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Animale

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Una tigre

Citazioni sugli animali.

Citazioni

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Due cavalli in montagna
  • Abbiamo detto, parlando dell'anima umana, che si tratta di una sostanza provvista della facoltà di pensiero. Gli animali posseggono certamente questa facoltà. Essi hanno, quindi, un'anima. L'anima degli animali è forse immortale? Sì, e ciò le deriva proprio dalla sua natura, che è spirituale. (Pierre Massuet)
  • Abbiamo reso alcuni animali in un certo senso membri onorari della nostra società; ed arriviamo a vederli in una relazione quasi umana con noi, in particolare quando conferiamo loro nomi propri, come se fossero persone. Di Schopenhauer, quel misantropo che amava i cagnolini, si potrebbe quasi dire che lui ed il suo cane (il sovrano in carica del momento) formavano una società a sé. In senso metaforico si può dire che abbiamo dei doveri verso questi esseri umani onorari. (David George Ritchie)
  • Adesso ho due cagnolini [...]: io già gli devo un grande insegnamento perché nei loro occhi io ho trovato – ho riletto, se volete – la sacralità della vita. Sì, perché gli animali tutti conservano nei loro occhi questa scintilla originaria di vita, da cui forse è partito tutto, che noi dovremmo tramandare, ma che sporchiamo dalla fanciullezza in poi – difatti secondo me i bambini sono iscrivibili nella stessa categoria degli animali, puri e indifesi come loro – ma gli animali la conservano pura, intatta, fino alla loro morte. (Massimo Wertmüller)
  • Affermare che gli animali sono intelligenti o che hanno vite emotive molto ricche e profonde non costituisce affatto un tentativo di "umanizzarli". Invero, quando poniamo davvero attenzione alla teoria evolutiva e all'idea di Charles Darwin riguardo alla continuità evolutiva, vediamo che noi esseri umani non siamo gli unici esseri intelligenti, senzienti ed emotivi. Derubare gli animali delle loro capacità cognitive ed emotive significa fare della "cattiva biologia". Allo stesso tempo, riconoscere loro tali caratteristiche non significa affatto attribuire loro "qualcosa di umano" che essi stessi già non posseggano. (Marc Bekoff)
  • Agli indiani la trasmigrazione dell'anima dall'animale all'uomo e viceversa non sembra strana, quindi dai nostri libri sacri non è stata bandita come esagerazione sentimentale la pietà per tutte le creature senzienti.
    Quando mi trovo in diretto contatto con la Natura, in campagna, l'Indiano si risveglia in me e io non posso rimanere freddo e indifferente davanti a tutta la gioia di vivere che batte nel soffice petto, ricoperto di piume, di un solo uccellino. (Rabindranath Tagore)
  • Al fondo della mia rivolta contro i potenti trovo, più antico, il ricordo dell'orrore delle torture inflitte alle bestie... e più l'uomo è feroce verso la bestia, più è carponi davanti agli uomini che lo dominano. (Louise Michel)
  • Amate gli animali [...]. Non inquietateli, non tormentateli, non togliete loro la gioia: non opponetevi all'intenzione di Dio. Uomo, non porti al di sopra degli animali: essi sono senza peccato mentre tu, nella tua grandezza, guasti la Terra al tuo solo apparire lasciando dietro di te la tua lurida traccia. (Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov)
  • Anche gli animali sono creature di Dio, che nella loro muta sofferenza sono un segno dell'impronta universale del peccato e della universale attesa della redenzione. (Papa Paolo VI)
  • Anche l'animale produce: si costruisce un nido, abitazioni, come le api, i castori, le formiche ecc. Se non che esso produce solo ciò di cui abbisogna immediatamente per sé o per i suoi piccoli [...]; produce solo sotto il dominio del bisogno fisico immediato, mentre l'uomo produce anche libero dal bisogno fisico ed anzi produce veramente solo nella libertà dal medesimo; produce solo se stesso, mentre l'uomo riproduce l'intera natura; il suo prodotto appartiene immediatamente al suo corpo fisico, mentre l'uomo si pone liberamente di fronte al suo prodotto. L'animale dà forma solo secondo la misura e il bisogno della specie a cui appartiene, mentre l'uomo sa produrre secondo la misura di ogni specie. (Karl Marx)
  • Animale (s.m.). Organismo che richiede un gran numero di altri animali per il proprio sostentamento, dimostrando così in modo inoppugnabile quanto siano generosi i disegni della Provvidenza nel preservare la vita delle sue creature. (Ambrose Bierce)
  • Appare ormai inconfutabile, sulla base di molti dati scientifici, che gli animali non umani sono stati oggetto di una sottovalutazione soprattutto sotto il profilo delle loro capacità intellettive ed emotive: non solamente essi provano dolore e piacere, ma anche sospetto e timore, curiosità e stupore, gelosia e orgoglio, fino all'autocompiacimento e, ancora, sono capaci di risolvere problemi, di acquisire ed elaborare informazioni tratte non solo dall'immediata esperienza, fino a sedimentarle e a trasmetterle tramite processi comunicativi ed educativi. (Valerio Pocar)
  • Apparentemente le guerre fra gli uomini sono dovute a problemi economici e politici, ma in realtà sono il risultato di tutto il massacro di animali che gli uomini fanno. La legge di giustizia è implacabile: essa obbliga gli uomini a pagare versando tanto sangue quanto ne hanno fatto versare agli animali. Noi uccidiamo gli animali senza tenere conto che la natura è un organismo e che... si crea uno squilibrio. (Omraam Mikhaël Aïvanhov)
  • Avremmo bisogno di un diverso concetto degli animali, più saggio e forse più poetico... Trattiamo con condiscendenza la loro incompletezza e il tragico destino di avere assunto una forma assai inferiore alla nostra, e in questo sbagliamo: non possiamo misurare gli animali con il nostro stesso metro. In un mondo più arcaico e completo del nostro gli animali si muovevano compiuti e perfetti, dotati di percezioni sensoriali che noi non abbiamo mai raggiunto o abbiamo perduto, vivendo di gridi che non udremo mai. Gli animali non sono nostri fratelli né subalterni; sono popoli altri, coinvolti come noi nella trama della vita e del tempo, compagni di prigionia dello splendido e faticoso travaglio della terra. (Henry Beston)
  • Bisogna imparare a riconoscere e a rispettare negli altri animali i sentimenti che vibrano in noi stessi. (John Oswald)
  • C'è appunto affinità di natura tra noi e gli animali, giacché questi, dal momento che hanno in comune con noi la vita e gli stessi elementi e la mescolanza che di questi si compone, sono legati a noi uomini come fossero nostri fratelli. (Giamblico)
  • C'è, tra uomini e bestie, tra certi uomini e le bestie, domestiche o no, riconoscimenti inesplicabili, simpatie spontanee e subitanee. Si direbbero, costoro, persone segnate. (Alberto Jacometti)
  • Cane non mangia cane; «i feroci leoni non si fanno guerra»; il serpente non aggredisce il suo simile; v'è pace tra le bestie velenose. Ma per l'uomo non c'è bestia più pericolosa dell'uomo. (Erasmo da Rotterdam)
  • Capita, vero Fima, che quando si guarda un animale si pensa che forse lui ricorda qualcosa che le persone hanno dimenticato. (Amos Oz)
  • Cercare il piacere, evitare il dolore e conservare le energie riassumono il comportamento animale, che si tratti di un paramecio al microscopio o dello squalo bianco. (Forchette contro coltelli)
  • Certamente l'agire per un fine, il trarre vantaggio dall'esperienza, il prevedere l'avvenire, cioè quanto secondo voi conviene alle bestie, non può non derivare da un principio spirituale, esattamente come ne deriva ciò che si trova negli uomini. (Ignace-Gaston Pardies)
  • Certamente non siamo gli unici animali che vivono l'esperienza del dolore e della sofferenza. In altre parole, non c'è una linea netta tra l'animale uomo e il resto del regno animale. È una linea indistinta e lo sarà sempre... (Jane Goodall)
  • Che almeno alcune reazioni degli animali superiori non siano dovute al semplice caso ma attestino una facoltà di giudizio, ciò sembra ormai incontestabile. (Ernst Cassirer)
  • Che cos'è l'animale? È una questione di fronte alla quale si è tanto più imbarazzati quante più nozioni si hanno di filosofia e di storia naturale. Se si esaminano tutte le proprietà conosciute dell'animale, non se ne troverà alcuna che appartenga a tutti gli esseri cui siamo obbligati a dare questa qualifica, o sia assente da quanti non possiamo chiamare con tal nome. (Denis Diderot)
  • Che cos'è un cuore caritatevole? È un cuore che arde di amore per tutta la creazione, per gli uomini, per gli uccelli, per le bestie... per tutte le creature. [...] e non può più sopportare di vedere o sentire da altri qualsiasi sofferenza, incluso il minimo dolore inflitto a una creatura. È per questo che un uomo siffatto non smette mai di pregare per gli animali... spinto dall'infinita pietà che regna nei cuori di coloro che si stanno unendo a Dio. (Isacco di Ninive)
  • Che! – mi replicò scoppiando dal ridere – voi ritenete la vostra anima immortale, a differenza di quelle delle bestie? Sinceramente, mio grande amico, il vostro orgoglio è ben insolente! E da dove, vi prego, argomentate questa immortalità a danno di quella delle bestie? Sarebbe forse perché noi siamo dotati di ragione e quelle no? In primo luogo io ve lo nego, e vi proverò, quando vorrete, che esse ragionano come noi. (Savinien Cyrano de Bergerac)
  • Chi mette al centro della propria vita un animale o gli animali, con tutto il rispetto, perché ognuno nella vita può fare quello che vuole, però è evidente che ha problemi col mondo che lo circonda. (Giuseppe Cruciani)
  • Chi non soffre delle sofferenze dell'animale non potrà unirsi, come un vero cristiano, alle sofferenze del prossimo; non ha l'amore del prossimo e per conseguenza non avrà l'amore di Dio! Chi nutre invece sentimento per gli animali e per la natura, non sarà mai perduto, perché non si indurirà completamente; e nelle sue cadute sarà capace di ritrovare e riprendere il tono vero, che è dunque sulla grande linea di Dio. La natura è pure su questa linea, benché ad un grado inferiore, e a colui che può unirsi colla natura è più facile unirsi con Dio... L'animale deve passare la sua vita secondo i suoi conti, ma guai a chi non si cura delle sue sofferenze e non cerca di alleviarle! (Andrzej Towiański)
  • Chi può dire, o anche soltanto sospettare, fino a qual punto giungano le facoltà intellettuali delle bestie?... Quando qualche aspetto – (per non dire tutti gli aspetti) – della natura sfugge alla nostra comprensione, eccoci pronti a sfoderare parole difficili e a farci belli con la nostra miserabile erudizione scolastica, che non ci aiuta a vedere una spanna al di là del naso. Così, ad esempio, l'intelligenza degli animali, di cui spesso abbiamo dimostrazioni impressionanti. (E. T. A. Hoffmann)
  • Ci piaccia o no, prima o poi dovremo accettare che gli animali non sono oggetti, né macchine, né un ammasso di istinti e riflessi; che ciascuno di loro è un individuo irripetibile e distinto dagli altri della propria specie, esattamente come siamo irripetibili e distinti noi esseri umani; che non si possono vendere né comprare, che non si possono uccidere per sport né con pretesti scientifici né per mangiarli, e che ucciderli è un atto crudele che finisce per sottrarre valore alla vita umana; che non sono strumenti dei nostri desideri né della nostra volontà; che possono provare piacere, dolore, felicità e tristezza come qualunque essere umano, e che hanno un'anima, una coscienza o come la volete chiamare: un'anima mortale come la nostra. (Fernando Vallejo)
  • Ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati, meno vagoni piombati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto l'abitudine ai furgoni dove le bestie agonizzano senza cibo e senz'acqua dirette al macello. (Marguerite Yourcenar)
  • Ci si può domandare: cosa sarebbe l'uomo senza gli animali? Ma non il contrario: cosa sarebbero gli animali senza l'uomo? (Christian Friedrich Hebbel)
  • Ci sono storie chassidiche molto frequenti sul fatto che una delle grandi occasioni perse, da parte dei giusti, per far venire il messia, è stata quella di essere indifferenti alle sofferenze degli animali. (Moni Ovadia)
  • Ci viene detto che non dobbiamo essere crudeli verso gli animali per non divenirlo verso gli uomini. Ma se ci venisse assicurato che non svilupperemmo tale crudeltà verso gli uomini, ciò significherebbe che la crudeltà nei confronti degli animali sarebbe permessa? [...] Preferiamo affermare, più semplicemente, che la benevolenza verso l'animale è un dovere nei confronti dell'animale stesso. (Paul Janet)
  • Ciò che amo di più | Nell'animale, è il silenzio | Poiché non parla, non mente | Solo chi parla mente. (Elisabetta di Baviera)
  • Colui il quale legge gli esempi commoventi dell'amor materno, riferiti tanto spesso, delle donne di ogni nazione e delle femmine di tutti gli animali, può egli mettere in dubbio che il principio dell'azione non sia lo stesso in ambo i casi? (William Whewell)
  • Come d'incanto | al mio cospetto di scimmia | si sta spegnendo | il suono degli animali | e un gran silenzio | pervade tutta la terra | come il brontolio | di un tuono lontano. (Adriano Celentano)
  • Come fra tutti gli animali, che non siano troppo imperfetti per poter avere orgoglio, troviamo che i migliori, cioè i più belli e i più apprezzabili della loro specie, sono in generale i più orgogliosi, cosi nell'uomo, il più perfetto degli animali, l'orgoglio è talmente inseparabile dalla sua profonda essenza (per quanto astutamente alcuni possano aver imparato a nasconderlo e a dissimularlo) che, senza di esso, il composto di cui è fatto mancherebbe di uno dei più importanti elementi. (Bernard de Mandeville)
  • Come non possiamo negare all'animale in modo sia pure crepuscolare l'uso della categoria della causalità, così non possiamo escludere che l'animale partecipando al nostro mondo non abbia un senso oscuro di quello che può essere la proprietà, l'obbligazione. [...] È assurdo pensare che l'animale che rende un servizio al suo padrone che lo mantiene agisca soltanto istintivamente. [...] Deve pure sentire in sé per quanto oscuramente e in modo sensibile questo rapporto di servizi resi e scambiati. (Cesare Goretti)
  • Come un animale che non sa capire | guardo il mondo con occhio lineare, | come un animale che sa cos'è il dolore | guardo il mondo con occhio lineare, | come un animale che non può capire | guardo il mondo con occhio lineare. | Come un animale nel tempo di morire | cerco un posto che non si può trovare, | come un animale nel tempo di morire | mi accontento di un posto in cui sostare. (Consorzio Suonatori Indipendenti)
  • Complessivamente si constaterà che l'osservanza assidua dei diritti e delle esigenze di altri uomini, la padronanza delle proprie passioni, e la venerazione per il Creatore, danno la miglior garanzia di un trattamento saggio ed umano degli animali inferiori. Ma predicare la gentilezza verso le bestie come obbligo primario, e come motivo fondamentale di riparazione nella conversione di un peccatore, vuol dire curare il sintomo e trascurare la malattia interiore. (Joseph Rickaby)
  • Confesso che, in considerazione della lotta per l'esistenza che ha luogo nel mondo animale, e della spaventosa quantità di dolore a cui essa deve accompagnarsi, mi piacerebbe se le probabilità fossero a favore dell'ipotesi di Descartes [sull'automatismo degli animali]; ma d'altra parte, considerando le terribili conseguenze per gli animali domestici che potrebbero conseguire a qualsiasi errore da parte nostra, è bene sbagliare dalla parte giusta, se proprio dobbiamo sbagliare, e occuparci di loro come di fratelli minori, costretti, come noi, a pagare il loro tributo per vivere e a soffrire ciò che è necessario per il bene generale. (Thomas Henry Huxley)
  • Conviene, di tanto intanto, alzare lo sguardo verso la maestà degli altri esseri viventi che, per loro sventura, condividono con noi l'esistenza su questo povero martoriato pianeta: gli animali. (Moni Ovadia)
  • Credo che chi ha compassione degli animali e li rispetta come esseri viventi e li assiste nei momenti di difficoltà non potrà mai essere indifferente davanti a un uomo che ha bisogno d'aiuto. Chi ha compassione degli animali ha compassione anche dei suoi simili. (Rosita Celentano)
  • Credo che potrei voltare la schiena e andare a vivere con gli animali, così placidi e contenti, | mi fermo e li contemplo per ore e ore. || Non s'affannano mai, non gemono per la loro condizione, | non vegliano al buio a piangere i loro peccati, | non mi danno disgusto discutendo sui loro doveri verso Dio, | nessuno è insoddisfatto, nessuno impazzisce per smania di possedere, | nessuno s'inginocchia davanti a un suo simile, né ad altri della sua specie vissuti migliaia di anni fa, | nessuno è rispettabile o infelice per la terra universa. (Walt Whitman)
  • Dagli animali possiamo imparare con grande efficacia il valore della sobrietà. La condizione stessa di "animalità" è in antitesi al concetto di «spreco», perché è legata a doppio filo agli equilibri dell'ecosistema. (Dario Martinelli)
  • Dalle gravide glebe, oh maraviglia! | Fuori allor si lanciò scherzante e presta | la vaga delle belve ampia famiglia. | Ecco dal suolo liberar la testa, | scuoter le giubbe, e tutto uscir d'un salto | il biondo imperator della foresta: | ecco la tigre, e il leopardo in alto | spiccarsi fuora della rotta bica, | e fuggir nelle selve a salto a salto: | vedi sotto la zolla, che l'implica, | divincolarsi il bue, che pigro e lento | isviluppa le gran membra a fatica: | vedi pien di magnanimo ardimento | sovra i piedi balzar ritto il destriero, | e nitrendo sfidar nel corso il vento; | indi il cervo ramoso, ed il leggiero | daino fugace, e mille altri animanti, | qual mansueto, e qual ritroso e fiero. | Altri per valli e per campagne erranti, | altri di tane abitator crudeli, | altri dell'uomo difensori e amanti. | E lor di macchia differente i peli | tu di tua mano dipingesti, o Diva [la Bellezza], | con quella mano, che dipinse i cieli. (Vincenzo Monti)
  • Dapprima i sentimenti di benevolenza includono soltanto la famiglia, poi il cerchio si allarga includendo prima una classe, poi una nazione, poi un gruppo di nazioni, poi tutta l'umanità; e infine il suo influsso si fa sentire nei rapporti fra l'uomo e il mondo animale. In ognuno di questi casi prende forma un criterio, diverso da quello dello stadio precedente, ma in ogni caso la medesima inclinazione è riconosciuta come virtù. (William Edward Hartpole Lecky)
  • Darei qualche cosa per sapere che cosa gli animali pensino dell'uomo. (Anacleto Verrecchia)
  • Dato per certo che una qualche pratica causa più dolore agli animali di quanto piacere dia agli uomini, questa pratica è morale o immorale? E se gli esseri umani, esattamente nella misura in cui si liberano dai vincoli dell'egoismo, non risponderanno ad una sola voce «immorale», che la moralità del principio di utilità sia per sempre condannata. (John Stuart Mill)
  • Di poi, non bisogna che altri, attendendo a quello che l'uomo ha comune cogli altri animali, conchiuda però che tutta la nostra essenza sia prossima a quella delle bestie; ma vuolsi eziandio guardare a quelle altre operazioni dell'uomo che hanno più del divino, e di qui conchiudere che in noi debba anco essere un'altra essenza, molto più divina di quella degli animali. (Giorgio Gemisto Pletone)
  • Di solito il lavoro onirico simboleggia mediante animali feroci gli impulsi passionali [...] che il sognatore teme [...]. Tra gli animali usati come simboli di organi genitali nella mitologia e nel folklore, molti hanno questa parte anche nel sogno: il pesce, la lumaca, il gatto, il topo (a causa del pelo pubico), ma soprattutto il serpente, il più importante simbolo del membro maschile. Piccoli animali, insetti nocivi, rappresentano bambini piccoli, per esempio fratelli indesiderati. (Sigmund Freud)
  • Dicono [gli stoici] che il suo primo impulso l'animale lo indirizzi verso la cura di sé, dal momento che sin dal principio la natura lo spinge ad appropriarsi di sé. Come sostiene Crisippo nel primo libro del trattato Sui fini, la prima cosa di cui ogni animale si appropria è la propria struttura e la consapevolezza della stessa. (Diogene Laerzio)
  • Dimmi: perché giacendo | a bell'agio, ozioso, | s'appaga ogni animale; | me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale? (Giacomo Leopardi)
  • Dobbiamo prestare fede all'anatomia del nostro corpo e, in ordinata proporzione, alle forme, alle figure, alle costituzioni delle altre specie animali. Senza indugiare sulle profonde ipotesi moderne circa l'insensibilità degli animali, dobbiamo fermamente e risolutamente credere che anche le altre creature hanno sensi e sentimenti, inclinazioni e passioni, proprio come noi. (Shaftesbury)
  • Due cose mi sorprendono: l'intelligenza delle bestie e la bestialità degli uomini. (Tristan Bernard)
  • E a forza di sterminare animali, s'era capito che anche sopprimere l'uomo non richiedeva un grande sforzo. (Erasmo da Rotterdam)
  • E alla vostra affermazione, secondo cui Dio ci ha dato il potere di catturare le fiere e di usarne a nostro piacimento, risponderemo che verosimilmente prima che esistessero le città e le arti e rapporti sociali di questo genere e armi e reti, gli uomini venivano catturati e divorati dalle fiere, mentre era rarissimo che le fiere venissero prese dagli uomini. (Celso)
  • E che dire del nuovo atteggiamento verso gli animali? Dibattiti sempre più frequenti ed estesi, riguardanti la liceità della caccia, i limiti della vivisezione, la protezione di specie animali diventate sempre più rare, il vegetarianismo, che cosa rappresentano se non avvisaglie di una possibile estensione del principio di eguaglianza al di là addirittura dei confini del genere umano, un'estensione fondata sulla consapevolezza che gli animali sono eguali a noi uomini, per lo meno nella capacità di soffrire? (Norberto Bobbio)
  • È chiaro che l'animale non è una macchina, né i moti dell'animale possono spiegarsi con le leggi meccaniche. L'animale si muove e sente la natura, ovvero la natura si riconcentra, si riflette e trova già una certa unità nell'animale. Un essere che si muove e che sente, pensa per ciò stesso. Il suo pensiero sarà confuso, indistinto e rudimentario, ma è un certo pensiero, perché sentire è già pensare. L'animale adunque pensa. (Augusto Vera)
  • È del tutto evidente sia dalla storia che dall'esperienza presente, che l'istintivo sconvolgimento, il naturale sentimento di repulsione causato dalla vista delle sofferenze umane non è diverso in genere da quello causato dalla vista delle sofferenze animali. (William Edward Hartpole Lecky)
  • È meglio impedire a una bestia di soffrire, piuttosto che restare seduto a contemplare i mali dell'universo, pregando in compagnia dei sacerdoti. (Gautama Buddha)
  • È ormai chiaro che gli animali hanno sentimenti e sono capaci di essere felici o provare sofferenza. Ma gli uomini che li torturano e li uccidono non hanno sentimenti e coscienza. (Janez Drnovšek)
  • È paradossale ma gli animali sono avanti anni luce rispetto a noi in materia di relazione affettiva.
