggi. (1988, p. 128)
  • Opposizione (s.f.). Il ruolo svolto in politica dal partito che impedisce al governo di andare a rotoli mettendogli i bastoni fra le ruote. (1988, p. 129)
  • Oratoria (s.f.). Congiura fra pensiero e azione ai danni delle facoltà intellettive. Una forma di tirannide in parte temperata dalla stenografia. (1988, p. 129)
  • Orfano (s.m.). Essere vivente cui la morte ha tolto ogni possibilità di esprimere sentimenti di ingratitudine filiale. Tale sventura suscita particolare commiserazione in tutte le persone di buoni sentimenti. (1988, p. 129)
  • Oro (s.m.). Metallo giallo molto apprezzato per la sua utilità nei vari tipi di rapina che passano sotto il nome di commercio. (1988, p. 130)
  • Ospedale (s.m.). Luogo dove il malato riceve di solito due diversi tipi di trattamento: medico da parte del dottore, inumano da parte degli infermieri. (1988, p. 130)
  • Ospitalità (s.f.). La virtù che induce a offrire vitto e alloggio a chi non ha bisogno né dell'uno né dell'altro. (1988, p. 130)
  • Ostrica (s.f.). Mollusco viscido e melmoso che la civiltà costringe l'uomo a mangiare senza averne eliminato prima le interiora. Il guscio viene dato comunemente ai poveri. (1988, p. 131)
  • Ottimismo (s.m.). Dottrina o credo che vede tutto bello, incluso il brutto; tutto buono, soprattutto il male; e tutto giusto, particolarmente ciò che è sbagliato. (1988, p. 131)
  • Ozio (s.m.). Intervalli di lucidità nei disordini della vita. (1988, p. 132)
  • Pace (s.f.). Nel diritto internazionale, si definisce così un periodo di inganni reciproci compreso fra due fasi di combattimento aperto. (1988, p. 133)
  • Pancetta (s.f.). La mummia di un maiale imbalsamato. (1988, p. 133)
  • Parlamento (s.m.). Organo di governo preposto al compito di abrogare le leggi. (1988, p. 134)
  • Patriottismo (s.m.). Combustibile di poco prezzo utilizzato da chiunque sia sufficientemente ambizioso da voler dare lustro al suo nome. (1988, pp. 135-136)
  • Pazienza (s.f.). Forma minore di disperazione, travestita da nobile virtù. (1988, p. 136)
  • Pentimento (s.m.). Un sentimento che di rado turba la gente, almeno finché le cose non cominciano ad andare male. (1988, p. 137)
  • Pessimismo (s.m.). Atteggiamento filosofico imposto, a dispetto delle più radicate convinzioni, dalla scoraggiante prevalenza degli ottimisti con le loro speranze da spaventapasseri e i loro stolidi, esasperanti sorrisi. (1988, p. 137)
  • Piacere (s.m.). Emozione generata da un vantaggio personale o da uno svantaggio altrui. (1988, p. 138)
  • Pianoforte (s.m.). Utensile da salotto, molto usato per castigare il visitatore impenitente. Lo si mette in funzione premendo sui tasti e deprimendo il morale degli ascoltatori. (1988, p. 138)
  • Piombo (s.m.). Metallo pesante di colore grigio-azzurro, molto usato per dare stabilità agli amanti troppo leggeri, particolarmente a coloro che poco saggiamente si innamorano delle mogli altrui. È inoltre di grande utilità per controbilanciare argomenti di tanto peso da far pendere la bilancia della discussione in un senso sbagliato. (1988, p. 138)
  • Pirateria (s.f.). Commercio senza troppe remore o ipocrisie, così come Dio l'ha creato. (1988, p. 138)
  • Plagiare (v. tr.). Riprendere concetti o stile da un altro scrittore che non si è mai assolutamente letto. (1988, p. 139)
  • Politica (s.f.). [...] Conflitto di interessi mascherato da lotta fra opposte fazioni. Conduzione di affari pubblici per interessi privati. (1988, p. 140)
  • Politico (agg. sost.). (uomo politico). Anguilla che striscia nel fango su cui riposa la struttura dell'organizzazione statale. Quando si contorce, scambia i movimenti della sua coda per terremoti o minacce alla stabilità dell'edificio. In confronto allo statista, presenta il considerevole svantaggio di essere vivo. (1988, p. 140)
  • Pomo di Adamo. Protuberanza del collo maschile provvidenzialmente fornita dalla natura per tenere il cappio al giusto posto. (1988, p. 141)
  • Porto (s.m.). Luogo dove le navi trovano riparo dalle tempeste e si espongono alla furia dei dazi doganali. (1988, p. 141)
  • Pregare (v. tr.). Pretendere che le leggi dell'universo vengano annullate a favore di un singolo postulante, il quale se ne confessa del tutto indegno. (1988, p. 142)
  • Presente. Parte dell'eternità che separa la sfera della delusione da quella della speranza. (2005)
  • Prete (s.m.). Gentiluomo che sostiene di conoscere la giusta direzione per raggiungere il Paradiso, e pretende di estorcerci un pedaggio per quel tratto di strada. (1988, p. 143)
  • Profezia (s.f.). L'arte di vendere la propria credibilità impegnandosi a consegnarla a domicilio più avanti. (1988, p. 147)
  • Purgatorio (s.m.). Scomoda gattabuia dove le anime sono imprigionate finché un parente non le fa uscire pagando la cauzione. (1988, p. 148)
  • Realtà (s.f.). Il sogno di un filosofo impazzito. (1988, p. 152)
  • Riconsiderare (v. tr.). Cercare una giustificazione per una decisione già presa. (1988, p. 154)