    Gli uomini sono molto più noiosi degli animali. La reazione di un animale non è mai così prevedibile come quella dell'uomo. Io vorrei confutare, in tutto e per tutto, la teoria di Ivan Petrovič Pavlov, l'etologo russo premio Nobel [...]. Secondo lui gli animali vivono attraverso schemi comportamentali sempre identici. Non è per niente vero. Forse Pavlov avrebbe fatto meglio ad adattare le sue idee all'uomo: se c'è uno che si comporta sempre allo stesso modo, quello è l'essere umano. È l'uomo che vive per riflesso condizionato, non gli animali. (Maurizio Costanzo)
  • È tipico della vanità e dell'impertinenza dell'uomo definire stupidi gli animali perché così gli appaiono ai suoi sensi ottusi. (Mark Twain)
  • E un cane, un cavallo, qualsiasi essere vivente potrà mai essere coraggioso se non ha anche istinto aggressivo? (Platone, La Repubblica)
  • È vietato uccidere "esso [l'animale] e suo figlio in un sol giorno", facendo attenzione ed evitando di uccidere il figlio davanti alla madre.[1] In effetti, l'animale ne soffrirebbe moltissimo, e non c'è differenza tra la sofferenza dell'uomo e quella degli altri animali in tale circostanza, giacché l'amore e l'affetto della madre per il figlio non segue la ragione, ma l'azione della facoltà immaginativa, che si trova nella maggior parte degli animali così come si trova nell'uomo. (Mosè Maimonide)
  • Ed ecco che scoprirsi e sentirsi fratelli di tutti gli oppressi, a cominciare dai più oppressi fra gli oppressi, ossia gli (altri) animali, è un'illuminazione. (Lorenzo Guadagnucci)
  • Esistono poi gli animali e tra gli animali includo anche gli uomini; l'etimologia di animale è, infatti, "anima", la comunanza di vita ricevuta e, se posso esprimermi così, riconosciuta dalla propria coscienza. (Paolo De Benedetti)
  • Finché gli uomini massacreranno gli animali, si uccideranno tra di loro. In verità, colui che semina il seme del dolore e della morte non può raccogliere amore e gioia. (Pitagora)
  • Finora si è considerato il campo animale come un campo libero dove uno potesse portare stragi; la nonviolenza inizia il piano di un accordo col campo animale, che potrà arrivare molto lontano. Di riflesso poi, la direttiva di rispettare la vita animale porta maggiore attenzione alla vita umana. (Aldo Capitini)
  • Fintanto che godono buona salute e hanno di che nutrirsi sufficientemente, gli animali sono felici. (Bertrand Russell)
  • Forse gli animali non creano concetti astratti, ma mostrano dei desideri. (James Rachels)
  • Frequentaste mai persone che vivono in grande dimestichezza cogli animali? Ebbene, vi sarete certamente stupiti come (esse persone) parlando di loro (animali) usassero un linguaggio pieno di tenera umanità. Ma vi avranno stupito ancora di più quando parlando di voi o di qualche vostro simile quelle stesse persone si servirono di un frasario addirittura bestiale. (Aldo Palazzeschi)
  • Gli animali, al pari degli umani, hanno vita, sentimenti e sensibilità, come i risultati della biologia, della neurofisiologia comparata e dell'etologia ci assicurano. Essi proverebbero sofferenza, gioia e amore, avrebbero coscienza di sé, altruismo, comunicatività, capacità di analisi e di risoluzione di problemi, sicché la creatività e l'accumulazione culturale non parrebbero caratteristiche esclusive della specie umana. (Valerio Pocar)
  • Gli animali che noi distruggiamo contribuiscono a mantenerci in vita, finché noi stessi non siamo distrutti per conservare altre cose e diveniamo erba o piante, acqua o aria o qualche altra cosa che serve a produrre altri animali e questi a loro volta altri animali o di nuovo altri uomini. Questi poi di nuovo si trasformano in pietre, legna, metalli, minerali o nuovamente animali e divengono parti di tutti questi esseri e di molte altre cose, visto che animali e vegetali si consumano quotidianamente e si divorano l'un l'altro. (John Toland)
  • Gli animali ci migliorano l'esistenza, la mia l'hanno sicuramente migliorata. Noi possiamo dare molto a loro, ma sicuramente sarà sempre meno di quello che ne possiamo ricevere in cambio. (Annalisa)
  • Gli animali della terra sono tra le più preziose creature di Dio. Ci aiutano nel lavoro, ci trasportano, vegliano sulle nostre case, e soprattutto ci danno gioia e sorriso. (Francesco d'Assisi)
  • Gli animali, come tutti i paria, sono talora ispirati da un genio quasi divino... (Elsa Morante)
  • Gli animali costituiscono una società sempre in fuga dinanzi all'uomo, il quale, col soccorso delle armi che s'è forgiato, s'è reso temibile al più forte tra loro. (Claude-Adrien Helvétius)
Un cucciolo di cane. «È davvero terribile amare gli animali. Quando in un cane si vede un essere umano, non si può fare a meno di vedere un cane in qualsiasi essere umano, e di amarlo». (Romain Gary)
  • Gli animali domestici sono costretti a dipendere da noi. Perciò ci perdonano il nostro egoismo. Timidamente ci mostrano una purezza d'animo che noi umani abbiamo perduto. (Jirō Taniguchi)
  • Gli animali (e non dico i minerali o le piante) non possono fare altro che essere come sono, e fare ciò per cui la natura li ha programmati. Non si possono criticare né applaudire per quello che fanno: «non saprebbero comportarsi in altro modo». Questa predisposizione obbligatoria risparmia loro senz'altro molti mal di testa. (Fernando Savater)
  • Gli animali esistono su questa Terra per se stessi. Non sono stati creati per gli umani, così come i neri non sono stati creati per i bianchi né le donne per gli uomini. (Alice Walker)
  • Gli animali incitati dalla natura niente possono contenersi. Adunque neanche gli uomini? Certo sì, quelli ne' quali non sia più che nelle bestie ragione e giudicio a discernere e fuggire la disonestà e vizio, e chi mai lodasse negli uomini alcune virtù, le quali sì sono propie nostre che con altri alcuno animante terrestre mai permisse la natura esserle comuni. (Leon Battista Alberti)
  • Gli animali non abbandonano assurdamente i loro piccoli. E nemmeno si suicidano! (Black Jack)
  • Gli animali non conoscono il dubbio, né l'avidità... A volte, anche gli esseri umani arrivano a quel punto di "purezza" che possiedono proprio gli animali... (Budda)
  • Gli animali non mancano mai di naturalezza, tranne che allo stato domestico. (Malcolm de Chazal)
  • Gli animali non possono darci tutto quello che sono in grado di offrire gli esseri umani. Parte del nostro percorso è capire che, in quanto esseri umani, abbiamo dei difetti: dobbiamo accettarlo, sia negli altri che in noi stessi, fa parte della nostra crescita. Ciò che ci offrono gli animali è una fede cieca, fedeltà assoluta e amore incondizionato. (Naomie Harris)
  • Gli animali [...] non solo ci riguardano e costituiscono i nostri compagni di strada sul pianeta, ma sono in noi e noi in loro. (Giorgio Celli)
  • Gli animali non sono afflitti dal terrore di morire, né ci tormentano con la visione della loro morte; non ci opprimono con i loro problemi psicologici; non vivono nel passato; non si circondano di beni materiali; non si abbandonano alla disperazione perché hanno perso l'amore; non tentano di assassinarti; non si aspettano che tu muoia per loro. (Phyllis Dorothy James)
  • Gli animali non sono materia inerte, sono invece i loro uccisori ad avere il cuore di pietra. (A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada)
  • Gli animali non sono nostra proprietà da mangiare, indossare, sperimentarci sopra, usare come divertimento o abusare in qualsiasi altro modo. (motto della People for the Ethical Treatment of Animals)
  • Gli animali piangono. O almeno emettono suoni che esprimono dolore o sofferenza, e in molti casi sembrano chiedere aiuto. La maggior parte delle persone crede perciò che gli animali possano essere infelici, e anche che provino sentimenti primari, come la felicità, la rabbia e la paura. Le persone comuni non hanno alcuna difficoltà a credere che i loro cani, gatti, pappagalli o cavalli abbiano dei sentimenti; non soltanto lo credono, ma ne hanno di continuo la prova sotto gli occhi. Ognuno di noi ha storie straordinarie da raccontare di animali che conosce bene. Ma sull'argomento della vita affettiva degli animali, fra il punto di vista della gente comune e quello della scienza ufficiale c'è un abisso. Per mezzo di una preparazione rigorosa e di grandi sforzi mentali, la maggior parte degli scienziati moderni – e specialmente di quelli che studiano il comportamento degli animali – è riuscita a procurarsi una cecità quasi totale su questi argomenti. (Quando gli elefanti piangono)
  • Gli animali selvatici non possono essere addestrati senza che l'integrità della loro indole più profonda non venga distrutta. Se l'addestramento funziona, una parte della natura originaria dell'animale viene persa. (Tom Regan)
  • Gli animali sono amici così piacevoli: non fanno domande, non criticano. (George Eliot)
  • Gli animali sono, come noi, specie in pericolo di estinzione su un pianeta minacciato, e noi siamo quelli che minacciano l'esistenza di quelle specie e di noi stessi. Gli animali sono esseri innocenti che soffrono in un inferno creato da noi. Noi dobbiamo, quanto meno, astenerci dal danneggiarli oltre. Se non altro, potremmo lasciarli in pace.
    Quando gli animali non saranno più colonizzati da noi e considerati di nostra proprietà, noi potremo cercare di stabilire un rapporto con i nostri vicini nell'evoluzione. Potrà forse allora essere realizzata l'antica speranza di un più profondo legame emozionale al di là dei confini di specie, di più stretti rapporti e di una maggiore partecipazione in un regno di sentimenti che sono oggi al di là della nostra immaginazione. (Quando gli elefanti piangono)
  • Gli animali sono così felici, mi basta guardarli perché mi trasmettano la loro serenità. (Proteggi la mia terra)
  • Gli animali sono creature di Dio. Egli li circonda della sua provvida cura. Con la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloria. Anche gli uomini devono essere benevoli verso di loro. Ci si ricorderà con quale delicatezza i santi, come san Francesco d'Assisi o san Filippo Neri, trattassero gli animali. (Catechismo della Chiesa Cattolica)
  • Gli animali sono esseri che soffrono come tutti. I cani hanno un padrone, lo scelgono, si fidano di lui e a lui danno la vita e gli sono fedeli come tante volte noi essere umani non ci sogniamo neppure di fare. È vero che purtroppo noi cattolici – in contrasto con la Bibbia e il vangelo – non trattiamo gli animali con l'amore con cui Dio li ha creati. È davvero una lacuna imperdonabile. (Mauro Leonardi)
  • Gli animali sono forti a causa della loro umiltà, così come noi siamo deboli per il nostro orgoglio. (Richard Adams)
  • Gli animali sono fra le poche cose belle in un mondo che mi piace poco. (Marina Cicogna)
  • Gli animali sono la parte più piccola della creazione divina, ma noi un giorno li rivedremo nel mistero di Cristo. (Papa Paolo VI)
  • Gli animali ti danno un amore incondizionato. Mi hanno dato la forza di superare i momenti difficili nella vita, se non ci fossero stati loro, se non mi avessero fatto sentire quanto sono importante per loro non so che cosa sarebbe potuto accadere. Ora sono la mia forza, quando ho un problema, mi siedo in mezzo a loro e piano piano la soluzione la trovo. (Andrea Roncato)
  • Gli animali vanno rispettati e non uccisi per poi mangiarli. Tutti gli animali. [...] Gli animali provano emozioni, dolore, paura. Che diritto abbiamo di strappare l'agnellino alla pecora per gustare un cosciotto di agnello, e il vitello alla mucca per avere le "fettine" che le mamme umane amano tanto per i propri figli? Non credo che le mie siano idee romantiche, senza fondamento. Ricordo ancora una sconvolgente inchiesta sul vero e proprio terrore che si impadronisce degli animali portati al macello, quando arrivano in prossimità del mattatoio. Smettiamola di dire che gli animali "non capiscono". (Umberto Veronesi)
  • Gli animali vengono verso di noi, se li chiamiamo per nome. Esattamente come gli uomini. (Ludwig Wittgenstein)
  • Gli ingenui animali dialogizzano fra loro. E sempre, si tratti del gufo tenebroso, dell'orso che si sente brontolare, dell'asino che si ode ragliare, o dell'oca che apostrofa il dindo, suo fratello maggiore, o della vespa che insulta l'ape sull'Ibla, la loro balordaggine somigliò allo spirito dell'uomo. (Victor Hugo)
  • Gli uomini alterano e torcono ogni messaggio: non così le bestie. (Louis de Wohl)
  • Gli uomini sono in continua competizione per l'onore e la dignità, cose che quelle creature[2] non conoscono nemmeno, e di conseguenza fra di loro sorgono per questa ragione invidia e odio e infine guerre: fra quelle creature invece niente di tutto questo.
    In secondo luogo fra quelle creature il bene comune non differisce da quello privato, per cui essendo esse per natura spinte a cercare il loro bene privato procurano per ciò stesso il bene di tutti. [...]
    Infine l'accordo che si produce fra quelle creature è naturale mentre quello degli uomini è solo per convenzione, cioè artificiale. (Thomas Hobbes)
  • Gran parte degli animali superiori hanno qualcosa come desideri, pulsioni volitive e scopi rudimentali, la cui mutua soddisfazione costituisce il loro benessere o bene. (Joel Feinberg)
  • – Guardi gli animali selvatici. Mica si lavano, ma però stanno bene. Non se ne vedono di ammalati. Ma proprio mai, perché se ne stanno belli sporchi.
    – Che ne sai tu degli animali selvatici?
    – Eccome se ne so! Io me ne intendo di bestie. E so anche le loro abitudini.
    – Forse perché li mette in pratica?
    – E che c'è di male? Erano al mondo prima di noi e ci saranno quando noi non ci saremo più, perché loro sanno molto bene come si deve vivere. (La vendetta di Frankenstein)
  • I barbari hanno divinizzato le bestie per trarne vantaggio. (Marco Tullio Cicerone)
  • I filosofi hanno il torto di non pensare alle bestie e davanti agli occhi di una bestia crolla come un castello di carte qualunque sistema filosofico. (Luigi Pirandello)
  • [Le fiere] ignorano gli odii delle matrigne né, cambiando coniuge, i genitori diventano snaturati verso la loro prole né sanno mostrare preferenza per i figli dell'unione successiva e quindi trascurare quelli della precedente. Conoscono i frutti dell'amore, ignorano le differenze dell'affetto, gli stimoli dell'odio, le discriminazioni dell'avversione. La natura delle fiere è semplice, non sa alterare la verità. Il Signore ha stabilito in ogni creatura un tale equilibrio per cui ha concesso maggiore semplicità d'affetto a quelli cui ha dato minore capacità razionale. Quale fiera non esiterebbe ad offrirsi spontaneamente alla morte in difesa dei propri piccoli? (Sant'Ambrogio)
  • Il cervello rappresenta il principio dell'uomo, il cuore quello dell'animale. (Filolao)
  • Il destino degli animali nel nostro mondo è simboleggiato da un trafiletto pubblicato da un giornale pochi anni fa, in cui si osservava che l'atterraggio degli aeroplani in Africa era spesso ostacolato da branchi di elefanti e di altri animali: qui gli animali sono dunque considerati semplicemente come disturbatori del traffico. Questa mentalità che concepisce l'uomo come unico e assoluto padrone del mondo si può far risalire fino ai primi capitoli del Genesi. (Max Horkheimer)
  • Il dovere di non uccidere animali, e quindi di proteggerli, deve essere accettato come fatto incontestabile. Va perciò ascritto a maggior merito dell'Induismo l'aver prescritto la protezione della vacca come dovere. Mentre è un difetto dell'Induismo la mancata estensione della protezione ad altri animali. (Mahatma Gandhi)
  • Il modo, in cui vengono trattati gli animali da una nazione, è la misura principale della civiltà di questa. (David Friedrich Strauß)
  • Il nostro comportamento verso gli animali è l'ultima frontiera morale, il test decisivo della nostra umanità, lo specchio grazie al quale è possibile guardare più profondamente nelle nostre anime. (Bernard Rollin)
  • Il nostro rapporto con gli animali è uno specchio in cui vediamo ciò che siamo diventati nel corso dei secoli. In questo specchio non appaiono soltanto gli orrori di cui ci rendiamo colpevoli sfruttando altri esseri senzienti, ma anche il volto pallido di un'umanità che sta perdendo la propria anima. (Corine Pelluchon)
  • Il nostro sentimentalismo verso le bestie è il segno sicuro del disprezzo in cui le teniamo. È proporzionale a questo disprezzo. L'animale diventa degno di affetto e protezione proprio nella misura in cui viene relegato nell'irresponsabilità, nel non-umano, così come il bambino viene relegato in una condizione di innocenza e di infantilismo. Il sentimentalismo non è che la forma infinitamente degradata della bestialità. Commiserazione razzista, ne sobbarchiamo le bestie fino a renderle, a loro volta, sentimentali. (Jean Baudrillard)
  • Il pensiero e la parola, come tutte le altre facoltà umane, sono radicati nell'animalità, e la psicologia comparata ci dimostra che non c'è animale, per quanto poco organizzato, per quanto infimo sia, che sia completamente privo di intelligenza. (Michail Aleksandrovič Bakunin)
Una illustrazione della Bibbia. «A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno». (Genesi)
  • Il sesto giorno Iddio con il solo comandamento produsse in un punto tutte le sorti degli animali terrestri, salvatichi, e domestichi, e gli comandò, che moltiplicassero; e così hanno fatto, fanno, e faranno fino alla fine del mondo. E sebbene niuno ha cura di mantenere certe sorti d'animali, come lupi, serpi, volpi, e simili, ed ogn'uno si sforza di ucciderli, e bandirli dalla terra; nondimeno sempre vi sono in grandissima copia, e ci saranno; perché bisogna, che obbediscano all'ordine dell'onnipotente Creatore.
    Finalmente nel sesto giorno volendo Iddio fare un compendio di tutte le sue opere, fece l'uomo, nel quale pose le qualità di tutti gli elementi; la vita delle piante, il sentimento degli animali, e l'intelletto, e libero arbitrio degli Angeli. (Roberto Bellarmino)
  • Il trattamento che riserviamo agli animali, creature del tutto soggette al nostro controllo, può essere considerato un criterio accurato della nostra umanità nei confronti della nostra stessa specie. (Elizabeth Heyrick)
  • Il trattamento che riserviamo ai nostri compagni animali è soltanto un altro modo in cui ciascuno di noi scrive il proprio epitaffio, portando nel mondo un messaggio di luce e vita oppure un messaggio di tenebre e morte, aumentandone la gioia o la disperazione. (Matthew Scully)
  • In India, in Cina, in Africa la miseria di massa supera ogni immaginazione. Sotto gli ambiti in cui crepano a milioni i coolie della terra, andrebbe poi rappresentata l'indescrivibile, inimmaginabile sofferenza degli animali, l'inferno animale nella società umana, il sudore, il sangue, la disperazione degli animali... (Max Horkheimer)
  • In qualche cosa siamo certamente superiori agli animali; ma nell'animale non c'è niente che non possa essere anche in noi. (Karl Ludwig Börne)
  • In un'epoca in cui l'umanità si vede sempre più minacciata nelle stesse elementari possibilità di sopravvivenza (la fame, la morte atomica, l'inquinamento) la nostra radicale fratellanza con gli animali si presenta in una luce più immediata ed evidente. (Gianni Vattimo)
  • Intendono molti animali il sistema monarchico, a un dipresso come lo intendevano gli antichi Chinesi, che veneravano i loro Re, ma seguendo la dottrina di Confucio, lo sopprimevano quando veniva meno ai suoi doveri. (Cesare Lombroso)
  • Io credo... che l'animale, compagno di tante solitudini, di tante tristezze, in misura varia secondo la sua coscienza – affermo e ripeto coscienza – ci accompagnerà anche nell'altra vita, e non ci si chieda di spiegare il perché. (Paolo De Benedetti)
  • Io osservo gli animali, e trovo in essi il modello delle virtù che debbo prediligere. M'insegnò la colomba a serbarmi fedele; sull' esempio della formica, accumulai per godere; mi dispongono i buoi alla costanza, le mie capre alla dolcezza, i miei cani alla vigilanza. E, se ne avessi bisogno, per amare i miei figli e le mie figlie, nella chioccia e nei pulcini troverei l'esempio. (Jean-Pierre Claris de Florian)
  • Io sento ronzare continuamente al mio orecchio: «L'uomo è un animale ragionevole». Chi vi ha dato questa definizione? I lupi, forse, le scimmie, i leoni? O siete stati voi stessi a darvela? È già divertente che voi diate agli animali, vostri confratelli, ciò che c'è di peggio, per prendere per voi ciò che c'è di meglio. Lasciate un po' che si definiscano da sé e vedrete come si sfogheranno e come si tratteranno. (Jean de La Bruyère)
  • L'affermazione ricorrente che i selvaggi, i negri, i giapponesi, somigliano ad animali, o a scimmie, contiene già la chiave del pogrom. Della cui possibilità si decide nell'istante in cui l'occhio di un animale ferito a morte colpisce l'uomo. L'ostinazione con cui egli devia da sé quello sguardo – "non è che un animale" – si ripete incessantemente nelle crudeltà commesse sugli uomini, in cui gli esecutori devono sempre di nuovo confermare a se stessi il "non è che un animale", a cui non riuscivano a credere neppure nel caso dell'animale. (Theodor Adorno)
  • L'amore per l'uomo non esclude quello per gli animali, e viceversa, perché l'amore non è mai fonte di separazione né di giudizio. Chi ama, ama e basta. Chi ama e separa, non ha mai iniziato a farlo. (Susanna Tamaro)
  • L'animale ci guarda e noi siamo nudi davanti a lui. E pensare comincia forse proprio da qui. (Jacques Derrida)
  • L'animale è immediatamente una sola cosa con la sua attività vitale. Non si distingue da essa. È essa. (Karl Marx)
  • L'animale è l'uomo. Anzi più di un uomo. Non ha i suoi difetti, l'invidia, l'interesse. È un uomo divinizzato. (Lea Massari)
  • L'animale ha soprattutto sentimento. (Georg Wilhelm Friedrich Hegel)
  • L'animale messo nella situazione critica, quella in cui i suoi automatismi d'azione non funzionano più, tende verso il pensiero. (Paul Valéry)
  • L'animale non è libero ma ha una difesa: l'ordine interiore dei propri istinti. (Romano Guardini)
  • L'animale! Oscuro mistero! Mondo immenso di sogni e muti dolori [...]. Ma segni troppo visibili esprimono questi dolori, nonostante la mancanza della parola. Tutta la natura protesta contro la barbarie dell'uomo che disconosce, avvilisce, tortura i suoi fratelli inferiori e lo accusa dinanzi a Colui che li creò tutti. (Jules Michelet)
  • L'animale presenta all'uomo uno specchio che gli permette di scoprire se stesso. (Albert de Pury)
  • L'animale sano è attivo e fa qualcosa. (William McDougall)
  • L'articolo 3 secondo comma della Costituzione [...] attribuisce allo Stato il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. È un principio che si può applicare agli animali: l'utopia allora è mettere ciascun animale nella condizione di potersi esprimere secondo le sue capacità, cioè la sua indole, la sua etologia. (Luigi Lombardi Vallauri)
  • L'atteggiamento del bambino presenta numerose analogie con quello del primitivo nei confronti degli animali. Il bambino non prova ancora l'orgoglio proprio all'adulto civilizzato che traccia una netta linea di demarcazione tra sé e tutti gli altri rappresentanti del regno animale. (Sigmund Freud)
  • L'educazione deve insegnare sin dall'infanzia a osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali. (Dichiarazione universale dei diritti dell'animale)
  • L'elemento comune, all'uomo e all'animale, che colpisce maggiormente è la capacità di percepire la sofferenza. (Matthieu Ricard)
  • L'essere umano non ha mai avuto rapporti facili con gli altri animali: nella storia del mondo è stato, di volta in volta, predatore o preda. Ma, soprattutto, all'uomo occidentale è rimproverabile un complesso di superiorità filosofica nei confronti degli animali; di essere stato, cioè, il creatore di cosmologie culturali il cui centro gravitazionale era sempre rappresentato da lui – l'Uomo – mentre agli altri esseri animali non restava che un ruolo dimesso, di sfondo, che magnificasse la superiorità dell'essere umano tra i viventi. (Enrico Alleva)
  • L'idea dell'uomo, nella storia europea, trova espressione nella distinzione dall'animale. Con l'irragionevolezza dell'animale si dimostra la dignità dell'uomo. Questa antitesi è stata predicata con tale costanza e unanimità da tutti gli antenati del pensiero borghese – antichi ebrei, stoici e padri della Chiesa – e poi attraverso il Medioevo e l'età moderna, che appartiene ormai, come poche altre idee, al fondo inalienabile dell'antropologia occidentale. Essa è ammessa anche oggi. (Dialettica dell'illuminismo)
  • L'umiliazione degli animali non è più tollerabile di quella delle persone. (Philippe Diolé)
  • L'uom fiero più delle più fiere belve | È di sua specie disonor, vergogna: | Pugnan color nelle natie lor selve | In lor difesa e per la lor bisogna; | L'un contro l'altro s'armano in lor danno | Gli uomini folli, e lo perché non sanno. (Giovanni Battista Casti)
  • L'uomo disprezza, aggredisce, tortura gli animali – maledetto lui che fa il deserto intorno a sé sulla polvere. (Mario Sironi)
  • L'uomo è diverso dall'animale solo perché non sa esserne uno preciso. (Fernando Pessoa)
  • L'uomo si distingue dall'animale in virtù della compassione verso l'animale stesso. (Richard Wagner)
  • La benevolenza che si estende oltre il limite della razza umana, la bontà, cioè, verso gli animali, è una delle più recenti qualità morali acquisite dal genere umano; e più questo sentimento è sviluppato nell'uomo, più grande è la distanza che lo separa dal suo primitivo stato di barbarie.
    L'individuo nel quale questo sentimento manchi può essere considerato come un tipo di transizione fra l'uomo selvaggio e l'uomo civile. È l'anello che manca nella catena dell'evoluzione del cervello umano, dallo stato bruto allo stato colto. (Axel Munthe)
  • La brutalità verso gli animali è più ipocrita[3]: è accompagnata e aggravata da una vera bassezza morale. (Louis Barthou)
  • La civiltà è un concetto che si compone di molte idee armoniche tra di esse. Destate nel popolo l'umanità per le bestie, e desterete nel tempo istesso una serie di buoni sentimenti che dormivano sotto l'involucro della rozzezza. (Giuseppe Arnaud)
  • La crudeltà nei confronti degli animali induce alla crudeltà anche verso gli uomini. (Ovidio)
  • La crudeltà nei confronti degli animali non è conciliabile né con una vera cultura né con una vera erudizione. Essa è una dei vizi caratteristici di un popolo rozzo e ignobile. (Alexander von Humboldt)
  • La crudeltà verso gli animali equivale per l'uomo a non amare Dio. (John Henry Newman)
  • La differenza che è tra gli uomini e gli altri animali, per grandissima che ella sia, chi dicesse poter darsi poco dissimile tra gli stessi uomini, forse non parlerebbe fuor di ragione. (Galileo Galilei)
  • La diffusione degli animali da compagnia tra le classi medie urbane all'inizio dell'età moderna è [...] un fenomeno di grande importanza sul piano sociale, psicologico e, bisogna dirlo, anche su quello commerciale. Ma ciò ha avuto anche delle conseguenze di natura intellettuale: ha spinto le classi medie a trarre delle conclusioni ottimistiche sull'intelligenza degli animali e ha dato origine a innumerevoli aneddoti sulla loro astuzia; ha spinto l'uomo a pensare che gli animali potessero avere un carattere e una personalità individuali, e ha fornito le basi psicologiche per far accettare l'idea che almeno alcuni animali avessero diritto a considerazione morale. (Keith Thomas)
  • La domanda da porsi non è se sanno ragionare, né se sanno parlare, bensì se possono soffrire. (Jeremy Bentham)
  • La psicologia degli esseri umani è parte della psicologia degli animali in generale. (Gareth Matthews)
  • La scomparsa degli animali, in realtà, la loro liquidazione, è un'azione di una gravità senza precedenti. Il loro carnefice ha letteralmente invaso il paesaggio. Non c'è posto che per lui. Quale tristezza vedere un uomo dove prima si poteva contemplare un cavallo! (Emil Cioran)
  • La sofferenza o la frustrazione animale costituiscono un male dello stesso genere di quello cui appartengono la sofferenza e la frustrazione degli esseri umani; ragione per cui noi abbiamo lo stesso genere di obbligo morale di astenerci dal causare, e cercare di prevenire attivamente, questo male non solo quando esso riguarda gli esseri umani, ma anche quando interessa gli animali. (Timothy Sprigge)
  • La tradizione filosofica, con l'aiuto della teologia, ma anche senza il suo intervento, è pesantemente responsabile dello svilimento e dei maltrattamenti subiti dagli animali. [...] La maggior parte dei filosofi ha eretto, nel corso della storia, un muro che separa i viventi, opponendo l'uomo, che esiste, all'animale, che vive solamente, e attribuendo al primo il potere di usare e abusare di tutto ciò che non è umano. Tale tradizione dominante ha inventato la cosiddetta essenza umana, una sorta di enfatica ampollosità metafisica. Inoltre nella maggior parte dei casi ha fatto emergere il concetto di animalità in relazione all'assenza di coscienza, libertà e ponderazione, e quindi denigrandolo per ricavare una sorta di controprova della natura tipica dell'uomo. (Élisabeth de Fontenay)
  • La vera bontà dell'uomo si può manifestare in tutta purezza e libertà solo nei confronti di chi non rappresenta alcuna forza. Il vero esame morale dell'umanità, l'esame fondamentale (posto così in profondità da sfuggire al nostro sguardo) è il suo rapporto con coloro che sono alla sua mercé: gli animali. E qui sta il fondamentale fallimento dell'uomo, tanto fondamentale che da esso derivano tutti gli altri. (Milan Kundera)
  • La vita dell'uomo è stata condotta per milioni di anni insieme alla flora, alla fauna e al grandioso movimento musicale del mondo animale. [...] Animali e piante partecipano dai primordi alle nostre comunità. Fanno parte della nostra filosofia, modellano la nostra natura e contribuiscono a renderci pienamente umani. Sono tra i nostri maggiori insegnanti. (Baker Brownell)
  • Le bestie non sono così bestie come si pensa. (Molière)
  • Le bestie stimo più infinitamente, | Che, se no le gà tanta cognizion, | No le gà gnanca tante gran passion, | E le vive de nù più quietamente. (Giorgio Baffo)
  • Le creature senza piedi hanno il mio amore, e così lo hanno quelle a due piedi e anche quelle a molti piedi. Possano tutte le creature, tutte le cose che hanno vita, tutti gli esseri di qualunque specie, non avere mai nulla che possa danneggiarle. Possa non accadere loro mai nulla di male. (Gautama Buddha)
  • Le tesi evoluzioniste di Darwin [...] rafforzavano l'idea che non è lecito maltrattare gli animali, nostri antenati e in certo senso anche nostri "creatori". (Marina Baruffaldi)
  • Lo spirito vaga e da lì viene qui e da qui va lì e s'infila in qualsiasi corpo, e dagli animali passa nei corpi umani e da noi negli animali, e mai si consuma. (Ovidio)
  • Lodiamo tutta la multiforme nazione dei nostri compagni animali, questo circo angelico in cui l'uomo può riconoscere, a testimonianza del suo rango perduto, la nobile infanzia dell'Eden. (Elsa Morante)
  • Mai meglio che al termine degli ultimi quattro secoli della sua storia, l'uomo occidentale è in grado di capire che, arrogandosi il diritto di separare radicalmente l'umanità dall'animalità, accordando all'una tutto ciò che toglieva all'altra, apriva un circolo vizioso, e che la stessa frontiera, costantemente spostata indietro, sarebbe servita a escludere dagli uomini altri uomini, e a rivendicare, a beneficio di minoranze sempre più ristrette, il privilegio di un umanismo nato corrotto per avere desunto dall'amor proprio il suo principio e la sua nozione. (Claude Lévi-Strauss)
  • Mai mi fu dato di vedere un animale in cordoglio di sé. Un uccelletto cadrà morto di gelo giù dal ramo senza aver provato mai pena per sé stesso. (Soldato Jane)
  • Mangerei la terra, masticherei i sassi, ingoierei lo sterco, tradirei mia madre, pur di aiutare un uomo, o un animale, a non soffrire. (Curzio Malaparte)
  • Mansueti animali, compagni nostri, aiuti e fratelli di lavoro, e persino di affezioni quaggiù. (Alphonse de Lamartine)
  • Mantenere un animale che potresti mangiare è una menzogna; non puoi guardare quell'animale in faccia. (Edward Carpenter)
  • Mi piacerebbe imparare, o ricordare, come vivere. Non credo di poter imparare dagli animali selvatici come vivere concretamente (dovrò succhiare sangue caldo, tenere la coda ritta, camminare mettendo i piedi esattamente nell'impronta delle mani?) ma potrei imparare qualcosa di irrazionale, qualcosa della purezza di vivere in senso fisico e la dignità di vivere senza pregiudizi o ragioni. (Annie Dillard)
  • Mi sembra duro pensare [...] che questo animale, mio fratello, non abbia anima. (Simone Weil)
  • Migliorare la sorte degli animali resi schiavi e vittime dall'animale-uomo è uno dei compiti storici più importanti scritti sull'agenda dell'etica, della politica e del diritto. (Luigi Lombardi Vallauri)
  • Molti animali hanno virtù naturali tali da renderli assai atti al presagire e al vaticinare. (Agrippa von Nettesheim)
  • Nel giorno dell'ultimo Giudizio, le bestie che avranno ricevuto le vostre cure verranno a testimoniare a vostro favore. (Tommaso Maria Zigliara)
  • Nel ricordo del tempo in cui gli animali vivevano con noi in compagnia ed uguaglianza, è contenuta l'idea più confortante sull'avvenire del mondo, l'idea che di là dalla contrazione dei popoli in se stessi, lascia intravedere l'espansione di essi popoli in una comune fraternità, e infine la loro nuova fusione con gli animali nel paradiso ritrovato. (Alberto Savinio)
  • Nell'amore delle bestie, disinteressato sino al sacrifizio, c'è qualche cosa che va direttamente al cuore di colui che ha avuto di frequente l'occasione di mettere a prova la comune amicizia, la labile fedeltà del mero "uomo". (Edgar Allan Poe)
  • Nell'estremo dolore, i ruoli sono capovolti: gli uomini emettono grida bestiali e le bestie grida umane. (Malcolm de Chazal)
Una illustrazione dei Salmi (104, 18): «le alte montagne sono per i camosci, le rocce sono rifugio per gli iraci».
  • Nell'uomo c'è un "alito di vita", che proviene dal "soffiare" di Dio stesso. Nell'uomo c'è un soffio o spirito che assomiglia al soffio o spirito di Dio.
    Quando il Libro della Genesi, al capitolo 2, parla della creazione degli animali (Gen 2, 19), non accenna a una relazione così stretta col soffio di Dio. Dal capitolo precedente sappiamo che l'uomo è stato creato "a immagine e somiglianza di Dio" (Gen 1, 26-27).
    Altri testi, tuttavia, ammettono che anche gli animali hanno un alito o soffio vitale e che l'hanno ricevuto da Dio. Sotto questo aspetto l'uomo, uscito dalle mani di Dio, appare solidale con tutti gli esseri viventi. Così il Salmo 104 non pone distinzione tra gli uomini e gli animali quando dice, rivolgendosi a Dio creatore: "Tutti da te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono" (Sal 104, 27-28). Poi il Salmista aggiunge: "Se togli loro il soffio, muoiono e ritornano nella polvere. Mandi il tuo soffio, sono creati e rinnovi la faccia della terra" (Sal 104, 29-30). (Papa Giovanni Paolo II)
  • Nella mia giovinezza le strade erano popolate da cavalli e uccelli. Sono scomparsi. Gli abitanti delle grandi città vedono gli animali solo sotto forma di carne morta acquistata dal macellaio. [...] Oggi una mucca è un laboratorio vivente [...] La gallina che una volta razzolava liberamente nell'aia, ora è imprigionata e costretta a ingozzarsi. La deposizione delle uova è diventata un processo matematico [...] Gli animali sono trattati come macchine da usare, miniere viventi di materie prime... (Paul Claudel)
  • Nella prima pagina della Bibbia, Dio stesso ordina ai suoi due ritratti di «regnare sopra i pesci nel mare e gli uccelli sotto il cielo e sopra il bestiame e tutti gli animali dei campi». Per esigere subito di nuovo: «e rendeteli vostri sudditi e regnate...». [...] Esemplarmente opposto il buddismo, che nel suo divieto di uccidere comprende il mondo non umano! Già Buddha esige felicità e pace per ogni creatura [...]. Nel cristianesimo, invece, l'animale è una cosa; un semplice oggetto da sfruttare, allevare, cacciare e mangiare, l'uomo è il nemico mortale dell'animale, il suo diavolo. (Karlheinz Deschner)
  • Nello sguardo delle bestie è racchiusa una luce profonda che ispira una tale simpatia che l'anima si apre, come un ospizio, a tutti i dolori animali. (Francis Jammes)
  • Nessun essere senziente e capace di provare dolore (e gli animali lo sono) dovrebbe avere una vita indegna di essere vissuta. (Marina Baruffaldi)
  • Nessun essere umano può portare a un altro il dono dell'idillio. L'unico a poterlo fare è l'animale perché lui non è stato cacciato dal Paradiso. (Milan Kundera)
  • Nessuno dubita di quel che vede, e va ciascuno tra le cose, sicuro ch'esse appaiano agli altri quali sono per lui; figuriamoci poi se c'è chi pensa che ci siete anche voi bestie che guardate uomini e cose con codesti occhi silenziosi e chi sa come li vedete, e che ve ne pare. (Luigi Pirandello)
  • Noi ci affezioniamo molto a cani, gatti e cavalli, ci prendiamo cura di loro e quando muoiono viviamo un autentico lutto. Ma ai maiali, ai vitelli, alle galline che vivono nelle nostre fattorie riserviamo un trattamento brutale, di sfruttamento, lontano da qualsiasi forma d'affetto, essendo questi parte di un sistema produttivo, il cui unico scopo è produrre la massima quantità di cibo al minor costo. [...] Per giustificare questo comportamento, gli animali sfavoriti devono essere considerati inferiori, indegni di un attaccamento affettivo. Se dovesse sorgere il dubbio che anche gli animali sfruttati abbiano un certo valore proprio, nascerebbe un conflitto irrisolvibile. Un modo sicuro per evitare il sorgere di tale conflitto è tenere le due categorie di animali, privilegiati e sfruttati, in ambiti della nostra mente completamente separati. Una categoria consuma cibo appositamente confezionato, l'altra è utilizzata per confezionare tale cibo. Quando poi le emozioni si estendono dalla prima alla seconda categoria, sorgono problemi e si diventa vegetariani, o persino attivisti dei diritti degli animali. (Rupert Sheldrake)
  • Noi siamo stati discepoli delle bestie nelle arti più importanti: del ragno nel tessere e nel rammendare, della rondine nel costruire le case, degli uccelli canterini, del cigno e dell'usignolo nel canto, con l'imitazione. (Democrito)
  • Non c'è bestia che sia tanto feroce | da non conoscere almeno un briciolo | di pietà.