  • Rifiuto (s.m.). Ci sono vari tipi di rifiuto, graduati secondo una scala discendente di finalità: il rifiuto assoluto, il rifiuto condizionale, il rifiuto probabile o ipotetico e il rifiuto femminile. Quest'ultimo tipo viene anche chiamato da alcuni studiosi il rifiuto affermativo. (1988, p. 154)
  • Rimpianto (s.m.). Ciò che si sedimenta nella coppa della vita. (1988, p. 155)
  • Rispettabilità. Frutto di una liaison fra una testa calva e un conto in banca. (2005)
  • Sacerdote (s.m.). Un uomo che si assume la cura della nostra vita spirituale per migliorare le condizioni della sua vita temporale. (1988, p. 159)
  • [Satana] «Vorrei chiedere un unico favore» egli disse. [Dio] «Di' pure». «Mi risulta che sta per essere creato l'uomo. Avrà bisogno di leggi». «Miserabile! Tu, destinato ad essere il suo avversario, tu, che dall'alba dell'eternità sei stato riempito d'odio per l'anima sua, tu chiedi il diritto di fargli le leggi?». «Chiedo perdono; ciò che domando è che gli sia permesso di farsele da solo». E così fu ordinato.
[Satan] «There is one favour that I should like to ask». [God] «Name it» «Man, I understand, is about to be created. He will need laws» «What, wretch! you, his appointed adversary, charged from the dawn of eternity with hatred of his soul-you ask for the right to make his laws?» «Pardon; what I have to ask is that he be permitted to make them himself». It was so ordered. (The Devil's Dictionary, Dover Publications Inc., p. 119)
  • Satira (s.f.). Genere antiquato di composizione letteraria in cui vizi e follie dei nemici personali dell'autore venivano presentati con una tenerezza un po' lacunosa. (1988, p. 160)
  • Seccatore (s.m.). Persona che parla quando tu vorresti che ascoltasse. (1988, p. 162)
  • Selce. Sostanza molto usata nella fabbricazione dei cuori umani.[2]
  • Storia (s.f.). Resoconto per lo più falso di eventi per lo più irrilevanti provocati da sovrani per lo più mascalzoni e da soldati per lo più folli. (1988, p. 165)
  • Suffragio femminile significa il diritto di una donna di votare come le viene suggerito da un uomo.
By female suffrage is meant the right of a woman to vote as some man tells her to. (The Devil's Dictionary, Dover Publications Inc., p. 129)
Ambrose Bierce
  • Tasca (s.f.). Culla delle nostre motivazioni e tomba della nostra coscienza. (1988, p. 169)
  • Telefono (s.m.). Infernale invenzione che elimina purtroppo parte dei vantaggi inerenti alla saggia abitudine di tenere a distanza le persone sgradevoli. (1988, p. 169)
  • Telescopio (s.m.). Strumento che sta all'occhio come il telefono sta all'orecchio, e che permette a oggetti remoti di infastidirci con una quantità eccessiva di dettagli inutili e irrilevanti. (1988, p. 169)
  • Tempo (s.m.). Il clima del momento, permanente argomento di conversazione fra persone che in realtà non se ne interessano affatto, ma hanno ereditato la tendenza a parlarne da antenati arborei per i quali, non avendo essi l'abitudine di portare abiti, si trattava di una cosa estremamente importante. L'istituzione di centri meteorologici nazionali e l'efficienza con cui continuano a propalare le loro abituali menzogne dimostra che persino i governi sono sensibili ai condizionamenti ereditari che ci provengono dai nostri progenitori della giungla. (1988, pp. 169-170)
  • Ultimatum (s.m.). In diplomazia, è l'ultima richiesta prima di passare alle concessioni. (1988, p. 175)
  • Umiliazione (s.f.). Il comportamento più normale e opportuno di fronte a persona ricca e/o potente. (1988, p. 176)
  • Uomo (s.m.). Un animale talmente preso dalla rapita contemplazione di ciò che pensa da perdere di vista quello che dovrebbe essere realmente. La sua occupazione principale è lo sterminio, non solo degli altri animali, ma anche della sua stessa specie: la quale, tuttavia, si moltiplica con tale tenacia, insistenza e rapidità da infestare l'intero mondo abitabile nonché il Canada. (1988, p. 176)
  • Vanità. Tributo di uno stupido al merito del somaro che gli è più vicino. (2005)
  • Vigliacco (agg.). Chi, nell'emergenza del pericolo, pensa con le proprie gambe. (1988, p. 180)
  • Violino (s.m.). Strumento per infastidire le orecchie umane con la frizione esercitata da una coda di cavallo sulle viscere di un gatto. (1988, p. 180)
  • Volubilità. Reiterata sazietà di un affetto incostante. (2005)
  • Voto (s.m.). Simbolo e strumento della facoltà che ha ogni libero cittadino di dimostrarsi uno sciocco e di rovinare il proprio paese. (1988, p. 181)
  • Wall Street. Simbolo del peccato che viene debitamente stigmatizzato da tutti i peccatori in circolazione. Che Wall Street sia un covo di ladri è un credo ben radicato, e sostituisce la speranza del Paradiso per tutti i ladri e i disonesti falliti del paese. (1988, p. 83)
  • Zanzara (s.f.). Il germe dell'insonnia, da distinguersi comunque dalla coscienza, che è il bacillo della stessa malattia. (1988, p. 185)
  • Zelo (s.m.). Malattia nervosa che colpisce talvolta i giovani e gli inesperti. (1988, p. 185)

Fantastic fables

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  • Un reggimento di artiglieria della milizia di Stato fece domanda al Governatore per avere un certo numero di fucili di legno con i quali potersi esercitare. «Costano di meno», spiegarono, di quelli veri.» «Non si dica che io sacrifico l'efficienza al risparmio», disse il Governatore. «Voi avrete dei fucili veri.» «Grazie, grazie», gridarono molto espansivi i soldati. «Ne avremo la massima cura, e in caso di guerra li riporteremo all'arsenale». (Fucili di legno; 2019, p. 109)
  • Poiché era sorto il sospetto che i membri di un Consiglio scolastico a Doosnoswair incaricassero insegnanti femminili per motivi inappropriati, la gente elesse un Consiglio composto di sole donne. In pochi anni lo scandalo ebbe termine: non vi erano più insegnanti femminili nel Dipartimento. (Il consiglio scolastico riformato)
The members of a School Board in Doosnoswair being suspected of appointing female teachers for an improper consideration, the people elected a Board composed wholly of women. In a few years the scandal was at end; there were no female teachers in the Departement. (The Reform School Board, p. 24)
  • Un uomo inoffensivo, che passeggiava in un posto pubblico, venne assalito da uno straniero con un bastone e sonoramente picchiato. Quando lo straniero con il bastone fu condotto a giudizio, la parte lesa disse al giudice: «non lo so perché sono stato assalito; non ho un nemico al mondo» «L'ho picchiato proprio per questo», disse allora l'imputato. «Lasciate andare il prigioniero», sentenziò il giudice, «un uomo senza nemici non ha nemmeno amici. E le corti di giustizia non si occupano di queste cose». (L'uomo senza nemici; 2019, p. 113)
  • Una donna ricca, di ritorno da un viaggio all'estero, sbarcò all'inizio di Kneedeep Street, e provava a camminare nel fango fino al suo albergo. «Signora», intervenne un poliziotto, «non posso permettere che si infanghi così calze e scarpe.» «Non importa, davvero», disse la donna ricca con un sorriso allegro. «Sarebbe un peccato, signora, non vede che davanti all'albergo c'è un'ininterrotta fila di giornalisti prostrati che muoiono dalla voglia di essere calpestati da lei?» «Se è così», disse lei, riparandosi in un portone e aprendo la valigia, «mi metterò gli stivali di gomma». (Strada rialzata; 2019, p. 129)
  • «Imputato», disse il Giudice, austero, «la condanno per omicidio. Si dichiara colpevole, o è cresciuto nel Kentucky?» (Ambiente, p. 154)