    Ma io non la conosco, | perciò non sono bestia. (William Shakespeare)
  • Non ci sono ragioni oggettive per considerare gli interessi degli esseri umani più importanti di quelli degli animali. Possiamo distruggere gli animali più facilmente di quanto loro possono distruggere noi; questa è l'unica base solida per la nostra affermazione di superiorità. (Bertrand Russell)
  • Non è ancora sufficientemente chiaro se gli esseri animati che si dicono bruti siano privi di ragione. Forse infatti, quantunque non siano forniti di quella ragione, chiamata enunciativa, che si manifesta con una voce comune con noi, senza dubbio però hanno in comune con noi quella che si riceve con l'anima, e che si chiama ragione capace di affetti, quantunque alcuni ne abbiano in misura maggiore e altri in misura minore. (Galeno)
  • Non è generata una bestia nello stesso modo in cui noi lo siamo? Non è il suo corpo nutrito dallo stesso cibo, ferito dagli stessi colpi; non è la sua mente agitata dalle stesse passioni? (John Lawrence)
  • Non esiste l'Animale al singolare generale. Separato dall'uomo da un unico limite indivisibile. Bisogna rendersi conto che ci sono dei «viventi» la cui pluralità non può essere raccolta nella sola figura dell'animalità semplicemente opposta all'umanità. [...] La confusione di tutti gli esseri viventi non umani nella categoria comune e generale dell'animale non è solo un errore contro le esigenze del pensiero, della vigilanza o della lucidità, dell'autorità dell'esperienza, ma è anche un crimine: non un crimine contro l'animalità, appunto, ma un primo crimine contro gli animali, contro degli animali. (Jacques Derrida)
  • Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te[4] vale anche per gli animali. (Thomas Tryon)
  • Non potremmo cominciare ad accordarci sull'amore che dobbiamo agli animali? [...] e ciò semplicemente in nome della sofferenza, per porre fine a tale sofferenza, l'abominevole sofferenza di cui vive la natura e che l'umanità dovrebbe sforzarsi di ridurre il più possibile; in nome di una lotta continua, l'unica che sarebbe saggio combattere. (Émile Zola)
  • Non sai quanto invidio gli animali, loro capiscono sempre da chi tornare. (Lo Stato Sociale)
  • Non so se gli animali debbano essere grati a Noè di averli salvati dal Diluvio. A questo mondo – povere bestie – fanno quasi tutti una vita da cani. (Pino Caruso)
  • Non sono lontano dal pensare che gli uomini arriveranno veramente a non uccidersi tra di loro, quando arriveranno a non uccidere più gli animali. (Aldo Capitini)
  • Non v'è dunque miglior regola per giudicare bene delle bestie, quanto lo studiar avanti se stesso. Imperocché, quantunque noi abbiamo qualche cosa di superiore all'animale, siamo animali, ed abbiamo l'esperienza tanto di quello, che fa in noi la parte animale, quanto di quello, che fa il discorso, e la riflessione. (Jacques Bénigne Bossuet)
  • [Gli animali da fattoria] Nostri sfortunati servitori [...] soprattutto quando sono in età avanzata, esausti per la fatica improba. (James Granger)
  • Nulla è più divertente del vedere con quale sicumera gli scolastici vogliono imporre dei limiti alla conoscenza delle bestie. Secondo loro le bestie conoscono soltanto gli oggetti singoli e materiali e ricercano esclusivamente l'utile e il piacevole; non sanno riflettere sui loro sentimenti e sui loro desideri né trarre conclusioni da una cosa all'altra. Si direbbe che essi abbiano frugato nelle facoltà e negli atti dell'anima delle bestie con miglior successo di quanto non abbiano fatto i più esperti anatomisti nelle viscere dei cani. La loro temerità è tanto grande, che se anche per caso avessero trovato la verità, sarebbero indegni di lode e persino di giustificazione. (Pierre Bayle)
  • [Preghiera per gli animali] O Signore, accresci in noi la fratellanza con i nostri piccoli fratelli; concedi che essi possano vivere non per noi, ma per se stessi e per Te; facci capire che essi amano, come noi, la dolcezza della vita e ti servono nel loro posto meglio di quanto facciamo noi nel nostro. (Basilio Magno)
  • Oggi l'uomo inventa animali genetici, ricopia le pecore e poi dice che le ha inventate lui. (Corrado Guzzanti)
  • Ogni animale che scava, costruisce un nido, accaparra alimenti, fa qualcosa che sarà importante nell'avvenire. Se abbia consapevolezza di quel che fa è difficile dirlo, perché finora non ne sappiamo abbastanza per dare una risposta. (Donald Griffin)
  • Ogni persecuzione e vendetta tra gli uomini e ogni crudeltà nei confronti degli animali è una violazione del dovere morale. (Thomas Paine)
  • Opponiamo sempre notevole resistenza ad accettare l'idea che il comportamento animale possa essere estremamente complesso, anche se tale complessità non è della stessa natura di quella del comportamento umano. L'intelligenza animale non è un'intelligenza umana meno evoluta di quella dell'uomo, ma semplicemente un'intelligenza diversa. (Dominique Lestel)
  • Ora l'autunno guasta il verde ai colli, | o miei dolci animali. Ancora udremo, | prima di notte, l'ultimo lamento | degli uccelli, il richiamo della grigia | pianura che va incontro a quel rumore | alto di mare. E l'odore di legno | alla pioggia, l'odore delle tane, | com'è vivo qui fra le case, | fra gli uomini, o miei dolci animali. | Questo volto che gira gli occhi lenti, | questa mano che segna il cielo dove | romba un tuono, sono vostri, o miei lupi, | mie volpi bruciate dal sangue. | Ogni mano, ogni volto, sono vostri. (Salvatore Quasimodo)
  • Osservate gli animali. Sebbene non siano come gli umani, quando danno alla luce un cucciolo le madri hanno per lui ogni attenzione. Da un certo punto di vista il loro amore è ancora meno egoistico di quello degli esseri umani. Infatti questi ultimi possono sempre pensare che l'amore che stanno donando ritornerà loro quando saranno anziani. Ma questo non accade con gli animali. (Tenzin Gyatso)
  • Pare che [...] l'idea più difficile da accettare, nella costruzione dell'identità umana, sia proprio quella di essere, comunque, animali. Possiamo accettare (almeno negli strati più laici della società) l'evidenza scientifica della nostra appartenenza a quel regno, ma in quel caso dobbiamo per forza provare di essere animali «speciali», e non nel senso che ogni animale, a suo modo, è speciale. No. Dobbiamo essere speciali-speciali, speciali al quadrato. (Dario Martinelli)
  • Pensava che gli animali non fossero pure macchine, anzi concedeva loro un'anima, di natura inferiore a quella degli uomini ma pure capace d'intelligenza e di sentimento; la quale opinione, d'altra parte, è quella di tutti coloro che, essendo vissuti lungo tempo in solitudine, con la sola compagnia di un cane, d'un gatto o di un altro animale, hanno avuto modo di osservarlo e di aver rapporti con lui. (Théophile Gautier)
  • Per quanto riguarda l'anima di tutti gli animali irrazionali sono turbato non poco dall'interrogativo che mi pongo, per quale ragione molti dei santi Padri affermano che essa muore insieme con i corpi, e non può sopravvivere oltre... (Giovanni Scoto Eriugena)
  • Per quanto riguarda la facoltà di comprendere, ebbene molti animali capiscono proprio come gli uomini il mondo in cui vivono e che esplorano. Altrimenti non potrebbero sopravvivere. Sotto le differenze si nasconde quindi una somiglianza. Proprio come noi, gli animali non sono semplicemente al mondo, ma sono coscienti del mondo. E proprio come noi, incarnano il mistero e la meraviglia della coscienza. Come noi, sono il fulcro psicologico di un'esistenza che appartiene soltanto a loro. (Tom Regan)
  • Per secoli, gli etologi hanno posto un'enfasi eccessiva sul ruolo del conflitto e della violenza tra gli animali. L'attenzione oggi riservata alla gentilezza e all'attenzione è un correttivo necessario di questa antica idea di una natura «rossa di zanne e d'artigli», per usare le parole del poeta Alfred Tennyson. Eppure, proprio mentre andiamo in estasi per la dolcezza del mondo animale, corriamo il rischio di esagerare dalla parte opposta, occultando parte della storia. Molti animali mettono in atto campagne di disinformazione rivolte ad altri membri della stessa specie, o anche di specie diverse: imbrogliano, truffano e mentono con comportamenti manifestamente ingannevoli. (Barbara J. King)
  • Peraltro, anche nelle bestie feroci è possibile osservare la potenza della natura, poiché in esse ci sembra perfino di potere ascoltare la sua voce quando vediamo la loro fatica nel partorire i propri piccoli e poi nell'allevarli. (Marco Tullio Cicerone)
  • Perché amo gli animali? | Perché io sono uno di loro. | Perché io sono la cifra indecifrabile dell'erba, | il panico del cervo che scappa, | sono il tuo oceano grande | e sono il più piccolo degli insetti. | E conosco tutte le tue creature: | sono perfette | in questo amore che corre sulla terra | per arrivare a te. (Alda Merini)
  • Perché scatta la domanda: «L'animale parla?» e non piuttosto: «L'animale sogna?». L'autobiografia stessa, l'idea di autobiografia irrompe nell'animale. (Gianfranco Dalmasso)
  • Pitagora stabilì anche un'affinità di natura tra gli uomini e gli animali, prescrivendo che gli uomini considerassero gli animali loro propri parenti e amici, in modo da non commettere ingiustizia contro nessuno di essi né ucciderlo né mangiarlo.
    Colui, dunque, che ha assimilato gli uomini agli animali per il fatto che questi sono composti degli stessi nostri elementi e partecipano della vita che hanno piuttosto in comune con noi, a maggior ragione ha inculcato il senso di appartenenza in coloro che erano accomunati da un'anima della stessa natura, di natura cioè razionale. (Giamblico)
  • Più conosco gli uomini e più amo le bestie, amico mio. (Siamo uomini o caporali)
  • Poiché fra tutti gli esseri animati solo l'uomo è fornito di ragione propriamente detta, solo lui è capace di volontà, di virtù, di vizio, e solo lui è meritevole di premio e di castigo. Tuttavia anche gli animali bruti hanno qualcosa di analogo a queste capacità, specialmente quelli che sono più perfetti e più capaci di seguire una qualche regola. In essi infatti vi è anzitutto una qualche facoltà corrispondente alla ragione, facoltà che alcuni chiamano ragione inferiore, grazie alla quale ragionano non soltanto sulle cose piacevoli, ma anche su quelle utili, riflettendo sui mezzi per conseguirle; non solo, ma essi conoscono anche la via loro prescritta da Dio, ovvero una certa maniera di vivere conforme alla loro natura e che è qualcosa di analogo all'onestà. (Johannes Crell)
  • Poiché il sentimento della pietà sorge dalle afflizioni degli altri, ed accade anche agli animali bruti di soffrire dolore, l'affezione della pietà può sorgere nell'uomo anche rispetto alle afflizioni degli animali. Ovviamente, chiunque sia abituato a provare un sentimento di pietà verso gli animali, è per questo motivo più disposto ad un'affezione di pietà verso gli uomini: onde si dice nei Proverbi XII 10: «Il giusto sa curare il suo bestiame, ma le viscere degli empi sono crudeli». E perciò il Signore, vedendo che il popolo ebraico era crudele, per poterlo richiamare alla pietà, volle insegnargli la misericordia anche verso le bestie brute, proibendo che venissero compiuti contro gli animali certi atti che sembrano confinare con la crudeltà. E perciò egli proibì loro di bollire i cuccioli nel latte della madre (Deut. XIV 21), o di mettere la museruola al bue che trebbia (Deut. XXV 4), o di uccidere gli uccelli vecchi con quelli giovani (Deut. XXII 6,7). (Tommaso d'Aquino)
  • Proteggere gli animali contro la crudeltà degli uomini, dar loro da mangiare se hanno fame, da bere se hanno sete, correre in loro aiuto se estenuati da fatica o malattia, questa è la più bella virtù del forte verso il debole. (Giuseppe Garibaldi)
  • «Provo una violenta avversione, – scrive [Rousseau] nella quarta lettera a Malesherbes, – per gli stati che dominano gli altri. Odio i Grandi, odio il loro stato». È inevitabile riferire questa dichiarazione anzitutto all'uomo, che ha preteso di dominare gli altri esseri e di godere di una condizione a parte. (Claude Lévi-Strauss)
  • Quando analizzi come agiscono i processi di reificazione degli "altri", non puoi non considerare la reificazione degli animali. E se analizzi la tendenza ad animalizzare gli umani "altri" che agisce nel razzismo, finisci per considerare la bestializzazione dei non umani che agisce nello specismo. (Annamaria Rivera)
  • Quando noi trattiamo con cura e rispettiamo tutti gli animali, contribuiamo alla pace nel mondo. (Paola Maugeri)
  • Quando un animale è ammalato, soffre in silenzio e non dà in ismanie, né per questo si vedono le bestie patire più che gli uomini. Si obietterà che gli animali, vivendo in maniera più conforme a natura, debbono esser soggetti a minor numero di mali. Ebbene, proprio a questa maniera intendo far vivere il mio allievo; egli deve dunque trarne lo stesso profitto. (Jean-Jacques Rousseau)
  • Quando un essere umano tratta un individuo non umano come un oggetto anonimo, anziché come un essere con una propria soggettività, è l'umano e non l'altro animale a rinunciare a essere una persona. (Barbara Smuts)
  • Quanta dolcezza, amore, voglia di vivere e di rialzarci dopo le sofferenze e le sconfitte possono trasmetterci gli animali! (Franco Zeffirelli)
  • Quanti animali che si lasciano sottomettere perché non conoscono la loro forza! (François de La Rochefoucauld)
  • Quanti animali sono emuli, se non persino superiori all'uomo, nella manipolazione della materia! Certi nidi di uccelli sono capolavori inimitabili. Quale operaio migliore dell'ape o del ragno? (Auguste Blanqui)
  • Questo dolore degli animali è qualcosa che si espande per l'universo e avvolge tutti noi. (Susanna Tamaro)
  • Questo interesse per gli animali è melenso sentimentalismo, o è un risveglio della coscienza della specie tiranna, riguardo al tipo di tirannia che esercita sulle altre specie? (Diritti animali, obblighi umani)
  • Quindi possete capire esser possibile che molti animali possono aver più ingegno e molto maggior lume d'intelletto che l'uomo (come non è burla quel che proferì Mosè del serpe, che nominò sapientissimo tra tutte l'altre bestie de la terra); ma per penuria d'instrumenti gli viene ad essere inferiore, come quello per ricchezza e dono de medesimi gli è tanto superiore. (Giordano Bruno)
  • Restiamo violentemente turbati quando gli animali mangiano gli uomini, è orribile, è terrificante. Ma allora perché non dovremmo provare orrore quando gli uomini mangiano gli animali? (Morrissey)
  • Ribes cercò di venirmi in aiuto. Parlò con molta eloquenza della solidarietà fra gli animali, del loro innato senso dell'onore. "Gli animali non si comportano come gli uomini" disse. "Se devono battersi, si battono. Se devono uccidere, uccidono. Ma non usano la loro intelligenza per trovar la maniera di arrecar danni alle altre creature, di avvelenar loro la vita. Essi hanno dignità, hanno animalità." (Richard Adams)
  • Ricordo ancora certi dibattiti surreali tra scienziati che, negli anni settanta, liquidavano la sofferenza degli animali come una questione stucchevole. Tra i severi ammonimenti contro l'antropomorfismo, il punto di vista allora dominante era che gli animali non fossero altro che robot, privi di sentimenti, pensieri ed emozioni. (Frans de Waal)
  • Rifiutando il concetto di schiavitù umana si arriva, per onestà intellettuale, ad ammettere anche l'ingiustizia della schiavitù nei riguardi degli animali. (Dacia Maraini)
  • Sbagliare è cosa umana, anche per questo: gli animali sbagliano poco o non sbagliano affatto, almeno i più intelligenti fra essi. (Georg Christoph Lichtenberg)
  • Scorgesi nella macchina degli animali un fine savissimo, un fine degnissimo della Divinità. (Gaspare Gherardini)
  • Se gli uomini sono immortali, perché non dovrebbero esserlo anche gli animali? (Eugen Drewermann)
  • Se noi dovessimo realizzare la felicità di tutti coloro che portano una figura umana e destinare alla morte tutti coloro che hanno un muso e che non differiscono da noi che per un angolo facciale meno aperto, noi non avremmo certo realizzato il nostro ideale. Da parte mia, nel mio affetto di solidarietà socialista, io abbraccio anche tutti gli animali. (Élisée Reclus)
  • Se noi portiamo una croce, gli animali ne portano tre. (San Rocco)
  • Se non esistessero gli animali l'uomo sarebbe ancora più incomprensibile a se stesso. (Georges-Louis Leclerc de Buffon)
  • Se poi si ritiene che l'uomo sia superiore a tutti gli altri animali perché possiede sentimenti divini, sappiano i sostenitori di questa tesi che anche tale possesso può essere rivendicato da molti altri animali. E a buon diritto, certo. Quale facoltà potrebbe qualificarsi più divina di quella di prevedere o predire l'avvenire? Ora, questo potere gli uomini lo apprendono dagli altri animali. (Celso)
Una mandria di bufali. «Nella mia vita ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici e giungle e foreste pluviali piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto questo». (Severn Cullis-Suzuki)
  • Se potessi [...] mi riempirei la casa di tutti gli animali possibili. Farei ogni sforzo non solo per osservarli, ma anche per entrare in comunicazione con loro. Non farei questo in vista di un traguardo scientifico (non ne ho la cultura né la preparazione), ma per simpatia, e perché sono sicuro che ne trarrei uno straordinario arricchimento spirituale e una più compiuta visione del mondo. In mancanza di meglio, leggo con godimento e stupore sempre rinnovati molti libri vecchi e nuovi che parlano di animali, e mi pare di ricavarne un nutrimento vitale, indipendentemente dal loro valore letterario o scientifico. (Primo Levi)
  • Se si nega un'anima agli animali, perché gli esseri umani ne avrebbero una? (Jean Rostand)
  • Se tutti fossero della mia natura, non si ammazzariano gli animali. (Filippo Neri)
  • Se un animale sente il dolore, quel dolore vale tanto quanto il dolore provato da un essere umano. (Come mangiamo)
  • Se, verso gli animali, pensiamo di doverci comportare in un certo modo, ciò è soprattutto in considerazione dei loro sentimenti. (William David Ross)
  • Se vogliamo analizzare un tratto della visione primitiva che le religioni storiche hanno in gran parte abbandonato, consideriamo come essa tenda a classificare gerarchicamente gli esseri in base alla loro prossimità con la fonte divina. Così, gli animali sono in gran parte venerati per la loro "anteriorità". (Huston Smith)
  • [Gli uccelli] sentono giocondità e letizia più che alcuno altro animale. Si veggono gli altri animali comunemente seri e gravi; e molti di loro anche paiono malinconici: rade volte fanno segni di gioia, e questi piccoli e brevi; nella più parte dei loro godimenti e diletti, non fanno festa, né significazione alcuna di allegrezza; delle campagne verdi, delle vedute aperte e leggiadre, dei soli splendidi, delle arie cristalline e dolci, se anco sono dilettati, non ne sogliono dare indizio di fuori: eccetto che delle lepri si dice che la notte, ai tempi della luna, e massime della luna piena, saltano e giuocano insieme, compiacendosi di quel chiaro. (Giacomo Leopardi, Operette morali)
  • Senza dubbio ci troviamo un gradino più sopra rispetto agli animali per la nostra intelligenza e la nostra forza spirituale. Ma per quel che riguarda il diritto alla vita ci troviamo sul loro medesimo piano. (Tenzin Gyatso)
  • Senza voce, dipendenti dall'uomo, «schiavi», con una coscienza anche se impossibilitati a difendere i loro diritti. Capaci di gioire e soffrire, di accudire con amore i loro «figli» che l'uomo prende, mette in gabbie ristrette, ingozza di cibo per aumentare il loro peso rapidamente... e che libera solo per farli passare dalla gabbia al macello. Da una non vita alla morte. Uccisi senza dignità né attenzione alla sofferenza. Eppure gli animali urlano, urlano nel silenzio. (Mario Pappagallo)
  • Si dice che gli animali possano piangere o arrabbiarsi... ma che non possano ridere, soltanto quello. Il riso è un impulso che solo gli esseri umani hanno. Perciò poter ridere significa essere un animale superiore. (Black Jack)
  • Si è capito che gli animali vengono al mondo dotati di specifiche risorse, di certe doti [...], ma altre cose le imparano per l'influsso dell'ambiente; sono, dice Lorenz, una alternanza tra istinto ed esperienza. (Enzo Biagi)
  • Si può fondatamente affermare che il comandamento "Non uccidere"[5] non si riferisce ai soli umani, ma anche agli animali. (Luigi Lorenzetti)
  • Sia gli animali sia gli esseri umani esistono realmente e immediatamente per essere felici per mezzo della propria esistenza e chi deliberatamente e senza necessità e più alti scopi disturbi, distrugga e cancelli la felicità degli umani o degli animali viola il diritto di godere della letizia data da Dio a ogni essere vivente. (Laurids Smith)
  • Sicuramente noi dobbiamo mostrare dolcezza e gentilezza verso gli animali e per varie ragioni, e questo soprattutto perché essi hanno la nostra stessa origine. (Giovanni Crisostomo)
  • So bene che, ogni volta che si parla di animali si solleva un vespaio, spesso con reazioni scomposte. [...] Eppure è mia ferma convinzione che il rispetto per l'ambiente e per l'uomo non può prescindere dal rispetto per gli animali: è il rovescio della stessa medaglia. E forse, in futuro, saranno in molti a ritenere, come me, che non è necessario far agonizzare un'aragosta per il piacere della nostra tavola. (Gianfranco Amendola)
  • Solo chi uccide gli animali non può provare piacere nel messaggio della verità assoluta. (Bhāgavata Purāṇa)
  • Solo l'uomo è stato fornito di quella scienza che gli permette di comprendere la religione, e questa è la principale o l'unica differenza che intercorre fra l'uomo e le bestie; infatti tutte le altre cose che sembrano essere proprie degli uomini, se non sono eguali anche nelle bestie, sembrano essere per lo meno simili [...]. Che cosa è tanto proprio all'uomo quanto la ragione e la previsione del futuro? Ma sono gli animali che forniscono le loro tane di diverse e numerose uscite, per poter fuggire in caso di pericolo, cosa che non farebbero, se in loro non vi fosse intelligenza e riflessione [...]. Altri poi provvedono per il futuro. (Lattanzio)
  • Sono da lodare tanto le anime degli animali selvaggi quanto quelle degli animali domestici. (Zarathustra)
  • Sono felice per aver baciato le donne, | calpestato i fiori, giaciuto sull'erba. | E per non avere mai picchiato sulla testa | gli animali nostri fratelli minori. (Sergej Aleksandrovič Esenin)