Incipit di alcune opere

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Il Club dei parenticidi

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In un bel mattino di giugno del 872, assassinai mio padre, cosa che mi fece una profonda impressione.[3]

Il segreto del Burrone di Macarger

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A nord-ovest della Collina Indiana, a circa nove miglia in linea d'aria, c'è il Burrone di Macarger. Non è proprio un burrone, ma un semplice avvallamento fra due creste alberate di trascurabile altezza. Dalla bocca alla testa, poiché i burroni come i fiumi hanno una propria anatomia, la distanza non supera le due miglia, e la larghezza al fondo non oltrepassa che in un solo punto la dozzina di metri; per la maggior parte della distanza, su entrambi i lati del piccolo ruscello che fa defluire le acque d'inverno e rimane asciutto fino dagli inizi della primavera, non c'è terreno posto a livello; i ripidi pendii delle colline, coperti da una massa quasi impenetrabile di arbusti, sono divisi da null'altro che dalla lunghezza del corso d'acqua.

La cosa maledetta

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Alla luce di una candela di sego sistemata a un'estremità di un rudimentale tavolo, un uomo stava leggendo qualcosa che era scritto su un libro di conti, enormemente logoro; e, a quanto sembrava, la grafia non era molto leggibile, perché di tanto in tanto l'uomo avvicinava la pagina alla fiamma della candela, per avere una luce più forte. Allora l'ombra del libro faceva precipitare nell'oscurità metà della stanza, celando diversi volti e figure; perché, oltre al lettore, erano presenti altri otto uomini. Sette di loro sedevano a ridosso delle pareti in legno, muti, immobili, e non troppo lontani dal tavolo, dato che la stanza era piccola.

Uno dei dispersi

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Il soldato Jerome Searing — dell'armata del generale Sherman, schierata di fronte al nemico nella zona del monte Kennesaw, in Georgia — voltò le spalle al piccolo gruppo di ufficiali con cui era stato a parlare a voce bassa, traversò la stretta linea trincerata e scomparve nel bosco.[4]

Note

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  1. Cfr. Oscar Wilde: «Il cinismo è semplicemente l'arte di vedere le cose come sono, non quali dovrebbero essere».
  2. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  3. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
  4. Da Storie di militari e di civili, citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993.

Bibliografia

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  • Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, scelta e introduzione di Guido Almansi, traduzione di Daniela Fink, TEA, 1988.
    • Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, a cura di Giancarlo Buzzi, Baldini Castoldi Dalai, 2005.
    • (EN) Ambrose Bierce, The Devil's Dictionary, Dover Publications Inc., New York, N.Y., 1958. ISBN 0-486-20487-1
  • Ambrose Bierce, Dizionario del diavoloFavole avvelenate (The Devil's DictionaryFantastic fables), traduzione di Alberto B. Levorato, Fogli Volanti, Alessandria, 2019. ISBN 8893041720
  • Ambrose Gwynnett Bierce, Il segreto del Burrone di Macarger, traduzione di Gianni Pilo, in Storie dell'orrore, a cura di Gianni Pilo, Newton & Compton, 1999. ISBN 8882892492
  • Ambrose Bierce, La cosa maledetta, traduzione di Vittorio Curtoni, in Il colore del male. I capolavori dei maestri dell'horror, a cura di David G. Hartwell, Armenia Editore, 1989. ISBN 8834404068
  • (EN) Ambrose Bierce, Fantastic fables, Lighning Source, UK Ltd., Milton Keynes. ISBN 978-1-40970-304-4 (copia anastatica dell'opera citata edita nel 1898 da G. P. Putnam's Sons, New York – Londra)

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Opere

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