  • Sono propenso a credere che gli animali non abbiano emozioni "superiori". Tuttavia è certo che le emozioni giochino un ruolo più significativo negli animali che non negli esseri umani, considerato il loro immenso potenziale e assodato il fatto che gli animali non possono contare sulle nostre straordinarie capacità mnemoniche e di linguaggio. (Antonio Damasio)
  • Stare a chiedersi se scimpanzé, elefanti, cani e così via, sperimentino felicità, tristezza, disperazione, rabbia, è uno spreco di tempo – poiché queste cose sono evidenti a chiunque abbia... sperimentato nella sua vita una conoscenza degli animali. (Jane Goodall)
  • Toccherebbe ai magistrati, agli educatori, agli scrittori a pigliare dal lato della compassione delle bestie l'educazione del popolo, a destare la sensibilità per que' dolori che non possono parlare. Ma in Italia direbbesi che si abbia vergogna a pensarvi. Vi pensano gli orientali, presso i quali l'umanità verso le creature irragionevoli è virtù comunissima, e noi italiani vorremmo lasciarci vincere in umanità dai turchi? (Giuseppe Arnaud)
  • Togliere la dignità ad un animale è un'alterazione grave dell'armonia cosmica. (Elio Fiorucci)
  • Tratta l'animale che è in tuo potere come tu vorresti essere trattato se fossi quell'animale.[4] (George Nicholson)
  • Tu sei come una giovane, | una bianca pollastra. | [...] pettoruta e superba. | È migliore del maschio. | È come sono tutte | le femmine di tutti | i sereni animali | che avvicinano a Dio. (Umberto Saba)
  • Tutte le creature esistenti, viventi, senzienti, che respirano non dovrebbero essere uccise, trattate con violenza, né abusate, né tormentate, né allontanate. (Mahavira)
  • Tutte le guerre che noi [animali] facciamo così fra di noi come contro di voi [uomini], son fatte da noi senza inganni e senza fraude alcuna; e [...] ciascheduno di noi, confidatosi nelle forze proprie solamente, per grandezza d'animo e fortezza cerca di vendicare quelle ingiurie che gli sono fatte, non essendo sottoposti a legge alcuna che gli sforzi a farlo, né temendo di pena o disonore alcuno non lo facendo. [...] ciascheduno di noi, non si lasciando mai superare dal nimico, facendo resistenzia con ogni suo sforzo insino a l'ultimo, senza timore o spavento alcuno né di pene né di morte, cerca più tosto di morire combattendo che d'essere preso, non cedendo mai al nimico, se non con altro, almanco con l'animo: la qual cosa ne dimostra chiaramente il non supplicare o spargere giamai prego alcuno verso quello, al manco con cenni e con gesti miserabili o piatosi; e dipoi, quando noi pure perdiamo (ché a ognuno non è dato sempre il vincere), il lasciarsi il più delle volte morire. Và dipoi più oltre: tu non troverrai che il leone serva al leone, o un cervo all'altro cervo, come fa l'uno uomo a l'altro senza curarsi di essere reputato timido e vile. E questo donde nasce, se non da io lo invitto e forte animo nostro? il quale si manifesta molto maggiormente quando noi siamo presi da voi; ché, sopportando pazientemente la fame e la sete, ci lasciamo molti di noi più tosto morire che stare con voi, preponendo allegramente la morte a la servitù. Onde vi è forza, quando volete dimesticare molti di noi, che voi pigliate de' nostri figliolini piccoli; i quali, non sapendo quel che si faccino, lasciandosi cibare da voi domesticamente con le vane lusinghe vostre, perdono (per esser loro astutamente tolta da voi) a un tratto con la libertà quella fortezza dell'animo e quella gagliardezza del corpo che si conviene a la specie loro. (Giovan Battista Gelli)
  • Tutti abbiamo lo spirito di un animale che ci accompagna. È come la nostra anima. Non tutti incontrano il proprio animale, solo i grandi guerrieri e gli sciamani. (Isabel Allende)
  • Tutti gli animali, asini compresi, fanno quello che Venere comanda, però hanno il buon gusto di non parlarne. L'animale uomo, invece, ci scrive sopra montagne di romanzi. (Anacleto Verrecchia)
  • Tutti gli animali diffidano dell'uomo, e non hanno torto; ma non appena sono sicuri che egli non vuol nuocer loro, la loro confidenza diventa tanto grande, che bisogna esser più che barbari per abusarne. (Jean-Jacques Rousseau)
  • Tutti gli animali, eccetto l'uomo, sanno che il principale dovere in questa vita è di goderla, ed essi infatti la godono, quanto l'uomo e le altre circostanze permettono loro. (Samuel Butler)
  • Tutti gli animali, io pure, si esprimono. (Karl Popper)
  • Tutti gli animali, noi soli esclusi e quelli che abbiamo addomesticato per dividere con loro le nostre miserie, gioiscono di tutti i piaceri di cui sono capaci per loro natura; non conoscono il lavoro, la guerra, la malattia. (Jean-Baptiste-René Robinet)
  • Tutti gli animali sono solleciti soltanto nel soddisfare se stessi e seguono le loro naturali tendenze, senza alcuna considerazione del bene o del male che dal proprio soddisfacimento può derivare agli altri. (Bernard de Mandeville)
  • Uccelli e animali non sono di compagnia. Se non fossi con la gente, con chi dovrei essere? (Confucio)
  • Un animale che entra in chiesa ne uscirà ancora animale, quale che sia la cerimonia a cui è stato presente. (Jakob Böhme)
  • Un interesse sociale generalizzato per la giustizia e per l'equità e un'enfasi sugli obblighi, piuttosto che su una condiscendente benevolenza nei confronti degli oppressi e di coloro che sono privi di potere, devono aver condotto a una nuova visione sociale del trattamento degli animali [...]. La maggior parte della gente ritiene che gli animali siano esseri coscienti, che quello che noi facciamo loro abbia importanza per loro e che essi siano capaci di avere un'ampia gamma di esperienze moralmente rilevanti. (Bernard Rollin)
  • Vedeste mai segno di civiltà umana addosso a nessuna bestia? Io, ad eccezione di qualche cagnolino in paletot, non ne vidi mai. Ah! I cavalli ragionieri! (Aldo Palazzeschi)
  • Vi è una sottigliezza di percezione nel vero affetto, che si lascia indietro, anche quando si tratti dell'affetto di qualche povero animale per l'uomo, perfino l'intelligenza più alta. (Charles Dickens)
  • I caratteri degli animali più difficili da avvistare e meno longevi sono per noi più oscuri alla percezione, mentre sono maggiormente evidenti quelli degli animali più longevi. Sembra infatti che possiedano una certa facoltà naturale in relazione a ciascuna delle affezioni dell'anima, così come in relazione alla saggezza e alla semplicità di carattere, al coraggio e alla viltà, alla docilità e alla ferocia e ad altre disposizioni simili. Alcuni di loro, poi, partecipano, al contempo, della capacità di apprendere e di insegnare. Alcuni imparano e apprendono tra loro, altri dagli uomini. Si tratta, in particolare, di quanti sono dotati di udito: non solo di quelli che percepiscono le differenze fra le voci, ma anche di quelli che percepiscono le differenze dei segni.
  • Nei bambini, benché si possano vedere peculiari disposizioni che avranno sviluppo in seguito, si nota tuttavia come il loro spirito, in questo periodo [dell'infanzia], non sia praticamente differente da quello degli animali selvatici, da che non è illogico dedurre che alcuni caratteri sono i medesimi in tutti gli animali.
  • Nel complesso, in relazione ai generi di vita, è possibile osservare molti esempi di imitazioni, da parte degli altri animali, dell'animale umano. In particolare negli animali di dimensioni più piccole, più che nei più grandi, è possibile vedere all'opera l'esattezza del ragionamento.
  • Occorre affrontare senza disgusto l'indagine su ognuno degli animali, giacché in tutti vi è qualche cosa di naturale e di bello.
  • Sono infatti presenti nella maggior parte degli esseri animati tracce delle disposizioni dell'anima che negli uomini presentano tuttavia differenze più evidenti: in effetti, la mansuetudine e la selvatichezza, la docilità e l'aggressività, l'indole coraggiosa e la codardia, le paure e gli atteggiamenti audaci, gli impulsi e le astuzie e certi tratti di intelligenza applicati alla facoltà di comprendere che si presentano simili a quelli dell'uomo si trovano in molti di essi, in maniera analoga a come è per le parti del corpo. Alcuni animali, infatti, differiscono dagli uomini per il più e il meno, e così avviene per l'uomo se paragonato con molti degli animali (giacché alcune delle dette disposizioni sono presenti in misura superiore nell'uomo, alcune negli altri animali); altri animali invece differiscono in base all'analogia. Come infatti nell'uomo ci sono l'arte, la saggezza e la capacità di comprendere, così in alcuni animali c'è una facoltà diversa ma rapportabile a queste che è insita per natura.
  • Che se poi è vero, come si dice in taluni misteri particolarmente occulti, che le anime dei malvagi, una volta separate dai corpi umani, trapassano in bestie o in altri animali, più chiaramente si conferma che noi siamo ad essi vicini e non separati da distanze troppo grandi.
  • Volete deporre ogni parzialità e rendervi conto nel silenzio della vostra meditazione che noi siamo animali del tutto simili agli altri o non separati da eccessiva differenza? Che cosa indica, infatti, che noi siamo diversi e non somigliamo per nulla a loro? O quale superiorità è in noi così evidente da doverci sdegnare di essere annoverati nel numero degli animali? I loro corpi sono strutturati su ossa e tenuti legati da un sistema di muscoli: allo stesso modo i nostri corpi sono strutturati su ossa e tenuti stretti da un sistema di muscoli.
  • Vorrei però sapere qual è questa ragione per cui noi valiamo di più di tutte le categorie di animali. Perché ci siamo fatti domicili per poter sfuggire ai freddi dell'inverno e ai calori dell'estate?
    E che? Gli altri animali non provvedono a ciò? [...] E se madre natura li avesse voluti dotare anche di mani capaci di assecondarli, non ci sarebbe da dubitare che essi pure costruirebbero alti fastigi di mura e modellerebbero artistiche e originali creazioni. Tuttavia in quello che fanno coi rostri e con le unghie vediamo molti segni di un saggio discernimento, che noi uomini non possiamo imitare con nessun tipo di accorgimenti.
  • Gli animali non possono esprimere la loro disapprovazione, ma possono lamentarsi e protestare, almeno finché le loro corde vocali non vengono tagliate per risparmiare agli sperimentatori le proteste rivolte nei loro confronti.
  • Gli animali non sono in grado di perorare la loro causa e coloro che la perorano per loro non hanno alcun interesse finanziario diretto, né altri tipi di interesse personale in gioco, per quanto molti possano essere emotivamente "coinvolti". Riguardo invece ai guadagni particolari legati al mantenimento delle pratiche esistenti e alle perdite che deriverebbero dal loro mutamento, scopriamo un gran numero di gruppi alle cui convinzioni potremmo non dare credito. Macellai, cacciatori, allevatori, pellicciai, ricercatori che sperimentano su animali, se non risarciti, dovrebbero sopportare perdite personali significative qualora dovessimo modificare le nostre pratiche.
  • Trovo che credere che non si debba scegliere tra "gli interessi degli animali o i nostri interessi" sia altrettanto idealistico e utopistico del credere che non si debba scegliere fra gli interessi degli uomini e quelli delle donne. L'impresa morale si regge sulla fede che gli interessi possano essere in qualche modo conciliati, che la nostra prosperità non si realizzi sempre a spese di altri. Suppongo che tale fede in un regno pacifico, quando viene estesa al di là della specie umana, non sia più utopistica di quanto lo sia nell'ambito della nostra specie di animali morali.
  • Da principio gli animali entrarono nell'immaginario dell'uomo come messaggeri e come promesse. La pratica di addomesticare il bestiame, per esempio, non nacque dalla semplice prospettiva di procurarsi latte e carne. Il bestiame aveva funzioni magiche, talvolta divinatorie, talvolta sacrificali.
  • Gli animali vengono messi al mondo e sono esseri senzienti e mortali. In questo somigliano all'uomo. Nella loro anatomia visibile – meno in quella profonda – nelle abitudini, nella percezione del tempo, nelle capacità fisiche, essi differiscono dall'uomo. Sono allo stesso tempo simili e diversi.
  • Nelle prime fasi della rivoluzione industriale, gli animali venivano usati come macchine. E altrettanto si faceva con i bambini. Più tardi, nelle cosiddette società post-industriali, gli animali vengono trattati come materia prima. I capi di bestiame destinati all'alimentazione vengono lavorati alla stregua di prodotti industriali. [...] Questa riduzione dell'animale [...] fa parte dello stesso processo che ha ridotto gli uomini a isolate unità di produzione e consumo. In effetti, durante questo periodo l'atteggiamento nei confronti degli animali spesso prefigurava quello nei confronti dell'uomo.
Paesaggio paradisiaco con Noè e gli animali (Bruegel il Vecchio, 1596)
  • Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche. (Genesi)
  • Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore, | lodatelo ed esaltatelo nei secoli. (Libro di Daniele)
  • Dio disse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie". E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. (Genesi)
  • Dio ordinò a Noè: "Esci dall'arca [...]. Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa". (Genesi)
  • Il giusto ha cura del suo bestiame, | ma i sentimenti degli empi sono spietati. (Proverbi)
  • Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie. Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità. Tutti sono diretti verso la medesima dimora: tutto è venuto dalla polvere | e tutto ritorna nella polvere. Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra? (Qoelet)
  • Se vedi smarriti un bue o una pecora di tuo fratello, tu non devi fingere di non averli scorti, ma avrai cura di ricondurli a tuo fratello. Se tuo fratello non abita vicino a te e non lo conosci, accoglierai l'animale in casa tua: rimarrà da te finché tuo fratello non ne faccia ricerca e allora glielo renderai. (Deuteronomio)
  • Gli animali, costretti ad andare alla ricerca del loro nutrimento, si sono evoluti nel senso dell'attività locomotoria e, di conseguenza, di una coscienza sempre più ampia, sempre più distinta.
  • Nell'animale l'invenzione non è mai altro che una variazione sullo stesso tema fisso usuale: chiuso nelle abitudini della specie, esso arriva, certo, ad allargarle con la sua iniziativa individuale, ma sfugge all'automatismo per un solo istante, esattamente il tempo di creare un nuovo automatismo, e le porte della sua prigione si richiudono appena aperte, dato che tirando la sua catena esso riesce soltanto ad allungarla.
  • Sarebbe assurdo rifiutare la coscienza ad un animale, perché non ha cervello, quanto dichiararlo incapace di nutrirsi perché non ha stomaco.
  • Dagli animali si può davvero imparare come comportarsi nella vita.
  • Sono pochi i veri amici che ci accompagnano nel nostro cammino e spesso hanno quattro zampe.
  • Uno dei crimini più odiosi verso gli animali è anche il più sottovalutato: l'indifferenza.
  • Come gli umani, gli animali possiedono consapevolezza di sentimenti, possono provare piacere per mezzo dei loro sensi e anche provare dolore. Egli [Dio] fece questo non per farli soffrire; bensì, come prova ulteriore della Sua bontà. Noi esseri umani comprendiamo col nostro intelletto che è Dio che diede agli animali la capacità di provare sensazioni e la intese come una sorgente di piacere, per rendere la loro esistenza più bella.
  • L'amore della Natura ci aiuta ad amarci e ad amare Dio in una maniera più nobile e profonda. Questo si ottiene in modo molto speciale attraverso l'amore per gli animali.
    È come se Dio, risvegliando in noi l'amore degli animali, avesse voluto renderci più facile l'amarci gli uni gli altri.
    Al contrario, noi vediamo che sopprimere l'amore per gli animali spegne i semi dell'amore per gli esseri umani a noi prossimi.
  • L'amore per gli animali, la protezione degli animali minacciati, la cura per gli animali che soffrono, suscita nell'uomo mirabili condizioni di amore e cura per i propri prossimi.
  • Non vediamoci in modo ristretto; non vediamo il mondo in piccolo. Vediamoci piuttosto partecipi del grande piano della creazione, pensando e amando come fa Dio, amiamo gli animali, facciamo loro del bene, proteggiamoli, come Egli ci chiede secondo il piano della Sua creazione che parla ora e sempre al nostro intelletto.
    Diamo dunque agli animali il loro elevato, bel posto nella nostra vita!
  • Che tutti gli animali sentano, nessun dubita. Or che molti abbino memoria si vede, ch'imparano i cavalli li salti; le simie i giochi, e l'api di tornar in casa loro.
  • Molti animali bramano gli onori, conoscono il disprezzo, e quanto sappiano le scimie argomentar a tutti è noto.
    L'onor e il disprezzo non si sentono con sensi esteriori, ma sono intelligibili; han dunque intendimento, e Job dice nel gallo esser intelligenza del Sole; e Cristo nelli serpi prudenza pone, e tutti gli animali disciplinabili dota Aristotile di prudenza.
  • Quando noi miriamo i Tartari ed Etiopi, e li sentimo parlar sermoni ignoti, ci paiono più ignoranti, che li nostri cavalli, e di costumi e atti differentissimi dalli umani nostri. Così paion gli altri animali a noi esser senza discorso e favella e giudizio; ma tutti n'hanno chi più e chi meno, come tra noi avviene che molti paion bestie.
  • Tutti gli animali stanno dentro il ventre del mondo, e l'uom con loro, come vermi dentro il ventre dell'animale; e pur solo gli uomini s'accorgeno che cosa è questo grande animale e li suoi principii, corsi, vita, e morte.
Monumento che raffigura San Francesco e il lupo di Gubbio. «[Francesco] considerando l'origine di tutte le cose era colmato da una grande pietà e chiamava tutte le creature, non importa quanto piccole fossero, col nome di fratello e sorella, perché sapeva che esse provenivano dalla stessa sorgente dalla quale proveniva lui». (Bonaventura da Bagnoregio)
  • È innegabile che la tradizione cristiana nel suo insieme non accorda molta attenzione agli animali. [...] In teoria, non mancano dichiarazioni di principio nei Documenti del Magistero, non ultima la "Sollecitudo rei socialis" di Giovanni Paolo II, che al n. 29 afferma: «L'uomo ha una certa affinità con le altre creature. È chiamato ad occuparsi di esse, sottostando alla volontà di Dio, che gli prescrive limiti nel loro uso e dominio». Nella pratica, sono pochi i preti che integrano nell'insegnamento religioso il rispetto delle creature e la bontà verso gli animali. [...] La protezione di questi «nostri fratelli più piccoli», come li chiamava San Francesco, deriva in tutta coerenza dalle virtù cristiane. Sono convinto che i cristiani tutti stanno per scoprire questa dimensione del messaggio evangelico che merita anch'esso la nostra attenzione.
  • San Francesco chiamava gli animali «i nostri fratelli più piccoli». Per loro aveva le attenzioni più delicate. Voleva scrivere a Federico II perché con un editto stabilisse che a Natale le strade fossero cosparse di granaglie e di grano per gli uccelli: anch'essi dovevano gioire per la nascita del Redentore. Perché non fossero calpestati, scansava dai sentieri i vermi. A Sant'Angelo in Pantanelli, presso Orvieto, viene mostrato tuttora uno scoglio sul Tevere, dal quale avrebbe gettato nel fiume dei pesci che gli erano stati regalati, dicendo: «Fatevi furbi...».
  • Signore, le mille voci della Creazione cantano a Te in cielo, sulla terra e nelle acque. [...] Benedici i nostri fratelli più piccoli che ci hai donato come compagni di vita e quelli che in libertà vivono nei deserti, nei mari, nelle foreste. Aiutaci [...] a essere buoni verso tutti gli animali e a bandire ogni crudeltà nei loro confronti. Fa' che possiamo guardarli e onorarli come se al presente uscissero dalle Tue mani.
  • Ho presto scoperto chiaramente che tutti [i movimenti degli animali] potevano avere origine dal principio corporeo e meccanico, e da allora in poi ho ritenuto certo e stabilito che noi non possiamo affatto provare la presenza di un'anima pensante negli animali. Non mi preoccupano l'astuzia e l'abilità dei cani e delle volpi, o tutte le cose che gli animali fanno spinti dal desiderio di cibo, sesso o paura; anzi, affermo di poter facilmente spiegare l'origine di tutti loro dalla costituzione dei loro organi.
  • Non posso condividere l'opinione di Montaigne e di altri che attribuiscono agli animali la capacità di comprendere e di pensare. Non sono preoccupato dal fatto che la gente dice che l'uomo ha l'impero assoluto su tutti gli altri animali; perché sono d'accordo che alcuni di loro sono più forti di noi, e credo che ce ne possano essere anche alcuni che hanno un'astuzia istintiva capace di ingannare gli esseri umani più abili. Ma osservo che loro ci imitano o ci sorpassano solo in quelle delle nostre azioni che non sono guidate dalla ragione.
  • Non si è mai saputo di un animale così perfetto da usare un segno per far capire ad altri animali qualcosa che non esprimesse passione; e non esiste alcun essere umano così imperfetto da non farlo, dato che persino i sordomuti inventano segni speciali per esprimere i loro pensieri. Questa mi sembra un'argomentazione molto forte per provare che la ragione per cui gli animali non parlano come noi non è che a loro mancano gli organi ma che loro non hanno pensieri.
  • So che gli animali fanno molte cose meglio di noi, ma questo non mi sorprende. Si può citare questo esempio persino per provare che essi agiscono naturalmente e meccanicamente, come un orologio che segna il tempo meglio di quanto faccia il nostro giudizio.
  • È più che legittimo che il Papa pensi alla sua Polonia. Ma anche un pappagallo è Polonia. Anche un agnello trascinato al mattatoio è disperata Polonia. Anche una piccola foca bianca del Labrador è Polonia, e addirittura più Polonia della patria polacca che anche noi amiamo. E verso le povere bestie, l'uomo è cento volte Unione Sovietica! Guai a esaltarne la sinistra potenza! La compassione non è divisibile.
  • L'animale torturato, straziato e svaginato del proprio essere naturale, in ogni momento di tutti i secoli del predominio umano.
    Il suo grande urlo dal neolitico attraversa tutto l'arco sgocciolante sangue e lacrime della nostra maledizione in terra... Per chi abbia un cuore che abbia orecchi non è un silenzio, è veramente un urlo spaventoso, che si avvinghia ai lobi, che ci preme il petto con ginocchio di ferro...
  • Tutte le torture, i patimenti, i terrori (per Némesis, imperdonabili) inflitti agli animali appartengono legittimamente al dolore infinito della storia e ne modificano il senso, se ne abbia uno (patire è essere modificati: tutta la storia, da quel patire oscuro, invendicato dalla parola, il più privo di giudici e tribunali, è modificata).
  • Fra gli esseri che sono capaci di muoversi, alcuni si muovono per impulso e rappresentazione, come per esempio gli animali. Altri si muovono per trasposizione, come gli oggetti privi di anima. [...] La facoltà del ragionamento, che è una peculiarità dell'anima umana, non è vincolata all'istinto (come avviene negli esseri animati privi di ragionamento), ma al discernere le rappresentazioni senza lasciarsi coinvolgere da esse.
  • Gli animali terricoli e i volatili si alimentano della stessa aria che permette anche alle nostre anime di respirare. La loro anima, infatti, è fatta della stessa natura dell'aria. Dicono invece che i pesci non respirino quest'aria, bensì quella che, sin dal momento della creazione, è stata mescolata all'acqua così come agli altri elementi.
  • Per dirla in breve, il cartaginese Senocrate non depone la generale speranza che anche negli animali privi di ragione vi sia una qualche nozione di Dio. E lo dovrà riconoscere lo stesso Democrito, per quanto possa costargli fatica, se sarà conseguente con i propri princìpi; riteneva infatti che dall'essere divino penetrassero negli uomini come negli animali privi di ragione le stesse immagini provenienti dall'essenza divina.
  • È un dato di fatto che nella maggior parte dei casi ci fa comodo non riconoscere la capacità degli animali di provare sentimenti, di amare, odiare, soffrire e provare paura, se non terrore... Ci fa comodo perché ci nutriamo degli animali e dei loro prodotti, perché di loro ci serviamo in ogni senso.
  • La vita dei nostri animali e il loro destino inevitabilmente si intrecciano con i nostri e, se ci pensiamo, raccontando di loro raccontiamo di noi, e viceversa.
  • Molti sorridono quando sentono parlare di un animale come se si trattasse di un essere umano... Sono abituata anche a sentire le critiche di chi mi accusa di occuparmi più di animali che di uomini...
    Ebbene, di costoro non mi curo, perché in genere si tratta proprio di chi impugna questa scusa per non occuparsi di nessuno, né di uomini né di animali.
  • Non oso pensare alla tristezza di un paradiso senza animali, fatto solo per gli uomini... Un luogo senza i loro colori, le loro voci. Una natura vuota di vita animale mi sembra una natura inutile, indegna del paradiso.
  • Se ogni uomo è un universo a sé, la stessa cosa vale per gli animali. Non è vero che sono tutti uguali, che si comportano allo stesso modo, che in quanto gatti, ad esempio, sono egoisti e più legati alla casa che a noi.
  • Avendo pochi bisogni, gli animali contraggono solo un piccolo numero di abitudini, facendo sempre le stesse cose, le fanno meglio.
  • Ora, le bestie, imparano a toccare, a vedere, a camminare, a nutrirsi, a difendersi, a vegliare sulla propria conservazione. Fanno dunque scoperte, ma ne fanno solo perché confrontano: inventano dunque. Perfezionano anche: infatti, agli inizi, non sanno tutte queste cose come le sanno quando hanno maggiore esperienza.
  • Quando lo crediamo completamente occupato a giocare, è la natura, in verità, che gioca con l'animale, per istruirlo.
  • Se le bestie sentono, sentono come noi.
  • Tuttavia, quando si fanno vedere i rapporti che intercorrono tra le nostre operazioni e quelle delle bestie, ci sono uomini che si spaventano. Credono che si confondano gli uomini con le bestie; e alle bestie rifiutano il sentimento e l'intelligenza, sebbene non possano rifiutare né gli organi che ne sono il principio meccanico, né le azioni che ne sono gli effetti.
  • Dall'acqua Allah ha creato tutti gli animali. Alcuni di loro strisciano sul ventre, altri camminano su due piedi e altri su quattro.
  • Il bestiame lo ha creato per voi; vi dà calore e profitto, vi dà nutrimento. La sera quando tornano alla stalla, la mattina quando vanno al pascolo, sono per voi spettacolo bello da vedere. Trasportano i vostri carichi in paesi che non raggiungereste senza affanno degli animi, poiché il vostro Signore è buono e pietoso: cavalli, muli ed asini per cavalcatura e per ornamento, e altre cose che non conoscete neppure, Egli crea.
  • Non c'è al mondo un solo animale che Dio non lo tenga per il ciuffo della fronte.
  • Non vi sono sulla terra bestie, né uccelli volanti sulle loro ali, che non formino una nazione come voi uomini; nulla abbiamo tralasciato nel Libro e tutte le creature verranno riunite a suo tempo presso il loro Signore.
  • Dagli animali siamo attratti, a volte impauriti; costruiamo con loro quotidiani rapporti basati sulle nostre incostanti fantasie.
  • Difficilmente riconosciamo gli animali come individui – una sterminata a varia moltitudine di individui – a meno che non si tratti del nostro gatto, cane, cavallo, criceto, con cui abbiamo instaurato una consuetudine, o di qualche soggetto che c'incanti in virtù di un'episodica conoscenza. L'idea che quel maiale sia più intraprendente di suo fratello, oppure il passero che vediamo scandagliare il terreno accanto alla panchina soffra in modo particolare il freddo, e la mucca con la macchia intorno all'occhio, sì, proprio lei, sia percorsa da brividi angosciati ogni volta che sente rumore di ferraglie, mentre il giovane tonno dal ventre argenteo che nuota in mezzo al branco fili spedito malgrado un piccolo difetto di orientamento. Non siamo abituati a questo genere di percezione, né ci conviene. Tendiamo invece a percepire gli animali come insieme; l'individuo risolto nella specie, o nella razza.
  • Singoli soggetti, dotati ciascuno di sensibilità, personalità, sentimenti, intelligenza. Ma noi, nostro malgrado, agli altri animali seguitiamo a fare perpetuo riferimento psicologico e morale, senza ammettere che non potremmo immaginare il mondo e noi stessi, se un giorno scomparissero. Gli animali ci sono indispensabili, finanche per compiacerci e credere che la nostra diversità ci condurrà in luoghi privilegiati. Essi abitano il nostro linguaggio di ogni giorno, le metafore più ricorrenti, in un perenne confronto di comodo.
Una figura da L'espressione dei sentimenti nell'uomo e negli animali. «La parte del corpo che cerca le carezze e che le fa è sempre quella più sensibile. Se tutto il corpo e i fianchi sono sensibili, in tutta la loro lunghezza, l'animale serpeggia e striscia sotto le carezze; e queste ondulazioni si propagano lungo i muscoli analoghi dei segmenti fino alle ultime parti della colonna vertebrale; la coda si piega e si agita». (Gratiolet)
  • Gli animali inferiori sentono evidentemente come l'uomo il piacere e il dolore, la felicità e l'infelicità. La felicità è molto chiaramente espressa dai giovani animali, come i cagnolini, i gattini, gli agnelli, quando si trastullano fra loro come i nostri bambini.
  • La simpatia, oltre i confini umani, che vuol dire l'umanità verso le bestie, sembra essere fra gli acquisti morali più tardivi. Non sembra che i selvaggi la provino tranne che per quegli animali che prediligono. [...] Questa virtù, una delle più nobili di cui l'uomo sia fornito, sembra derivare per incidente da ciò che le nostre simpatie facendosi più tenere e più espansive e diffuse, vengono a riversarsi su tutti gli esseri senzienti.
  • Siccome i cani, i gatti, i cavalli e probabilmente tutti gli animali superiori ed anche gli uccelli, come è confermato da buone testimonianze, hanno sogni vivaci, che dimostrano coi movimenti e con la voce, dobbiamo ammettere che posseggano un certo potere d'immaginazione.
    [...] Sono pochi quelli che vorranno negare che gli animali non siano forniti di un certo potere di ragionare. Si possono vedere costantemente animali che si fermano, deliberano e risolvono. È un fatto significativo che, quanto più un naturalista studia le abitudini di un dato animale, tanto più dà spazio alla ragione e meno al semplice istinto.
  • Tutti gli animali sentono la meraviglia, e molti mostrano curiosità. Talvolta quest'ultima facoltà reca loro danno, come quando il cacciatore si atteggia buffamente e li attira in tal modo.
  • Una gran parte delle emozioni più complesse sono comuni agli animali più elevati ed a noi. Ognuno può aver veduto quanta gelosia dimostri il cane se il padrone prodiga il suo affetto ad un'altra creatura; ed io ho osservato lo stesso fatto nelle scimmie. Ciò dimostra che non solo gli animali amano, ma sentono il desiderio di essere amati.
  • L'animale si limita a usufruire della natura esterna, e apporta ad essa modificazioni solo con la sua presenza; l'uomo la rende utilizzabile per i suoi scopi modificandola: la domina.
  • Presso tutte le bestie ha luogo, in misura elevata, lo spreco del nutrimento, e con esso l'uccisione in germe del nuovo nutrimento. Il lupo non risparmia, come fa il cacciatore, la femmina del capriolo, che gli deve fornire nel prossimo anno i piccoli. [...] Questa «depredazione» propria delle bestie riveste un importante ruolo nella graduale trasformazione delle specie animali, in quanto le costringe ad assuefarsi a un nutrimento diverso dal loro abituale: con ciò nuovi composti chimici entrano nel loro sangue, e tutta la costituzione dell'organismo si altera a poco a poco, finché si estinguono le vecchie specie nelle forme in cui si erano una volta fissate.
  • Quel poco che le bestie, anche le più sviluppate, hanno da comunicarsi se lo possono comunicare anche senza linguaggio articolato. Nessuna bestia allo stato di natura sente come una mancanza il fatto di non parlare o di non poter comprendere il linguaggio umano. Le cose stanno in modo del tutto diverso per le bestie che sono state addomesticate dall'uomo [...]. Chi ha avuto consuetudine con queste bestie non si sottrae facilmente all'idea che ci siano parecchi casi nei quali esse, adesso, sentono come una mancanza la loro incapacità di parlare.
  • È vero che la natura ha fatto dell'uomo il signore degli animali, ma non gli ha dato soltanto le mani per domarli, ma anche occhi ed orecchi per ammirarli. Quella libertà che all'animale viene strappata dalla mano crudele gli viene restituita dalle orecchie e dagli occhi pietosi. L'amore dell'arte scioglie le catene nelle quali l'egoismo dell'industria umana ha serrato gli animali.
  • Forse che l'uomo abbandonato e respinto non trova nella fedeltà dell'animale, e in questa soltanto, un compenso per l'ingratitudine, la doppiezza e la perfidia del suo prossimo? L'animale non esercita forse sul cuore infranto dell'uomo una salutare influenza conciliatrice? Non c'è forse alla base del culto degli animali anche un senso buono e ragionevole? E non è possibile che ci sembri ridicolo solo perché noi siamo caduti in una idolatria di altro genere?
    Non è l'animale che, nella favola, parla al cuore del fanciullo?
  • Non dai vertici, ma dalle profondità della natura viene tutto ciò che sostiene l'uomo nel suo agire conscio e volontario [...].
    Queste entità ausiliatrici, questi spiriti tutelari erano, in particolare, gli animali. Solo per mezzo degli animali l'uomo si sollevò sopra lo stato animale. Solo sotto la loro protezione e con la loro assistenza poté prosperare la messe della civiltà umana. [...]
    Da questa importanza che gli animali avevano per l'uomo, soprattutto agli inizi della civiltà, trae la sua piena giustificazione il culto di cui essi erano oggetto. Per l'uomo gli animali erano indispensabili, necessari; da essi dipendeva la sua esistenza umana.
  • Chiedersi «che cos'è un animale?» – o, aggiungerei, leggere a un bambino la storia di un cane o difendere i diritti degli animali – vuol dire andare inevitabilmente a toccare la nostra interpretazione di ciò che significa essere noi e non loro. Vuol dire chiedersi: «che cos'è un essere umano?»
  • Chiunque lasci intendere che esista una simbiosi perfetta tra l'interesse dell'allevatore e quello degli animali probabilmente sta cercando di venderti qualcosa (e non è fatta di tofu).
  • Gli altri animali possiedono i nostri stessi cinque sensi. E sempre più capiamo che hanno bisogni emotivi, psicologici e comportamentali che l'evoluzione ha creato in loro proprio come in noi. [...] Trascurare le ovvie implicazioni morali di queste somiglianze è facile al mondo d'oggi: è comodo, vantaggioso e frequente. È anche sbagliato.
  • Non serve né un filosofo, né un religioso per capire quanto soffrano gli animali.
  • Recenti ricerche interdisciplinari nel campo delle scienze umane hanno riscontrato una strabiliante quantità di modi in cui la nostra interazione con gli animali riflette o plasma la nostra comprensione di noi stessi.
  • Gli animali hanno un'intelligenza analoga e diversa. Per l'armonia del sistema e adattamento ai mutamenti, nettamente "superiore". Che è quella di saper vivere, collaborare, selezionarsi, difendersi, preservare l'ambiente, l'ecologia (scienza della casa), riprodursi sessualmente in coppia e, in certi casi, anche da soli (batteri, unicellulari, amebe). E i cani, come i lupi, sono esseri sociali, vivono e si regolano in branco. Hanno avuto l'intelligenza e la generosità di permetterci di sostituirci, noi famiglia, al loro branco. Sanno che è la comunità a garantirne il benessere, la felicità, la continuità, come compito primordiale e ultimo di ogni vivente. Vengono amati dai giusti e maltrattati dagli ingiusti proprio per questo.
  • Gli animali, oltre a essere miliardi di miliardi volte più numerosi di noi, sono anche, tutti quanti, più indispensabili a quello che conta sul pianeta: la vita. Che, in quanto tale, vale di più della mia, della tua, della sua e degli altri.
    Più indispensabili, le persone senza parola, perché, di noi umani, più intelligenti biologicamente (preservarsi), socialmente (organizzare le comunità) ed ecologicamente (curare la casa). E probabilmente anche economicamente, dato che non fanno danno e tengono tutto insieme ed in equilibrio.
  • Tocca ammettere che gli animali, dal bruco all'ippopotamo, dal mio bassotto Ernesto al tuo canarino Titti, ci sono superiori anche eticamente. [...] Quanto a moralità, la loro psiche, pur spesso complessa quanto noialtri solipsisti neanche immaginiamo, non si è evoluta al punto da riservare spazi per la malvagità, la crudeltà, l'invidia, la soddisfazione per il malessere dell'altro, del concorrente, del nemico. Quasi quasi non riusciamo neanche a concepire come possa esistere un essere che sente, riflette, prova dolore, gioia, paura, risentimento, gelosia, amore, erotismo, solidarietà, risentimento, dubbio, memoria, attesa, delusione, eccetera eccetera, ma che non provi odio, non sappia di cattiveria e non voglia fare del male. C'è da sospettare che proprio per questo, il "Creatore" abbia ordinato all'uomo di dominarlo e sottometterlo, l'animale.
  • Credo che uccidere qualsiasi creatura vivente sia un po' come uccidere noi stessi e non vedo differenze tra il dolore di un animale e quello di un essere umano.
  • Gli animali son creature di questa terra, sono nostri fratelli e quindi non è che si devon considerare oggetti a nostra disposizione. Sono esseri viventi che hanno capacità di amare e di soffrire e quindi dobbiamo trattarli proprio come fratelli, come fratelli minori. Noi abbiamo un cervello più potente, però non vuol dire che, per questo, dobbiamo abusare di loro.
  • Quando vedo un animale, quando vedo il suo comportamento, soprattutto dal punto di vista affettivo e istintivo, mi riconosco. Son tanto simili a noi.
  • Gli uomini [...] invece d'inorgoglirsi, male a proposito, per le loro facoltà mentali, non saranno costretti ad ammettere che spesso quelle facoltà li rendono più infelici delle bestie, nelle quali non troviamo né le credenze, né i pregiudizi, né le vanità, né le follie che mettono continuamente a dura prova il benessere dell'uomo?
  • L'animale non è impressionato dagli stessi oggetti che fanno colpo sull'uomo. Non ha né gli stessi bisogni, né gli stessi desideri, né le stesse fantasie. Giunge molto rapidamente alla maturità, mentre nulla accade più raramente che vedere lo spirito umano godere completamente delle sue facoltà, esercitarle liberamente, farne un uso conveniente per la propria felicità.
  • Le sragionevolezze umane, a chi le esamini con gli occhi della ragione, fanno dileguare ben presto la superiorità che, tanto arbitrariamente, l'uomo si arroga sugli altri animali.
    Quanti animali mostrano più bontà, riflessione e ragionevolezza dell'animale che si considera ragionevole per antonomasia! [...] Si sono mai viste delle bestie feroci della stessa specie darsi appuntamento nelle pianure per sbranarsi e annientarsi senza alcun vantaggio? Si sono forse viste scoppiare guerre di religione tra gli animali?
  • Dalla somiglianza delle azioni esteriori degli animali con quelle che noi stessi compiamo, possiamo inferire che quelle interiori assomigliano anch'esse alle nostre.
  • È evidente che la simpatia, ovvero il comunicarsi delle passioni, si riscontra tra gli animali non meno che tra gli uomini. Frequentemente gli animali si comunicano l'un l'altro la paura, la collera, il coraggio [...]. Ed è degno di attenzione il fatto che sebbene quasi tutti gli animali adoperino, giocando, la stessa parte del corpo che usano per combattere [...], pur tuttavia essi evitano con la massima attenzione di fare del male ai propri compagni, anche quando non abbiano nulla da temere dal loro rancore; tutto ciò rappresenta una chiara prova della sensibilità che le bestie possiedono per il dolore e il piacere reciproco.
  • L'orgoglio e l'umiltà non sono soltanto passioni umane, ma si estendono a tutta la creazione animale.
  • Subito dopo il ridicolo di negare una verità evidente, c'è quello di darsi molta pena per difenderla, e nessuna verità appare più evidente di questa: gli animali sono dotati di pensiero e di ragione come gli uomini. Gli argomenti in questo caso sono così ovvi che non sfuggono nemmeno alla persona più stupida e ignorante.
  • Tra gli animali l'amore non ha per suo oggetto soltanto gli animali della stessa specie, ma si estende fino a comprendere quasi tutti gli esseri sensibili e pensanti. È del tutto naturale che un cane ami l'uomo, che è al di sopra della sua stessa specie, e molto frequentemente ne riceve in cambio dell'affetto.
  • Essendo, dunque, gli atti degli animali analoghi a quelli umani e derivando dagli stessi princìpi, in tanto noi abbiamo dei doveri verso di essi in quanto, osservando questi, noi promuoviamo quelli verso l'umanità. Chi perciò facesse uccidere il proprio cane, non essendo questo più in grado di guadagnarsi il pane, non agirebbe affatto contro i doveri riguardanti i cani, i quali sono sprovvisti di giudizio, ma lederebbe nella loro intrinseca natura quella socievolezza e umanità, che occorre rispettare nella pratica dei doveri verso il genere umano. Per non distruggerla, l'uomo deve mostrare bontà di cuore già verso gli animali, perché chi usa essere crudele verso di essi è altrettanto insensibile verso gli uomini. Si può conoscere il cuore d'un uomo già dal modo in cui egli tratta le bestie.
  • In conclusione, i nostri doveri verso gli animali sono indirettamente doveri verso l'umanità.
  • Quanto più ci si dedica all'osservazione degli animali e del loro comportamento, tanto più si prova amore per essi, al vedere quante cure essi riservino ai loro piccoli.
  • Si può ammettere che gli animali siano considerati come strumenti dell'uomo; ma è assolutamente inaccettabile che essi ne costituiscano il gioco.
  • Dagli animali all'uomo la transizione non è violenta: i veri filosofi ne converranno. Che cos'era l'uomo prima dell'invenzione delle parole e della conoscenza delle lingue? Un animale appartenente alla specie umana, che con molto meno istinto naturale degli altri, di cui allora non si credeva re, si distingueva dalla scimmia e dagli altri animali solo come la scimmia si distingue da questi ultimi, cioè grazie a una fisionomia esprimente maggior discernimento.
  • Malgrado tutti questi vantaggi che l'uomo ha sugli animali, è ancora un onore per lui metterlo nella loro stessa classe. È d'altronde innegabile che fino ad una certa età egli è più animale di loro perché nascendo porta con sé un minore istinto. Qual è l'animale che morirebbe di fame in mezzo ad un fiume di latte? Solo l'uomo. [...]
    Egli si nasconde come se si vergognasse di provare il piacere e di esser fatto per la felicità, mentre gli animali si gloriano di essere cinici. Privi di educazione, essi sono privi anche di pregiudizi.
  • Non mi si obietti che gli animali sono nella maggior parte esseri feroci, incapaci di sentire il male che fanno. Forse che tutti gli uomini sanno distinguere meglio i vizi e le virtù? [...] Gli uni e gli altri possono essere più o meno feroci per temperamento, e lo divengono ancor più a contatto con coloro che lo sono. Ma un animale dolce, pacifico, che vive con altri animali simili e si ciba di alimenti dolci sarà nemico del sangue e della carneficina, e arrossirà nel suo interno per averne versato: forse con questa differenza da noi, che siccome in lui tutto è sacrificato ai bisogni, ai piaceri e ai comodi della vita di cui gode più di noi, i suoi rimorsi non sembra debbano essere altrettanto vivi dei nostri.
  • Come oggi parecchi autorevoli ricercatori hanno stabilito che, già prima della concezione, gli animali si trovano nascosti nei semi sotto la forma di animaletti invisibili, sicché la generazione dell'animale non è altro che un'evoluzione ed un accrescimento, e perciò l'animale naturalmente non comincia, ma si trasforma; così è ragionevole che ciò che naturalmente non comincia, naturalmente non finisca, onde la morte non è che un'involuzione e diminuzione dell'animale che, dallo stato di animale grande, ritorna a quello di animale piccolo.
  • Il ragionamento vero e proprio dipende dalle verità necessarie od eterne, come son quelle della logica, dell'aritmetica, della geometria, che costituiscono la connessione indubitabile delle idee, e le conseguenze che non possono mancare. Gli animali che non colgono tali connessioni sono chiamati bestie; quelli, invece, che conoscono le verità necessarie, son propriamente coloro che vengono chiamati animali ragionevoli, e le loro anime son dette spiriti.
  • Secondo l'opinione comune le anime delle bestie periscono; e, secondo i Cartesiani, non v'è che l'uomo il quale abbia veramente un'anima, ed abbia anche percezione ed appetito; opinione che non sarà mai approvata, ed in cui s'è caduti perché s'è visto che bisognava, o riconoscere alle bestie anime immortali, o confessare che l'anima dell'uomo potesse essere mortale.
Un ermellino dipinto da Leonardo (dettaglio della Dama con l'ermellino)
  • Gli animali sono esemplo de la vita mondiale.
  • L'omo e li animali sono propio transito e condotto di cibo, sepoltura di animali, albergo de' morti, facendo a sé vita dell'altrui morte, guaina di corruzione.
  • L'uomo ha grande discorso del quale la più parte è vano e falso, li animali l'hanno piccolo ma è utile e vero.
  • La piú importante cosa che ne' discorsi della pittura trovar si possa, sono i movimenti appropriati agli accidenti mentali di ciascun animale, come desiderio, sprezzamento, ira, pietà e simili.
  • Uscirà dalla terra animali vestiti di tenebre, i quali, con maravigliosi assalti, assaliranno l'umana generazione, e quella da feroci morsi fia, con fusion di sangue, da essi divorata.
  • Come l'origine dell'uomo è passata attraverso la condizione animale, così la chiave della comprensione dell'uomo passa attraverso la conoscenza degli animali.
  • Gli animali ci aiutano a ristabilire quell'immediato contatto con la sapiente realtà della natura che è andato perduto per l'uomo civilizzato.
  • Il nostro amore per loro si misura proprio dai sacrifici cui siamo disposti a sobbarcarci.
  • Purtroppo gli animali superiori hanno una capacità e una tendenza a combinar disastri direttamente proporzionale alla loro intelligenza.
  • Quando ci sentiamo toccati emotivamente dal comportamento di un animale, ciò è sicuro indicatore del fatto che abbiamo scoperto intuitivamente una somiglianza tra comportamento animale e umano. [...] L'accendersi della nostra risposta emotiva, della nostra «commozione» è dunque un segno certo di una forte somiglianza tra comportamento animale e comportamento umano.
  • Sono pienamente convinto, dico pienamente, che gli animali hanno una coscienza. L'uomo non è il solo ad avere una vita interiore soggettiva.
  • Esistono animali che si assomigliano senza essere parenti: vivendo nello stesso ambiente tendono evolutivamente pian piano ad assomigliarsi.
  • La mente degli animali non è migliore né peggiore della nostra. Semplicemente è adatta per altri stili di vita.
  • Nessun rito vale la sofferenza d'un singolo animale.
  • Noi esseri umani veniamo al mondo con una forte curiosità per tutti gli animali, curiosità che è scritta dentro nei nostri geni [...]. La nostra specie, per decine di migliaia di anni, è vissuta immersa nella natura e in quel lungo spazio temporale era indispensabile, per la sua sopravvivenza, saper interagire, e conoscendoli davvero, con gli altri esseri che con noi condividevano il medesimo ambiente.
  • Non c'è animale, se conosciuto, che non sia bello.
  • Quando capiremo, a fatti e non a parole, che le scelte esercitate contro gli animali sono anche scelte contro di noi?
Un Paradiso con animali, dipinto da Bruegel il Vecchio. «Se il Paradiso esiste è giusto che sia popolato di animali. Ve lo immaginate un Eden senza il canto degli uccelli, il garrire delle rondini, il belare delle caprette e l'apparire del buffo e curioso musetto di un coniglio? Di sicuro nel mio Paradiso ideale non possono non echeggiare miagolii da ogni angolo. Il festoso abbaiare di cani che giocano finalmente sereni». (Giorgio Celli)
  • Anche gli animali sono capaci di moralità, di affetto, di riconoscenza: anch'essi godono e soffrono ed esprimono coi mezzi più suggestivi i sentimenti che essi provano: il dolore delle bestie perseguitate a morte, delle madri ferite che supplicano per i loro figli, ha qualche cosa di umano.
  • Gli animali partecipano dunque dell'intelligenza e della ragione, ossia della natura umana: sono esseri affini a noi e il presentimento pietoso non ci inganna quando nei loro occhi leggiamo l'unità profonda che ad essi ci lega.
  • Il problema dell'avvenire spirituale si riferisce a tutti i principi senzienti che sono nel mondo sensibile; il riferire all'uomo questo privilegio è un grossolano antropocentrismo. [...] sotto l'aspetto morale la rassegnazione e la mitezza con cui l'animale sopporta il suo destino può stare a pari di qualunque valore morale umano. [...] Se le sofferenze inique e crudeli a cui una gran parte degli animali è soggetta non avessero alcun senso, ciò sarebbe nel più alto grado inconciliabile con la giustizia e la bontà divina. [...] Questo solo sappiamo; che ciò che era degno di vivere, vivrà.
  • L'animale non è puramente istintivo, la sua vita non è un semplice meccanismo d'istinti. [...] Resta sempre un elemento di spontaneità. [...] Ogni animale ha in maggiore o minor misura una certa spontaneità, un'intelligenza individuale, che del resto è stata l'origine prima degli istinti stessi.
  • Negli animali non soltanto l'attività, ma gli stessi atteggiamenti, i gesti, la fisionomia tradiscono l'espressione di una vita interiore: una vita forse estremamente diversa e lontana dalla nostra, ma in ogni modo ha anch'essa il carattere della coscienza e non può essere ridotta ad un semplice meccanismo fisiologico.
  • Benché gli animali non scrivano autobiografie, come le intendiamo noi, è possibile scriverne la biografia. Essi sono individui e membri di gruppi, con storie complesse che hanno luogo in un mondo concreto, e che implicano un gran numero di stati emozionali complessi. Sono esseri senzienti che hanno una percezione emozionale di tutta la loro vita, esattamente come noi.
  • Ci sono persone che hanno sofferto molto e che sembrano possedere una conoscenza dei recessi del sentimento umano irraggiungibili a tutti gli altri. Forse vorrebbero condividerla, ma spesso noi non siamo in grado di ascoltare. Stranamente gli animali mi danno la stessa impressione.
  • Forse per noi umani è possibile cambiare direzione, guardare agli animali non come a rivali o a un'altra specie da colonizzare, ma come a modelli per realizzare qualcosa che ci è sfuggito durante tutta la nostra storia evolutiva. Se gli animali possono imparare a vivere in armonia, e a volte persino in amicizia, con le altre specie, osservare questa straordinaria capacità non può fungere da catalizzatore per noi?
  • La cosa più importante che possiamo chiedere a proposito di qualsiasi animale è: che cosa lo rende felice? Spesso gli etologi si sono desolatamente arresi, come se ci fosse impossibile rispondere a un quesito tanto complesso. Non è vero. In realtà la risposta è semplicissima. La conosciamo tutti: un animale è felice quando fa quello che l'evoluzione l'ha portato a fare in natura. Qualsiasi limitazione di spazio, di rapporti e di durata della vita crea condizioni per l'infelicità.
  • Benedette siano le nazioni che trattano benignamente e favorevolmente gli animali, che compatiscono le loro miserie e i loro dolori. Maledette siano le nazioni che li trattano crudelmente, che li tirannizzano, che amano spargere il loro sangue, che sono avide di mangiare la loro carne.
  • Come sarebbe ridicolo affermare che gli animali non vivono, col pretesto che la loro vita non è né rotonda né quadrata, ugualmente è ridicolo sostenere che essi non hanno conoscenze e sensazioni col pretesto che le loro conoscenze e sensazioni non possono essere cose rotonde o quadrate; e così i cartesiani si rendono ridicoli, quando, servendosi di un pretesto così sciocco e basandosi su motivazioni tanto inconsistenti, affermano che gli animali mangiano senza provare alcun piacere, gridano senza sentir dolore, non sanno niente, non desiderano niente, non temono niente. L'esperienza dimostra chiaramente il contrario.
  • È una crudeltà, una barbarie uccidere, accoppare, sgozzare animali che non fanno niente di male; essi sono sensibili al male e al dolore come noi, malgrado ciò che dicono vanamente, falsamente e ridicolmente i nostri nuovi cartesiani che guardano a loro come pure macchine senz'anima e senza alcun sentimento [...]. Ridicola opinione, massimamente perniciosa, detestabile dottrina che tende manifestamente a soffocare nel cuore degli uomini tutti i sentimenti di bontà, di dolcezza e di umanità che potrebbero avere per questi poveri animali.
  • Gli animali non esistono solo perché noi ce ne possiamo servire [...]. Essi sono la classe a cui anche noi apparteniamo; e noi non siamo che una piccola minoranza in mezzo a loro. È ragionevole pensare che dovremmo considerarli seriamente.
  • Il fatto che alcune persone siano superficiali riguardo agli animali non vuol dire che l'argomento non sia serio. Gli animali non sono soltanto una delle cose con cui ci svaghiamo, come la gomma da masticare e lo sci d'acqua, essi sono il gruppo stesso cui noi apparteniamo. Noi non siamo semplicemente alquanto simili agli animali, noi siamo animali. La nostra diversità dai nostri parenti può essere considerevole, ma il confronto è sempre stato, e deve essere, cruciale per la visione che abbiamo di noi stessi.
  • Il punto centrale è che gli animali chiaramente conducono una vita molto più strutturata e meno caotica di quanto generalmente non si fosse abituati a pensare e sono quindi, sotto certi aspetti ben definiti, molto meno diversi dagli uomini. C'è ancora una notevole differenza ma è una differenza diversa. Tradizionalmente l'umanità si è felicitata con se stessa di trovarsi su un'isola di ordine in un mare di caos; Lorenz e gli altri hanno dimostrato che sono tutte fanfaluche. Ne conseguono molti cambiamenti nella nostra visione dell'uomo, poiché tale visione fu costruita su un supposto contrasto fra l'uomo e gli animali, generato dal fatto di vedere gli animali non così come sono, bensì come proiezioni delle nostre paure e dei nostri desideri.
  • Bisogna che osserviamo la parità che c'è fra noi [e le bestie]. Noi comprendiamo approssimativamente il loro sentimento, così le bestie il nostro, pressappoco nella stessa misura. Esse ci lusingano, ci minacciano e ci cercano; e noi loro.
    Del resto, vediamo in modo evidente che c'è fra loro una piena e totale comunicazione, e che esse si capiscono fra loro, non solo quelle della stessa specie, ma anche quelle di specie diverse.
  • Esse hanno parecchie qualità che si avvicinano alle nostre; da queste, per confronto, noi possiamo trarre qualche congettura; ma quello che è loro particolare, come possiamo sapere che cosa sia?
  • La presunzione è la nostra malattia naturale e originaria. [...] È per la vanità di questa stessa immaginazione che egli [l'uomo] si uguaglia a Dio, che si attribuisce le prerogative divine, che trasceglie e separa se stesso dalla folla delle altre creature, fa le parti agli animali suoi fratelli e compagni, e distribuisce loro quella porzione di facoltà e di forze che gli piace. Come può egli conoscere, con la forza della sua intelligenza, i moti interni e segreti degli animali? Da quale confronto fra essi e noi deduce quella bestialità che attribuisce loro?
  • Le bestie hanno ragione a considerare noi bestie, come noi le consideriamo.
  • Noi constatiamo ampiamente, nella maggior parte delle loro opere, quanta superiorità abbiano gli animali su di noi, e quanto la nostra arte sia insufficiente a imitarli.
  • Per cui è chiaro che non è per un vero ragionamento, ma per una folle superbia e ostinazione che noi ci mettiamo al di sopra degli altri animali e ci isoliamo dalla loro condizione e compagnia.
  • Gli animali combattono tra loro per una o due ragioni serie: per stabilire il loro predominio in una gerarchia sociale o per affermare i loro diritti territoriali su di una zona particolare.
  • La prima legge sull'attrazione degli animali [da parte dei bambini] dice: "La popolarità di un animale è direttamente proporzionale al numero di caratteristiche antropomorfiche che questo possiede." La seconda legge sull'attrazione degli animali dice: "L'età del bambino è inversamente proporzionale alle dimensioni dell'animale preferito."
  • Quello che l'animale vuole è la sconfitta, non l'uccisione; lo scopo dell'aggressività è il predominio, non la distruzione.
  • Anche quel senso della verità, che in fondo è il senso della sicurezza, l'uomo l'ha in comune con l'animale: non ci si vuol lasciar ingannare, non si vuol esser tratti in errore da noi stessi, si presta un diffidente ascolto all'esortazione delle proprie passioni, ci si domina e si rimane in agguato contro se stessi; tutto questo l'animale lo comprende parimenti all'uomo, anche in lui il dominio di sé si sviluppa dal senso del reale (dalla saggezza). Parimenti l'animale osserva gli effetti che esercita sulla rappresentazione di altri animali, e da lì impara a rivolgere il suo sguardo indietro su se stesso, a considerarsi «oggettivamente»; così ha il suo grado di autocoscienza. L'animale giudica i movimenti dei suoi nemici e amici, impara a memoria le loro peculiarità, su queste si regola.
  • Gli uomini più profondi hanno sempre provato compassione per gli animali.
  • Temo che gli animali vedano nell'uomo un essere loro eguale che ha perduto in maniera estremamente pericolosa il sano intelletto animale: vedano cioè in lui l'animale delirante, l'animale che ride, l'animale che piange, l'animale infelice.
  • Chi tortura gli animali paga già nella sua miseria. Sono contro la debolezza umana e a favore della forza che le povere bestie ci dimostrano tutti i giorni perdonandoci.
  • Ci sono momenti in cui un albero ci si mostra improvvisamente umano, stanco. Altri momenti che un'umile bestia (o ciò che crediamo tale) ci guarda in modo tanto quieto, benevolo, profondo, tanto puro, consapevole, amoroso, «divino», da farci balenare l'idea di una comune Casa, un comune Padre, un comune Paese, un Reale tanto felice e beato, dal quale partimmo insieme, per naufragare in questo.
  • Insegnerei poi nelle scuole cos'è veramente (nei suoi lati immondi) il celeste impero umano, e com'è notturna ma sacra, dolorosa ma spesso così dolce, l'oscura e umile nazione degli animali.
  • La parola bestia, poi, non ha senso nella Creazione, dove il soffio è tutto, in tutte le forme che variano – e ugualmente apre alla visione e all'esperienza oscura tutti gli occhi: quelli di Shakespeare e quelli del cane da laboratorio, che fissano una finestra chiamando Dio, a loro modo.
  • L'Uomo è l'unica creatura che consumi senza produrre. Non dà latte, non depone uova, è troppo debole per tirare l'aratro, non corre abbastanza veloce da catturare un coniglio. Però è padrone di tutti gli animali. Li fa lavorare e in cambio concede loro il minimo necessario alla sussistenza, tenendo il resto per sé. Il nostro lavoro dissoda la terra, il nostro escremento la fertilizza, tuttavia non c'è fra noi chi possegga altro che la nuda pelle.
  • Tutti gli animali sono uguali. (ma alcuni sono più uguali degli altri)
  • Una volta compiuto il primo anno di vita, nessun animale d'Inghilterra conosce il significato delle parole felicità e riposo. Nessun animale d'Inghilterra è libero. La vita degli animali è sofferenza e schiavitù: ecco la nuda verità.
  • Anche nell'animale più portato all'affetto si trova una componente di coraggio, anche in chi è nobile d'animo si trova la docilità e, allo stesso modo, la furbizia e l'intelligenza non sono disgiunte dall'ardore e dal coraggio.
  • L'anima migliore infatti è quella che produce la virtù senza fatica, come se fosse un frutto spontaneo. [...] Pertanto [...] l'anima delle bestie è naturalmente più nobile e compiuta quanto a produzione di virtù. Essa infatti, senza ricevere alcuna disposizione e senza che nessuno glielo insegni, produce e fa sviluppare in maniera conforme a natura, come se fosse un terreno non arato e non seminato, le virtù appropriate per ciascun essere vivente.
  • Tu vedi i combattimenti delle fiere fra di loro e con gli uomini, come sieno senz'inganno e senz'arte, e come si difendano e facciano vendetta con palese e nudo ardire e con verace forza, e come non per comandamento di legge, né per temenza di pena da darsi a chi abbandona il campo, ma per natura fuggano l'esser vinti, e soffriscano gli ultimi mali per mantenersi invitti. [...] E quant'a quelle fiere che con lacci ed inganni furon prese dagli uomini, allorché sono in matura età e perfetta, tutte sdegnano il cibo e soffrono la sete, conducendosi a tale stremità, che ben mostrano d'amar meglio la morte che la servitù. [...] Onde è manifesto che gli animali sono ben disposti per natura all'ardire e al valore.
  • Dopo il parto ogni animale netta il suo piccolo come se stesso. L'osservazione dimostra che gli animali sono sempre in ordine e si presentano a colui che li nutre con manifestazioni di gioia, sapendo riconoscere il proprio padrone e denunciare l'uomo malevolo. E chi non sa quale rispetto della giustizia verso gli altri si ritrovi fra gli animali che vivono in società, tra le formiche, le api e i loro simili?
  • Gli animali sembrano possedere una sensibilità ben superiore alla nostra.
  • La natura [...] li ha resi bisognosi degli uomini, e gli uomini bisognosi degli animali, inscrivendo nella loro natura il dovere di giustizia verso gli uomini, e negli uomini il dovere di giustizia verso di loro. E se ve ne sono che attaccano l'uomo, di questo non c'è da stupirsi; perché è vero, come dice Aristotele, che se il cibo fosse offerto agli animali a profusione, essi non sarebbero feroci né tra loro né verso di noi, i loro odi e le loro amicizie derivano solo dalla necessità di assicurarsi il nutrimento, ancorché limitato allo stretto necessario, e lo spazio vitale.
  • Ma un solo vizio è loro sconosciuto, la malevolenza per colui che si manifesta loro amico: essi rispondono sempre con una amicizia assoluta. E tanto grande è la loro fiducia nell'uomo benevolente, che lo seguono dovunque li conduca, fosse anche al sacrificio o a un pericolo manifesto.
  • [Gli egizi] seppero bene che dio era passato non solo attraverso l'uomo e che l'anima non aveva posto il suo tabernacolo solamente nell'uomo, ma che essa era penetrata quasi in tutti gli animali. Perciò, nel costruire immagini degli dèi, presero assieme all'uomo ogni tipo di animale e mescolarono in qualche modo il corpo dell'uomo con quello di animali o di uccelli. [...] Indicano chiaramente con queste raffigurazioni che gli animali sono uniti fra di loro per volere divino, e che, sia domestici che selvatici, ci sono affini non senza un volere divino.
  • Invece di sacrificare gli animali, lasciateli liberi. Lasciateli cercare l'erba, l'acqua e la carezza del vento. Gli animali che uccidete vi hanno dato il tributo del loro latte e della loro lana. Hanno posto la fiducia fra le vostre mani che ora li sgozzano.
  • L'animale manifesta il dolore allo stesso modo dell'uomo. È in questa occasione che possiamo notare la somiglianza di questi due esseri, in questi momenti tragici in cui l'orgoglio del secondo è annientato.
  • Se per anima intendiamo la parte incorporea dell'essere, sede della sensibilità, del giudizio e della volontà, fonte dei pensieri, dei desideri e delle passioni, ebbene sì, gli animali hanno un'anima.
    Se per anima intendiamo il coraggio, i sentimenti nobili, gli istinti generosi di un essere, considerato dal punto di vista morale, ebbene sì, gli animali hanno un'anima.
    Se per anima intendiamo un'entità immateriale, ma pur tuttavia sottile e sostanziale, che si separa dal corpo nel momento della morte; se per anima s'intende una copia conforme dell'essere, che riproduce fedelmente ciò che egli fu nella sua vita e che gli consente di continuare a vivere in un altro mondo, ebbene sì, gli animali hanno un'anima.
  • La percezione sensitiva basta agli animali, in quasi tutti i casi, per conoscere e distinguere gli individui e la loro specie; questa maniera di rappresentarsi gli oggetti ha molte analogie con l'intelligenza umana. La sola percezione sensitiva rende agli animali un servizio per i loro bisogni pari a quello che gli uomini si possono procurare attraverso le conoscenze che sono il frutto della loro intelligenza.
  • Le bestie hanno organi sensibili interamente analoghi ai nostri che rispondono al cervello tramite la vibrazione dei nervi e delle fibre. Dopo aver stabilito che esse ricevono, come noi e attraverso la stessa via, le impressioni che gli oggetti esterni hanno causato sui loro organi, se ne può concludere ch'esse hanno, come noi, la facoltà di rappresentarsi gli oggetti e di condursi secondo gli stessi princìpi che determinano il nostro istinto rappresentativo.
  • Non può esistere alcun animale, come corpo animato e organizzato, che non sia dotato di qualche percezione, e conseguentemente non sia provvisto di organi sensitivi. La sensazione non può assolutamente giungere nei corpi che attraverso le fibre e i princìpi nervosi che rispondono agli occhi, alle orecchie, al naso, alla bocca e alle altre parti del corpo. Bisogna distinguere gli animali perfetti che, come l'uomo, essendo dotato dei cinque sensi, possono toccare, gustare, sentire, intendere e vedere, da quelli che sono privi di uno o più sensi.
  • Ciò che accade agli uomini accade parimenti agli animali. Inoltre, poiché non invidiano la gloria altrui, non suscitano discordia, non si struggono per l'altrui fortuna. Perciò, dato che non sono gravati da molte malattie dell'anima, vedono più acutamente, valutano in modo più equo, provvedono a se stessi e agli altri più volentieri.
  • E tuttavia noi chiameremo uomini da umanità coloro che si sono comportati sempre in modo truculento nei confronti degli animali? E chiameremo fiere da ferinità coloro che non nuocciono, se non provocati o per fame?
  • Mi ha a lungo tormentato questa opinione – risposi – che spesso gli animali siano più razionali dell'uomo e che nulla ci sia stato elargito che non sia stato dato anche ad essi. [...] che cosa fa sì che gli animali selvatici siano più forti degli uomini poiché combattono senza inganno e senza frode e muoiano combattendo piuttosto che ritirarsi per paura? o più temperanti, poiché la cornacchia osserva la vedovanza per nove anni?
  • È difficile conoscere a fondo gli animali senza prenderli in simpatia. Io non conosco un sol caso in cui l'amore per gli animali si sia tramutato in odio; invece molti in cui l'odio o l'indifferenza per gli animali —fondati appunto sull'ignoranza della loro vera natura —ha preso la direzione opposta.
  • Il desiderio di proteggere gli animali scaturisce inevitabilmente dalla più approfondita conoscenza di essi, dalla scoperta che sono creature sensibili e intelligenti, enormemente desiderose di affetto, nonché affettuose, ma indifese in un mondo crudele e incomprensibile, esposte a tutti i soprusi dei dominatori. Gli zoofobi vorrebbero dar a intendere che l'amore per gli animali va a scapito dell'amore per l'uomo. È vero esattamente il contrario. L'amore per gli animali è qualcosa in più, non in meno. [...] E chi ama gli animali li ama anzitutto per le qualità "umane" che essi dimostrano: intendendo però quelle che l'uomo manifesta quando è al suo meglio, non quando è al suo peggio.
  • L'amore dell'uomo per l'animale è comunque sempre inferiore, come intensità e completezza, all'amore che l'animale porta all'essere umano che ha saputo conquistarne l'affetto. L'uomo è il fratello maggiore, che ha mille preoccupazioni, attività e interessi diversi: invece per l'animale che si è affezionato a un essere umano, costui diventa tutto per lui.
  • L'uomo ha o dovrebbe avere pietà soprattutto degli orfani, dei bambini maltrattati, dei vecchi, dei malati, di tutti gli indifesi e i sopraffatti. Tra questi ultimi figura la più parte degli animali. E noi non dobbiamo domandarci se essi hanno un'anima, o se sono capaci di ragionare, o di parlare, o di contare, ma dobbiamo domandarci una cosa sola: «Sono capaci di soffrire?»[6] E per loro sfortuna essi ne sono fin troppo capaci.
Una coppia di gruccioni. «Due begli uccelli, l'un l'altro compagno, abitano assieme sul medesimo albero. L'uno si ciba del dolce frutto del pippala, l'altro, senza mangiare, con lo sguardo tutto abbraccia». (Muṇḍaka Upaniṣad)
  • Gli animali sono, assai più di noi, soddisfatti per il semplice fatto di esistere [...]. Questa dedizione totale al presente, propria degli animali, è la precipua causa del piacere che ci danno gli animali domestici.
  • Il bramanesimo e il buddismo, fedeli alla verità, riconoscono decisamente la palese parentela dell'uomo, come in generale con l'intera natura, così anzitutto con la natura animale e, mediante la metempsicosi e in altri modi, rappresentano l'essere umano come collegato strettamente con il mondo degli animali.
  • Nessun essere, eccetto l'uomo, si stupisce della propria esistenza; per tutti gli animali essa è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso. Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura; perché in essi la volontà e l'intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza l'uno dall'altro per potersi, al loro reincontrarsi, stupirsi l'uno dell'altra. (Il mondo come volontà e rappresentazione)
  • Oggi si stanno formando dovunque in Europa e in America, delle società di protezione degli animali, le quali sarebbero per tutta l'Asia incirconcisa la cosa più superflua del mondo, essendoché ivi la religione protegge sufficientemente gli animali e li fa anzi oggetto di beneficenza positiva [...]. Si veda invece con quale inaudita malvagità la nostra plebe cristiana si comporta verso gli animali, uccidendoli senza scopo ed anche solo per sollazzo [...]. Ben si potrebbe dire che gli uomini sono i demoni della terra e gli animali le anime tormentate.
  • Si ha pietà di un peccatore, di un malfattore, ma non di un innocente e fedele animale che spesso procura il pane al suo padrone e non riceve che misero foraggio. «Aver pietà»! Non già pietà, ma giustizia si deve all'animale!
  • Dobbiamo lottare contro lo spirito di incosciente crudeltà con cui trattiamo gli animali. Gli animali soffrono tanto quanto noi... È nostro dovere far sì che il mondo intero lo riconosca.
  • Fin dalla mia più tenera infanzia ho sentito il bisogno di avere compassione per gli animali. Ancor prima di andare a scuola non riuscivo a capire perché, nella preghiera della sera, dovevo pregare soltanto per delle persone.
  • Il Movimento per la protezione degli animali, sorto durante la mia giovinezza, ebbe una grande influenza su di me. Finalmente c'era qualcuno che osava sostenere in pubblico che la compassione per gli animali è qualcosa di naturale, che fa parte della vera umanità, e che non è necessario tener nascosti i propri sentimenti di fronte a questa consapevolezza.
  • L'etica del rispetto per la vita [...] ci induce ad unirci nella ricerca di occasioni che diano un qualche aiuto agli altri animali, per compensare la grande quantità di sofferenza che essi ricevono da noi.
  • Verrà un momento in cui l'opinione pubblica non tollererà più divertimenti basati sul maltrattamento e l'uccisione degli animali.
  • Voi, però, tenete gli occhi aperti: non perdete occasione di essere misericordiosi. Perciò, non ignorate con noncuranza il povero insetto caduto in acqua, ma pensate che cosa significhi lottare per non affogare. Aiutatelo dunque [...]; e se poi si pulirà le ali, vi mostrerà qualcosa di meraviglioso: la fortuna di aver tratto in salvo la vita [...]. «Ciò che avrete fatto a uno di questi piccoli, l'avrete fatto a me».[7] Queste parole di Gesù si applicano a ogni nostra azione nei confronti delle creature inferiori.
  • Agli animali è concesso soltanto il presente, che è brevissimo [e] fugace: del passato hanno un vago ricordo, che può essere richiamato alla loro memoria solo dall'impatto con le cose presenti.
  • Anche gli animali ancora in tenera età e appena usciti dall'utero materno o dall'uovo sanno subito che cosa può essere pericoloso ed evitano ciò che può essere causa di morte: quelli che sono preda degli uccelli rapaci ne temono anche l'ombra, quando questi passano in volo. Nessun animale viene alla luce senza la paura della morte.
  • Ci chiedevamo se tutti gli animali abbiano coscienza della loro natura. Che l'abbiano appare chiaro soprattutto dal fatto che muovono le membra in modo appropriato e prontamente, come se esse fossero addestrate a tale scopo; non c'è nessuno che sia privo della capacità di muoversi agilmente. L'artigiano maneggia con facilità i suoi attrezzi, il pilota muove con abilità il timone, il pittore distingue rapidamente i colori che si è messo davanti in gran numero e varietà per fare un ritratto, e passa facilmente con lo sguardo e con le mani dalla cera all'opera: così l'animale è agile in ogni sua attività.
  • Noterai che nessun animale tiene in poco conto il suo corpo o si disinteressa di esso. Anche quelli più stupidi e sciocchi, per quanto siano tardi in tutto il resto, sono ben svegli quando si tratta della loro vita.
  • Perché, ti domando, alimenti ed eserciti le forze fisiche? La natura le ha concesse in misura maggiore agli animali domestici e alle fiere. Perché curi tanto il tuo aspetto esteriore? Per quanto tu ti dia da fare, sarai vinto in bellezza dai muti animali.
  • Si sono convinti che l'uomo, il peggiore trasgressore di tutte le specie, sia il vertice della creazione: tutti gli altri esseri viventi sono stati creati unicamente per procurargli cibo e pellame, per essere torturati e sterminati. Nei loro confronti tutti sono nazisti, per gli animali Treblinka dura in eterno, eppure l'uomo pretende compassione dal Cielo.
  • Sono convinto che gli animali siano creature di Dio esattamente come lo sono gli esseri umani. E noi dobbiamo rispettarli e amarli, invece di macellarli.
  • Tutte le volte in cui Herman aveva assistito al massacro di un animale o di un pesce, era sempre stato assalito dalla stessa riflessione: nel loro comportamento con le creature viventi, tutti gli uomini dimostravano di essere nazisti. La presuntuosità con la quale l'uomo faceva con le altre specie quel che gli piaceva era una esemplificazione delle teorie razziste più estremistiche, il principio secondo il quale la forza è diritto.
  • I segni del comportamento e il fatto di sapere che la struttura biologica degli animali è simile alla nostra costituiscono insieme la dimostrazione adeguata che gli animali soffrono.
  • Noi non «amavamo» gli animali: semplicemente volevamo che venissero trattati come gli esseri sensibili e indipendenti che sono, e non come mezzi per i fini umani – come era stato trattato il maiale la cui carne era adesso nei panini della nostra ospite.
  • Raramente ci soffermiamo a riflettere che l'animale che uccide con meno ragioni per farlo è l'animale umano. Consideriamo feroci i leoni e i lupi perché uccidono; ma essi devono uccidere, o morire di fame. Noi uccidiamo gli altri animali per divertimento, per soddisfare la nostra curiosità, per adornare il nostro corpo, per compiacere il nostro palato.
  • Un animale può soffrire di più proprio a causa della sua limitata capacità di comprensione.
  • [Gli egizi] sono così lontani dall'uccidere uno solo degli animali, ch'essi fanno delle loro figure immagini degli dèi perché li considerano prossimi e apparentati agli dèi e agli uomini.
  • Sotto tutti i rapporti, dunque, la razza degli altri animali ci è apparentata ed è la stessa della nostra; poiché i mezzi di sussistenza sono gli stessi per tutti come l'aria che respirano, secondo Euripide, e un sangue rosso scorre in tutti gli animali e tutti mostrano d'avere in comune per padre il cielo e per madre la terra.
  • Tutti gli uomini, ma anche tutti gli animali sono della stessa razza, perché i princìpi dei loro corpi sono per natura gli stessi (parlando così non mi riferisco ai primi elementi dai quali provengono le piante, ma penso alla pelle, alle carni, a quel genere di umori inerenti agli animali), e ancor più perché l'anima che è in loro non è diversa per natura in rapporto agli appetiti, ai movimenti di collera, ai ragionamenti e soprattutto alle sensazioni.
  • L'uomo è superiore agli animali non perché abbia la possibilità di torturarli, ma perché è capace di provare compassione per loro; e l'uomo ha compassione degli animali perché sente che in essi dimora il medesimo principio che alberga nell'uomo.
  • La compassione per gli animali è la più preziosa qualità dell'uomo e io (come uomo) sono tanto più felice quanto più la sviluppo in me.
  • Non solo gli uomini, ma anche gli animali nella vecchiaia diventano più buoni.
  • Quando un uomo vede un animale che muore, lo prende un senso d'orrore: ciò che anche lui è – la sua essenza – sta evidentemente distruggendosi davanti ai suoi occhi, sta cessando di esistere. (Guerra e pace)
  • Che vergogna, che miseria, aver detto che le bestie sono macchine prive di conoscenza e sentimento, che fanno sempre tutto ciò che fanno nella stessa maniera, che non imparano niente, non si perfezionano, ecc. ecc.!
  • L'animale ha ricevuto le facoltà del sentimento, della memoria, e di un certo numero di idee. Chi gliele ha date? Colui che ha fatto crescere l'erba dei campi e gravitare la terra intorno al sole.
  • Le sofferenze degli animali ci sembrano dei mali perché, essendo anche noi animali, pensiamo che saremmo molto da compiangere se a noi si facesse altrettanto. Sentiremmo la stessa pietà per una pianta o per una pietra se sapessimo che, quando viene tagliata, essa soffre, ma la compiangeremmo molto meno di un animale, perché la pianta e la pietra ci somigliano meno.
  • Ma chi fa funzionare il soffietto degli animali: chi li fa respirare? Ve l'ho già detto: colui che fa muovere anche gli astri. Il filosofo che dichiarò: Deus est anima brutorum,[8] aveva ragione; ma doveva andare più in là.
  • Alcuni animali bruti sono ammaestrati dall'esempio, dall'imitazione, dal modo di agire di animali della stessa o di diversa specie a compiere azioni eccellenti.
  • Di fatto molte azioni dei bruti che suscitano la nostra meraviglia, la prima volta sono state da essi compiute per caso; poi, ripetute più volte diventano loro abitudine, e ciò sembra dimostrare una maggiore sagacità e interesse.
  • Le bestie sono dotate nel loro cuore di molti altri tipi di capacità e di qualità che noi dobbiamo acquistare con lo studio. E di fatto se guardiamo le capacità naturali proprie degli animali ci sarà lecito scoprire delle capacità dello stesso tipo in certa misura in tutti. La maggior parte di essi infatti, pur nata da poco, ricerca, senza alcuna guida i rimedi contro la fame e il freddo e li adotta avidamente. Da adulti poi, sia pur osservati attentamente da alcuni del branco, senza alcun consigliere, ma seguendo semplicemente l'esempio, compiono spontaneamente le azioni peculiari della propria specie. [...] tanto che Plinio dice che dobbiamo vergognarci del fatto che tutti gli animali abbiano appreso da loro stessi quali sono le erbe medicinali tranne l'uomo.
  • Basta appena osservare il loro comportamento per cogliere l'esistenza di un istinto sociale evidente tra quelli appartenenti ad una stessa specie, e a volte perfino a specie diverse; sembrano intendersi, agire d'accordo, concorrere ai medesimi disegni; corrispondono con gli uomini, [...] rispondono alle adulazioni e carezze. Anzi, giacché dobbiamo qui lasciar da parte tutte le meraviglie dell'istinto, vediamo che gli animali eseguono azioni spontanee, nelle quali compare un simulacro di ragione e di libertà, tanto più esplicito quanto meno tali azioni sono uniformi, più differenziate, più singolari, più impreviste e disposte immediatamente all'occasione presente.
  • Che cosa notiamo in loro? Azioni coerenti, ragionate, che esprimono un senso e rappresentano le idee, i desideri, gli interessi, i disegni di qualche essere particolare. È ben vero che i bruti non parlano; e questa differenza tra essi e l'uomo gioverà tutt'al più a provare che non hanno, come l'uomo, idee universali, né costruiscono ragionamenti astratti. Ma agiscono coerentemente: ciò prova che posseggono un sentimento di sé e un interesse individuale, principio e scopo delle loro azioni.
  • Noi siamo certi che v'è nelle bestie un principio pensante e senziente; tutte le azioni che noi le vediamo eseguire fanno supporre tale principio: dunque abbiamo buone ragioni per attribuirlo loro, nonostante l'opposta possibilità che ci viene obiettata.
  • Se le bestie sono mere macchine, Dio c'inganna: quest'argomento è il colpo di grazia contro l'ipotesi delle macchine.

Modi di dire

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Animali di varie specie. «Dall'elefante alla pulce, e dalla pulce alla molecola sensibile e vivente, che costituisce l'origine di ogni cosa, non c'è un punto in tutta la natura che non soffra o non goda». (Denis Diderot)
Un animale con molte gambe, ovvero: il governo popolare.
  • To make a beast of oneself. (Inglese)
Ridursi come una bestia, abbrutirsi.
  • Animal de l'Africa o del preseppi.[14]
  • Bestia bólgironna.[15]
  • L'è ón omm bestial.[16]

Proverbi

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  • Chi vuol fare l'angelo, fa la bestia. (Francese)
  • Con tutte le piante e con tutti gli animali saremo fratelli. (Nativo americano)
  • Se tu parli agli animali loro anche ti parleranno, così vi conoscerete. Se non parli agli animali, non li conoscerai mai. E ciò che non conosci lo temerai sempre. Ciò che si teme, si distrugge. (Indiano)
  • Tutti gli animali sono mesti dopo il coito. (Latino)
  • Gli attacchi delle bestie feroci non si respingono a mani nude.
  • L'orfano è al di sotto degli animali. (Baulé)
  • Un animale che non sa arrampicarsi sugli alberi non dovrebbe affidare i propri soldi a una scimmia.
  • Chi non conosce il passato e il presente della propria nazione è solo un animale in vesti di uomo.
  • Le cime più alte degli alberi vengono raggiunte dagli animali più intelligenti, le aquile, e dagli animali che strisciano, i serpenti.
  • Quando vivono a lungo insieme gli animali finiscono per amarsi, gli uomini per odiarsi.
  • Tale l'uomo, tali sono le sue bestie.
  • Anche le bestie le ha fatte il Signore.
  • Andar bestia, e tornar bestia, dice il moro.
Andar bestia e tornar bestia è tutt'uno. (Giulio Cesare Croce)
  • Buona greppia, buona bestia.
  • Chi cavalca o trotta alla china, o non è sua la bestia, o non la stima.
  • Chi non ama le bestie, non ama i cristiani.
  • Le bestie vanno trattate da bestie.
  • Mediocre bestiame ben pasciuto è di maggior vantaggio che molto bestiame mal mantenuto.
  • Ogni animale per non morir s'aiuta.
  • Per Santa Caterina,[17] le bestie fuori dalla cascina.
  • Sol gente di mal'affare, bestie e botte, van fuori di notte.
  • Chi non vole vene a le vestie non vole vene mancu ali cristiani.
  • С'o vino pure 'o saputo addiventa animale.
  • Chi fa 'nu bene pe' ricavarne male, è peggio 'e n'animale.
  • Tre songo le sciorte[18] de l'animale: vegetativo, sensetivo e 'ntellettivo.
  • Ci tène vèstie e fèile me cuntènte rèire.[19]
  • Ricordate ca l'animale tene a rabbia e nu caz de controllu ma tie omu teni la rascione[20] e lu controllu.
  • Ogni animale si unit cum s'ispecie sua.
  • Asciutto il piede e calda la testa, e nel resto vivi da bestia.
  • Bella testa è talvolta una malvagia bestia.
  • Chi dice tutto e niente serba, può andar con l'altre bestie a pascer l'erba.
  • Chi non sa comprare compri giovane.[21]
Sulla gioventù non si fece mai male.
Chi bestie sul mercato ha da comprare, giovani scelga, che non può fallare. (Cristoforo Poggiali)
  • D'aprile piove per gli uomini e di maggio per le bestie.
  • È meglio dare e pentire, che tenere e patire.[22]
  • È meglio un garofano che un gambo di pera.[23]
  • Quando il tempo si muta, la bestia starnuta.
  • San Giorgio dinze, San Marco fora.[24]
  • Chi maltrata le bestie, maltrata anca i cristiani.
  • Chi no ga cuor per le bestie, no lo ga gnanca per i cristiani.
  • Chi no vol ben a le bestie, no vol ben a le persone.
  • La note de l'Epifania tute le bestie parla.
  • Ogni simile ama 'l so simile.[25]

Note

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  1. Cfr. Deuteronomio: «Se camminando troverai per la via, su un albero o in terra, un nido d'uccelli, con la madre a covarvi i piccoli o le uova, non la prenderai insieme coi piccoli, ma la lascerai andar libera tenendo per te i piccoli, acciò bene te ne venga, e tu abbia lunga vita».
  2. Gli animali – con riferimento, in particolare, agli animali sociali, come le formiche e le api.
  3. Rispetto a quella verso gli umani.
  4. a b Cfr. Etica della reciprocità.
  5. Cfr. Esodo: «Non uccidere».
  6. Cfr. Jeremy Bentham: «La domanda da porsi non è se sanno ragionare, né se sanno parlare, bensì se possono soffrire».
  7. Cfr. Gesù: «In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me».
  8. «Dio è l'anima degli animali». La paternità di questa espressione è dubbia.
  9. Riflette il concetto non ancora superato che permette di uccidere un animale in quanto tale e nel modo preferito, senza doverne rendere conto.
  10. Cioè in collera.
  11. Di cosa o persona che suscita forte avversione, antipatia.
  12. Cioè le tendenze e il carattere (con riferimento scherzoso) di una persona con cui si deve trattare.
  13. Cioè senza i conforti religiosi.
  14. Ovvero un «buaccio».
  15. Cioè «buscherona».
  16. Sta per «intrattabile».
  17. Il 25 novembre.
  18. «Tre sono le sorti», ovvero i tipi.
  19. «Chi ha bestie e figli mai contento ride».
  20. «Ma tu, uomo, possiedi la ragione».
  21. Riferito, in particolare, alla compra del bestiame.
  22. Generalmente riferito al bestiame, in quanto tenere per molto tempo una bestia da soma può richiedere gravi costi.
  23. Esorta a comprare bestie grosse.
  24. Fino a San Giorgio (23 aprile) gli animali stanno nei prati, da San Marco (25 aprile) nei pascoli.
  25. Scherzosamente rivolto, in particolare, a chi accarezza un animale.

Voci correlate

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Per approfondire, vedi: Categoria:Animali.

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